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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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Quando il giovane paziente, di cui parlavo, disegna la nuvola nera, è<br />

la mancanza, la cancellazione, ma anche una iniziale e ancora<br />

precaria figurazione di tutto ciò che comincia a mostrarsi. Un modo<br />

di prendere distanza, di marcare la possibilità di uno iato che<br />

racchiude il senso, fondante la soggettivazione, <strong>del</strong> negativo.<br />

Qualcosa di ciò che è statocancellato si presenta nuovamente alla<br />

scena psichica e alla intersoggettività.<br />

Che cosa significa lavorare sul lutto di Sé e sul negativo? È chiaro<br />

che il lavoro <strong>del</strong> lutto è di per sé stesso lavoro fondante <strong>del</strong>la<br />

memoria, memoria-souvenir non può ricostituisi se non esiste una<br />

capacità di frazionare il tempo, di rendere ciò che era oggi non più<br />

ieri, di avere questa sorta di spaziazione <strong>del</strong> tempo in cui le cose<br />

possono anche morire. E qui è soprattutto la traccia amnestica, che<br />

porta con sé il segno epifanico e profetico <strong>del</strong>la esperienza <strong>del</strong>la<br />

notte <strong>del</strong> coma, a dover attraversare il lavoro <strong>del</strong> lutto ed è il senso<br />

<strong>del</strong>la mancanza (anche <strong>del</strong> deficit che rimane) a divenire nuova<br />

apertura a una diversa identità. Una identità fondata, rifondata sul<br />

senso tragico di una inevitabile mancanza di Sé. Quale la possibilità<br />

di questa metamorfosi? Questa è la questione di fondo.<br />

Questa mancanza originaria, che è perdita radicale di Sé e che<br />

ogni coma fa in un certo senso rivivere e non semplicemente perdita<br />

di una funzione da ricuperare strumentalmente, rinvia a qualcosa<br />

<strong>del</strong>la stessa sopravvivenza e <strong>del</strong>la stessa enigmatica fondazione di sé<br />

stessi, a qualcosa di più essenziale. Bisogna immaginare di<br />

cominciare a lavorare sul fatto che il lutto che viene praticato nel<br />

risveglio, paradossalmente nel momento in cui c‟è una tendenza al<br />

recupero di tutte le funzioni, è il lutto di Sé. In questo lutto di Sé c‟è<br />

la possibilità di «apocalisse», come indicano in modo estremo le<br />

esperienze <strong>del</strong> misticismo. L‟esperienza <strong>del</strong>le «fuoriuscite» dal<br />

mondo, come le mostra un recente lavoro di Zolla, partecipano alla<br />

stessa apertura e agli stessi rischi che il post-coma vive. Il lutto è la<br />

elaborazione di una perdita irrecuperabile di ciò che si era e si è<br />

avuto, per poter recuperare ciò che si è e si sarà. Un progetto<br />

governato da una sorta di blochiano «principio speranza». Lutto di<br />

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