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27.05.2013 Views

la gente, per conseguenza non comunichi subito agli altri cio che pensa, d faltra parte non annetta troppo valore a cio che dice il mondo, e meglio ancora non si aspetti da esso gran cosa, sia dal lato morale sia dall fintellettuale, e quindi attenda a fortificare in se questa indifferenza riguardo all fopinione altrui, mezzo sicurissimo per praticare costantemente una lodevole tolleranza. In siffatta guisa, benche in mezzo agli uomini, ei non sara interamente nella loro societa, ed avra riguardo ad essi un fattitudine piu puramente oggettiva, cio che lo proteggera contro un contatto troppo intimo colla gente, e quindi contro ogni contaminazione, e meglio ancora contro ogni offesa. Esiste una descrizione drammatica degna di nota d funa tale societa attorniata da barriere e da trinceramenti, nella commedia áEl cafe, o sea la comedia nueva â di Moratin; la si trovera nel personaggio di Don Pedro, sopratutto nelle scene 2a e 3a del primo atto. In quest fordine d fidee possiamo paragonare la societa ad un fuoco innanzi a cui il saggio si riscalda senza pero toccarlo come fa il pazzo il quale, dopo essersi scottato, fugge nella fredda solitudine e si lamenta perche il fuoco brucia. 10 ‹ L finvidia e naturale all fuomo, e tuttavia costituisce in un tempo stesso un vizio ed un finfelicita34. Dobbiamo dunque considerarla come un nemico della nostra felicita, e cercar di soffocarla come un cattivo demone. Seneca ce lo comanda con queste belle parole: áLe cose nostre ci dilettano senza confronto: non sara mai felice quegli a cui dara angoscia il desio di maggior bene â (De ira, III, 30). Ed altrove: áQuando poni mente a quanta gente ti precede, pensa pure a quanta gente sta dietro di te â (Ep. 15); bisogna dunque considerare piuttosto coloro la cui condizione e peggiore della nostra che non quelli che ci pare stieno meglio di noi. Quando ci colpiscono disgrazie reali, la consolazione piu efficace, quantunque derivata dalla stessa sorgente dell finvidia, sara la vista di mali piu grandi dei nostri, ed a lato di cio il frequentare persone che si trovino nello stesso caso nostro, i nostri compagni di sventura. Ecco quanto sul lato attivo dell finvidia. Circa il lato passivo havvi da osservare che nessun odio e cosi implacabile come l finvidia; percio invece d fesser incessantemente occupati ad eccitarla, faremmo assai meglio di rifiutarci, come molti altri, anche questo

piacere, viste le sue funeste conseguenze. Si danno tre aristocrazie: la quella della nascita e del rango; 2a quella del danaro; 3a quella dello spirito. Quest fultima e realmente la piu nobile, e si fa anche conoscere per tale dato che gliene si lasci il tempo: lo stesso Federico il Grande non ha detto: áLe anime privilegiate stanno al medesimo livello dei sovrani â? Egli indirizzava queste parole al suo maresciallo di Corte, il quale si trovava offeso perche Voltaire era chiamato a prender posto in una tavola riservata unicamente ai sovrani ed ai principi della famiglia, mentre i ministri ed i generali pranzavano a parte con lui. Ognuna di queste aristocrazie e attorniata da un farmata speciale d finvidiosi, segretamente stizziti contro ciascuno de f suoi membri, ed occupati, quando credono non aver da temere, a fargli capire in tutti i modi: áTu non sei niente piu di noi â. Ma tali sforzi tradiscono precisamente la loro convinzione del contrario. La linea di condotta che devono scegliere gl finvidiati consiste nel tenere a distanza tutti coloro che compongono tali bande, e nell fevitare qualunque contatto con essi in modo da restarne separati da un largo abisso; quando la cosa non e fattibile devono tollerare colla maggior calma possibile gli sforzi dell finvidia, la cui sorgente si trovera cosi esaurita. Questo e quanto vediamo succedere ogni giorno. In cambio, i membri di una delle aristocrazie nominate s fintenderanno ordinariamente molto bene e senza provar invidia 34 L finvidia, negli uomini, dimostra quanto si sentono infelici, e la continua attenzione che portano a tutto cio che fanno o non fanno gli altri, prova quanto si annojano. (Nota dell fAutore). 77 colle persone che fanno parte d fognuna delle altre due, e questo perche ciascheduno mette nella bilancia il proprio merito come equivalente a quello degli altri. 11 ‹ E necessario meditare maturatamente ed a molte riprese un progetto avanti di metterlo in esecuzione, e, dopo averlo pesato scrupolosamente, bisogna pure calcolare la parte debole per l finsufficienza di ogni sapere umano; visti i limiti delle nostre cognizioni, possono sempre esservi circostanze che e stato impossibile scrutare o prevedere, e che potrebbero venir ad alterare il risultato di tutte le nostre speculazioni. Tale riflessione mettera sempre un peso nel piatto negativo della bilancia, e ci portera negli affari importanti

