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La vita di Rudolf Steiner Teosofia Antroposofia

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

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http://www.cartomante-bantan.com/1/storia_della_cartomanzia_5848028.html<br />

http://www.cartomante-bantan.com/1/storia_dei_pentacoli_a_cosa_servono_5848021.html<br />

http://www.cartomante-bantan.com/1/oroscopo_tema_natale_ti_permette_<strong>di</strong>_vedere_dalla_nascita_le_tue_potenzialita_1350093.html<br />

http://www.cartomante-bantan.com/1/felicita_si_puo_raggiungere_si_puo_trovare_5841380.html<br />

http://www.cartomante-bantan.com/1/storia_dell_esoterismo_5837682.html<br />

http://www.cartomante-bantan.com/1/biotensor_o_bio_tensore_valore_dello_strumento_antico_per_ricerche_energetiche_5884786.html<br />

http://www.bantan-sensitivo.com/1/storia_della_cartomanzia_5836497.html<br />

http://www.bantan-sensitivo.com/1/storia_dei_pentacoli_a_cosa_servono_5840997.html<br />

http://www.bantan-sensitivo.com/1/oroscopo_tema_natale_ti_permette_<strong>di</strong>_vedere_dalla_nascita_le_tue_potenzialita_518348.html<br />

http://www.bantan-sensitivo.com/1/felicita_si_puo_raggiungere_si_puo_trovare_5847931.html<br />

http://www.bantan-sensitivo.com/1/storia_dell_esoterismo_5847972.html<br />

http://www.bantan-sensitivo.com/1/biotensor_o_bio_tensore_valore_dello_strumento_antico_per_ricerche_energetiche_5884561.html<br />

Ruolo delle mogli<br />

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7. Stu<strong>di</strong><br />

goethiani<br />

8.<br />

Collaborazione<br />

all'e<strong>di</strong>zione<br />

nazionale delle<br />

opere<br />

scientifiche <strong>di</strong><br />

Goethe<br />

9. <strong>La</strong> sua<br />

attività <strong>di</strong><br />

educatore<br />

SECONDO PERIODO 1890-1896<br />

1.<br />

Collaborazione<br />

alla «Sophien-<br />

Ausgabe»<br />

2. 1890,<br />

trasferimento a<br />

Weimar<br />

<strong>Steiner</strong> non riusciva a trovare un ponte tra le scienze naturali, come venivano<br />

insegnate nelle università, e la visione spirituale che sperimentava nell'intimo<br />

della sua anima. Attraverso Karl Julius Schröer, suo professore <strong>di</strong> storia della<br />

letteratura, ebbe occasione <strong>di</strong> conoscere, per la prima volta, Goethe come<br />

poeta. Grazie ai precedenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> ottica, botanica e anatomia, effettuati<br />

durante il tempo libero, arrivò anche a «scoprire» Goethe come scienziato. A<br />

poco a poco crebbe in lui la convinzione che la scienza moderna, negatrice<br />

dello spirito, può solamente afferrare ciò che nella natura è morto; mai<br />

l'elemento <strong>vita</strong>le. Egli vide anche come Goethe, nei suoi scritti scientifici,<br />

avesse mostrato una via all'indagine dell'organico e quin<strong>di</strong> anche un ponte tra<br />

la natura e lo spirito. Avrebbe trattato volentieri un qualsiasi argomento<br />

scientifico nel senso <strong>di</strong> Goethe. Ma la <strong>vita</strong> gliene negava il tempo. <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> era un povero studente che si doveva mantenere con lezioni private.<br />

Nel 1885, da parte del Prof. J. Kürschner, lo raggiunse l'invito a curare<br />

l'e<strong>di</strong>zione delle opere scientifiche <strong>di</strong> Goethe per la «Letteratura Nazionale<br />

Tedesca». Era stato lo Schröer a raccomandare il ventiduenne <strong>Steiner</strong> per<br />

questo vasto compito. L'invito offrì la possibilità al giovane studente <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re notevolmente i suoi stu<strong>di</strong> scientifici. Tuttavia dovette proseguire<br />

nel suo lavoro pedagogico per guadagnarsi da vivere.<br />

Nel 1884, terminati gli stu<strong>di</strong>, occupò un posto <strong>di</strong> educatore presso una<br />

famiglia <strong>di</strong> commercianti viennesi.<br />

Il suo allievo, che era affetto da idrocefalia, aveva <strong>di</strong>eci anni, ed era talmente<br />

ritardato nel suo sviluppo intellettuale che si dubitava seriamente <strong>di</strong> poterlo<br />

educare.<br />

Attraverso un lavoro pieno <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> lo porto così avanti<br />

che il ragazzo poté essere accettato al ginnasio, tra compagni della sua stessa<br />

età. Diventò poi me<strong>di</strong>co e cadde nella prima guerra mon<strong>di</strong>ale. Dopo aver<br />

portato a termine con successo questo delicato e veramente <strong>di</strong>fficile compito,<br />

che era durato sei anni, <strong>Steiner</strong> fu in grado <strong>di</strong> porre le basi <strong>di</strong> quella<br />

antropologia pratica che sempre <strong>di</strong> nuovo troveremo nella sua opera (quando<br />

ad esempio, creerà una nuova pedagogia). Così racconta <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>:<br />

«Allora feci i miei veri e propri stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fisiologia e <strong>di</strong> psicologia».<br />

Durante questi anni <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> scoprì che mai il mondo esterno avrebbe<br />

potuto dargli quanto egli cercava dal più profondo dell' anima. Dovette<br />

imparare attraverso sforzi interiori a raggiungere in sé stesso l'armonia tra<br />

«volere» e «dovere». Il tempo dell' infanzia e della giovinezza era ormai finito.<br />

Nel 1889 lo raggiunse l'invito a collaborare alla grande e<strong>di</strong>zione delle opere <strong>di</strong><br />

Goethe allora appena iniziata (chiamata e<strong>di</strong>zione della Granduchessa Sofia).<br />

Sempre nel 1889, dopo una lunga visita per stabilire le premesse del suo<br />

lavoro, si trasferì a Weimar come collaboratore all'archivio goethiano, allora <strong>di</strong><br />

recente fondazione.<br />

Per <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> cominciò cosi una nuova <strong>vita</strong>.<br />

I continui, spesso profon<strong>di</strong> rapporti con poeti, filologi, artisti ed altre<br />

personalità del mondo della cultura, accrebbero la sua conoscenza degli<br />

uomini e <strong>di</strong> sé stesso. Diventò ancora più consapevole della peculiarità della<br />

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3. Principi e<br />

scopi delle sue<br />

e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

Goethe<br />

4. Problemi<br />

<strong>vita</strong>li<br />

propria natura animica.<br />

«Nei momenti in cui mi isolavo, sentivo sempre <strong>di</strong> più che solo un mondo mi<br />

era familiare: quello spirituale che vedevo in me. Con quel mondo potevo<br />

facilmente unirmi. Spesso mi <strong>di</strong>cevo, seguendo il corso dei miei pensieri,<br />

quanto mi fosse stato <strong>di</strong>fficile, durante tutta la mia infanzia e la mia<br />

giovinezza, I'accesso al mondo esteriore me<strong>di</strong>ante i sensi».<br />

Al contrario, l'attività del pensiero gli era facile; era quello il suo vero e<br />

proprio elemento: «...Senza il minimo sforzo, ero in grado <strong>di</strong> afferrare<br />

spiritualmente gran<strong>di</strong> connessioni scientifiche...» All'archivio <strong>di</strong> Goethe, le sue<br />

non comuni capacità <strong>di</strong> ricerca venivano incontestabilmente riconosciute.<br />

Bisogna pensare alla sua superiorità nell'esperienza spirituale, non ad una<br />

sua inferiorità in campo scientifico, quando <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, con modestia,<br />

confessa ne «<strong>La</strong> mia <strong>vita</strong>» le <strong>di</strong>fficoltà del proprio lavoro all'archivio: «Ho<br />

sempre durato molta fatica ad imprimere nella memoria quei dati che è<br />

necessario conoscere nell'ambito della scienza. Dovevo vedere più volte un<br />

oggetto per ricordarmi il suo nome, a quale classe esso appartenesse, ecc. ecc.<br />

Posso <strong>di</strong>re che il mondo dei sensi aveva per me carattere d'ombra, <strong>di</strong> mere<br />

immagini che vedevo scorrere davanti alla mia anima, mentre il mio rapporto<br />

con lo spirito aveva assolutamente carattere <strong>di</strong> realtà».<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> racconta come, in alcune parti, le sue e<strong>di</strong>zioni dovessero lasciar<br />

intravedere questo fatto. Afferma energicamente che se le sue e<strong>di</strong>zioni erano<br />

<strong>di</strong>verse da quelle dei colleghi, ciò <strong>di</strong>pendeva dal fatto che egli le voleva<br />

