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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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limiti di tempo in contesti non obbligati e al di fuori <strong>del</strong>le procedure<br />

obbligatorie, con il solo scopo di contenere determinate<br />

manifestazioni e di modificare i comportamenti, esaurendo in ciò<br />

laloro finalità «curativa, terapeutica». Si noti che la presunzione di<br />

legge è che si opera su soggetti giuridicamente «capaci» e quindi<br />

«competenti», per i quali non si può prescindere dal «consenso informato».<br />

Il fatto che non sia sorto contenzioso su tali prestazioni<br />

induce a qualche riflessione su quale sia l‟interesse che si intende<br />

tutelare con la «gestione» dei malati di mente.<br />

La seconda notazione. L‟opzione fondamentale <strong>del</strong>la<br />

«centottanta» circa i nuovi servizi per la prevenzione, cura e<br />

riabilitazione è il loro essere «extra ospedalieri». Ma se ospedale<br />

vuol dire degenza, non ospedale equivale, in campo sanitario, ad<br />

ambulatorio, studio medico, struttura comunque priva, per<br />

definizione, <strong>del</strong>la componente residenziale: la dizione «malattia<br />

mentale» individua dunque un insieme di patologie che, salvo casi<br />

eccezionali e statisticamente di scarsa incidenza (bastano poche<br />

sezioni ospedaliere con un massimo di quindici posti letto), possono<br />

essere trattate senza il ricorso a soluzioni residenziali a valenza<br />

sanitaria. È stata una scelta, non un accidente, motivata in parte<br />

dall‟esigenza di evitare il rischio di veder risorgere sotto altra forma i<br />

vecchi manicomi, ma ancor di più da un‟opzione di tipo ideologico,<br />

più che scientifico, sulla natura e sulle cause <strong>del</strong>la malattia mentale.<br />

Le conseguenze sono note e fondano, viziandolo, l‟attuale dibattito<br />

sul superamento <strong>del</strong>la «centottanta».<br />

6. L‟OGGI<br />

La L. n. 180/1978 non dice nulla di nuovo sulla malattia mentale<br />

in quanto tale: si parlava di «alienazione mentale» nella L. n.<br />

36/1904, ora si usa l‟espressione «alterazione psichica». I<br />

parallelismi potrebbero continuare a lungo, ma il risultato non<br />

cambierebbe nella sostanza. Senza entrare nel merito, la nuova<br />

normativa opera un rinvio a una fonteesterna che, con sue<br />

autonome determinazioni, è chiamata a produrre effetti all‟interno<br />

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