la gente, per conseguenza non comunichi subito agli altri cio che pensa, d faltra parte non<br />

annetta troppo valore a cio che dice il mondo, e meglio ancora non si aspetti da esso gran<br />

cosa, sia dal lato morale sia dall fintellettuale, e quindi attenda a fortificare in se questa<br />

indifferenza riguardo all fopinione altrui, mezzo sicurissimo per praticare costantemente una<br />

lodevole tolleranza. In siffatta guisa, benche in mezzo agli uomini, ei non sara interamente<br />

nella loro societa, ed avra riguardo ad essi un fattitudine piu puramente oggettiva, cio che lo<br />

proteggera contro un contatto troppo intimo colla gente, e quindi contro ogni<br />

contaminazione, e meglio ancora contro ogni offesa. Esiste una descrizione drammatica<br />

degna di nota d funa tale societa attorniata da barriere e da trinceramenti, nella commedia<br />

áEl cafe, o sea la comedia nueva â di Moratin; la si trovera nel personaggio di Don Pedro,<br />

sopratutto nelle scene 2a e 3a del primo atto.<br />

In quest fordine d fidee possiamo paragonare la societa ad un fuoco innanzi a cui il<br />

saggio si riscalda senza pero toccarlo come fa il pazzo il quale, dopo essersi scottato, fugge<br />

nella fredda solitudine e si lamenta perche il fuoco brucia.<br />

10 ‹ L finvidia e naturale all fuomo, e tuttavia costituisce in un tempo stesso un vizio ed<br />

un finfelicita34. Dobbiamo dunque considerarla come un nemico della nostra felicita, e<br />

cercar di soffocarla come un cattivo demone. Seneca ce lo comanda con queste belle parole:<br />

áLe cose nostre ci dilettano senza confronto: non sara mai felice quegli a cui dara<br />

angoscia il desio di maggior bene â (De ira, III, 30). Ed altrove: áQuando poni mente a<br />

quanta gente ti precede, pensa pure a quanta gente sta dietro di te â (Ep. 15); bisogna<br />

dunque considerare piuttosto coloro la cui condizione e peggiore della nostra che non quelli<br />

che ci pare stieno meglio di noi. Quando ci colpiscono disgrazie reali, la consolazione piu<br />

efficace, quantunque derivata dalla stessa sorgente dell finvidia, sara la vista di mali piu<br />

grandi dei nostri, ed a lato di cio il frequentare persone che si trovino nello stesso caso<br />

nostro, i nostri compagni di sventura.<br />

Ecco quanto sul lato attivo dell finvidia. Circa il lato passivo havvi da osservare che<br />

nessun odio e cosi implacabile come l finvidia; percio invece d fesser incessantemente<br />

occupati ad eccitarla, faremmo assai meglio di rifiutarci, come molti altri, anche questo

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