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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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programmatiche <strong>del</strong>la scuola. Sembra un gioco di parole, un curioso<br />

e grottesco circolo vizioso, ma la questione è assai più seria di<br />

quanto si possa pensare.<br />

Lo handicap, soprattutto quello mentale di una certa gravità, e la<br />

cultura <strong>del</strong> disagio e <strong>del</strong> disadattamento, in sé assai vaga e<br />

scarsamente indicata circa diagnosi e terapie educative e didattiche,<br />

hanno adombrato per tanto tempo una questione non più<br />

procrastinabile come quella degli alunni che non riescono a trarre un<br />

profitto sufficiente anche in presenza di una frequenza continua e<br />

regolare.<br />

Pur considerando l‟importanza di tante indagini sociologiche,<br />

psicologiche e politico-istituzionali, è giunto il momento di porre la<br />

questione <strong>del</strong>la difficoltà di apprendimento di tanti alunni, difficoltà<br />

che si mantiene e si aggrava con gli anni e con il passaggio dalla<br />

scuola elementare, alla media e alla superiore, in mancanza di<br />

necessari correttivi programmatici e didattici.<br />

La cultura psicopedagogica ha fatto registrare una evoluzione<br />

anche sul piano semantico nel trattare gli alunni disabili,<br />

svantaggiati. Oggi, nessuno parlerebbe più di «deboli mentali lievi»<br />

in presenza di alunni con le difficoltà scolastiche di cui sopra.<br />

Invertendo l‟ordine dei fattori, il prodotto però non cambia. Far finta<br />

di niente e abbandonarsi ad un gioco ipocrita di finzioni, nuoce<br />

soprattutto agli alunni eall‟organizzazione <strong>del</strong>la scuola. Dobbiamo<br />

prender atto che questi alunni esistono e che promozioni in massa e/o<br />

abbandoni in alta percentuale non costituiscono soluzione alcuna.<br />

Possono esistere soluzioni a un problema, che si accentua sempre<br />

più e che, direttamente o indirettamente, fa emergere, proprio nelle<br />

società tecnologicamente avanzate, gli spettri ricorrenti di una scuola<br />

selettiva ed emarginante nei confronti di coloro i quali dispongono di<br />

minori talenti da spendere nella scuola rispetto ad altri alunni?<br />

2.<br />

La risposta all‟interrogativo non è semplice. Ogniqualvolta si<br />

ripresenta la questione di qualche diversità da gestire nella scuola,<br />

311<br />

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