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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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d) l‟oscillazione rapida e repentina <strong>del</strong>l‟asse piacere-dispiacere e<br />

realtà-illusione produce una sorta di «area narcisistica allargata» tra<br />

paziente, curante ed équipe: un‟area che sottende problemi di<br />

empatia, di identificazione-fusione e di separazione e di diniego;<br />

e) ciò impone <strong>del</strong>le strategie di sopravvivenza nei confronti <strong>del</strong>la<br />

morte e <strong>del</strong>la separazione e dei traumi cumulativi con i fantasmi e le<br />

ansie relazionali di contatto e di distacco velocemente costituite e poi<br />

interrotte dalla morte <strong>del</strong> paziente o dalla sua veloce dimissione in<br />

altro reparto divengono un campo di indagine e di analisi<br />

privilegiato;<br />

f) gli operatori sono così confrontati con fenomeni di<br />

identificazione proiettiva e di controidentificazione proiettiva, di<br />

legame-slegame degli investimenti affettivi, di idealizzazione<strong>del</strong>usione,<br />

di onnipotenza e di aggressività legata alla colpa e alla<br />

frustrazione;<br />

g) la presenza massiccia e l‟oblio <strong>del</strong>le macchine nella relazione<br />

intersoggettiva e i problemi che queste pongono come mediatori,<br />

ostacoli o sostitutivi <strong>del</strong> gesto umano a cui spesso si aggiunge il<br />

rischio <strong>del</strong>la parzializzazione <strong>del</strong>lo sguardo sul malato e la<br />

frammentazione <strong>del</strong> suo corpo;<br />

h) l‟importanza dei fantasmi e <strong>del</strong>le emozioni comuni di gruppo;<br />

ciò implica la necessità di costruire una cultura di gruppo <strong>del</strong> reparto<br />

in considerazione con l‟intensità, la violenza e la continuità dei<br />

vissuti e degli eventi a cui gli operatori sono esposti;<br />

i) tutto ciò là dove l‟intimità è sospesa e prevale la<br />

«solarizzazione» <strong>del</strong>la scena e degli atti terapeutici, per cui tutto ciò<br />

che avviene è in genere visibile e udibile da tutti (curanti e pazienti e<br />

a volte persino familiari);<br />

l) e i fenomeni di désafférentation come descritti da de<br />

Ajuriaguerra a cui sono sottoposti spesso i pazienti e alla loro<br />

ipersensibilità in una sorta di iperestesia nei confronti <strong>del</strong>l‟ambiente<br />

e degli oggetti <strong>del</strong>l‟unità, che impone da parte dei curanti<br />

un‟attenzione particolare al «milieu» e al suo significato psicologico<br />

(…).<br />

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