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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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perché operando con giudizi e con la memoria conferisce al pensiero<br />

pratico la sua sovranità. Il pensiero critico parte dai risultati e<br />

ripercorre a ritroso il processo di pensiero, riattivandolo per mezzo<br />

<strong>del</strong>la parola:<br />

Esso entra in giuoco quando, nonostante che tutte le regole siano state<br />

osservate, il processo di aspettativa, seguito dall’azione specifica, non<br />

conduce al soddisfacimento ma al dispiacere [...] Si tratta di un pensiero<br />

conoscitivo con un oggetto dato, vale a dire una serie di pensieri. (Cap.<br />

3.4.).<br />

Questo lavoro analitico è ben di più di una riproduzione di<br />

giudizi: l‟attività critica <strong>del</strong> pensiero non rende soltanto cosciente<br />

un‟elaborazione già compiuta e rimasta inconscia,ma sviluppa<br />

l‟elaborazione stessa giudicandola. È critica <strong>del</strong> giudizio. Eventuali<br />

errori fatti e sfuggiti al giudizio vengono evidenziati e possono<br />

essere corretti. La critica si applica ai pensieri (giudizi) già fatti<br />

come a altrettante realtà esterne (la parola ne è l‟elemento<br />

percepibile). Per il giudizio non esistono dunque esteriore e interiore,<br />

pubblico e privato, sensibile e immaginario.<br />

Frase grammaticale e frase logica hanno la medesima forma: la<br />

forma <strong>del</strong> giudizio. Non è vero che «il cuore ha le sue ragioni»: la<br />

ragione è una. Se vi fossero più ragioni, nessuna di queste sarebbe<br />

quella buona. Il regime di separazione dei beni operata dalla<br />

separazione tra mente e cuore, tra ragione e affetto, porta<br />

inevitabilmente alla guerra. Non a una guerra tra due stati, ma a una<br />

civilissima guerra civile (tra un freddo cuore e una debole ragione),<br />

che potrebbe essere combattuta con le armi <strong>del</strong>l‟ortodossia da<br />

entrambe le parti.<br />

Nella libertà dalla necessità di ordine fisico-naturale che il<br />

giudizio conferisce al pensiero, noi cogliamo la vera difesa <strong>del</strong><br />

soggetto. In quanto giudica, l‟Io che elabora (percepisce, desidera,<br />

giudica, conosce, conclude) produce leggi universalmente valide<br />

(valide per tutti gli altri). E, avendo il principio di piacere come<br />

termine di paragone normativo per giudicare tutto, sottomette anche<br />

se stesso al giudizio come ogni altro.<br />

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