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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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impossibile l‟affermazione <strong>del</strong>le differenze tra gli stati di conoscenza<br />

dei diversi uomini, il teorema <strong>del</strong>la individualità <strong>del</strong>l‟intelletto è ciò<br />

che, vittorioso sulla sua negazione, consente infine di riconoscere la<br />

conciliazione tra i suoi momenti costitutivi, l‟affermazione<br />

<strong>del</strong>l‟anima come «forma sussistente» e l‟affermazione <strong>del</strong>l‟anima<br />

come «forma sostanziale» che, a un primo approccio, pure appaiono<br />

collidere.<br />

c. Intelletto e libero arbitrio<br />

Nelle pagine che precedono già si è ricordato che l‟anima<br />

razionale, propria <strong>del</strong> sinolo umano, consta non soltanto di una<br />

dimensione intellettiva ma anche di una appetitiva. Quest‟ultima, in<br />

quanto tipica <strong>del</strong>l‟anima <strong>del</strong>l‟uomo, è, quindi, un appetitus<br />

rationalis, denominazione che rende la stessa definizione di<br />

«volontà». [30]<br />

La dottrina che la concerne è imperniata sulla forza <strong>del</strong> nesso che,<br />

in Tommaso, congiunge rispettivamente volontà e intelletto e, perciò<br />

stesso, necessità e libertà. La solidità di questo nesso colloca<br />

Tommaso nella schiera di coloro che aderiscono alla tendenza<br />

«intellettualistica» e cioè all‟orientamento speculativo che riconosce<br />

un primato <strong>del</strong>l‟intelletto sulla volontà e che radica questa in quello,<br />

cui si oppone la tendenza «volontaristica» che attribuisce il primato<br />

alla volontà e che accentua l‟indipendenza di essa dall‟intelletto,<br />

dalle conoscenze da esso possedute e dai «motivi» che, tramite esse,<br />

presenta alla volontà. [31]<br />

Il concorso di necessità e libertà nella volontà concerne<br />

innanzitutto, dal lato <strong>del</strong>la prima, il rapporto tra la volontà e il suo<br />

oggetto.<br />

Esso è il bene, e in ciò non vi è differenza dallo appetitus<br />

sensibilis, che pure mira al bene, ma mentre questo si dirige verso<br />

oggetti specifici corrispondenti alla specificità dei singoli sensi, la<br />

volontà desidera il bene in quanto tale e perciò si rivolge a ogni bene<br />

e alla totalità <strong>del</strong> bene; la volontà, in altri termini, vuole i propri<br />

oggetti sub communi ratione boni. [32]<br />

Ora, la tendenza <strong>del</strong>la volontà al bene procede dalla sua stessa<br />

natura ed è, pertanto, una tendenza necessaria, una necessitas<br />

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