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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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Psicoanalitico: Psicologia <strong>II</strong>: Psicopatologia, V<strong>II</strong>I Lezione, 20 marzo<br />

1992. L‟individuazione <strong>del</strong> tema andava di pari passo con un‟altra<br />

constatazione, ossia che gli svariati tentativi di commento di questo<br />

testo molto dibattuto non menzionavano mai il pensiero. Là dove esso<br />

veniva citato, gli autori si soffermavano per lo più sull‟aspetto<br />

metodologico <strong>del</strong>l‟opera rilevandone la datazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo<br />

meccanicistico (energetico) di cui Freud si avvale nell‟impostare la sua<br />

psicologia. È da notare che l‟interesse per Il progetto è stato<br />

particolarmente sollevato da J. Lacan, che nel seminario L’éthique de<br />

la psychanalyse (1959-60) gli ha dedicato ampio spazio (in particolare<br />

per concetti come «Altro» e «cosa» (das Ding) per trattare <strong>del</strong>l‟origine<br />

<strong>del</strong>la morale. Risale a quell‟epoca l‟introduzione <strong>del</strong>le tre categorie<br />

«reale», «simbolico», «immaginario», e l‟elezione di questo e altri<br />

testi di Freud a testi fondamentali cui riferirsi per cogliere l‟apporto<br />

innovativo <strong>del</strong> pensiero freudiano in merito alla questione morale.<br />

Questo è pure il momento in cui Lacan ha introdotto ciò che<br />

successivamente lo porterà a concludere che il soggetto è<br />

essenzialmente diviso: al soggetto che parla il pensiero è<br />

strutturalmente inaccessibile. Il soggetto che parla, per ciò stesso che<br />

parla è irrimediabilmente destinato a non avere rapporto con l‟altro:<br />

perché l‟altro sarà sempre altro rispetto a quel primo altro che,<br />

avendolo introdotto nella parola, lo ha reso desiderante ma ha separato<br />

per sempre il rinnovarsi <strong>del</strong> desiderio dalla realizzazione <strong>del</strong> desiderio.<br />

Come sempre, Lacan centra il problema. Egli parla <strong>del</strong>la modernità,<br />

dibatte, giunge a anticipare le inevitabili conseguenze di una pratica<br />

impostata perversamente. Ma egli stesso non ne esce. È stato G.B.<br />

Contri a cogliere l‟errore di Lacan quanto al pensiero attivo <strong>del</strong><br />

soggetto: senza pensiero, il soggetto precipita nella condizione astratta<br />

quanto a rapporto, sessi, parola.<br />

Do alcuni esempi di espressioni lacaniane passate persino a luoghi<br />

comuni: «La sessualità umana è perversa», «Il rapporto sessuale non<br />

esiste», «La parola fa sì che il sesso sia sembianza <strong>del</strong>l‟uomo e <strong>del</strong>la<br />

donna», «La donna non esiste», «L‟io è un buco», «Non c‟è che da<br />

scegliere tra debilità mentale e follia».<br />

E anche alcune citazioni relative al pensiero tratte da Seminari diversi<br />

(senza traduzione): «Au regard de l’acte [...] toute pensée se situe dans<br />

un bivium, ou à partir d’un bivium, qui de nos jours est<br />

particulièrement clair: ou bien elle rejette cet effet de sujet [...], c’est<br />

le sens qu’a eu historiquement le cogito, le cogito en est le modèle, et<br />

le modèle honnête si l’on peut dire, qui est honnête parce qu’il se pose<br />

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