LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

1. LA COSTITUZIONE E IL PRINCIPIO
DELLA «COMPETENZA INDIVIDUALE»
Seguendo il criterio della gerarchia delle fonti, prendiamo le
mosse dalla Costituzione della Repubblica Italiana, e in particolare
dall‟art. 32:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se
non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i
limiti imposti dal rispetto dalla persona umana.
Stiamo brevemente sul primo capoverso. È principio
fondamentale dell‟ordinamento giuridico che la «salute» – qui senza
aggettivi, mentre trent‟anni dopo si sentirà l‟esigenza di precisare, e
quindi di distinguere, «fisica e psichica» [2] – è «diritto soggettivo
indisponibile». Come per ogni fattispecie analoga, la tutela ha
soprattutto un contenuto negativo: non è un diritto a essere o ad
avere, ma a che non siano tollerati, e quindi che siano sanzionati, i
comportamenti lesivi del diritto tutelato. È il fondamento della
«responsabilità giuridica», sulla quale avremo modo di ritornare più
avanti.
La «salute», inoltre, è «interesse della collettività», cioè interesse
pubblico, «conveniente» per la convivenza civile. La tutela di un
interesse pubblico è innanzitutto un‟azione positiva, un operare
per..., finalizzata al raggiungimento di obiettivi coerenti con
l‟interesse tutelato. Una notazione, non secondaria: l‟interesse
direttamente tutelato è la salute, non «i servizi», l‟organizzazione
sanitaria e quant‟altroabbia rilevanza strumentale. Questi soggetti
hanno ragion d‟essere, possono trovare motivazione conveniente, e
quindi tutela, non di per sé stessi, ma solo in relazione alla volontà e
capacità di conseguire risultati quantomeno non contraddittori con
ciò che l‟ordinamento individua come pubblico interesse.
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