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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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questo senso essa è una forma-anima che gode di uno statuto di<br />

eccezione: da un lato, come anima, essa è costitutivamente,<br />

essenzialmente, coniugata al corpo, ma, d‟altro lato, in quanto da<br />

esso indipendente, può non essergli congiunta e esistere in un<br />

intervallo senza di esso, condividendo la condizione <strong>del</strong>le «forme<br />

separate», quali sono i puri spiriti (angeli) o il puro Spirito (Dio).<br />

Tommaso raggiunge questo risultato speculativo mediante la<br />

rimeditazione di testi aristotelici, contributi di Avicenna e la<br />

confutazione <strong>del</strong>la dottrina di Averroè .<br />

La cura tommasiana di mostrare l‟accordo tra Aristotele e la<br />

rivelazione cristiana individua il valore dirimente <strong>del</strong>la tematica<br />

concernente l‟assetto ontologico <strong>del</strong>l‟intelletto potenziale, giacché è<br />

di esso che si tratta di stabilire l‟immortalità e l‟individualità,<br />

affinché sia con ciò provata l‟immortalità <strong>del</strong>l‟anima individuale. È<br />

infatti l‟intelletto potenzialeil «soggetto» <strong>del</strong> pensare,<br />

<strong>del</strong>l‟intendere, <strong>del</strong> conoscere, <strong>del</strong>la riflessione autocoscienziale, ciò,<br />

quindi, che garantisce nell‟uomo un’identità personale.<br />

Orbene, la prova <strong>del</strong>l‟immortalità di questa istanza intellettiva è<br />

ottenuta sfruttando i suggerimenti aristotelici e la ripresa avicenniana<br />

di essi. Questi sono sottesi dal teorema poi enunciato nella<br />

fraseologia filosofica medioevale con l‟affermazione operari<br />

sequitur esse. Ciò significa che l‟intelletto potenziale è tale che il suo<br />

essere è indipendente dal corpo se egli detiene operazioni<br />

indipendenti dal corpo. Questa proposizione condizionale funge da<br />

premessa maggiore di un sillogismo ipotetico che, affinché precipiti<br />

nella conclusione il cui contenuto sia l‟affermazione<br />

<strong>del</strong>l‟indipendenza (immortalità) <strong>del</strong>l‟intelletto dal corpo, richiede<br />

l‟alleanza di una premessa minore, nella quale siano individuate<br />

operazioni <strong>del</strong>l‟intelletto <strong>del</strong> tipo suddetto. Tommaso, avvalendosi,<br />

come si è detto, <strong>del</strong>le indicazioni di Avicenna e <strong>del</strong>lo stesso Averroè<br />

ravvisa tali operazioni nella conoscenza degli universali (gli<br />

intellegibili), nell‟autocoscienza, o conoscenza di sé, e nella<br />

conoscenza di tutti i corpi, che appare incompatibile con la<br />

materialità (corporeità) <strong>del</strong>l‟intelletto e con il ricorso a un organo<br />

corporeo specifico di cui l‟intelletto sarebbe l‟atto), in quanto ciò che<br />

è specifico non può che far conoscere oggetti corporei specifici (e,<br />

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