LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

APPENDICE
PSICOLOGIA FILOSOFICA E
TEOLOGIA RAZIONALE
Si è già avuta l‟occasione di segnalare [37] la posizione
«multipla» della psicologia aristotelica rispetto alla fisica, nella
quale si radica, e alla teologia, alla quale, secondo l‟accezione
aristotelica di essa, perviene, tramite l‟affermazione della
trascendenza o separatezza dell‟istanza intellettiva cui spettano,
almeno per ciò che attiene all‟intelletto agente e stante una
determinata interpretazione del testo aristotelico, le prerogative
divine dell‟impassibilità, dell‟immortalità e, soprattutto,
dell‟eternità.
In Tommaso e nella scolastica, in vero, decade la valenza
teologica della psicologia, poiché vien meno la concezione plurale
del campo del «divino» propria dei Greci, campo che è oggetto della
teologia (che è uno dei sensi di «filosofia prima» in Aristotele).
La concezione creazionistica, infatti, comporta una riforma della
nozione di trascendenza (di «separatezza» nel lessico filosofico dei
Greci) e della linea di demarcazione che essa indica. Con essa la
«differenza ontologica» separa l‟Increato dal creato secondo una
opposizione che è simmetrica a quella di originario e derivato, di
divino e non divino. Pertanto, essendo solo Dio increato, solo Dio è
«divino»e in Lui si esaurisce il campo del divino, dell‟originario.
[38]
Ne consegue che la teologia filosofica ha per oggetto soltanto Dio
e che non sono divini quegli enti che pure sono immateriali e per sé
incorruttibili quali sono i puri spiriti creati (angeli) e le anime umane
(formae subsistentes, secondo la soluzione tommasiana).
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