LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

non vengono presi in carico nell‟ambito psichiatrico. Sono per
definizione inguaribili e perciò incurabili: non più cura in senso
tecnico medico, ma, al massimo, affidati a surrogati di questa e,
soprattutto, a tanta, buona assistenza. È il mondo dello handicap
psichico, che si amplia e si consolida come area residuale in cui i
servizi pubblici collocano tutto ciò che è patologia psichica, ma non
psichiatrica.
8. LO STATUS DI HANDICAPPATO
Mancava ancora, tuttavia, una definizione giuridica della figura
dell‟handicappato. A colmare la lacuna, in stretta coerenza con il
cammino fin qui descritto, ci ha pensato la Legge 5 febbraio 1992, n.
104 «Legge-quadro per l‟assistenza, l‟integrazione sociale e i diritti
delle persone handicappate», che ha introdotto nell‟ordinamento lo
status giuridico di handicappato come entità distinta e con
connotazioni specifiche sue proprie (art.2). In essa non si parla di
persona con problemi; la presenza di determinati problemi porta
addirittura a una diversa qualificazione giuridica della persona. È
handicappato:
...colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale,
stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di
relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo
di svantaggio sociale o di emarginazione. (art. 3, c.1).
La condizione di «gravità», che dà titolo di priorità nei
programmi e negli interventi dei servizi pubblici, si ha:
... qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia
personale, correlata all’et{, in modo da rendere necessario un intervento
assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o
in quella di relazione.
Poniamo attenzione alle parole usate dal legislatore. La
discriminante viene posta sull‟esistenza di una «minorazione», non
di una patologia: l‟handicappato non è legalmente un malato. Si parte
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