27.05.2013 Views

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

naturalis: la volontà non può non volere il bene e conseguentemente<br />

non può volere il «bene in totalità» che, come per Aristotele, anche<br />

per Tommaso è la «felicità»(beatitudo). Poiché, inoltre, solo Dio<br />

[33] è ciò che soddisfa il «bene sommo» (ovvero è la fonte <strong>del</strong>la<br />

beatituto), soltanto nel raggiungimento di Dio si ottiene la felicità. È<br />

necessario, quindi, che la volontà, volendo necessariamente la<br />

felicità, voglia Dio, e, tuttavia, ciò non comporta che essa voglia Dio<br />

di necessità. La comprensione <strong>del</strong>la conciliazione tra queste due<br />

asserzioni, prima facie incompatibili, è la comprensione <strong>del</strong>la stessa<br />

conciliazione tra il radicamento <strong>del</strong>la volontà nella necessità e il suo<br />

sporgere oltre essa, nell‟appartenenza al campo <strong>del</strong>la libertà, ovvero<br />

<strong>del</strong> libero arbitrio. La volontà è, secondo Tommaso, sia necessitata<br />

sia libera.<br />

La giustificazione <strong>del</strong>la convergenza di questi due attributi può<br />

essere riassunta secondo due linee argomentative in sequenza, che<br />

coinvolgono la relazione tra la facoltà appetitiva (volontà) e la<br />

facoltà conoscitiva (intellettiva in senso lato: concernente quindi,<br />

non soltanto la conoscenza dei principi, ma anche quella <strong>del</strong>le<br />

conseguenze che da essi procedono).<br />

In primo luogo, infatti, la libertà <strong>del</strong>la volontà è resa possibile da<br />

un difetto <strong>del</strong>la conoscenza, in quanto conoscenza in atto, e cioè<br />

dalla finitezza <strong>del</strong>la situazione conoscitiva <strong>del</strong>l‟uomo.<br />

È vero che la volontà non può non volere la felicità e, perciò, che<br />

essa non può non volere (aderire a) Dio, ma, peraltro, quest‟ultima è<br />

una necessità, per così dire, virtuale o implicita, poiché l‟homo<br />

viator non è in possesso di una conoscenza evidente e esauriente (sia<br />

pure entro i poteri conoscitivi <strong>del</strong>l‟anima che sono, comunque,<br />

sempre limitati) di Dio, di ciò che Egli è e <strong>del</strong>la connessione<br />

necessaria tra Dio e la felicità.<br />

È pertanto possibile (e, di fatto, ciò concerne la condizione<br />

attuale, terrena <strong>del</strong>l‟uomo) che egli, pur volendo (necessariamente)<br />

la felicità, a causa <strong>del</strong>la sua deficienza conoscitiva, non voglia Dio<br />

né le condizioni, i mezzi necessari per raggiungerlo. Così dalla<br />

necessitas naturalis <strong>del</strong>la volontà, a causa di una carenza<br />

conoscitiva, si dischiude la possibilità di non volere Dio e<br />

l‟orientamento verso Lui, ovvero di volere altro da Dio, in<br />

89<br />

9293<br />

9394

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!