<strong>di</strong>verse.<br />

<strong>La</strong> maggior parte degli stu<strong>di</strong>osi dell'archivio rappresentava, nel suo ufficio, la<br />

medesima concezione <strong>di</strong> quanti pubblicano opere scientifiche. Per questi<br />

stu<strong>di</strong>osi si trattava esclusivamente <strong>di</strong> curare un testo atten<strong>di</strong>bile, <strong>di</strong> eliminare<br />

passaggi errati, <strong>di</strong> classificare varianti, ecc. Per <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> tutto ciò non<br />

costituiva che un semplice apparato preparatorio. Egli voleva, per mezzo <strong>di</strong><br />

quella e<strong>di</strong>zione delle opere scientifiche <strong>di</strong> Goethe, portare un contributo alle<br />

<strong>di</strong>scussioni scientifiche dell'epoca.<br />

Si era proposto <strong>di</strong> presentare la concezione goethiana come un tutto, e i suoi<br />

ampi commenti si levavano spesso contro certe teorie tra<strong>di</strong>zionali.<br />

«Da essi doveva risultare come il metodo goethiano <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> pensiero,<br />

per la sua ampiezza e per la capacità <strong>di</strong> penetrare spiritualmente nelle cose,<br />

fosse giunto a molte scoperte nei <strong>di</strong>versi rami della scienza. Per me non era<br />

importante esporre queste singole scoperte come tali, ma volevo mostrare che<br />

esse, come i fiori da una pianta, risultavano da una concezione della natura<br />

conforme allo spirito».<br />

Ciò a cui <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, dal più profondo del suo essere, in realtà anelava,<br />

cioé un rinnovamento della cultura nello spirito <strong>di</strong> Goethe, non fu compreso se<br />

non da un piccolo numero <strong>di</strong> collaboratori.<br />

In alcuni dei suoi colleghi non trovò che basso spirito <strong>di</strong> congrega, mancanza<br />

<strong>di</strong> più profon<strong>di</strong> interessi umani generali e, non <strong>di</strong> rado, meschinerie che lo<br />

ferivano e lo angustiavano. Si accorse che a Weimar non si voleva rinnovare,<br />

bensì conservare. Lui, che un anno e mezzo prima aveva messo piede nella<br />

città <strong>di</strong> Goethe con le più gran<strong>di</strong> speranze, dovette già scrivere in una lettera<br />

del maggio 1891: «<strong>La</strong> <strong>vita</strong> e le attività <strong>di</strong> Weimar, la città delle mummie<br />

classiche, mi lasciano in<strong>di</strong>fferente e freddo».<br />

In quel periodo scopri che l'unica cosa cui egli veramente anelava nella sua<br />

<strong>vita</strong>, era in fondo questa: penetrare sempre più profondamente nel mondo<br />

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5. Opere<br />

filosofiche<br />

6. «<strong>La</strong> filosofia<br />

della liberta»<br />

dello spirito. Ma lo stesso Goethe, il realista che massimamente possedeva il<br />

senso per le piccolezze e per i compiti terreni, gli <strong>di</strong>ventò modello <strong>di</strong><br />

perseveranza.<br />

Così <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> continuò il suo lavoro.<br />

Tuttavia, accanto alle contrarietà, la ricca <strong>vita</strong> sociale <strong>di</strong> Weimar gli procurò<br />

anche molte ore in<strong>di</strong>menticabili.<br />

Con gli amici poteva parlare <strong>di</strong> qualsiasi argomento, ma non della sua<br />

conoscienza soprasensibile.<br />

Se voleva comunicare ad altri quella conoscenza, doveva prendere un'altra<br />

strada.<br />

Per <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, mostrare la via che dal mondo del pensiero guida al<br />

mondo soprasensibile, non significava prendere una via in<strong>di</strong>retta. Al<br />

contrario: «Secondo me era necessario riconoscere che il giusto sentiero verso<br />

il mondo spirituale è quello che in primo luogo conduce all'esperienza delle<br />

idee pure».<br />

Così nacquero i suoi scritti filosofici.<br />

Già nel 1886, a Vienna, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva pubblicato il suo primo libro:<br />

«Basi <strong>di</strong> una teoria della conoscenza della concezione goethiana del mondo».<br />

Nella stessa città scrisse una <strong>di</strong>ssertazione sul problema della gnoseologia, in<br />

cui tentò audacemente <strong>di</strong> farla finita una volta per tutte con la teoria<br />

kantiana. Grazie a questo lavoro conseguì la laurea nell'ottobre del 1891.<br />

Dopo avervi aggiunto una prefazione e una appen<strong>di</strong>ce pubblicò il tutto, nello<br />

stesso anno, sotto il titolo: «Verità e Scienza».<br />

Attraverso questi lavori lo <strong>Steiner</strong> si era preparato, interiormente ed<br />

esteriormente, alla sua principale opera filosofica: «<strong>La</strong> filosofia della liberta»<br />

(1894). <strong>La</strong> prima e<strong>di</strong>zione aveva come sottotitolo: «Risultati <strong>di</strong> osservazione<br />

animica secondo il metodo delle scienze naturali». <strong>Steiner</strong> voleva rendere<br />

fertile in campo filosofico l'acutezza <strong>di</strong> osservazione della scienza e, a questo<br />

fine, ne cambiò l'orientamento col <strong>di</strong>rigerla verso il mondo interiore. Egli<br />

mostrò come l'uomo, quando adopera la forza <strong>di</strong> pensiero necessaria, riesca a<br />

superare, con l'esatta percezione <strong>di</strong> idee pure, «libere da ogni carattere<br />

sensoriale», i limiti della conoscenza imposti dai teorici e a <strong>di</strong>ventare libero<br />

citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> un mondo ideale-spirituale.<br />

Altri libri seguirono: «Frederico Nietzsche, lottatore contro il suo tempo»<br />

(1895) e «<strong>La</strong> concezione goethiana del mondo» (1897). Anche queste opere<br />

miravano allo stesso fine delle precedenti.<br />

I libri <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong> erano frutto delle poche ore libere. Durante il suo soggiorno a<br />

Weimar, oltre ai lavori sulle opere scientifiche <strong>di</strong> Goethe, ne aveva iniziati<br />

anche altri: I'e<strong>di</strong>zione delle opere <strong>di</strong> Schopenhauer e <strong>di</strong> Jean Paul per la casa<br />

e<strong>di</strong>trice Cotta, alle quali premise introduzioni biografiche e storico-letterarie.<br />

Si potrebbe ora pensare, viste queste occupazioni secondarie, che il compito<br />

principale <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong>, quello all'Archivio <strong>di</strong> Goethe, ne venisse a soffrire. Ma<br />

non era così, poiché il suo lavoro, che terminò nel 1896, fu sempre compiuto<br />

con grande cura.<br />

Nella relazione annuale per il 1897 della «Goethe-Gesellschaft» si può leggere<br />

quanto segue: «Ciò che <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ha fatto, unendo felicemente le sue<br />

capacità critiche e creative, ha ricevuto la piena approvazione <strong>di</strong> tutti gli<br />

inten<strong>di</strong>tori. Ai suoi sforzi costanti e <strong>di</strong>sinteressati è dovuta una grande<br />

quantità <strong>di</strong> documenti, or<strong>di</strong>nati con metodo e <strong>di</strong>ligenza, i quali assicurano a<br />

Goethe, come uomo <strong>di</strong> scienza, un maggiore e più alto riconoscimento».<br />

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7. 'Svolta della<br />

<strong>vita</strong>' - 1896<br />

TERZO PERIODO 1897-1902<br />

1. Si deve<br />

ammutolire?<br />

2. Berlino 1897<br />

3. Difficoltà<br />

All'età <strong>di</strong> 35 anni circa, poco prima della sua partenza da Weimar e<br />

in<strong>di</strong>pendentemente da ogni circostanza esteriore, nella <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

si verificò un cambiamento decisivo.<br />

«Un interesse, mai provato prima, per ciò che è sensibile, percettibile, si destò<br />

in me. Assunsero importanza alcuni particolari cui prima non avevo prestato<br />

debita attenzione. Ebbi l'impressione che il mondo sensibile avesse qualcosa<br />

da svelarmi, qualche cosa che esso soltanto potesse svelarmi. Entrai così, per<br />

la precisione e la forza dell'osservazione compiuta me<strong>di</strong>ante i sensi, in un<br />

dominio sino allora sconosciuto».<br />

<strong>La</strong> nuova facoltà si ripercosse fortemente sulle sue esperienze spirituali.<br />

