LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

lavoro filosofico e della inventività speculativa, proprio sulle
tematiche «psicologiche» ricordate si mantenga viva una iniziativa di
pensiero che nella investigazione di esse quasi sopravvive, si
custodisce, resistee si allena per un nuovo rigoglio che, attraverso
la rinascita carolingia, divamperà nella nascente età della scolastica.
Ne sono documento i trattati e le quaestiones che si susseguono
dal V al IX secolo. [16] Redatti dai pensatori non iscritti nel Gotha
filosofico dell‟Occidente, ma storicamente significativi, in essi
l‟influenza agostiniana appare costante e alla radice di
modificazioni, di embrionali soluzioni dottrinali, di approcci ai testi
sacri e correzioni rispetto alle antiche auctoritates che costituiscono
una premessa a future e più mature elaborazioni.
4. TOMMASO D‟AQUINO E LA PSICOLOGIA FILOSOFICA
Il contrastato ingresso di Aristotele nell‟Occidente cristiano-latino
[17] è dovuto alla molteplicità di sospetti e avversioni al suo
insegnamento che coinvolgono certamente anche aspetti della sua
dottrina psicologica. Pure a essi si estende, perciò, l‟operazione
filosofica, teologica e culturale di riscatto e di legittimazione della
teoresi aristotelica e del suo repertorio concettuale che ha in
Tommaso d‟Aquino non il primo né l‟unico, ma certamente il più
risoluto, sistematico e, insieme, ardito protagonista.
Egli accetta, riconoscendone i valori di enunciato fondamentale,
la tesi della configurazione ilemorfica del vivente e, perciò, anche
dell‟uomo. Gli influssi pure non secondari che su di lui esercitano le
tradizioni platoniche e neoplatoniche, nonché l‟autorità di Agostino,
non incidono, in questo caso, sulla pienezza della sua adesione ai
capisaldi dell‟aristotelismo in psicologia.
In opposizione a qualsiasi dualismo filosofico in sede
antropologica, Tommaso, accolta la tesi della relazione tra anima e
corpo in ragione del rapporto di forma e materia, concepisce la loro
unione da un alto come essenziale all‟uomo, cui non può appartenere
più l‟anima del corpo, dato che egli è il soggetto tanto delle attività
che non richiedono quanto di quelle che richiedono il contributo del
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