LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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27.05.2013 Views

pensiero. L‟importanza della prontezza durante il breve intervallo tra la percezione e l‟azione diventa chiara quando noi consideriamo come le percezioni mutano rapidamente. Se il processo di pensiero dura troppo a lungo, il suo risultato sarà diventato nel frattempo inutilizzabile. Per questa ragione noi premeditiamo» (Cap. 3.4.). Premeditare è lavorare e non immaginare (l‟immaginare può fornire episodici servizi). [20] Osserviamo che questi aiuti si rendono necessari a Freud nella trattazione del pensiero, perché ciò che egli sta scoprendo non sono delle leggi della patologia psichica bensì la psiche in quanto elaborazione della legge, rispetto alla quale la psicopatologia non è che la conseguenza, come surrogato legale, di un cedimento dell‟io nel corso della elaborazione. Dunque Freud si pone dal punto di vista della legge, ma della legge non compiuta: allorché egli stesso ancora elabora la sua psicologia, ecco che già si trova confrontato con individui che hanno poca psicologia. Questa condizione non sminuisce affatto la portata dell‟opera di Freud. Ne ostacola piuttosto la ulteriore analisi. A noi è stato possibile riprendere e completare il lavoro di Freud – senza aggiungere nulla di quanto egli non avesse già per lo meno colto e segnalato – proprio a partire dalla scoperta natura giuridica del lavoro di pensiero. [21] «Nondimeno non vi è dubbio che il processo di pensiero lascia tracce permanenti, dal momento che ripensare a qualcosa una seconda volta richiede uno sforzo molto minore della prima. Perché, quindi, la realtà non venga falsificata, devono esservi speciali tracce (indicazioni dei processi di pensiero) che rappresentino una memoria del pensiero, qualcosa che non è stato fino a oggi possibile formulare. Più oltre [cap. 3] si vedrà con quali mezzi le tracce dei processi di pensiero siano distinte dalle tracce di realtà» (Cap.1.18). [22] Ritengo utile la lettura dell‟intero paragrafo dedicato al tema «pensiero comune», che Freud denomina anche osservante, cosciente. Mi limito a riportarne alcuni brani. «L’attenzione consiste quindi nello stabilire una situazione psichica di attesa anche per certe percezioni che non coincidono in parte con gli investimenti di desiderio. È, infatti, diventato importante opporre un investimento a tutte le percezioni, dal momento che quelle desiderate possono esservi incluse. L‟attenzione è biologicamente giustificata; il problema è solo quello di indicare all‟Io 62

quale investimento d‟attesa esso debba stabilire, e a ciò servono i segni di qualità. [...] La prima volta che si verifica un investimento percettivo, esso ha solo una piccola intensità e coinvolge solo una piccola Q; la seconda volta, quando già esiste un preinvestimento y, la quantità è maggiore [...]. Il flusso della quantità percettiva può, in certe condizioni, attrarre successivamente l‟attenzione, oppure no. In quest‟ultimo caso esso finirà, inosservato, per investire alcuni neuroni viciniori, del cui destino noi nulla sappiamo. Questo è un flusso percettivo senza attenzione come deve accadere innumerevoli volte ogni giorno. Come un‟analisi del processo di attenzione mostrerà, esso non va molto lontano e da ciò può dedursi la piccolezza delle quantità legate alla percezione. Ma se un[neurone] percettivo ha ricevuto il suo investimento d‟attenzione, un certo numero di cose può accadere; in particolare, due situazioni possono essere rilevate: quella del pensiero comune e quella di un pensiero puramente osservante. L‟ultimo caso sembra il più semplice; si può dire che esso corrisponde alla situazione in cui si trova l‟investigatore che, avendo ricevuto una percezione, si chiede: „Che significa? dove conduce?‟Poi si comporta così [...]. L‟esito dell‟attenzione sarà che, al posto della percezione, appariranno uno o più investimenti mnestici, collegati per associazione con il neurone iniziale. [...] Ora, è ovviamente compito del pensiero osservante di arrivare a conoscere il più possibile le vie che partono dalla percezione; in tal modo, invero, si può ottenere un‟esauriente conoscenza dell‟oggetto percepito. Si noti che il metodo di pensiero qui descritto conduce al conoscere. [...] ma è anche necessario un qualche meccanismo che diriga l‟investimento verso i punti esatti. Diversamente come potrebbero sapere, i neuroni y dell‟Io, dove bisogna dirigere l‟investimento? [...] Il compito è adempiuto dall‟associazione verbale. Questa consiste nel collegamento dei neuroni y con neuroni che servono alle rappresentazioni sonore e sono intimamente associati con le immagini verbali motorie. [...] Ora, se l‟Io preinveste queste immagini verbali come ha già preinvestito le immagini della scarica, esso crea per se stesso il meccanismo capace di dirigere l‟investimento y verso i ricordi che emergono durante il flusso di Qh. Questo è il pensiero cosciente, osservante. Oltre a rendere possibile la conoscenza, l‟associazione verbale produce qualcos‟altro, di grande importanza. Le facilitazioni fra neuroni 63