«Quando si osserva il mondo fisico si esce completamente da se stessi. Proprio<br />

per questo si può ritornare nel mondo spirituale con accresciuta<br />

penetrazione».<br />

Da anni <strong>Steiner</strong> era solito praticare la me<strong>di</strong>tazione. Intensificò ora<br />

notevolmente quella pratica. Si sviluppò in lui «la coscienza <strong>di</strong> un uomo<br />

spirituale interiore che può svilupparsi nella natura umana e che, liberato<br />

totalmente dall'organismo fisico, può vivere, percepire, muoversi nel mondo<br />

spirituale. Questo uomo spirituale autonomo entrò nella mia esperienza per<br />

effetto della me<strong>di</strong>tazione».<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> acquistò così il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rsi citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong>, il fisico e<br />

lo spirituale.<br />

Ma con ogni <strong>di</strong>ritto crescono anche i doveri.<br />

Con ciò si apre nella sua <strong>vita</strong> un periodo in cui lo sviluppo non si effettua più,<br />

come prima, attraverso una successione <strong>di</strong> eventi che lo <strong>di</strong>rigono, in un certo<br />

senso, dal <strong>di</strong> fuori.<br />

Ci troviamo, ora, davanti ad un uomo che in ogni rapporto, sia interiore che<br />

esteriore, assume l'intera responsabilità del suo destino e dei suoi atti.<br />

Dopo la partenza da Weimar, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> entrò nel periodo più <strong>di</strong>fficile<br />

della sua <strong>vita</strong>. «Le forze che determinavano il mio destino esteriore non<br />

potevano più, come prima, formare una unità con le <strong>di</strong>rettive interiori che<br />

risultavano dalle mie esperienze nel mondo spirituale». Le sue aspirazioni<br />

cozzavano violentemente contro quanto gli veniva incontro dal mondo<br />

esteriore. Negli ultimi anni del secolo incontrerà queste due forze come<br />

potenze nemiche. Questo conflitto minacciò seriamente la sua esistenza, sia<br />

esteriore che interiore.<br />

Nel corso degli anni novanta <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ebbe un'esperienza caratteristica<br />

per la sua nuova situazione. Un fisico molto conosciuto, che coltivava un<br />

grande interesse per la concezione goethiana della natura, gli <strong>di</strong>sse durante<br />

una conversazione: «L'idea che Goethe ha dei colori è tale che la fisica non sa<br />

che farsene». <strong>Steiner</strong> racconta che alla fine della conversazione «ammutolì».<br />

Allora dovette <strong>di</strong>rsi spesso che, quanto per lui era Verità, «è tale che il<br />

pensiero attuale &endash; non sa che farsene&endash;». «Si deve<br />

ammutolire?»<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> decise «<strong>di</strong> <strong>di</strong>re tutto ciò che fosse possibile <strong>di</strong>re». Fu così che,<br />

nell'estate del 1897, si stabilì a Berlino quale e<strong>di</strong>tore del «Magazin für<br />

Literatur». Il «Magazin» era una nota rivista letteraria; ma presto gli causò<br />

gran<strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>. Gli abbonati erano poco numerosi. Per cercare <strong>di</strong> aumentarne<br />

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4. <strong>La</strong> prova<br />

dell'anima<br />

5. <strong>La</strong> via <strong>di</strong><br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

alla conoscenza<br />

del Cristo<br />

la cerchia, bisognava imporsi un'attività utile a quel fine. E <strong>Steiner</strong> si inserì<br />

nella «Libera Società <strong>di</strong> Letteratura». Così, da scrittore e da conferenziere,<br />

entrò in relazione con giovani scrittori tedeschi, che si riunivano intorno a<br />

personalità ben conosciute, come Otto E. Hartleben, Frank Wedekind e Paul<br />

Scheerbarth. <strong>La</strong> collaborazione con costoro gli fu <strong>di</strong>fficile. A quegli artisti <strong>di</strong><br />

particolarissima natura, spesso bizzarra, dava l'impressione <strong>di</strong> essere un<br />

estraneo. Hartleben, che <strong>di</strong>videva con lui la <strong>di</strong>rezione del «Magazin»,<br />

moltiplicava le <strong>di</strong>fficoltà per le irregolarità del suo lavoro.<br />

<strong>Steiner</strong> scriveva tutto ciò che stimava necessario sugli eventi del tempo, a cui<br />

si de<strong>di</strong>cava intensamente.<br />

Ma dalla rivista, che non prosperava, non ricavava <strong>di</strong> che vivere. E non era<br />

possibile fare niente per <strong>di</strong>vulgarla.<br />

Ai <strong>di</strong>sagi materiali si unirono per <strong>di</strong> più quelle esperienze interiori che da<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ne «<strong>La</strong> mia <strong>vita</strong>» furono definite «la prova dell'anima» e<br />

descritte con commovente efficacia.<br />

Fin da fanciullo sentì come suo compito il conoscere a fondo il pensiero<br />

scientifico-materialista, per poterlo trasformare «dal <strong>di</strong> dentro». Verso la fine<br />

del secolo vide quanto mai chiaramente che l'attività del pensare, se viene<br />

sperimentata nel soprasensibile, non è un astratto gioco <strong>di</strong> concetti, ma un<br />

vero rapporto con una vivente essenzialità.<br />

Fu in quell'epoca che <strong>Steiner</strong> incontrò nel mondo dello spirito quelle potenze<br />

demoniache che dalla conoscenza della natura non vogliono portare alla<br />

visione dello spirito, ma fanno del pensiero un meccanismo. «Per quelle entità<br />

è assolutamente vero che il mondo è una macchina». <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

caratterizzerà più tar<strong>di</strong> questi esseri come arimanici, come servitori <strong>di</strong><br />

Arimane.<br />

Doveva ora condurre in piena consapevolezza una dura lotta interiore:<br />

«Dovetti salvare la mia vista spirituale tra le tempeste che si svolsero nella<br />

mia anima». «Durante tali prove, riuscii ad andare avanti solo evocando in<br />

me, con la mia vista interiore, lo sviluppo del cristianesimo». <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

in<strong>di</strong>ca con queste parole l'avvenimento più importante della sua <strong>vita</strong>.<br />

Da fanciullo, <strong>Steiner</strong> aveva servito la Messa nella chiesa del villaggio. Il culto<br />

cattolico fu per lui una profonda esperienza. Ma la sua infantile devozione non<br />

aveva nulla <strong>di</strong> confessionale. Il catechismo non ebbe presa sulla sua anima. Il<br />

padre era un «libero pensatore» e non si <strong>di</strong>ede cura <strong>di</strong> fargli fare la prima<br />

comunione.<br />

Negli ultimi anni dell'Ottocento, la grande sete <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong>resse <strong>Steiner</strong><br />

verso alcune concezioni che non erano quelle delle confessioni religiose, il cui<br />

insegnamento ufficiale «concerne un mondo dell'al<strong>di</strong>là che l'uomo non può<br />

raggiungere sviluppando le proprie forze spirituali. Ciò che la religione<br />

insegna, ciò che essa dà come legge morale, proviene da rivelazioni esterne<br />

all'uomo. A questo si opponeva la mia concezione dello spirito con<br />

l'affermazione che il mondo spirituale è altrettanto percepibile quanto il<br />

mondo che si manifesta ai sensi. E vi si opponeva anche il mio principio <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidualismo etico, per cui la morale non va ricevuta dall'esterno, sotto<br />

forma <strong>di</strong> legge, ma deriva dallo sviluppo dell'entità animico-spirituale<br />

dell'uomo, in cui vive un elemento <strong>di</strong>vino». «Non riuscii a trovare il<br />

cristianesimo che cercavo in nessuna delle confessioni esistenti. Così che, dopo<br />

dure lotte animiche, dovetti immergermi io stesso nel cristianesimo, e<br />

precisamente in quel mondo soprasensibile, nel quale lo spirito stesso ne<br />

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6. Attività <strong>di</strong><br />

conferenziere<br />

7. «Le concezioni<br />

del mondo e<br />

della <strong>vita</strong> nel<br />

XIX secolo»<br />

8. Conferenze<br />

per teosofi 1900-<br />

1902<br />

parla.»<br />

E trovò ciò che cercava.<br />

<strong>La</strong> via <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> verso la conoscenza del Cristo, lo guidò verso quella<br />

travolgente esperienza a cui accenna, con semplici e modeste parole, nella sua<br />

autobiografia: «L'essermi trovato davanti al Mistero del Golgota in un solenne<br />

momento <strong>di</strong> conoscenza interiore fu l'avvenimento più importante per<br />

l'evoluzione della mia anima». Diversi anni più tar<strong>di</strong>, quando dovette<br />

sopportare altre <strong>di</strong>fficili prove, tra cui anche la <strong>di</strong>struzione del Goetheanum,<br />

parlò <strong>di</strong> quegli anni tra il 1897 e il 1900, come dell'epoca in cui visse la sua<br />

