LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

2. D‟altra parte, il termine latino voluptas, piacere, era usato sia in
senso astratto sia concreto, erotico; esso traduceva il greco ̒ηδονή, e
rinviava al verbo ἔλπω, «faccio sperare, do speranze», e ἔλπομαι,
che significa «penso, credo, attendo, mi aspetto, mi è gradito». Ecco
in un unico termine il nesso fra pensiero, rapporto e piacere (Ricordo
che Voluptas è anche il nome della figlia di Eros e Psiche, nel
racconto di Apuleio). [19]
3.2. Piacere, voce enciclopedica
Una breve annotazione circa l‟articolo «piacere»
nell‟Enciclopedia Cattolica, il cui estensore è Cornelio Fabro: [20] vi
si afferma che
il piacere segue la scala degli oggetti, [...] dai piaceri sensibili più materiali
del gusto e del tatto [...] fino ai sensi superiori della vista e dell’udito, in
cui si compie il gusto artistico, e alla compiacenza per le opere
dell’ingegno e gli atti di virtù. È sempre il compiacimento di un oggetto
conveniente. La moralit{ del piacere dipende dalla natura dell’oggetto.
Mi è sembrata una proposizione ante litteram della questione
morale, che elide con decisione ogni questione della legge per il
soggetto.
Oltretutto una teoria del genere è un modo di pervertire Dio
stesso, perché è farne un oggetto, e per di più passibile di figurare in
una lista di oggetti, sia pure immaginata come una scala: un‟idea così
andrebbe bene anche al perverso, che può dichiarare di riconoscere e
rispettare la superiorità di Dio, «per carità, non si discute neanche, ...
però a me piace anche il culo». L‟idea di una scala degli oggetti
rimarrebbe valida.
3.3. Il piacere nella pubblicistica editoriale
Se poi rivolgiamo l‟attenzione al mercato editoriale più recente,
possiamo farci un‟idea, e non troppo vaga dell‟andamento della
coppia dei termini piacere-dolore: se li esaminiamo come titoli, con
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