LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

appetitive (sia la volontà sia l‟appetito sensibile, cui va associata la
facoltà locomotoria) sono caratterizzate dall‟inclinazione e
dall‟orientamento verso il proprio oggetto.
L‟oggetto stesso vale come criterio di distinzione delle facoltà,
che vengono ordinate gerarchicamente in relazione all‟ampiezza e
all‟estensione del campo dei propri oggetti. Sotto questa angolatura
le potenze vegetative si rivolgono a quel solo oggetto che è lo stesso
corpo vivente informato dall‟anima; le potenze sensoriale e
appetitivo-sensibile hanno come propri oggetti tutti i corpi (e non
solo il corpo proprio); le potenze intellettiva e appetitivo-razionale si
rivolgono alla totalità della realtà, all‟essere in generale.
Questa classificazione illustra il primato dell‟anima razionale
rispetto alla quale, come già incidentalmente detto, si possono
ulteriormente distinguere le facoltà che essa è in grado di esercitare
senza il concorso interno di organi corporei da quelle che lo
richiedono (queste ultime sono le facoltà che, nell‟uomo, l‟anima
razionale, secondo l‟insegnamento di Aristotele, esercita in vece
dell‟anima sensitiva e vegetativa, mentre le prime sono quelle di essa
peculiari).
Un particolare interesse riveste, in questa tematica, la dottrina del
senso. Anche Tommaso lo suddivide in senso esterno e senso
interno. Le facoltà del primo corrispondono, ultimamente, ai cinque
organi sensoriali tradizionalmente identificati, ed esse hanno per
oggetto i corpi esterni; le facoltà del secondo, invece, hanno per
oggetto gli stessi dati sensibili, o contenuti percettivi, suscitati nelle
facoltà del senso esterno dai loro oggetti.
Anche in questa sezione dottrinale l‟insegnamento direttivo è
quello aristotelico, che Tommaso accoglie, commenta e integra. Le
quattro potenze interne risultano così essere identificate nel senso
comune, che è facoltà di discernimento o di correlazione tra
contenuti sensibili appartenenti a diversi sensi esterni, ciascuno dei
quali è competente soltanto sui propri; nella imaginatio (o
phantasia) che è la facoltà idonea a conservare e a riprodurre le
forme apprese dai sensi; nella vis cogitativa, che sotto il profilo
topico, si situa come una sorta di facoltà intermedia tra la
dimensione delsenso, nella quale sono colti gli oggetti individuali,
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