«prova più cruciale». Si può anche definire questa sua esperienza con una<br />

frase, che poi ritroveremo in uno dei suoi drammi-mistero: aveva attraversato<br />

la «porta dell'iniziazione». Sia i documenti storici che l'indagine spirituale<br />

dello stesso <strong>Steiner</strong>, testimoniano che simili esperienze interiori<br />

corrispondono a quanto veniva sperimentato nei centri <strong>di</strong> misteri precristiani.<br />

Il neofita doveva prepararsi all'iniziazione attraverso una <strong>vita</strong> me<strong>di</strong>tativa e<br />

cerimonie religiose che si svolgevano in luoghi tranquilli, nella pace raccolta<br />

<strong>di</strong> un tempio. Il vero e proprio atto iniziatico era un rito che avveniva nel più<br />

rigoroso <strong>di</strong>stacco dal mondo esteriore. <strong>La</strong> preparazione <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ebbe<br />

luogo fra gravi <strong>di</strong>sagi materiali, estenuanti occupazioni professionali, relazioni<br />

umane <strong>di</strong>fficili, nel trambusto <strong>di</strong> una immensa città moderna.<br />

Impegnato in una durissima lotta per la <strong>vita</strong>, doveva e<strong>di</strong>ficare in se stesso il<br />

tempio nel cui silenzio si svolgevano drammi <strong>di</strong> cui comunemente non si ha<br />

alcuna idea. <strong>La</strong> sua via evolutiva rispondeva completamente alle esigenze e<br />

alle con<strong>di</strong>zioni della nostra epoca.<br />

Alla fine del settembre 1900 poté far passare la sua rivista in altre mani. E<br />

<strong>di</strong>ede inizio ad una libera attività <strong>di</strong> scrittore e conferenziere.<br />

A Berlino, <strong>Steiner</strong> tenne conferenze d'ogni genere, alcune delle quali<br />

nell'Università Popolare fondata da Liebknecht. Presiedé anche alle riunioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse società scientifiche, in particolare a quelle dell'Associazione<br />

Giordano Bruno e a quelle <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> giovani scrittori d'avanguar<strong>di</strong>a, <strong>di</strong><br />

artisti e <strong>di</strong> ricercatori, che si erano riuniti sotto l'appellativo: «Die<br />

Kommenden».<br />

Durante tale periodo <strong>Steiner</strong> scrisse, fra l'altro, un libro intitolato: «Le<br />

concezioni del mondo e della <strong>vita</strong> nel XIX secolo». In quel libro descrive<br />

l'evoluzione della filosofia dall'epoca <strong>di</strong> Goethe e <strong>di</strong> Kant sino alla svolta fra il<br />

XIX e il XX secolo.<br />

Nel 1914 lo completò, delineando la storia della filosofia dai pensatori ionici<br />

sino a Einstein e alla teoria einsteiniana della relatività. L'opera ebbe un<br />

nuovo titolo: «Gli enigmi della filosofia». Nel medesimo giorno in cui si<br />

concludeva la ven<strong>di</strong>ta del «Magazin», <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> tenne, a Berlino, in casa<br />

del Conte Brockdorff una conferenza su Nietzsche, allora morto. Come egli<br />

stesso scriverà più tar<strong>di</strong>, notò che nell'u<strong>di</strong>torio alcune persone mostravano<br />

vivo interesse per il mondo spirituale. Fu in<strong>vita</strong>to a tornare.<br />

<strong>La</strong> settimana dopo tornò, e tenne una conferenza su «<strong>La</strong> rivelazione segreta <strong>di</strong><br />

Goethe», esaminandone la «Fiaba del serpente verde». Quella conferenza<br />

segna una data importante nel corso dell'attività steineriana. «L'aver potuto<br />

esprimermi finalmente in termini <strong>di</strong>rettamente ispirati dal mondo spirituale,<br />

mentre, sino a quel momento, ero stato costretto a non lasciarne trasparire se<br />

non un riflesso nelle mie esposizioni, fu per me una esperienza capitale»,. <strong>La</strong><br />

conferenza riportò grande successo.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

9. In contrasto<br />

con la concezione<br />

teosofica del<br />

cristianesimo<br />

10. Ingresso<br />

nella Società<br />

Teosofica<br />

11.<br />

Manifestazione<br />

pubblica<br />

nell'Associazione<br />

Giordano Bruno<br />

- Ottobre 1902<br />

Per la prima volta aveva potuto parlare «esotericamente» (<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

usava il termine «esoterico» per mettere in evidenza la «competenza nel ramo»<br />

necessaria all'esposizione <strong>di</strong> fatti soprasensibili). <strong>La</strong> maggior parte del<br />

pubblico era composta <strong>di</strong> soci della Società Teosofica.<br />

Durante l'inverno 1900 -1901, sempre presso il Conte Brockdorff, tenne un<br />

corso sui gran<strong>di</strong> mistici del Me<strong>di</strong>o Evo, e l'inverno dopo parlò sul tema: «Il<br />

cristianesimo quale fatto mistico». Questo corso fu poi rielaborato e <strong>di</strong>venne<br />

un libro. Con questa opera <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> intese mostrare come non soltanto<br />

la pre<strong>di</strong>cazione dei profeti ebrei, ma anche l'insieme dei Misteri dell'antichità<br />

fossero da considerarsi un prelu<strong>di</strong>o alla venuta del Cristo, cioè alla <strong>di</strong>scesa <strong>di</strong><br />

una Entità cosmico-<strong>di</strong>vina.<br />

Con questa esposizione <strong>Steiner</strong> si pose in netto contrasto con le consuete<br />

dottrine della Società Teosofica che descrivevano il Cristo come «un maestro <strong>di</strong><br />

saggezza» tra tanti altri (e neanche come il più grande). Tuttavia, proprio<br />

dopo questo ciclo <strong>di</strong> conferenze, e da parte teosofica, fu in<strong>vita</strong>to ad assumere il<br />

compito <strong>di</strong> segretario generale presso la sezione tedesca della Società<br />

Teosofica, che stava costituendosi allora. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> accettò, ma a<br />

con<strong>di</strong>zione che la sua azione potesse svilupparsi in<strong>di</strong>pendentemente ed<br />

inserirsi in completa libertà nel resto della Società Teosofica.<br />

Che <strong>Steiner</strong> abbia acconsentito a collaborare con la Società Teosofica può<br />

sorprenderci. Le persone a guida della società, come H. P. Blavatsky e Annie<br />

Besant, benché fossero in un certo senso delle eminenti personalità, avevano<br />

suscitato molta <strong>di</strong>ffidenza nelle cerchie culturali per la loro attività spiritistica<br />

e la maniera concettualmente poco sod<strong>di</strong>sfacente con cui esponevano i loro<br />

insegnamenti.<br />

<strong>La</strong> via che esse percorrevano per giungere allo spirito era lontanissima da<br />

quella battuta da <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>. Per loro si trattava principalmente <strong>di</strong> porre<br />

la coscienza in stato <strong>di</strong> passiva ricettività, per <strong>Steiner</strong> si trattava invece <strong>di</strong><br />

svegliarla e <strong>di</strong> innalzarla ad una sfera superiore.<br />

<strong>La</strong> decisione <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> viene spiegata in un accenno che troviamo in<br />

una conferenza del 1923: «Bisogna non perdere <strong>di</strong> vista che, al <strong>di</strong> fuori dei<br />

circoli teosofici, nessuno si interessava, a quel tempo, <strong>di</strong> una seria indagine<br />

spirituale».<br />

L'8 ottobre 1902, <strong>Steiner</strong> fece un passo decisivo in occasione <strong>di</strong> una conferenza<br />

per l'Associazione Giordano Bruno. Dichiarò apertamente, per la prima volta,<br />

quale sarebbe stato lo scopo <strong>di</strong> tutta la sua attività futura: «trovare nuovi<br />

meto<strong>di</strong> per lo stu<strong>di</strong>o dell'anima su base scientifica». Egli chiamò<br />

espressamente questo tentativo come «teosofico» non nel senso orientale, ma<br />

nel senso <strong>di</strong> un impulso culturale occidentale.<br />

Questa decisione rappresentava un rischio.<br />

<strong>Steiner</strong> era favorevolmente conosciuto nei colti ambienti tedeschi come uno<br />

specialista negli stu<strong>di</strong> goethiani, come un filosofo e un <strong>di</strong>vulgatore. Godeva <strong>di</strong><br />

amichevoli rapporti con filosofi come Eduard von Hartmann, con naturalisti<br />

come Haeckel, e con altri dotti del suo tempo. Gioco una grossa partita.<br />

Questa sua conferenza destò molto interesse nel pubblico, ma anche molto<br />

stupore.<br />

«Quella conferenza» egli <strong>di</strong>sse «fu la mia conferenza antroposofica<br />

fondamentale». «Il punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> tutto il mio futuro lavoro». Si può<br />

dunque <strong>di</strong>re che la sera dell'8 ottobre 1902 segnò l'origine dell'antroposofia.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

