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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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“La vita” cessa allora di figurare asservita allo schema tirannico<br />

[49] di un ciclo, o parabola naturale, troppo ovvio, quello di<br />

infanzia/giovinezza e maturità/vecchiaia e morte. [50]E i termini<br />

temporali mutano, diventando quelli di maturità iniziale(<strong>del</strong>la<br />

legge)/crisi (sempre disponibile a determinati destini<br />

patologici/salute o guarigione (perfezionamento <strong>del</strong>la facoltà di<br />

giudizio, nuovo rapporto con il tempo di vita o “pulsione di morte”).<br />

L‟infantilismo cessa di essere asserito come una proprietà<br />

<strong>del</strong>l‟infanzia (il che è manifestamente falso) e si presenta per quello<br />

che effettivamente è, una patologia <strong>del</strong>l‟adulto, e di cui l‟adulto<br />

contamina anche i bambini.<br />

È tra i due aldilà che si svolge la vita (ma la metafora <strong>del</strong>lo<br />

svolgimento, o <strong>del</strong> filo, è già un errore: non si tratta di svolgimento,<br />

bensì di moto concludente). Si riprenda lo schema precedente:<br />

I <strong>II</strong> <strong>II</strong>I IV<br />

1° aldilà crisi 2° aldilà morte<br />

Ha ragione Freud a dedurre che, posto come primo termine il<br />

principio di piacere (cioè il primo aldilà, il corpo preso nella legge di<br />

moto iniziale), l‟aldilà di esso – “aldilà <strong>del</strong> principio di piacere”,<br />

jenseits des Lustprinzips – è, non la morte, ma un perfezionamento<br />

<strong>del</strong>la legge di moto (“pulsione” significa legge di moto) che,<br />

possiamo dire, fa giustizia premortale <strong>del</strong>la morte nel momento in<br />

cui la assume (“pulsione di morte”). Un assumerla che coincide con<br />

un giudizio sulla morte: la morte – tanto quanto il tempo infinito –<br />

non ha voce in capitolo quanto a senso <strong>del</strong>la vita, cioè <strong>del</strong> moto. Non<br />

nella morte bensì nella pulsione di morte è vero il detto antico:<br />

“Muore giovane chi è caro agli dei” (cioè quanto più breve è<br />

l‟intervallo I-<strong>II</strong>I, e quale che sia la durata <strong>del</strong>l‟intervallo <strong>II</strong>I-IV).<br />

Lo sviluppo di ciò ci riporterebbe a ciò che diciamo <strong>del</strong>le “due<br />

Città”. Riferito alla questione <strong>del</strong>la salute (salus) in ogni significato<br />

– e alla salute come avvenimento, e non come ripristino di un<br />

mo<strong>del</strong>lo iniziale, perché l‟inevitabile passaggio per la crisi <strong>del</strong>la<br />

legge domanda l‟avvento di una soluzione nuova, aldilà -, il soggetto<br />

passa a riconoscere la propria esperienza come ripartita, non tra una<br />

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