LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

analitiche ed empiriche». È a partire da questo «universo» che si
dispiega nella clinica una possibile pratica della complessità, che
articola la dimensione neurologica del cervello, lo psichismo della
mente e l‟environnement emozionale e concreto della cura. È attorno
alla profondità di questa pratica che si snoda questo testo.
2.
Alcune questioni. Quale divenire dei processi inconsci nel caso di
lesioni cerebrali che allontanano il soggetto nel coma? Come si
presenta la vita psichica al momento del risveglio e quale rapporto
tra processi consci e vita inconscia nel tempo del post-coma? Il coma
dunque come interruzione della coscienza, sindrome neurologica,
stato del sonno o stato attivo e dinamico del non-risveglio e della
non-risposta? Una esperienza del cervello che realizza una catastrofe
della vita psichica oppure qualcosa si sottrae a quello spegnimento
improvviso? L‟inconscio si mostra meno distruttibile della vita
conscia? Interrogativi difficili che hanno una importanza sia teorica
che clinica per meglio pensare ad una diversa pratica terapeutica e
riabilitativa. E ancora che ne è del soggetto attraverso il coma, quale
lesione subisce la sua personalità, come organizzare una possibilità
di accoglienza umana del suo ritorno? Questi alcuni dei numerosi
temi della discussione medico-psicologica contemporanea, su cui si
dipana, contornandoli, questo testo.
Dopo il tempo del silenzio, l‟eclissi del cervello, quella sorta di
morte apparente che è rappresentata dal coma, può avvenire il tempo
del risveglio. Enigmatica è spesso la relazione non univoca tra la vita
psichica nel coma e lesione dizone specifiche del cervello
(formazione reticolare, non-attivazione di formazioni cortico-sottocorticali
non lese, ecc...). La maggior parte dei comi traumatici sono
a lesione multipla, le vie e le possibilità del risveglio spesso
neurologicamente inattese, come se qualcosa d‟altro entrasse qui nel
gioco tra la mente e il corpo, tra la vita e la morte. Accompagnare i
pazienti lungo questo risveglio è come divenire testimoni a volte
attivi, altre increduli, sempre però disposti a farsi sorprendere quando
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