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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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qualcosa a cui uguagliarsi e non come qualcosa di desiderabile in un<br />

rapporto dissimmetrico, dissottoponibile al giudizio di gradimento<br />

<strong>del</strong>l‟altro, non adombri poi il rapporto omosessuale e la sua sterilità.<br />

Solo così diventano veramente comprensibili le parole <strong>del</strong> signore<br />

cui Sibilla si rivolge: «Voi dunque avete dormito insieme proprio<br />

come uomo e donna», dice Messer Eisengrein, la «persona di<br />

mondo» di cui Sibilla ritiene più opportuno chiedere consiglio, «più<br />

urgente che consiglio di prete», «sarei curioso di sapere se voi<br />

comprendete realmente quel che avete portato nel mondo. Disordine<br />

massimo, arresto nel corso <strong>del</strong>la natura avete portato. La vita vuol<br />

propagarsi secondo la volontà di Dio, ma voi avete fatto che la vita<br />

non proceda, ma intorno a sé stessa si svolga; avete creato insieme<br />

un terzo fratello». [17] Un fratello, cioè non un figlio. Nella relazione<br />

invidiosa non c‟è posto per il figlio.<br />

Resta comunque che la relazione invidiosa per definizione è<br />

immobile e priva di frutto alcuno, fatta com‟è di una tensione<br />

immobile a un‟uguaglianza impossibile, in cui ladifferenza sessuale<br />

non è ammissibile, ma solo neutralizzabile impedendo che il bene <strong>del</strong><br />

sesso divenga punto di attrazione da un altro preso tra tutti gli altri<br />

<strong>del</strong> regno. E resta che il figlio in essa è inconcepibile.<br />

È ciò che dice Gregorio ai messi che vengono da Roma allo<br />

scoglio <strong>del</strong>la sua penitenza per offrirgli l‟elezione al soglio<br />

pontificio: «Fra gli uomini non c‟era per me nessun posto. Se la<br />

grazia di Dio mi assegna il posto che è sopra tutti, io voglio<br />

accettarlo pieno di gratitudine, così che io possa sciogliere e legare».<br />

E un posto cui Gregorio è eletto proprio perché peccatore e sciente<br />

<strong>del</strong> proprio peccato, e soprattutto perché sciente <strong>del</strong> peccato <strong>del</strong><br />

padre al punto da poterne fare il vicario. Lui, escluso da sempre dai<br />

rapporti a causa <strong>del</strong>l‟invidia paterna, si riscatta così in una grandezza<br />

dovuta al sapere le ragioni <strong>del</strong>l‟esclusione, al punto da farne le<br />

proprie.<br />

Ne risulta così una sorta di Ecclesia diabolica – riprendo qui<br />

un‟idea accennata da Giacomo Contri -, un‟Ecclesia diabolica<br />

costituita da una massa stupidamente felice, il cui senso è la sua<br />

utilità come «concime al terreno su cui a loro volta vissero e<br />

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