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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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stare a un esempio <strong>del</strong> nostro secolo, il fatto che nel Nouveau traité<br />

de psychologie di Dumas compaiano due scritti intitolati La douleur<br />

et le plaisir e La tristesse et la joie, [4] è già un primo indicatore<br />

<strong>del</strong>la diffusione <strong>del</strong> masochismo. L‟inversione dei termini ha già un<br />

piede sul terreno <strong>del</strong> masochismo, che è un fenomeno in sé cólto, e<br />

non solo una bizzarria da povericristi che si bruciano<br />

intenzionalmente la pelle con le sigarette.<br />

A questo proposito si veda l‟articolo Pace di Norberto Bobbio [5]<br />

nell‟Enciclopedia <strong>del</strong> Novecento:<br />

Si pensi per esempio alla coppia dolore-piacere: l’uomo comincia a<br />

riflettere sul piacere partendo dallo stato di dolore, e questo fa sì che il<br />

piacere venga abitualmente percepito e definito come assenza di dolore,<br />

e non al contrario il dolore come assenza di piacere.<br />

Così<br />

l’uomo avrebbe cominciato a riflettere sulla pace partendo dallo stato di<br />

guerra, cioè dallo stato in cui viene messa a repentaglio la sua vita,<br />

minacciato il possesso dei suoi beni, rese precarie le condizioni di<br />

esistenza proprie e dei propri vicini.<br />

Questa affermazione, oltre che guerrafondaia, è falsa, perché<br />

implica l‟ammissione <strong>del</strong>l‟esistenza di beni precedenti a quella<br />

minaccia, che tuttavia vengono sconfessati: i beni materiali di un<br />

individuo sono anzitutto il proprio corpo e, non disgiuntamente da<br />

esso, i legami che egli ha con altri, almeno i più prossimi a sé.<br />

Un altro dato rilevante che si riscontra in molti Autori è l‟uso<br />

insistito <strong>del</strong> plurale: i piaceri, e non più il piacere. Parlarne al<br />

plurale, farne una lista, classificarli o sottoporli al giudizio de «la<br />

morale» è sempre un‟operazione perversa: esisterebbero i piaceri<br />

<strong>del</strong>la tavola o <strong>del</strong> sesso, ma anche <strong>del</strong>l‟anima, <strong>del</strong>lo spirito, ecc. In<br />

questo modo gli stessi piaceri potrebbero dare problemi di buon<br />

vicinato. [6]<br />

Da una parte si moltiplica la nozione di piacere, se ne fa una<br />

graduatoria, ma dall‟altra si abolisce la possibilità stessa di pensarne<br />

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