12. <strong>Teosofia</strong> e<br />

<strong>Antroposofia</strong><br />

OPERE<br />

FONDAMENTALI<br />

A partire da quel momento la biografia <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> è inseparabilmente<br />

unita all'impulso spirituale che allora chiamò spesso «teosofia», ma che ben<br />

presto denominerà «antroposofia» (dal greco «anthropos», uomo, e «sophia»<br />

saggezza). Questa definizione voleva significare una forte e più ampia<br />

coscienza interiore, grazie alla quale l'uomo può sperimentare se stesso come<br />

citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong>. A tale definizione aggiunse le parole: «è la coscienza<br />

della propria umanità».<br />

<strong>La</strong> conferenza non ebbe l'esito che <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva sperato. Ormai era un<br />

«teosofo». Che egli rappresentasse la teosofia in maniera del tutto personale, e<br />

che continuasse a effettuare come prima le proprie ricerche con un metodo<br />

rigorosamente scientifico, fu quasi del tutto misconosciuto, tanto da Haeckel<br />

quanto da altri che sempre si erano mostrati ben <strong>di</strong>sposti verso <strong>di</strong> lui. Di<br />

questo <strong>Steiner</strong> soffrì molto.<br />

Il 20 ottobre 1902 fu fondata la Sezione Tedesca della Società Teosofica, e<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> cominciò a esercitarvi la sua attività <strong>di</strong> segretario generale.<br />

LE OPERE FONDAMENTALI<br />

Lo sviluppo dell'antroposofia - Prima fase 1902 -1909<br />

1. Il libro<br />

«<strong>Teosofia</strong>»<br />

Il contenuto <strong>di</strong> pensiero dell antroposofia era stato «fondato» negli anni tra il<br />

1902 e il 1909. <strong>La</strong> maniera come questo avvenne si sviluppò del tutto<br />

naturalmente. Ciò che <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva da dare, non era una nuova<br />

visione sociale, una dottrina morale o una nuova religione, nel qual caso<br />

avrebbe dovuto fare della propaganda o pre<strong>di</strong>care. Egli aveva da trasmettere<br />

delle conoscenze, e questo non poteva accadere che attraverso concetti e idee,<br />

cioè attraverso una tale comunicazione <strong>di</strong> fatti che potesse venir compresa<br />

dalla sana ragione umana. In questa maniera la libertà interiore dei lettori e<br />

degli ascoltatori era pienamente rispettata.<br />

Durante la prima fase <strong>di</strong> sviluppo dell'antroposofia, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> operò,<br />

quasi esclusivamente, con la parola e con la penna.<br />

Da principio la sua attività <strong>di</strong> conferenziere si svolse soprattutto a Berlino.<br />

In seguito fu in<strong>vita</strong>to, sempre più frequentemente, a parlare in altre città<br />

della Germania ed anche all'estero. Tuttavia non si può <strong>di</strong>re che la sua cerchia<br />

d'azione (considerata esteriormente) si fosse molto estesa.<br />

Tutta l'attività amministrativa poggiava sulle spalle <strong>di</strong> una sola persona:<br />

Marie von Sivers. Di origine baltica, donna <strong>di</strong> forte personalità, Marie von<br />

Sivers <strong>di</strong>venne la sua più vicina collaboratrice: fondò la Casa E<strong>di</strong>trice<br />

Filosofico-teosofica (che poi si chiamera filosofico-antroposofica) e curò<br />

l'e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> molte opere <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong>.<br />

È questo il periodo in cui vedono la luce le principali opere steineriane.<br />

Il primo libro fu: «<strong>Teosofia</strong>». In quest'opera, apparsa nel 1904, <strong>Steiner</strong> compie<br />

il primo tentativo <strong>di</strong> descrivere la natura soprasensibile dell'uomo e i suoi<br />

legami col mondo dello spirito. L'autore non vi fa altro appello al lettore se<br />

non quello <strong>di</strong> servirsi della propria cosciente facoltà <strong>di</strong> percezione e <strong>di</strong><br />

esercitare il proprio pensiero libero da pregiu<strong>di</strong>zi.<br />

Un esempio particolare della sua maniera <strong>di</strong> esporre le cose ci viene dato nella<br />

seconda parte del libro dove <strong>Steiner</strong> percorre pazientemente con il lettore,<br />

passo per passo, ardui nessi <strong>di</strong> pensieri e lo porta ad ammettere, almeno come<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

2. «Come si<br />

consegue la<br />

conoscenza dei<br />

mon<strong>di</strong><br />

superiori?»<br />

3. <strong>La</strong> «Scienza<br />

occulta»<br />

4. Le conferenze<br />

sui Vangeli<br />

possibile, una grande prospettiva: che lo spirito umano ha bisogno per la sua<br />

stessa evoluzione <strong>di</strong> ripetute vite terrene, e che porta con sé, in ogni<br />

incarnazione, i frutti delle vite precedenti.<br />

Innanzitutto <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> espone le idee della «reincarnazione» dello spirito<br />

e del «karma» (cioè legge del destino) come possibili a comprendersi, poi<br />

accenna all'indagine spirituale che gli ha fornito prove innegabili della loro<br />

realtà.<br />

Nell'altro libro: «Come si consegue la conoscenza dei mon<strong>di</strong> superiori» viene<br />

descritto, con la massima precisione ed efficacia, il metodo con cui si possono<br />

raggiungere i medesimi risultati da lui conseguiti nel corso della sua <strong>vita</strong>. Ma<br />

quel libro dà molto <strong>di</strong> più che una simile relazione.<br />

Nelle scuole misteriosofiche dell'antichità, i principi dello sviluppo spirituale<br />

venivano comunicati oralmente dal maestro ai <strong>di</strong>scepoli, che erano poco<br />

numerosi e scelti con cura. Tale consuetu<strong>di</strong>ne fu mantenuta per molto tempo<br />

anche dopo l'era antica.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> si assunse la responsabilità <strong>di</strong> rendere finalmente pubblico ciò<br />

che era stato così lungamente «occulto».<br />

Si rivolge pertanto a tutti gli uomini.<br />

«In ogni uomo sono latenti quelle facoltà che possono portare alla conoscenza<br />

dei mon<strong>di</strong> superiori». Importante notare che le comunicazioni fatte in questo<br />

libro hanno mantenuto il tono <strong>di</strong> consigli intimi, <strong>di</strong> suggerimenti personali.<br />

Alla fine del libro possiamo leggere: «Si consideri questo libro come un<br />

colloquio tra l'autore e il lettore». Il «colloquio» si appella alla libera capacità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento dell'uomo e sostituisce le antiche forme <strong>di</strong> istruzione orale<br />

che tenevano il <strong>di</strong>scepolo subor<strong>di</strong>nato al maestro («Guru»).<br />

«...Ia mia 'Scienza occulta' è, per cosi <strong>di</strong>re, un compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> quanto, fino ad<br />

allora, aveva trovato espressione nel movimento antroposofico.»<br />

<strong>Steiner</strong> descriverà cosi, molti anni dopo, come egli avesse riunito in questa<br />

vasta opera il contenuto <strong>di</strong> molti scritti e conferenze. Al fine <strong>di</strong> prevenire<br />

malintesi sia detto espressamente che il titolo del libro non in<strong>di</strong>ca una scienza<br />

in qualche maniera «occulta» poiché una simile «scienza» non sarebbe più<br />

occuIta dopo una sua pubblicazione. Quell'aggettivo fu necessario a <strong>Steiner</strong> in<br />

quanto egli si propose <strong>di</strong> esporre fatti che, in generale, rimangono «occulti»,<br />

nascosti, ai sensi or<strong>di</strong>nari.<br />

Il capitolo più lungo, che e anche quello più importante, rappresenta un<br />

tentativo <strong>di</strong> descrivere l'evoluzione del mondo tale come essa si presenta ad<br />

una coscienza che ha superato i limiti dello spazio e del tempo. Alla luce delle<br />

ricerche spirituali, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> chiarisce epoche ed avvenimenti su cui<br />

l'astronomia, la geologia, la biologia e la storia or<strong>di</strong>naria sono comunemente<br />

ridotte ad enunciare delle ipotesi. <strong>Steiner</strong> non prescinde affatto dai dati<br />

raccolti dagli scienziati &endash;che egli profondamente rispetta&endash; né<br />

a quei dati si oppone con arbitrarie contrad<strong>di</strong>zioni.<br />

Il suo esclusivo proposito fu quello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la comprensione della terra<br />

e dell'uomo, <strong>di</strong>mostrando come essi siano stati originati da un cosmo <strong>di</strong>vino<br />

spirituale.<br />

Con la «Scienza occulta» il pensiero antroposofico fu esposto ormai nei suoi<br />

tratti essenziali.<br />

Appartengono ancora a questo periodo i cicli <strong>di</strong> conferenze de<strong>di</strong>cate ai Vangeli;<br />

cicli che occupano un posto centrale nella vasta opera <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

