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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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mantenendo ben saldo, nella descrizione e discussione di esse e aldilà<br />

<strong>del</strong>la discriminazione differenziale tre le une e le altre, il concetto <strong>del</strong><br />

comune discostarsi dalla norma. Ciascuna costruzione psicopatologica<br />

infatti contraddice o rinnega la norma di relazione che ciascun<br />

soggetto ha facoltà di porre fin dai tempi di vita più precoci. <br />

[2] Pur non enfatizzando il beneficio che si può ricavare dalla<br />

trasformazione dei concetti, espressi con le parole, in concetti espressi<br />

mediante schemi grafici, assumo il rischio di tale tentativo, precisando<br />

che le Tavole così costruite rappresentano una sintesi per immagini,<br />

forzatamente semplificata e provvisoria, dei criteri fondamentali che<br />

assumiamo per pensare la psicopatologia e per collocare le<br />

differenziazioni nosografiche che ne conseguono. La loro funzione<br />

non è dunque per nulla quella di cristallizzare <strong>del</strong>le formule, quanto<br />

semplicemente di facilitare la comprensione dei concetti che il Corso<br />

ha introdotto. <br />

[3] La partizione <strong>del</strong>l‟area <strong>del</strong>la psicopatologia nelle due aree <strong>del</strong> clinico e<br />

<strong>del</strong> non-clinico, in linea generale corrisponde inoltre alla distinzione –<br />

proposta da G.B. Contri nel Corso sul tema «Psicopatologia», svolto<br />

nell‟a.a. 1991-1992 in seno all‟Istituto Il Lavoro Psicoanalitico – tra<br />

neuropsicosi da difesa e neuropsicosi da offesa. Essa riprende il<br />

concetto di neuropsicosi da difesa, introdotto da Freud già nel 1894<br />

con l‟articolo che porta questo titolo e il cui sottotitolo giustamente<br />

accomuna nevrosi e psicosi in relazione al concetto di difesa, che<br />

diviene elemento caratterizzante di tutto il gruppo. Il lavoro freudiano<br />

introdusse all‟acquisizione <strong>del</strong> carattere compromissorio <strong>del</strong> sintomo e<br />

segnò il riconoscimento <strong>del</strong> valore difensivo <strong>del</strong>le formazioni<br />

sintomatiche proprie <strong>del</strong>le forme cliniche. Il concetto di neuropsicosi<br />

da offesa individua con precisione un criterio in base al quale separare,<br />

da quelle, l‟«esercito» rappresentato da tutte le possibilità di<br />

elaborazione patologica che, abbandonando lo scopo difensivo,<br />

ottengono il «risultato» <strong>del</strong>la liquidazione <strong>del</strong>l‟«inefficienza<br />

prestazionale» rappresentata dal sintomo per raggiungere l‟«efficienza<br />

comportamentale» <strong>del</strong>la perversione; ne evidenzia inoltre il tratto<br />

generale costituito dal radicale odio per la relazione. <br />

[4] Questa «premessa naturale e generica <strong>del</strong>la malattia» è stata chiamata,<br />

da G.B. Contri, ingenuità. In essa è stato individuato il punto di<br />

appoggio <strong>del</strong>l‟ammalabilità <strong>del</strong> soggetto in quanto rappresenta<br />

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