LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

pensiero o dell‟affettività, si fanno bizzarri compromessi che
vanificano la questione medesima come, per esempio, nella
definizione del disturbo schizoaffettivo. Questa distinzione è anche
la via che consente di far rientrare impropriamente la melanconia in
un ipotetico gruppo delle psicosi.
La psicologia e la psicopatologia riguardano, come si è visto, la
ragion pratica, che non è divisibile, salvo che non sia già divisa
patologicamente nella psicologia di un soggetto, che giungerebbe
tuttavia necessariamente a un‟autocritica – a un riconoscimento
d‟imputabilità nel disturbo che lamenta – come avviene nella
nevrosi. In questo senso la distinzione tra pensiero e affetti diviene
irrilevante. Gli affetti sono i segnali che guidano il pensiero nel suo
compito pratico e critico. La situazione che ho definito psicosi è
perdita della ragione pratica: ovvero del principio, della norma di
relazione soddisfacente. Da questo punto di vista la psicosi è sempre
demenza; è troppo restrittivo ritenere demenza solo lo stato in cui
sono perse radicalmente le capacità elementari di memoria e
pensiero.
D. La causa della follia è psicologica o fisica?
Eterno dilemma non solo della psichiatria, ma di tutta la ricerca
biologica che riguarda la psiche. Non è questa la sede in cui
dilungarsi su questo tema. Ma non dovrebbe sorprendere nessuno che
uno stato come quello psicotico abbia effetti biologici, dato che la
soddisfazione di cui continuiamo a parlare riguarda il corpo in
quanto umano, nel suo moto verso una meta che soddisfi. Basta
pensare a quante mete di soddisfazioni quotidiane riguardano
direttamente la tutela del nostro corpo biologico.
Se quindi le alterazioni biologiche che conseguono allo stato
psicotico, sono gravi – e in alcune fasi di questa malattia
èsenz‟altro vero – ben vengano i rimedi farmacologici se sono
disponibili. Ma, se la psicosi è ciò che ho descritto, non si può
pensare che la terapia farmacologica sia una cura della psicosi.
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