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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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[33] Non si dimentichi che la trattazione che si sta proponendo concerne la<br />

psicologia filosofica di Tommaso d‟Aquino e che, pertanto, tutte le<br />

tesi che a essa appartengono sono, a suo avviso, conseguibili<br />

speculativamente, omettendo qualsiasi contributo <strong>del</strong>le certezze <strong>del</strong>la<br />

fede; ciò vale anche per l‟affermazione <strong>del</strong>la identità necessaria tra Dio<br />

e l‟oggetto <strong>del</strong>la felicità. <br />

[34] Nel linguaggio filosofico di Aristotele si può dire che per natura<br />

(ϕύσει) Dio non può non essere desiderato, ricercato, voluto, ma<br />

rispetto a noi (πρόσ ημᾶς) esso può non essere desiderato, fino a<br />

poter essere rifiutato. <br />

[35] Se l‟espressione «libero arbitrio» indica la libertà <strong>del</strong>la volontà, in<br />

quanto quest‟ultima è esente non solo da una necessitas a coatione ma<br />

anche da una necessitas naturalis, è da notare che, mentre è soggetta a<br />

una necessitas naturalis nei confronti <strong>del</strong> bene in generale o <strong>del</strong>la<br />

felicità, essa è svincolata da qualsiasi necessitas nei confronti di<br />

singoli beni finiti e degli atti indispensabili per conseguirli, poiché<br />

nessuno di essi satura lo spazio <strong>del</strong> bene in generale e perciò nessuno<br />

di essi è in grado di attrarre irresistibilmente la volontà. <br />

[36] La medesima potenza appetitiva viene chiamata «volontà», in quanto<br />

da essa procede ogni volizione, inclusa quella volizione necessaria che<br />

ha per oggetto la felicità; mentre si chiama «libero arbitrio» in quanto<br />

essa concerne la libera scelta dei beni particolari, quali mezzi per il<br />

conseguimento <strong>del</strong> fine ultimo. Pur nell‟impianto «intellettualistico»<br />

che caratterizza la sua psicologia <strong>del</strong>l‟anima <strong>del</strong>l‟uomo, Tommaso<br />

sottolinea che, nonostante la denominazione (liberum arbitrium =<br />

libero giudizio), il libero arbitrio è un lato <strong>del</strong>la volontà, è di<br />

pertinenza <strong>del</strong>la «potenza appetitiva» e non di quella conoscitiva. È<br />

vero che viene usato il termine «giudizio», ma in questo caso il<br />

giudizio di cui si tratta è il giudizio che conclude il processo<br />

<strong>del</strong>iberativo, in quanto dirige la tendenza a oggetti, la cui libertà è<br />

certamente di pertinenza <strong>del</strong>la volontà, ancorché essa sia fondata sulla<br />

pluralità di approcci conoscitivi alla realtà, propria <strong>del</strong>la ragione. <br />

[37] Cfr.: Nota 25 di questo testo. <br />

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