LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

da un esito stabilizzato o progressivo: il miglioramento e la
guarigione non sono contemplati neppure in via ipotetica né per lo
handicap né per la patologia psichica.
A questo punto del discorso le regole del gioco sono chiare, ma la
questione è seria: nel campo della psicopatologia, che qui interessa
anche se non in maniera esclusiva, la presenza di una minorazione
che sia «causa di difficoltà» può portare all‟estromissione dall‟area
dei servizi di diagnosi e cura e il passaggio all‟ambito assistenziale,
l‟ambito dell‟ormai. Chi decide? e su quali basi? La valutazione è
rimessa ai «tecnici», cui compete accertare e certificare sotto il
profilo medico legale l‟esistenza delle condizioni previste dalla
legge. Di fatto, e con indubbia coerenza, si va sempre più
diffondendo la prassi di unificare le procedure previste dalla L. n.
104/1992 con quelle stabilite per il riconoscimento dell‟invalidità
civile. L‟accertamento medico legale ha rilevanza costitutiva e attribuisce
a tutti gli effetti lo status di handicappato. Bisogna dire invero
che quando una personagiunge all‟esame della commissione si
trova già di fatto nella condizione dello handicap: dal danno iniziale
si è costruito con determinazione un handicappato di cui occorre
semplicemente prendere atto. Il problema non sta nel momento
dell‟accertamento, ma nella storia che ha portato a quel momento. È
una vera e propria patologia da servizi.
Gli stessi presupposti della legge motivano il fatto che non venga
neppure considerata l‟ipotesi di interventi diagnostici e terapeutici
che incidano positivamente sullo stato di salute della persona: è una
logica ferrea, che non conosce eccezioni neppure per l‟area della
prima infanzia e minorile in genere, per la quale è invece prevista
una molteplicità di offerte di tipo assistenziale. Il binomio diagnositerapia
compare esplicitamente solo in relazione agli interventi
prenatali e precoci e trova forse cittadinanza laddove si parla di:
...prevenzione primaria e secondaria in tutte le fasi di maturazione e di
sviluppo del bambino per evitare o constatare tempestivamente
l’insorgere della minorazione o per ridurre e superare i danni della
minorazione sopraggiunta. (art. 5, lett. f)
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