LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA PSICOLOGIA RAZIONALE
NELL' ETA' DELLA SCOLASTICA.
TOMMASO D' AQUINO
E IL LASCITO FILOSOFICO DEI
GRECI (1)
Alberto Colombo
Il fine di questo scritto è il tratteggiamento essenziale dell‟indole
teoretica, della cornice concettuale e delle tesi cardinali della
psicologia filosofica nell‟età della scolastica medioevale.
La preferenza per un‟esposizione contenuta e snella suggerisce di
rinunciare a una trattazione che renda conto della vastità del campo
storico-culturale interessato, dei suoi snodi interni, delle diramazioni
molteplici e della varietà dei contributi di singoli pensatori. Si opta,
pertanto, per l‟offerta di un saggio di questa disciplina filosofica,
traendolo dalle proposte che appartengono all‟apice storico
dell‟indirizzo scolastico medioevale e prediligendo, per il suo valore
paradigmatico, l‟apporto tommasiano. Non è inutile, d‟altronde,
proporre qualche breve richiamo all‟introduzione del «nome» della
«cosa» di cui si tratta e una illustrazione essenziale del grembo
ellenico di questa scienza filosofica, dal qualesi originano i
lineamenti e le costanti che la informeranno nel pensiero
medioevale.
La parola «psicologia», assente presso i Greci e nel Medio Evo,
ha un‟origine relativamente recente. I dizionari etimologici [2]
informano che il primo a usarla sarebbe stato Filippo Melantone,
seguace e collaboratore di Lutero. È un termine, quindi, che nasce
agli albori della modernità. A conferirgli valenza filosofica è, però,
sul finire del XVI secolo Rodolfo Goclenio, un pensatore di
impronta aristotelica. [3] Ma la piena recezione e la codificazione del
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