5. Annie Besant<br />

e il cristianesimo<br />

6. Le vie si<br />

separano<br />

7. Fondazione<br />

della Società<br />

Antroposofica<br />

ARTE<br />

Quelle conferenze furono tenute per insistente sollecitazione <strong>di</strong> numerosi<br />

membri della società teosofica tedesca, cui stava molto a cuore il<br />

cristianesimo.<br />

In modo convincente <strong>Steiner</strong> mostra come i Vangeli non volessero esporre una<br />

biografia nel senso comune della parola. Egli fece vedere che in essi il Cristo<br />

viene descritto come un essere <strong>di</strong>vino, che dopo aver vissuto nel corpo <strong>di</strong> Gesù<br />

<strong>di</strong> Nazareth, dal battesimo del Giordano fino alla morte sul Golgota, impresse<br />

all'evoluzione non solo dell'umanità, ma della terra e del cosmo intero un<br />

nuovo gran<strong>di</strong>oso impulso. Da allora una potente forza spirituale-cosmica<br />

agisce dalla terra, ed egli, il Risorto, è per sempre unito alla sfera terrestre.<br />

(«... io sarò con voi tutti i giorni...»). <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> fa inoltre vedere che i<br />

Vangeli solo apparentemente espongono le opere del Cristo come fatti che<br />

hanno avuto luogo sul piano terrestre; in realtà essi ad<strong>di</strong>tano eventi che<br />

furono naturali e soprannaturali nello stesso tempo. Con questo fu gettata<br />

una nuova luce su molti «miracoli» (come, ad esempio, la moltiplicazione dei<br />

pani e dei pesci). Per molti che hanno perduto la fede nella Bibbia e negli<br />

insegnamenti tra<strong>di</strong>zionali della Chiesa, <strong>Steiner</strong>, con le sue conferenze sui<br />

Vangeli, ha aperto la via verso una nuova esperienza del Cristo. <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> aveva anche sperato <strong>di</strong> rinnovare il movimento teosofico svegliando<br />

quella vera comprensione del cristianesimo mancata sino allora. Ma Annie<br />

Besant, presidente dal 1907 della Società e personalità <strong>di</strong> maggior rilievo del<br />

movimento teosofico extra-germanico, non poté afferrare questa concezione<br />

più profonda che le veniva proposta.<br />

Annie Besant e <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> parlavano due lingue <strong>di</strong>verse. Ciò nonostante,<br />

per qualche tempo, la loro collaborazione non si interruppe e furono superate<br />

le non lievi <strong>di</strong>fficoltà che ad essa si opponevano. Annie Besant rispettò<br />

l'autonomia della Sezione Tedesca sino al 1912.<br />

In quell'anno <strong>di</strong>venne manifesto ciò che <strong>di</strong> tragico era nel caso Besant: ella<br />

non poteva affatto comprendere come l'avvento del Cristo rappresenti un<br />

«unicum» nella evoluzione del mondo.<br />

In quel periodo sosteneva la sua grande battaglia in favore <strong>di</strong> Krishnamurti,<br />

un giovane indù che la Besant presentava pubblicamente dando ad intendere<br />

che egli fosse l'in<strong>di</strong>viduo nel cui corpo si sarebbe <strong>di</strong> nuovo reincarnato il<br />

«Maestro del mondo» cioè il Cristo.<br />

<strong>La</strong> maniera con cui deformava la Verità e le sue attività determinarono una<br />

situazione deplorevole nella Sezione Tedesca il cui comitato <strong>di</strong>rettivo desiderò<br />

che si <strong>di</strong>mettesse dalla carica <strong>di</strong> presidente. Ma nel gennaio 1913 la Besant<br />

chiese che le fosse restituita la «Carta <strong>di</strong> Fondazione» della Sezione Tedesca.<br />

Ebbe luogo così la rottura definitiva tra i due movimenti. Poco tempo dopo, la<br />

Sezione Tedesca si ricostituì a Berlino come corpo in<strong>di</strong>pendente, assumendo<br />

una denominazione nuova: quella che più propriamente le si ad<strong>di</strong>ceva: Società<br />

Antroposofica.<br />

Numerosi gruppi teosofici aderirono ad essa. Con ciò il movimento spirituale<br />

antroposofico entrava già in un secondo sta<strong>di</strong>o.<br />

Silenziosamente, gradualmente, le sue intime forze crescevano e si<br />

esplicavano.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

L'A R T E<br />

Lo sviluppo dell'antroposofia - Seconda fase 1910 -1916<br />

1. L'arte della<br />

recitazione e<br />

della<br />

declamazione<br />

2. I misteri<br />

drammatici<br />

3. Progetti <strong>di</strong><br />

costruzione a<br />

Monaco<br />

4. 1913 - Il<br />

terreno <strong>di</strong><br />

Dornach<br />

Il Goetheanum<br />

5. Il progetto <strong>di</strong><br />

L'antroposofia non è esclusivamente una somma <strong>di</strong> idee: essa è una forza<br />

vivente che concerne tutto l'essere umano, non soltanto il pensiero. Ma <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> non ha mai voluto intendere questo appello a tutte le forze umane<br />

come un'azione suggestiva o che violi, in qualche modo, la liberta del singolo.<br />

Esiste una sola forma d'espressione che può parlare <strong>di</strong>rettamente alla <strong>vita</strong><br />

affettiva dell'uomo senza privarlo del suo libero giu<strong>di</strong>zio: Questa forma è<br />

l'arte.<br />

Non appena l'antroposofia ampliò il suo campo d'azione, finora limitato al<br />

pensiero, arrivò necessariamente all'attività artistica.<br />

I membri della Società Teosofica si interessavano poco dell'arte, con grande<br />

rammarico <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong>. Marie von Sivers aveva ricevuto a Pietroburgo e a<br />

Parigi una notevole preparazione artistica per opera <strong>di</strong> insigni attori e<br />

possedeva una voce ben impostata. Dalla sua collaborazione con <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> sorsero una nuova recitazione e una nuova declamazione <strong>di</strong> cui dette<br />

frequenti esempi durante le riunioni serali della Società. I suoi saggi<br />

portarono nel movimento antroposofico l'impulso artistico. Da quei saggi<br />

iniziali si giunge per via <strong>di</strong>retta alle rappresentazioni drammatiche che, a<br />

Monaco, si aggiunsero ai corsi <strong>di</strong> antroposofia.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> raramente aveva tentato l'arte. Solo nel 1910 cominciò a dar<br />

forma artistica a quanto portava con sé da più <strong>di</strong> trenta anni. Scrisse quin<strong>di</strong>, e<br />

mise in scena nell'estate dello stesso anno a Monaco, il primo dei suoi<br />

«Misteri» drammatici: «<strong>La</strong> porta dell'iniziazione».<br />

Gli attori erano, a parte Marie von Sivers e alcuni altri, dei <strong>di</strong>lettanti senza<br />

esperienza <strong>di</strong> teatro. Tuttavia le rappresentazioni della «Porta<br />

dell'iniziazione» furono un'esperienza in<strong>di</strong>menticabile. Durante i tre anni<br />

seguenti <strong>Steiner</strong> scrisse e fece rappresentare gli altri tre «Misteri» della<br />

tetralogia: «<strong>La</strong> prova dell'anima», «Il guar<strong>di</strong>ano della soglia», e «Il risveglio<br />

delle anime».<br />

I quattro drammi mostrano un gruppo <strong>di</strong> uomini e le loro spesso<br />

impressionanti esperienze con esseri spirituali e con le proprie incarnazioni<br />

passate: gli itinerari dolorosi che essi percorrono verso la conoscenza <strong>di</strong> se<br />

stessi, verso la costituzione <strong>di</strong> una più cosciente comunità e verso una più<br />

consapevole azione al servizio <strong>di</strong> tutta l'umanità.<br />

I misteri drammatici vengono annualmente rappresentati al teatro del<br />

Goetheanum <strong>di</strong> Dornach (Svizzera).<br />

Ben presto si presentò la necessità <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione un proprio e<strong>di</strong>ficio,<br />

con un grande teatro e con altri locali, non solo per potervi adeguatamente<br />

rappresentare i quattro drammi, bensì anche per lo svolgimento <strong>di</strong> altre<br />

attività artistiche e scientifiche. Si cercò un terreno a Monaco, ma il tentativo<br />

fallì.<br />

Allora, da parte privata, fu offerto a <strong>Steiner</strong> un terreno a Dornach, presso<br />

Basilea. <strong>Steiner</strong> si recò in quel luogo nel 1913 e accettò.<br />

