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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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queste tre componenti sia maggiormente compromessa e/o incida<br />

sulle altre condizionandone il funzionamento e l‟efficienza.<br />

Il fenomeno comportamentale, sintomo e specchio di un profondo<br />

disagio interiore, viene generalmente in luce e contraddistingue le<br />

possibilità concrete di codificazione e di decodificazione: si tratta in<br />

sintesi <strong>del</strong>la «povertà linguistica» di una moltitudine di alunni, non<br />

compromessi sul piano patologico, ma in difficoltà anche grave nei<br />

processi dielaborazione formale, richiesti dalla scuola. Non si tratta<br />

di vero e proprio ritardo di linguaggio, neppure di disturbi o di<br />

anomalie, tanto meno di disturbi specifici quali dislessie, disgrafie,<br />

disortografie, discalculie. Siamo di fronte ad alunni che non riescono,<br />

nel contesto specifico <strong>del</strong>la scuola, ad elaborare e a tradurre in<br />

operatività concettuale i vari contenuti disciplinari e l‟interazione tra<br />

questi contenuti.<br />

Poiché sono ragazzi, che «se la sanno cavare» nella vita<br />

quotidiana extra scolastica, danno l‟impressione di una intenzionale<br />

dicotomizzazione dei vissuti. A scuola sono percepiti come<br />

personalità globalmente immature e, spesso, a questa connotazione si<br />

aggiungono note caratterologiche come abulia, indifferenza, condotta<br />

amorfa, disattenzione, costante disorientamento in ordine alle scelte e<br />

agli obiettivi <strong>del</strong>la vita quotidiana.<br />

I progetti a lunga scadenza sono in genere presenti, mentre quelli<br />

a breve termine non poggiano su motivazioni intrinseche sufficienti.<br />

Il tempo di questi alunni, come opportunità <strong>del</strong>la loro coscienza di<br />

distendersi dalla memoria <strong>del</strong> passato all‟immaginazione <strong>del</strong> futuro,<br />

attraverso la coscienza sufficientemente vigile sul presente, è una<br />

categoria assai ristretta, povera di contenuti oggettivi e culturali, in<br />

costante attesa <strong>del</strong>l‟aiuto altrui per conferire un senso alla<br />

quotidianità.<br />

L‟urgenza maggiormente avvertita è quella di sentirsi «nonschiavi»<br />

<strong>del</strong> tempo e di non doversi curare eccessivamente <strong>del</strong>la<br />

continuità significativa <strong>del</strong> tempo <strong>del</strong>la giornata.<br />

Questi alunni osservano, cercano referenti, interrogano con lo<br />

sguardo e, all‟osservatore attento, offrono l‟immagine di soggetti in<br />

ambivalenza costante tra il voler dire e il non trovare le parole per<br />

parlare, tra la richiesta di interazione e la ritirata intimistica, allorché<br />

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