27.05.2013 Views

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

momento in cui – con atto istantaneo, benché sistematico – riistituisce<br />

il soggetto in una relazione contraffatta. La contraffazione<br />

non consiste, in primo luogo, nell‟incapacità<strong>del</strong>l‟altro a sostenere la<br />

relazione (anch‟esso è un soggetto, questo non deve mai essere<br />

dimenticato, altrimenti se ne fa un‟istanza astratta e non più reale),<br />

ma in quanto, in questa particolare azione a effetto patogeno, l‟altro<br />

mente sulla propria incapacità ovvero nasconde la propria<br />

insufficienza di legge, per sé stesso e per il proprio moto. [5]<br />

L‟atto patogeno è un atto che spaccia per legge valida una legge<br />

insufficiente; l‟operazione patogena sta pertanto nella contraffazione<br />

<strong>del</strong>la legge. Per questo motivo (nella Tav. 6) il tratto di freccia che<br />

rappresenta l‟insulto patogeno fondamentale si fa più marcato nel<br />

caso <strong>del</strong> perverso: l‟operazione di contraffazione, infatti, è<br />

operazione specificamente perversa, benché il compierla sia pur<br />

sempre possibile anche a ogni soggetto non perverso.<br />

L‟ammalarsi pertanto è caratterizzato da un movimento di fuga,<br />

da un atto di abbandono – compiuto dal soggetto – <strong>del</strong> principio<br />

distintivo fondamentale consistente nella facoltà di discriminare<br />

l‟esperienza <strong>del</strong> piacere da quella <strong>del</strong> dispiacere ovvero, con termini<br />

meno empirici, è l‟abbandono <strong>del</strong>la facoltà di distinguere il<br />

soddisfacimento dall‟impossibilità a concludere, facoltà che noi<br />

abbiamo definito come primo giudizio già formulato fin<br />

dall‟infanzia. Questo atto di abbandono è sì movimento, ma passivo,<br />

patito: un altro reale (ecco lo «strapotere <strong>del</strong>la realtà», di cui parla<br />

Freud) induce il soggetto a abbandonare la propria competenza<br />

soggettiva, a favore <strong>del</strong> mantenimento <strong>del</strong>la relazione (ecco lo<br />

«strapotere <strong>del</strong>l’Es e <strong>del</strong>la pulsione» di cui ancora parla Freud). [6]<br />

Il primo tempo <strong>del</strong>l‟ammalarsi, per colui che sarà nevrotico o<br />

psicotico (benché in questo tempo i tratti specifici <strong>del</strong>la futura forma<br />

clinica possano essere ancora assolutamente indistinti), è dunque<br />

rappresentato dalla rinuncia passiva a quel pezzo di realtà psichica<br />

che chiamiamo competenza soggettiva allo scopo di non rinunciare<br />

alla relazione; è come se il soggetto nell‟atto di lasciarsi ammalare<br />

dicesse al suo altro: «Mi fai male, ma non ti posso sostituire –<br />

cheequivale a: non mi autorizzo a giudicarti – e perciò faccio conto<br />

che tu mi vada bene».<br />

166<br />

164165<br />

165166<br />

165166

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!