LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero
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1. la nostra ricapitolazione parte da un dato aldilà della e nella natura che è il corpo umano; [33] 2. il concetto di corpo umano include quello di pensiero: non c‟è corpo senza pensiero del corpo (a partire dalla memoria come un pensiero); [34] 3. questo dato aldilà è, letteralmente, una trasgressione (trans, meta) della natura, trasgressione inaugurata e inaugurante; 4. si tratta di una trasgressione che rispetta la natura del corpo nelle sue leggi da scienze della natura. La rispetta non perché lo deve in ragione (astratta) di una moralità o giuridicità o deontologia giustapposte da altrove (giustapposizione non giusta, imperativa): la rispetta perché è nella sua “natura” di aldilà della natura il rispettarla, cioè perché lo può; 5. il pensiero di questo corpo (“di”: proprio a e intorno a) è legislativo secondo norme, seguite da sanzione, e non imperativo, preceduto dalla minaccia. Lo abbiamo chiamato “pensiero di natura”. Ribadiamo il primo concetto di “norma” che seguiamo, quello di termine di paragone; 6. ogni trasgressione contro questa trasgressione definisce, a un tempo, patologia e immoralità unite. Quella trasgressione incontra la sua propria sanzione da parte della norma stessa del soggetto (in particolare: l‟angoscia); 7. perversione è il nome della forma generale della trasgressione [35] contro l‟aldilà già trasgressivo del corpo umano. [36] Essa consiste nel rinnegamento, o sconfessione, dellatrasgressione inaugurale. Essa tende a quel puro aldiquà della natura in cui consiste la patologia; [37] 8. il corpo umano non conosce limiti (alla soddisfazione): i cosiddetti limiti naturali non sono limiti alla soddisfazione del corpo, 18 2122 2223
ossia del soggetto, la soddisfazione essendo definita come passione del corpo – sempre attivo anche nella passività della passio – per l‟azione interveniente dell‟Altro. Non esistono limiti della soddisfazione come non esistono limiti della ragione (vale per la ragione ciò che vale per la soddisfazione: la sua “natura” è di essere in presa diretta sull‟intervento dell‟Altro, il che fa dell‟illimitatezza di soddisfazione e ragione il principio stesso della modestia). I limiti, per essere, devono essere posti, im-posti: sono degli imperativi (istigatori, non soltanto inibitori). Li pone la perversione. Essi sono conseguenza di un delitto (anticamente: peccatum); 9. il concetto di guarigione è quello di rilancio innovativo dell‟aldilà della trasgressione inaugurante. Innovativo, significa che dopo la crisi che ha istituito l‟aldiquà patologico della natura, non si tratta di “sognare” né delirare un ritorno puramente restitutivo aldiquà della crisi: anche questa concezione è patologica. La parola guarigione occupa il posto che da due secoli è stato occupato da parole come nouveau régime o “rivoluzione”. La patologia è ormai l‟unico ancien régime rimasto, insieme alla Cultura che le è conforme. Stiamo qui riparlando del rapporto Soggetto-Altro come rapporto d‟universo, in quanto non c‟è Altro che come uno dell‟universo di tutti gli Altri. Guarire è dunque fare universo:la guarigione di uno – passaggio al regime o legge della soddisfazione – segnala [38] a tutti come insieme enumerabile la possibilità di costituirsi come universo. [39] Non c‟è moralità senza guarigione, o accesso a ciò che è designabile da tutti i significati possibili della parola salus. Solo la guarigione è trasgressiva: la patologia, anche e soprattutto perversa, è ripetizione, automatismo, povertà, noia. Nel suo automatismo di ripetizione, la patologia non fa che produrre e riprodurre patologia; 10. la parola “aldilà” richiama non soltanto lo spazio ma anche il tempo e, in ogni tradizione linguistica e culturale, un‟idea per quanto indeterminata di aldilà della morte fisica. Un‟idea, questa, che ha interferito con l‟aldiquà della morte fisica fino a oscurare il fatto che questo aldiquà è abitato dal già aldilà dei corpi umani. Abbiamo ora 19 2324
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ossia <strong>del</strong> soggetto, la soddisfazione essendo definita come passione<br />
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l‟azione interveniente <strong>del</strong>l‟Altro. Non esistono limiti <strong>del</strong>la<br />
soddisfazione come non esistono limiti <strong>del</strong>la ragione (vale per la<br />
ragione ciò che vale per la soddisfazione: la sua “natura” è di essere<br />
in presa diretta sull‟intervento <strong>del</strong>l‟Altro, il che fa <strong>del</strong>l‟illimitatezza<br />
di soddisfazione e ragione il principio stesso <strong>del</strong>la modestia). I limiti,<br />
per essere, devono essere posti, im-posti: sono degli imperativi<br />
(istigatori, non soltanto inibitori). Li pone la perversione. Essi sono<br />
conseguenza di un <strong>del</strong>itto (anticamente: peccatum);<br />
9. il concetto di guarigione è quello di rilancio innovativo<br />
<strong>del</strong>l‟aldilà <strong>del</strong>la trasgressione inaugurante. Innovativo, significa che<br />
dopo la crisi che ha istituito l‟aldiquà patologico <strong>del</strong>la natura, non si<br />
tratta di “sognare” né <strong>del</strong>irare un ritorno puramente restitutivo<br />
aldiquà <strong>del</strong>la crisi: anche questa concezione è patologica. La parola<br />
guarigione occupa il posto che da due secoli è stato occupato da<br />
parole come nouveau régime o “rivoluzione”. La patologia è ormai<br />
l‟unico ancien régime rimasto, insieme alla Cultura che le è conforme.<br />
Stiamo qui riparlando <strong>del</strong> rapporto Soggetto-Altro come<br />
rapporto d‟universo, in quanto non c‟è Altro che come uno<br />
<strong>del</strong>l‟universo di tutti gli Altri. Guarire è dunque fare universo:la<br />
guarigione di uno – passaggio al regime o legge <strong>del</strong>la soddisfazione<br />
– segnala [38] a tutti come insieme enumerabile la possibilità di<br />
costituirsi come universo. [39] Non c‟è moralità senza guarigione, o<br />
accesso a ciò che è designabile da tutti i significati possibili <strong>del</strong>la<br />
parola salus. Solo la guarigione è trasgressiva: la patologia, anche e<br />
soprattutto perversa, è ripetizione, automatismo, povertà, noia. Nel<br />
suo automatismo di ripetizione, la patologia non fa che produrre e<br />
riprodurre patologia;<br />
10. la parola “aldilà” richiama non soltanto lo spazio ma anche il<br />
tempo e, in ogni tradizione linguistica e culturale, un‟idea per quanto<br />
indeterminata di aldilà <strong>del</strong>la morte fisica. Un‟idea, questa, che ha<br />
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