LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

IL "PAESE DEI BALOCCHI" O IL
DOVERE ?
IL GIOCO (1)
Mara Monetti
In questa esposizione non seguirò lo sviluppo del bambino e del
gioco come evoluzione gerarchica di un certo tipo di intelligenza
(senso-motoria, intuitiva, simbolica, logico-astratta, ecc...) né come
itinerario, in cui si presuppone che la tappa precedente sia deficitaria
rispetto alla successiva. Presenterò piuttosto l‟evoluzione del gioco
come l‟esplicitazione sempre più compiuta, dal punto di vista
formale, di alcune questioni che il bambino fin dall‟esordio si pone e
a cui cerca risposta.
1. ALCUNE DEFINIZIONI DI GIOCO
1. Il gioco come mezzo e via attraverso cui il bambino
esplora e conosce la realtà: il corpo, l’altro e le cose
Nel primo anno di vita il gioco è un esercizio di abilità percettivomotoria:
il bambino si guarda le mani, porta gli oggetti alla bocca, si
afferra i piedi e, quando cammina, si fa un‟idea delle cose
guardandole da molteplici angoli prospettici. Accosta due oggetti tra
loro, li sovrappone, li gira erigira, tenta di incastrarli. Il movimento
e la recezione sensoriale sono già una forma di gioco: il bambino
gioca con il suo corpo, muove braccia e gambe, apre gli occhi e la
bocca, succhia il pollice; tramite le azioni motorie prova la
soddisfazione che deriva dall‟esplorazione, dalla risoluzione della
tensione e dal richiamo rivolto alla madre. Proprio il suo desiderio di
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