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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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[38] Non è così in Aristotele, per il quale ό ϑεός è solo una <strong>del</strong>le sostanze<br />

divine, sia pure quella di suprema dignità, essendo il motore immobile<br />

<strong>del</strong> primo ciclo. Al divino (ϑεῖον) appartengono, però, anche tutte le<br />

altre Intelligenze motrici, l‟intelletto operante nell‟anima razionale<br />

(comunque si risolvano le questioni relative al rapporto tra intelletto<br />

agente e intelletto potenziale e alla relazione tra l‟intelletto e le singole<br />

anime dei sinoli umani e il problema <strong>del</strong>la coincidenza <strong>del</strong>l‟intelletto<br />

con una <strong>del</strong>le Intelligenze motrici dei cieli) e persino, sia pure in un<br />

senso analogico, le sfere incorruttibili <strong>del</strong>l‟universo fisico celeste. <br />

[39] Se si prende il termine «mondo» in un‟accezione lata, come sinonimo<br />

di creato (conformemente a una concezione creazionistica) ovvero<br />

come designante l‟area ontologica cui appartiene tutto ciò che è altro<br />

da Dio, allora anche gli argomenti psicologici sono argomenti<br />

cosmologici, dei quali risultano essere una determinata specie, in<br />

quanto anche l‟anima e i suoi contenuti, i suoi stati, le sue esperienze<br />

sono determinazioni create o, comunque, determinazioni altre da Dio.<br />

Ma si potrebbe anche osservare che pure gli argomenti cosmologici<br />

sono argomenti psicologici per il fatto che anche le determinazioni <strong>del</strong><br />

mondo fisico, in tanto possono valere come oggetto di enunciati<br />

fenomenologici posti come premesse di inferenze teologiche, in<br />

quanto sono oggetto di esperienza e, cioè, in quanto sono contenuti<br />

<strong>del</strong>l‟apparire, <strong>del</strong>la presenza, <strong>del</strong>la coscienza, <strong>del</strong>l‟anima, quindi, che li<br />

coglie.<br />

Pure, la distinzione tra argomenti cosmologici e argomenti psicologici<br />

deve essere mantenuta; per far ciò, occorre tuttavia precisare che<br />

mentre i primi si avvalgono di premesse empiriche i cui contenuti sono<br />

assunti dall‟esperienza, ma non in quanto costitutivi <strong>del</strong>l’esperienza o<br />

<strong>del</strong> soggetto <strong>del</strong>l‟esperienza (l‟anima, secondo le teoresi greca e<br />

scolastica), i secondi si avvalgono non soltanto di contenuti o aspetti<br />

che constano nell’esperienza, ma che sono reputati essere costitutivi<br />

di essa o <strong>del</strong> «soggetto» di essa. <br />

[40] L‟argomento eudemonologico (in greco ευδαιμον́ια, felicità) ha una<br />

portata non solo teologica, ma anche psicologica, immanente cioè, al<br />

campo nel quale viene attinta la sua premessa. Il desiderio di felicità,<br />

infatti, è stato impiegato anche per dedurre l‟attributo <strong>del</strong>l‟immortalità<br />

<strong>del</strong>l‟anima. Nel contesto <strong>del</strong>l‟età medioevale si possono ricordare, al<br />

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