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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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pensiero. L‟importanza <strong>del</strong>la prontezza durante il breve intervallo tra<br />

la percezione e l‟azione diventa chiara quando noi consideriamo come<br />

le percezioni mutano rapidamente. Se il processo di pensiero dura<br />

troppo a lungo, il suo risultato sarà diventato nel frattempo<br />

inutilizzabile. Per questa ragione noi premeditiamo» (Cap. 3.4.).<br />

Premeditare è lavorare e non immaginare (l‟immaginare può fornire<br />

episodici servizi). <br />

[20] Osserviamo che questi aiuti si rendono necessari a Freud nella<br />

trattazione <strong>del</strong> pensiero, perché ciò che egli sta scoprendo non sono<br />

<strong>del</strong>le leggi <strong>del</strong>la patologia psichica bensì la psiche in quanto<br />

elaborazione <strong>del</strong>la legge, rispetto alla quale la psicopatologia non è che<br />

la conseguenza, come surrogato legale, di un cedimento <strong>del</strong>l‟io nel<br />

corso <strong>del</strong>la elaborazione. Dunque Freud si pone dal punto di vista <strong>del</strong>la<br />

legge, ma <strong>del</strong>la legge non compiuta: allorché egli stesso ancora elabora<br />

la sua psicologia, ecco che già si trova confrontato con individui che<br />

hanno poca psicologia. Questa condizione non sminuisce affatto la<br />

portata <strong>del</strong>l‟opera di Freud. Ne ostacola piuttosto la ulteriore analisi. A<br />

noi è stato possibile riprendere e completare il lavoro di Freud – senza<br />

aggiungere nulla di quanto egli non avesse già per lo meno colto e<br />

segnalato – proprio a partire dalla scoperta natura giuridica <strong>del</strong> lavoro<br />

di pensiero. <br />

[21] «Nondimeno non vi è dubbio che il processo di pensiero lascia tracce<br />

permanenti, dal momento che ripensare a qualcosa una seconda volta<br />

richiede uno sforzo molto minore <strong>del</strong>la prima. Perché, quindi, la realtà<br />

non venga falsificata, devono esservi speciali tracce (indicazioni dei<br />

processi di pensiero) che rappresentino una memoria <strong>del</strong> pensiero,<br />

qualcosa che non è stato fino a oggi possibile formulare. Più oltre [cap.<br />

3] si vedrà con quali mezzi le tracce dei processi di pensiero siano<br />

distinte dalle tracce di realtà» (Cap.1.18). <br />

[22] Ritengo utile la lettura <strong>del</strong>l‟intero paragrafo dedicato al tema «pensiero<br />

comune», che Freud denomina anche osservante, cosciente. Mi limito<br />

a riportarne alcuni brani. «L’attenzione consiste quindi nello stabilire<br />

una situazione psichica di attesa anche per certe percezioni che non<br />

coincidono in parte con gli investimenti di desiderio. È, infatti,<br />

diventato importante opporre un investimento a tutte le percezioni, dal<br />

momento che quelle desiderate possono esservi incluse. L‟attenzione è<br />

biologicamente giustificata; il problema è solo quello di indicare all‟Io<br />

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