27.05.2013 Views

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

teorici e clinici protocollari adeguati alla nuova «complessità». Le<br />

cure intensive sottendono una riflessione antropologica ampia e una<br />

interrogazione sul percorso <strong>del</strong>la esistenza e quindi <strong>del</strong>l‟uomo di<br />

fronte all‟essenziale e alle domende ultime, che non si esauriscono, a<br />

mio modo di vedere, in una semplice esigenza legata alla<br />

umanizzazione <strong>del</strong>le cure o ai pur decisivi contributi medicoterapeutici<br />

soprattutto nell‟ambito <strong>del</strong>la terapia <strong>del</strong> dolore o <strong>del</strong><br />

risveglio dal coma. Una riflessione che si rivela al contrario centrale<br />

per comprendere il cambiamento di «paradigma epistemico», che<br />

l‟approccio e lo scenario <strong>del</strong>la area critica opera all‟interno <strong>del</strong>la<br />

medicina stessa nella traversata <strong>del</strong>la sofferenza, <strong>del</strong> suo «reale»<br />

a«immaginario quasi spento» che trasforma la voce in grido,<br />

quando il linguaggio si arresta, nella trasformazione <strong>del</strong>la metafora in<br />

«segno» alla ricerca di simboli fuggiti, dentro una corporeità come<br />

ostacolo e come fatica e dentro una opposizione irriduttibile e spesso<br />

in quelle vicinanze <strong>del</strong>la morte violenta tra Sinnlichkeit e<br />

Geistlichkeit... Di che cosa dunque siamo chiamati veramente a<br />

parlare quando partecipiamo all‟ultimo ma non meno significativo e<br />

appassionante «teatro <strong>del</strong>la vita», a quell‟ultimo tentativo di<br />

significare il senso <strong>del</strong>la esistenza? Come inserire su questa sorta di<br />

riflessione attorno ad una relazione a tre, tra chi cura, chi è curato e<br />

chi è coinvolto nella sfera di appartenenza degli affetti quell‟insieme<br />

di questioni teoriche, cliniche e organizzative che funzionano quasi a<br />

cerniera tra una diversa techné e un diverso «epistemé»? Questioni<br />

attorno al significato terapeutico <strong>del</strong> lavoro di équipe, <strong>del</strong> valore e <strong>del</strong><br />

dinamismo di quell‟organismo vivente che è il «quadro istituzionale»<br />

ove si svolge la «scena» <strong>del</strong>la «cura», spesso disatteso e dimenticato<br />

come se fosse ovvia o inerte (per poi accorgersi <strong>del</strong>la sua vitalità e<br />

presenza solo quando nella patologia istituzionale produce sintomi<br />

collettivi e individuali influenzando la qualità <strong>del</strong>la cura stessa e il<br />

clima di lavoro <strong>del</strong> reparto...) o ancora problemi sul rapporto tra<br />

soggetto malato, tecniche di cura e contesto collettivo in cui la presa<br />

a carico avviene, contesto popolato dalle figure <strong>del</strong>la solitudine o<br />

<strong>del</strong>la regressione psichica, ecc...<br />

274<br />

282283

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!