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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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lenzuolo a sé e la costruzione, posta sopra le coperte <strong>del</strong> letto, gli era<br />

arrivata sul viso. Probabilmente l‟esperienza di avvicinare l‟oggetto<br />

afferrando la coperta, gli aveva fatto intuire che bastava tirare la<br />

corda per toccare il cerchio.<br />

Ecco perché, alla sera, il bambino è ubriaco di fatica: durante la<br />

giornata non è trascorso un solo secondo senza cheegli abbia<br />

lavorato e vigilato per profittare di ogni occasione.<br />

Quando ci troviamo in presenza di un bambino che già si dibatte<br />

in qualche difficoltà, sempre troveremo che la sua modalità di<br />

giocare è inconclusa o insoddisfacente: o manca l‟intuizione, perché<br />

non c‟è memoria, o manca l‟attesa di una soluzione, perché non c‟è<br />

desiderio di trasformare la realtà. Il gioco resta ripetizione e mimesi<br />

<strong>del</strong>la realtà, perché il bambino non riesce a ricevere, realizzare,<br />

sviluppare e quindi a imitare l‟esperienza che l‟altro gli propone.<br />

4. L‟ADULTO NEL GIOCO <strong>DEI</strong> BAMBINI<br />

Una frase riassuntiva che esprime il «pensare bene» di un adulto<br />

nei confronti di un bambino potrebbe essere così formulata: «Amo i<br />

tuoi giochi, perché amo i tuoi pensieri».<br />

A.<br />

È importante che l‟adulto non sistemi né aggiusti la soluzione<br />

trovata dal bambino al termine <strong>del</strong> suo gioco, così come è bene che<br />

egli eviti di intervenire con risposte a domande non poste.<br />

L‟unica condizione necessaria al bambino per giocare è che egli<br />

abbia a disposizione i giocattoli e che le rivalità tra fratelli, le<br />

critiche dei genitori o ogni altra sorta di interruzione non disturbino<br />

la realizzazione <strong>del</strong>le sue intenzioni di gioco, quali che esse siano.<br />

C‟è di più. Il gioco può essere inibito dall‟obbligo di giocare, e<br />

quindi dal sostituire il dovere al piacere, o ancora dall‟inquietudine<br />

<strong>del</strong>l‟adulto, in agguato per scoprire le capacità <strong>del</strong> figlio come se si<br />

fosse in una relazione di psicologia sperimentale. Spesso ciò che noi<br />

«vogliamo fargli fare» non deriva da sue iniziative, ma unicamente<br />

dal nostro interesse a che lui giochi, tanto quanto da una nostra idea<br />

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