Con questo la Svizzera, I'unica nazione dell'Europa Centrale che verrà<br />

risparmiata da due guerre, <strong>di</strong>venne il centro del movimento antroposofico.<br />

<strong>La</strong> responsabilità dell'intero progetto gravava su <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>. Egli vide con<br />

chiarezza che persino nei più minuti particolari della sua forma esteriore<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> l'e<strong>di</strong>ficio da erigere avrebbe dovuto corrispondere in pieno alle speciali affività<br />

che il movimento antroposofico si proponeva <strong>di</strong> effettuare.<br />

<strong>Steiner</strong> faceva spesso l'esempio del guscio <strong>di</strong> noce, il quale si adatta<br />

esattamente al frutto che contiene.<br />

Le attività artistiche e scientifiche del movimento miravano ad un completo<br />

rinnovamento della cultura. Del pari la forma dell'e<strong>di</strong>ficio doveva parlare un<br />

nuovo linguaggio.<br />

L'attività antroposofica è caratterizzata da una polarità, da una continua<br />

relazione tra il soprasensibile e il sensibile, tra spirito che dona e spirito che<br />

riceve, tra oratore e pubblico. Questa dualità «espressa in sentimento<br />

artistico, si materializza nella doppia cupola» (<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>). Al <strong>di</strong> sopra<br />

della scena doveva inarcarsi la piccola, sulla sala degli spettatori la grande. Il<br />

po<strong>di</strong>o dell'oratore avrebbe dovuto trovarsi tra le due cupole.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> non eseguì solamente il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> tali forme, ma ne modellò<br />

l'abbozzo.<br />

Passati all'esecuzione sorse un problema tecnico molto delicato e dei più<br />

insoliti. Si trattava <strong>di</strong> determinare la linea lungo la quale le due gigantesche<br />

cupole avrebbero dovuto intersecarsi. Dopo lunghi scambi <strong>di</strong> vedute con gli<br />

architetti incaricati del lavoro, <strong>Steiner</strong> stesso contribuì decisamente alla<br />

risoluzione del problema. Questo suo lavoro portò un architetto americano<br />

all'affermazione: «chi ha risolto questo problema e un genio matematico <strong>di</strong><br />

primo or<strong>di</strong>ne» (dalla prefazione <strong>di</strong> Marie <strong>Steiner</strong> von Sivers all'opera: «Verso<br />

un nuovo stile architettonico»).<br />

6. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

si trasferisce a<br />

Dornach<br />

7. Forma degli<br />

zoccoli, dei<br />

capitelli e<br />

dell'architrave e<br />

gli affreschi delle<br />

cupole<br />

<strong>La</strong> posa della prima pietra ebbe luogo nel settembre 1913. Durante la<br />

primavera seguente <strong>Steiner</strong> prese <strong>di</strong>mora a Dornach per <strong>di</strong>rigere<br />

personalmente i lavori. <strong>La</strong> copertura del tetto fu festeggiata nell'aprile del<br />

1914.<br />

<strong>La</strong> sala avrebbe dovuto contenere mille spettatori; il volume globale<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio era <strong>di</strong> 66.000 m3. Le spese <strong>di</strong> costruzione furono <strong>di</strong> sette milioni <strong>di</strong><br />

franchi svizzeri e furono interamente coperte da donazioni.<br />

Sopra due filari <strong>di</strong> colonne correva un architrave in legno scolpito. <strong>La</strong> ragione<br />

per cui colonne, zoccoli, capitelli, architravi, gli archi delle finestre ed una<br />

gran parte dei muri esterni ed interni fossero, come le porte, in legno era che<br />

lo scopo stesso dell'e<strong>di</strong>ficio esigeva forme piene <strong>di</strong> <strong>vita</strong>. A questo fine fu<br />

necessario un enorme lavoro collettivo.<br />

Personalità delle più <strong>di</strong>verse professioni e <strong>di</strong> ogni classe sociale lasciarono con<br />

enorme sacrificio economico i loro paesi e le loro attività per venire a<br />

maneggiare mazzuolo e scalpello a Dornach.<br />

Durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale, mentre nella vicinissima Alsazia il<br />

cannone tuonava notte e giorno, poterono lavorarvi in pace uomini<br />

appartenenti a 17 nazioni.<br />

Nell'interno del palcoscenico e della sala, lungo i due lati nord e sud, si<br />

innalzavano rispettivamente sei e sette imponenti colonne <strong>di</strong> legno, i cui<br />

zoccoli e capitelli presentavano una significativa progressione <strong>di</strong> forme<br />

generate l'una dall'altra. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva già ideato l'evoluzione <strong>di</strong> quei<br />

motivi nel 1907, cioè molto tempo prima che fosse stato dato inizio alla<br />

costruzione. Allorché li fece eseguire a Dornach (dove <strong>di</strong> sua propria mano<br />

cercò come meglio poter utilizzare lo scalpello) ne risultò una serie, che per la<br />

loro successione ricordava il principio della metamorfosi goethiana. Non che<br />

<strong>Steiner</strong> avesse proprio l'intenzione <strong>di</strong> «<strong>di</strong>mostrare» la giustezza delle<br />

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concezioni <strong>di</strong> Goethe, ma volle tradurre nel dominio dell'archittetura la<br />

visione che Goethe aveva avuto del mondo della natura: un or<strong>di</strong>ne retto da<br />

una legge secondo la quale le forme viventi si evolvono procedendo le une dalle<br />

altre.<br />

Tutto quanto aveva preparato l'antroposofia, come la forma della sua sede,<br />

legittimava il nome che <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong>ede alla costruzione, quando già si trovava<br />

in sta<strong>di</strong>o avanzato: «Goetheanum».<br />

Le superfici interne delle cupole, sorrette dalle colonne e dall'architrave, erano<br />

<strong>di</strong>pinte con luminosi colori vegetali, secondo una particolare tecnica, anch'essa<br />

in<strong>di</strong>cata da <strong>Steiner</strong> e da lui stesso praticata negli affreschi della cupola<br />

minore. Quelle pitture (insieme con le quattro finestre tripartite, aperte sia<br />

nella parete nord, sia in quella sud, che presentavano una gradazione <strong>di</strong> colori<br />

dal verde, all'azzurro, al viola sino al rosa) offrivano un singolare e<br />

meraviglioso accordo.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> non si considerava pittore, ma gli stava molto a cuore <strong>di</strong><br />

mostrare come una coscienza profonda delle forze formatrici dei colori potesse<br />

essere una vera e propria sorgente d'ispirazione per i pittori.<br />

Le vetrate, trattate con una tecnica <strong>di</strong> incisione usata per la prima volta,<br />

contenevano rappresentazioni figurative.<br />

8. L'euritmia Lo sviluppo del Goetheanum fu intimamente collegato con la nascita<br />

delI'euritmia. <strong>Steiner</strong> stesso <strong>di</strong>rà che, senza il Goetheanum, I'euritmia non<br />

avrebbe probabilmente raggiunto la sua piena formazione.<br />

L'euritmia non è una danza né una pantomima: e una nuova arte che vuole<br />

esprimere in movimenti precisi delle qualità sonore e verbali. Quando l'uomo<br />

parla o canta, egli forma l'aria che lo circonda; alla base <strong>di</strong> ogni suono, sia<br />

parlato che musicale, vi sono dei gesti e dei movimenti invisibili. Questa è la<br />

fonte dell'arte euritmica: tutto quanto nel linguaggio e nel suono è movimento<br />

nascosto. Essa è, quin<strong>di</strong>, «linguaggio e canto visibili».<br />

9. Una nuova<br />

arte teatrale<br />

10. Il gruppo<br />

scultoreo<br />

L'arte della parola e l'arte drammatica, il lavoro già compiuto per la<br />

rappresentazione dei «Misteri» drammatici e l'euritmia, offrirono la possibilità<br />

<strong>di</strong> sviluppare nel Goetheanum una nuova arte teatrale. Dal 1915 <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> e Marie von Sivers (dal 1914 sua moglie) cominciarono a mettere ogni<br />

anno in scena qualche episo<strong>di</strong>o del «Faust». Durante le prove, <strong>Steiner</strong> stesso<br />

interpretava le parti più <strong>di</strong>verse con una maestria straor<strong>di</strong>naria. Nel 1924,<br />

avvalendosi della ormai ricchissima esperienza acquisita, coronò i suoi sforzi<br />

in questo campo svolgendo un corso per attori <strong>di</strong> professione su: «L'arte della<br />

parola e l'arte drammatica».<br />

Nel primo Goetheanum doveva occupare un posto centrale una scultura in<br />

legno, che <strong>Steiner</strong> creò, dando con essa uno dei suoi più importanti impulsi<br />

artistici. Si tratta <strong>di</strong> un gruppo che rappresenta le tre forze cosmiche operanti<br />

nell'universo e nell'essere umano: forze <strong>di</strong> cui <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ha spesso<br />

efficacemente parlato nei suoi libri e nelle sue conferenze. Questa volta voleva<br />

farlo con lo scalpello, e scolpì lui stesso quel gruppo servendosi dell'aiuto <strong>di</strong><br />

una scultrice inglese: E<strong>di</strong>th Marvon, artista <strong>di</strong> talento.<br />

