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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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che definisco «triangolo terapeutico». È in questo contesto che<br />

vengono a porsi i «parametri soft» e quelle categorie epistemiche e<br />

fenomeniche, a cui qui farò breve accenno. In particolare i concetti di<br />

limite (tra la vita e la morte, tra la coscienza e la non-coscienza, tra il<br />

corpo e la mente ecc..), di scena (demarca uno spazio significativo<br />

rispetto ad un discorso), di voce, di intermediarietà (il luogo di<br />

mezzo, mi-lieu), di presenza, di empatia e di identificazione, di<br />

distanza critica ecc... e di gruppo-soggetto-curante. Questi concetti<br />

teorico-clinici necessitano di un adeguato cambiamento sul piano dei<br />

mo<strong>del</strong>li e <strong>del</strong>le strategie di conoscenza. Infatti, le categorie <strong>del</strong><br />

«limite», <strong>del</strong>l‟«être-là» e <strong>del</strong>la accoglienza, così come quella <strong>del</strong>la<br />

oscillazione tra continuità e rottura e tra dimensione «agonica» <strong>del</strong>la<br />

vita e tendenza ad una nuova seppur temporanea armonia divengono<br />

fondanti di una plasticità relazionale e patica <strong>del</strong>la cura (dentro<br />

l‟assetto dei «parametri-soft»), divengono così categorie non solo<br />

descrittive ma clinico-terapeutiche.Il tempo e lo spazio che si situa<br />

tra la vita e la morte, tra la coscienza e l‟inconscienza (sino al coma),<br />

infatti, diviene campo privilegiato di osservazione clinica, di<br />

strategie terapeutiche e di riflessione teorica. Un campo<br />

violentemente investito da fenomeni di modificazione e di<br />

oscillazione prossemiche (spaziali), di fenomeni di destrutturazione<br />

temporale, di deconnessione mente-corpo, di strategie di<br />

sopravvivenza da parte dei curanti come da quella dei pazienti e <strong>del</strong>le<br />

loro famiglie, ecc... tali da fare da sfondo attivo e dinamico, spesso<br />

invisibile, altre mascherato da una sintomatologia secondaria, capace<br />

comunque di costituire quelle forme di «malattia <strong>del</strong>la voce»,<br />

sovrapposte a quelle <strong>del</strong> corpo, che a nostro modo di vedere meritano<br />

uno «sguardo» attento.<br />

4.<br />

Uno «sguardo» clinico che assume il rischio di questa complessità<br />

implica una sorta di «cambiamento epistemico», di cui la medicina<br />

critica, come altri settori di «frontiera», si fa testimone a più livelli di<br />

esperienza, tale da necessitare il tentativo di costituzione di concetti<br />

273<br />

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