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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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Inibizione è il risultato <strong>del</strong>l‟esautorazione <strong>del</strong>la competenza<br />

individuale a con-porre la legge che regola il proprio movimento in<br />

relazione all‟universo degli altri. È la componente fondamentale<br />

<strong>del</strong>la malattia, da cui le altre componenti discendono come effetto o<br />

come tentativo di riparazione. L‟inibizione è l‟arrestarsi <strong>del</strong> moto<br />

soggettivo, a partire dal moto di pensiero e compreso il moto<br />

attivamente motorio (si pensi all‟impedimento nevrotico ad assumere<br />

decisioni, a prendere iniziative o anche soltanto a uscire di casa) o<br />

passivamente motorio (si pensi ai disturbi sessuali di natura<br />

nevrotica, valga per tutti l‟esempio <strong>del</strong>la frigidità); arresto<br />

comportato dal regime di carenza di legge proprio <strong>del</strong>la malattia, che<br />

non è ancora regime organizzato di vera contro-legalità, proprio <strong>del</strong>la<br />

patologia clinica e soprattutto non-clinica.<br />

Angoscia è allora il risultato conseguente alla mancanza di legge<br />

propria <strong>del</strong> regime di inibizione; questo affetto ha funzione di<br />

segnale e pertanto è affetto ancora normale. Per questo motivo<br />

l‟angoscia è stata definita «simbolo affettivo <strong>del</strong>la situazione di<br />

pericolo». [7] <br />

Il sintomo è la formazione che assicura, in regime di inibizione, la<br />

presenza di una legge di rapporto con l‟altro, secondo un<br />

compromesso. Stante la sua funzione vicaria <strong>del</strong>la legge rimossa, il<br />

sintomo è, per così dire, un‟approssimazione <strong>del</strong>la legge:<br />

sostituendola non assicura piacere, ma un succedaneo denaturato<br />

(che un autore come J. Lacan ha chiamato godimento) il quale<br />

pertanto, al posto <strong>del</strong>la conclusione soddisfacente <strong>del</strong> moto (nel<br />

piacere), incita il soggetto alla ripetizione infinita <strong>del</strong> sostituto<br />

fallimentare, il godimento appunto, che non sempre è piacevole.<br />

Anche in questo caso il concetto di sintomo è freudiano, in quanto<br />

Freud ne parla come di un «sostituto <strong>del</strong> soddisfacimento pulsionale<br />

mancato». [8]<br />

La formula coazione a ripetere significa semplicemente che la<br />

condizione in cui siamo posti dal sintomo è analoga a quella in cui ci<br />

troveremmo allorquando, dovendo risolvere un problema matematico<br />

di cui avessimo impostato male il procedimento, non giungendo<br />

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