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27.05.2013 Views

tardi, si riferivano al patibolo. Per la stessa ragione quando tutti intorno a noi sono d fun fopinione differente della nostra e si conducono conseguentemente ad essa, e difficile non lasciarsi smuovere dalle nostre idee quand fanche si fosse convinti che gli altri sono nell ferrore. Per un re fuggitivo, inseguito e che viaggia seriamente incognito, il cerimoniale di ossequio che il suo compagno e confidente osservera quando sono a quattr focchi deve essere un cordiale quasi indispensabile perche lo sventurato non giunga a dubitare della sua stessa esistenza. 20. ‹ Dopo aver fatto spiccare fino dal secondo capitolo l falto valore della salute come condizione prima, ed importantissima fra tutte, della nostra felicita, voglio indicare alcune regole di condotta molto generali per conservarla e fortificarla. Per farsi robusti e necessario, finche si e in buona salute, sottoporre il corpo nel suo insieme, come pure in ciascuna delle sue parti, a sforzi ed a fatiche, e abituarsi a resistere a tutto quello che puo male impressionarlo, per quanto bruscamente cio possa succedere. Non appena, invece, si manifesta uno stato morboso sia del tutto, sia d funa parte, si dovra ricorrere immediatamente al procedimento contrario, vale a dire risparmiare e curare in ogni maniera il corpo o la parte malata: perocche chi e sofferente o snervato non e suscettibile di esser aspramente invigorito. I muscoli si fortificano; al contrario i nervi s findeboliscono per un forte uso. Conviene dunque esercitare i primi con tutti gli sforzi convenienti e risparmiare invece qualunque sforzo ai secondi; in conseguenza difendiamo gli occhi dalla luce troppo viva specialmente quando e riflessa, dalla fatica della semioscurita e del guardare a lungo oggetti troppo piccoli; preserviamo egualmente le orecchie dagli strepiti troppo forti, ma sopratutto evitiamo al cervello qualunque applicazione forzata, sostenuta troppo a lungo od 83 intempestiva; lo si lasci quindi riposare durante la digestione perocche allora quella stessa forza vitale che, nella testa, forma i pensieri, lavora con tutti i suoi sforzi nello stomaco e negli intestini a preparare il chimo ed il chilo; esso deve egualmente riposare durante e dopo un lavoro muscolare considerevole. Perocche per i nervi motori come per i nervi

sensitivi le cose procedono nello stesso modo, e, come il dolore provato in un membro leso ha la vera sua sede nel cervello, cosi non sono le braccia e le gambe che faticano e camminano, ma il cervello, cioe quella parte di esso che, per mezzo della midolla allungata e della midolla spinale, eccita i nervi di questi membri e li fa muovere. Percio la fatica che proviamo alle gambe od alle braccia ha la sua sede reale nel cervello; ed e per questo che le membra il cui movimento e sottomesso alla volonta, ossia ha impulso dal cervello, sono i soli che si stancano, mentre quelli il cui lavoro e involontario, come per esempio, il cuore, sono instancabili. Evidentemente adunque sara nuocere al cervello l fesiger da esso un fattivita muscolare energica e una grande tensione dello spirito, sia simultaneamente, sia soltanto dopo un intervallo di tempo troppo corto. Cio non e per nulla in contraddizione col fatto che al termine d funa passeggiata od in generale dopo un breve cammino si prova un aumento nell fattivita dello spirito, perocche in questo caso non v fha per anco fatica delle parti respettive del cervello, e d faltra parte una leggera attivita muscolare, accelerando la respirazione, favorisce il salire del sangue arterioso, per di piu meglio ossigenato, al cervello. Ma bisogna sopratutto dare ad esso la piena misura del sonno necessario al suo ristoro, perche il sonno e per la macchina umana cio che il caricamento della molla e per l foriuolo. (Si veda Il mondo come volonta e come fenomeno II, 217. . 3a ed. II, 240). Tale misura dovra esser tanto piu grande quanto piu il cervello sara sviluppato ed attivo; pero oltrepassarla sarebbe semplicemente uno sprecare il tempo, perocche allora il sonno perde in intensita cio che guadagna in estensione. (Si veda Il mondo come volonta e come fenomeno II, 247. . 3a ed. II, 275).37 In generale persuadiamoci bene del fatto che il nostro pensare non e altro che la funzione organica del cervello, e che quindi esso si conduce, in quanto riguarda la fatica e il riposo, in modo analogo a quello di qualunque altra attivita organica. Uno sforzo eccessivo stanca il cervello come stanca gli occhi. Si e detto con ragione: Il cervello pensa come lo stomaco digerisce. L fidea di un fanima immateriale, semplice, essenzialmente e costantemente pensante, quindi instancabile, che sarebbe come allogata a pigione nel cervello, e che non avrebbe bisogno di cosa alcuna al mondo, una tale idea ha certamente spinto piu di qualcheduno ad una condotta insensata, condotta che ha

