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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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giudizio preciso: «non si fugge l‟eccesso <strong>del</strong> dolore, bensì il dolore<br />

assolutamente». [16]<br />

Stoicismo ed epicureismo ripropongono l‟antitesi cinicacirenaica:<br />

lo stoicismo arriva ad ammettere una certa giustificazione<br />

<strong>del</strong> piacere, [17] mentre l‟epicureismo dichiara di preferire al piacere<br />

in movimento il piacere stabile, riducendo quest‟ultimo alla<br />

cosiddetta «forma negativa»: eufemismo dietro il quale si nasconde il<br />

manifesto programmatico di quello che definirei un perverso<br />

astinente. Infatti viene chiamato piacere ciò che palesemente non lo<br />

è: vita senza legami, senza desiderio, senza eccitamento, una specie<br />

di «ragazzi, non esageriamo!» divenuto programma tenace. Allorché<br />

il criterio <strong>del</strong>la verità viene posto dagli epicurei nelle sensazioni, che<br />

sono «sprovviste di ragione e di memoria», si farà come se non ci<br />

fosse stato eccitamento. È evidente che non tutti gli esseri umani<br />

hanno buoni rapporti con gli eccitamenti, ed Epicuro è senz‟altro tra<br />

costoro! Senza questo presupposto, logicamente necessario, non si<br />

capirebbe la sua dottrina.<br />

3.1. Piacere, voce verbale<br />

3. VEDI AL<strong>LA</strong> VOCE PIACERE<br />

Chiediamoci ora se il verbo piacere sia da considerare intransitivo<br />

o transitivo. Nei dizionari è indicato come intransitivo, ma è cosa su<br />

cui riflettere. Un rapido sguardo all‟etimologia <strong>del</strong> termine ci<br />

informa in due direzioni: [18]<br />

1. Il verbo piacere deriva dal latino placere, compiacere, affine a<br />

placare, cioè «procurare piacere a qualcuno», riconciliare. Lo<br />

stesso placare si confondeva in quella lingua con il verbo pacare,<br />

derivato da pax, pace, fino a scomparire perché sostituito da quello.<br />

È chiaro il riferimento all‟attività intellettiva e volitiva in espressioni<br />

quali ita dis placuit, così gli dei hanno voluto, si dis placet, se Dio<br />

vuole, a Dio piacendo, senatui placuit, il senato ha deciso. Il termine<br />

traduce il greco ἔδοξε, dal verbo δοκέω, penso, sono <strong>del</strong> parere,<br />

giudico.<br />

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