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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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[47] Aldilà <strong>del</strong> principio di piacere (1920)è il titolo <strong>del</strong>l‟opera in cui Freud<br />

(cfr. nota 41) introduce il concetto di pulsione di morte. <br />

[48] Sostenevamo già che non tutti hanno l‟“inconscio” (l‟universalità<br />

<strong>del</strong>l‟inconscio non sta nell‟essere in tutti, ma nel suo riguardare –<br />

dovesse anche essere in uno solo – l‟universo). Così, non tutti hanno<br />

pulsione di morte, come si deve nella mortificazione patologica, e<br />

specialmente melanconica. La pulsione di morte è anche una difesa –<br />

normale: è la definizione di difesa – contro la morte melanconica, che<br />

è condanna alla vita insoddisfatta nel tempo infinito. <br />

[49] Viene obbligata a questo proposito un‟ironia triste connessa con<br />

l‟odierna ideologia gestionale <strong>del</strong>la vita (sappiamo quanto il verbo<br />

“gestire” si è affermato recentemente): all‟interno <strong>del</strong>lo schema<br />

infanzia/maturità/vecchiaia, “la vita” non è che autogestione <strong>del</strong>la<br />

morte, di una morte-eterna come si dice vita-eterna. <br />

[50] È il noto schema banale – già notavamo la tirannide <strong>del</strong>la<br />

banalizzazione – <strong>del</strong>la Sfinge nell‟Edipo Re di Sofocle, schema<br />

accettato senza critica da Edipo. La storia <strong>del</strong>la Cultura, con<br />

un‟accelerazione in quella contemporanea, ha avuto la necessità di<br />

procedere a una canonizzazione laica <strong>del</strong>l‟eroe tragico, e in generale<br />

mitologico, e anche <strong>del</strong>l‟eroe moderno (per esempio shakespeariano):<br />

parliamo allora di agiografia mondana. Trovo meno interessante<br />

demitizzare le religioni che decanonizzare i miti (scoprendo in essi<br />

l‟alta densità di patologia che racchiudono). Ciò è stato argomento di<br />

alcune lezioni alla Scuola Pratica di Psicologia e Psicopatologia<br />

nell‟anno 1993-94. <br />

[51] Lo ho sostenuto nel primo volume di La città dei malati, 1994,<br />

nell‟articolo: Una psicologia amica, p. 9 segg. In Il pensiero di natura,<br />

cit., ne parlavo a proposito di A. Schopenhauer nel 44° capitolo dei<br />

Supplementi alla seconda edizione <strong>del</strong> 1844 di Il mondo come volontà<br />

e come rappresentazione, intitolato Metafisica <strong>del</strong>l’amore sessuale.<br />

Pochi anni prima, nel 1841, L. Feuerbach pubblicava L’essenza <strong>del</strong><br />

cristianesimo con dichiarazione esplicita di docetismo quanto<br />

all‟uomo: “Come il corpo <strong>del</strong>l‟aldilà è un corpo incorporeo, apparente,<br />

così necessariamente anche il sesso è là un sesso privo di sesso, un<br />

sesso soltanto apparente” (Cap. XV<strong>II</strong>, nota 16). In una recente<br />

conferenza all‟Università di Roma (La Sapienza, martedì29 novembre)<br />

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