sensitivi le cose procedono nello stesso modo, e, come il dolore provato in un membro leso<br />

ha la vera sua sede nel cervello, cosi non sono le braccia e le gambe che faticano e<br />

camminano, ma il cervello, cioe quella parte di esso che, per mezzo della midolla allungata<br />

e della midolla spinale, eccita i nervi di questi membri e li fa muovere. Percio la fatica che<br />

proviamo alle gambe od alle braccia ha la sua sede reale nel cervello; ed e per questo che le<br />

membra il cui movimento e sottomesso alla volonta, ossia ha impulso dal cervello, sono i<br />

soli che si stancano, mentre quelli il cui lavoro e involontario, come per esempio, il cuore,<br />

sono instancabili. Evidentemente adunque sara nuocere al cervello l fesiger da esso<br />

un fattivita muscolare energica e una grande tensione dello spirito, sia simultaneamente, sia<br />

soltanto dopo un intervallo di tempo troppo corto. Cio non e per nulla in contraddizione col<br />

fatto che al termine d funa passeggiata od in generale dopo un breve cammino si prova un<br />

aumento nell fattivita dello spirito, perocche in questo caso non v fha per anco fatica delle<br />

parti respettive del cervello, e d faltra parte una leggera attivita muscolare, accelerando la<br />

respirazione, favorisce il salire del sangue arterioso, per di piu meglio ossigenato, al<br />

cervello. Ma bisogna sopratutto dare ad esso la piena misura del sonno necessario al suo<br />

ristoro, perche il sonno e per la macchina umana cio che il caricamento della molla e per<br />

l foriuolo. (Si veda Il mondo come volonta e come fenomeno II, 217. . 3a ed. II, 240). Tale<br />

misura dovra esser tanto piu grande quanto piu il cervello sara sviluppato ed attivo; pero<br />

oltrepassarla sarebbe semplicemente uno sprecare il tempo, perocche allora il sonno perde<br />

in intensita cio che guadagna in estensione. (Si veda Il mondo come volonta e come<br />

fenomeno II, 247. . 3a ed. II, 275).37 In generale persuadiamoci bene del fatto che il nostro<br />

pensare non e altro che la funzione organica del cervello, e che quindi esso si conduce, in<br />

quanto riguarda la fatica e il riposo, in modo analogo a quello di qualunque altra attivita<br />

organica. Uno sforzo eccessivo stanca il cervello come stanca gli occhi. Si e detto con<br />

ragione: Il cervello pensa come lo stomaco digerisce. L fidea di un fanima immateriale,<br />

semplice, essenzialmente e costantemente pensante, quindi instancabile, che sarebbe come<br />

allogata a pigione nel cervello, e che non avrebbe bisogno di cosa alcuna al mondo, una tale<br />

idea ha certamente spinto piu di qualcheduno ad una condotta insensata, condotta che ha

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