LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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27.05.2013 Views

[36] Cfr. per esempio: Georget, Il crimine e la colpa, Marsilio, Venezia 1984. Si tratta della traduzione di un testo fondamentale dell‟epoca. [37] Come dice Zilboorg in: Storia della Psichiatria, Feltrinelli, Milano 1963. [38] Il significato etimologico è per schizofrenia – divisione della mente, mentre psicosi significa degenerazione della psiche e nevrosi degenerazione dei nervi. Ma il primo termine ha assunto da poco più di settant‟anni un significato tecnico per designare una specifica forma di follia, mentre gli altri due un generico significato rispettivamente di follia e di psicopatologia clinica più attenuata e ampiamente diffusa. [Nel testo a stampa le note sono tutte a piè di pagina] 220

UN EDIPO PAPA [1] Maria Delia Contri «Vorrei – scrive nel 1948 Thomas Mann a un‟amica americana – raccontare una volta ancora in prosa moderna una leggenda medievale narrata tante volte: Gregorio sullo scoglio, una deformazione della saga di Edipo, l‟elezione, per volere di Dio stesso, di un terribile peccatore incestuoso a papa romano. È un genere pio-grottesco, che mi fa molto ridere nell‟idea, ma in realtà tratta della grazia». A buon diritto l‟esame del racconto manniano, che pretende porre la parola fine a una storia genealogica incestuosa riducendola a mito, compare nella sezione Psicopatologia di questo volume: la questione dell‟incesto, tema ossessionantemente presente nella cultura, e specialmente nella letteratura, europea a partire dalla seconda metà del ‟700, [2] incentrato sulla rilettura non solo della tragedia sofoclea Edipo re, ma anche di Antigone, viene ne L’eletto dissolta nella perversione. La questione dell‟incesto comequestione di un‟impasse nella definibilità del rapporto uomo-donna, e in definitiva del rapporto in quanto tale, come legge di figli, non a caso torna pressantemente alla ribalta nell‟infuocato dibattito politico che sfocia, con la Rivoluzione francese, nella definizione dei rapporti tra gli uomini come rapporti tra fratelli, liberi e uguali. A tale impasse, fonte di inibizione e paralisi del movimento e dunque di angoscia e infelicità – tutti i personaggi di Thomas Mann sono degli infelici, degli «esclusi dalla vita», degli inibiti nella facoltà stessa di parola, degli angosciati – egli fa fronte abbandonando, eroicamente, da ribelle, il rapporto, ponendosi al di fuori e al di sopra di esso, al di fuori e al di sopra dei «semplici», di cui percepisce come insignificante la felicità, pur restando sempre sul piede di guerra contro la passione dell‟attrattiva che gliene proviene. 221 223224

UN EDIPO PAPA [1]<br />

Maria Delia Contri<br />

«Vorrei – scrive nel 1948 Thomas Mann a un‟amica americana –<br />

raccontare una volta ancora in prosa moderna una leggenda<br />

medievale narrata tante volte: Gregorio sullo scoglio, una<br />

deformazione <strong>del</strong>la saga di Edipo, l‟elezione, per volere di Dio<br />

stesso, di un terribile peccatore incestuoso a papa romano. È un<br />

genere pio-grottesco, che mi fa molto ridere nell‟idea, ma in realtà<br />

tratta <strong>del</strong>la grazia».<br />

A buon diritto l‟esame <strong>del</strong> racconto manniano, che pretende porre<br />

la parola fine a una storia genealogica incestuosa riducendola a mito,<br />

compare nella sezione Psicopatologia di questo volume: la questione<br />

<strong>del</strong>l‟incesto, tema ossessionantemente presente nella cultura, e<br />

specialmente nella letteratura, europea a partire dalla seconda metà<br />

<strong>del</strong> ‟700, [2] incentrato sulla rilettura non solo <strong>del</strong>la tragedia sofoclea<br />

Edipo re, ma anche di Antigone, viene ne L’eletto dissolta nella<br />

perversione. La questione <strong>del</strong>l‟incesto comequestione di<br />

un‟impasse nella definibilità <strong>del</strong> rapporto uomo-donna, e in<br />

definitiva <strong>del</strong> rapporto in quanto tale, come legge di figli, non a caso<br />

torna pressantemente alla ribalta nell‟infuocato dibattito politico che<br />

sfocia, con la Rivoluzione francese, nella definizione dei rapporti tra<br />

gli uomini come rapporti tra fratelli, liberi e uguali.<br />

A tale impasse, fonte di inibizione e paralisi <strong>del</strong> movimento e<br />

dunque di angoscia e infelicità – tutti i personaggi di Thomas Mann<br />

sono degli infelici, degli «esclusi dalla vita», degli inibiti nella<br />

facoltà stessa di parola, degli angosciati – egli fa fronte<br />

abbandonando, eroicamente, da ribelle, il rapporto, ponendosi al di<br />

fuori e al di sopra di esso, al di fuori e al di sopra dei «semplici», di<br />

cui percepisce come insignificante la felicità, pur restando sempre sul<br />

piede di guerra contro la passione <strong>del</strong>l‟attrattiva che gliene proviene.<br />

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