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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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esse, cioè una descrizione <strong>del</strong>la loro «collocazione» rispetto all‟ente<br />

diveniente. Sia sufficiente ricordare che esse sono la causa materiale,<br />

formale, efficiente, finale e che, mentre ciascuna di esse è<br />

condizione necessaria <strong>del</strong>la possibilità di ogni processualità, solo la<br />

loro integrazione o plesso è anche condizione sufficiente.<br />

Per gli scopi di questo scritto, tuttavia, meritano una distinta<br />

considerazione la causa materiale e quella formale. Con una prima<br />

annotazione conviene richiamare che ogni ente diveniente è la<br />

risultante di un concorso tra materia e forma; [14] perciò si sostiene<br />

che, secondo Aristotele, esso hauna composizione ilemorfica e che<br />

in quanto così composto è un tutt‟uno di materia e forma, cioè, nel<br />

linguaggio <strong>del</strong> filosofo, un sinolo. Materia e forma risultano così<br />

essere condizioni intrinseche, cioè, costitutive, sia pure a titolo<br />

diverso, <strong>del</strong>l‟essere <strong>del</strong>l‟ente diveniente.<br />

Una seconda sottolineatura riguarda il carattere relazionale <strong>del</strong>le<br />

due «cause», in virtù <strong>del</strong> quale esse sono descrivibili per mezzo dei<br />

loro rapporti. Questi sono enunciabili mediante una sequenza di<br />

proporzioni. In primo luogo la materia sta alla forma, come ciò che è<br />

(relativamente) indeterminato e determinabile sta a ciò che è<br />

determinato e determinante (così come il colore bianco di un foglio<br />

ne determina la superficie che per sé non è cromaticamente<br />

determinata ed è determinabile secondo uno dei colori possibili); in<br />

secondo luogo, la materia sta alla forma, come ciò che è ordinabile<br />

sta a ciò che è ordinante (così come la forma di un testo musicale è<br />

l‟ordine <strong>del</strong>le singole note per sé non ordinate esuscettibili di vari<br />

ordinamenti combinatori); ancora, la materia sta alla forma, come<br />

ciò che è uno sta a ciò che è molteplice (così come la molteplicità<br />

degli astri è portata a unità nella figura di una costellazione). Ma<br />

certo la principale proporzione è quella che esprime il parallelismo<br />

tra materia e forma con potenza e atto (essendo la materia<br />

suscettibile a assumere le forme e, quindi, essendo essa «in potenza»<br />

quella determinazione, da cui essa è investita quando la forma è «in<br />

atto»).<br />

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