quale investimento d‟attesa esso debba stabilire, e a ciò servono i<br />

segni di qualità. [...]<br />

La prima volta che si verifica un investimento percettivo, esso ha solo<br />

una piccola intensità e coinvolge solo una piccola Q; la seconda volta,<br />

quando già esiste un preinvestimento y, la quantità è maggiore [...].<br />

Il flusso <strong>del</strong>la quantità percettiva può, in certe condizioni, attrarre<br />

successivamente l‟attenzione, oppure no. In quest‟ultimo caso esso<br />

finirà, inosservato, per investire alcuni neuroni viciniori, <strong>del</strong> cui<br />

destino noi nulla sappiamo. Questo è un flusso percettivo senza<br />

attenzione come deve accadere innumerevoli volte ogni giorno. Come<br />

un‟analisi <strong>del</strong> processo di attenzione mostrerà, esso non va molto<br />

lontano e da ciò può dedursi la piccolezza <strong>del</strong>le quantità legate alla<br />

percezione. Ma se un[neurone] percettivo ha ricevuto il suo<br />

investimento d‟attenzione, un certo numero di cose può accadere; in<br />

particolare, due situazioni possono essere rilevate: quella <strong>del</strong> pensiero<br />

comune e quella di un pensiero puramente osservante. L‟ultimo caso<br />

sembra il più semplice; si può dire che esso corrisponde alla situazione<br />

in cui si trova l‟investigatore che, avendo ricevuto una percezione, si<br />

chiede: „Che significa? dove conduce?‟Poi si comporta così [...].<br />

L‟esito <strong>del</strong>l‟attenzione sarà che, al posto <strong>del</strong>la percezione, appariranno<br />

uno o più investimenti mnestici, collegati per associazione con il<br />

neurone iniziale. [...]<br />

Ora, è ovviamente compito <strong>del</strong> pensiero osservante di arrivare a<br />

conoscere il più possibile le vie che partono dalla percezione; in tal<br />

modo, invero, si può ottenere un‟esauriente conoscenza <strong>del</strong>l‟oggetto<br />

percepito. Si noti che il metodo di pensiero qui descritto conduce al<br />

conoscere. [...] ma è anche necessario un qualche meccanismo che<br />

diriga l‟investimento verso i punti esatti. Diversamente come<br />

potrebbero sapere, i neuroni y <strong>del</strong>l‟Io, dove bisogna dirigere<br />

l‟investimento? [...]<br />

Il compito è adempiuto dall‟associazione verbale. Questa consiste nel<br />

collegamento dei neuroni y con neuroni che servono alle<br />

rappresentazioni sonore e sono intimamente associati con le immagini<br />

verbali motorie. [...] Ora, se l‟Io preinveste queste immagini verbali<br />

come ha già preinvestito le immagini <strong>del</strong>la scarica, esso crea per se<br />

stesso il meccanismo capace di dirigere l‟investimento y verso i ricordi<br />

che emergono durante il flusso di Qh. Questo è il pensiero cosciente,<br />

osservante.<br />

Oltre a rendere possibile la conoscenza, l‟associazione verbale produce<br />

qualcos‟altro, di grande importanza. Le facilitazioni fra neuroni<br />

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