«Lucifero» è la forza che cerca <strong>di</strong> trasformare l'uomo in una creatura fatta solo<br />

<strong>di</strong> sentimento ardente e <strong>di</strong> egoismo.<br />

«Arimane» al contrario, e quella forza che tende a fare dell'uomo un essere<br />

dall'intelligenza fredda, animicamente pietrificato. Queste due forze non<br />

agiscono soltanto nella sfera spirituale-animica, ma estendono la loro azione<br />

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11. Nuovi<br />

impulsi artistici<br />

12. «Enigmi<br />

dell'anima»<br />

I tre sistemi<br />

'autonomi'<br />

anche sulla materia: <strong>La</strong> prima «Lucifero» agisce <strong>di</strong>ssolvendo, la seconda<br />

«Arimane» provoca l'indurimento.<br />

Tra questi due estremi è necessaria una forza armonizzatrice. Questa forza è<br />

impersonata dalla figura centrale del gruppo come il rappresentante<br />

dell'umanità: il Cristo, incarnazione dell'amore.<br />

Davanti al «Gruppo» avrebbero dovuto svolgersi alcune delle rappresentazioni<br />

teatrali.<br />

Quando l'e<strong>di</strong>ficio fu <strong>di</strong>strutto dalle fiamme questo complesso scultoreo non era<br />

stato ancora terminato e si trovava nello stu<strong>di</strong>o dello <strong>Steiner</strong>. Oggi è possibile<br />

ammirarlo in un'apposita sala del secondo Goetheanum.<br />

Il Goetheanum non è, e non e mai stato &endash;come alcuni<br />

credono&endash; un «tempio»; poiché l'antroposofia comprende la scienza,<br />

I'arte e la religione.<br />

In un'epoca come la nostra, dove questi tre domini della <strong>vita</strong> sempre più<br />

tendono ad allontanarsi l'uno dall'altro, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ha voluto mostrare che<br />

esiste una via per unirli <strong>di</strong> nuovo. Il Goetheanum era stato concepito come un<br />

tentativo <strong>di</strong> tale sintesi della cultura. Serviva <strong>di</strong>rettamente le arti e la scienza,<br />

e, in<strong>di</strong>rettamente, secondo la maniera come queste venivano praticate, anche<br />

la religione. Se si vuole usare un nome più significativo per l'e<strong>di</strong>ficio del<br />

Goetheanum, lo possiamo chiamare, come <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> stesso lo definì «<strong>La</strong><br />

Casa della Parola», «<strong>La</strong> Casa del Verbo».<br />

Poiché non soltanto le conferenze a carattere scientifico, I'arte drammatica,<br />

I'arte della parola e della musica, ma anche l'euritmia, i capitelli e<br />

l'architrave, le pitture delle cupole, il «Gruppo plastico e le forme dell'e<strong>di</strong>ficio<br />

come tali possedevano qualità sonore e verbali, destinate tutte ad accordarsi,<br />

nel vero senso della parola. Durante i pochi anni <strong>di</strong> <strong>vita</strong> del Goetheanum molti<br />

artisti e oratori sperimentarono come un gesto troppo affrettato, una<br />

espressione non adatta, potessero essere causa <strong>di</strong> una «stonatura» nella<br />

sinfonia delle forme.<br />

Gli impulsi artistici che sorsero durante il lavoro presso il primo Goetheanum,<br />

si mostrarono, nel corso dei decenni, straor<strong>di</strong>nariamente fecon<strong>di</strong>.<br />

Una ricca <strong>vita</strong> artistica è sorta in <strong>di</strong>versi centri <strong>di</strong> lavoro antroposofici.<br />

Soprattutto al Goetheanum dove si svolge un'intensa attività <strong>di</strong>dattica (vi<br />

sono scuole <strong>di</strong> pittura, <strong>di</strong> scultura, <strong>di</strong> euritmia e <strong>di</strong> arte drammatica).<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni date da <strong>Steiner</strong> in materia <strong>di</strong> architettura furono vastamente<br />

applicate anche per una serie <strong>di</strong> abitazioni nei pressi del Goetheanum.<br />

Architetti ispirati dall'antroposofia, assimilato lo stile steineriano, lo hanno<br />

esteso alle loro costruzioni anche fuori <strong>di</strong> Dornach.<br />

Sia ora menzionato un altro ramo artistico che da <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ha ricevuto<br />

dei nuovissimi suggerimenti: quello dell'oreficeria, che viene praticata nella<br />

scuola <strong>di</strong> oreficeria e gioielleria presso il Goetheanum.<br />

Oltre le molteplici attività artistiche, I'azione <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong> si estese per tutta<br />

l'Europa. I suoi viaggi all'estero <strong>di</strong>vennero sempre più frequenti e le sue<br />

conferenze ebbero sempre più vasta risonanza.<br />

In Germania continuò ad operare durante quasi tutto il periodo della prima<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale. Scrisse nuovi libri.<br />

Nel 1917, in un articolo degli «Enigmi dell'anima» rese pubblica una delle sue<br />

più notevoli scoperte. Dopo trent'anni <strong>di</strong> ricerche silenziose giunse alla<br />

conclusione che, nel campo della psicologia e della filosofia, è erroneo<br />

ammettere che certe funzioni psichiche siano connesse con dei processi<br />

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I MOVIMENTI<br />

AFFILIATI<br />

Lo sviluppo<br />

dell'<strong>Antroposofia</strong> -<br />

terza fase 1917-1923<br />

nervosi. Secondo lui, dal sistema nervoso <strong>di</strong>pende soltanto la<br />

«rappresentazione». Come il «sentimento» dai fenomeni ritmici della<br />

respirazione e della circolazione del sangue, e la «volontà» dai processi<br />

metabolici. (I nervi «motori» servono non alla trasmissione, ma solo alla<br />

percezione degli impulsi della volontà).<br />

Funzioni nervose, respirazione e circolazione, metabolismo, per quanto stretta<br />

mente legati, sono pure singolarmente in<strong>di</strong>pendenti. <strong>La</strong> concezione <strong>di</strong> questi<br />

tre sistemi organici autonomi sarà <strong>di</strong> grande aiuto a <strong>Steiner</strong>, quando si<br />

occuperà dell'organismo sociale.<br />

I MOVIMENTI AFFILIATI<br />

Lo sviluppo dell'<strong>Antroposofia</strong> - terza fase 1917-1923<br />

1. «<strong>La</strong><br />

tripartizione<br />

dell'organismo<br />

sociale»<br />

2. I<br />

«Memoranda» <strong>di</strong><br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> -<br />

1917<br />

<strong>La</strong> costruzione del Goetheanum attirò sul movimento antroposofico<br />

l'attenzione <strong>di</strong> un pubblicosempre maggiore. Entravano ora a far parte del<br />

movimento personalità che non volevano soltanto avere qualcosa per sé, ma<br />

volevano dare. Erano <strong>di</strong>sposte ad offrire le loro capacità professionali, le loro<br />

particolari specializzazioni, in breve tutta la loro energia lavorativa.<br />

Non era <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ad «assegnare» compiti. I soci venivano a chiedergli<br />

consigli ed egli li aiutava con tutte le sue forze. Ma erano loro a dover<br />

prendere tutte le decisioni. Soltanto così l'antroposofia poté <strong>di</strong>ventare un<br />

grande impulso senza invadere il campo della volonta altrui.<br />

Nacquero così i movimenti affiliati, le cosiddette «figlie» dell'antroposofia.<br />

Grazie all'iniziativa <strong>di</strong> alcuni antroposofi nacque un vasto movimento per la<br />

«tripartizione dell'organismo sociale». <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, pur recando valido aiuto<br />

a in<strong>di</strong>vidui singoli durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale, non poté fare gran cosa<br />

per l'innumerevole moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quanti soffrivano nel mondo. Di questo era<br />

molto addolorato.<br />

Attraverso un'iniziativa privata gli venne offerta la possibilità, durante<br />

l'estate del 1917, <strong>di</strong> far conoscere le proprie vedute sulla situazione <strong>di</strong> allora e<br />

sulle necessità dell'epoca ad alcuni uomini <strong>di</strong> stato tedeschi ed austriaci.<br />

In una serie <strong>di</strong> «Memoranda» <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong>mostrò come la vera causa della<br />

guerra in corso non derivasse dall'aggressività <strong>di</strong> certi Stati, bensì dalla<br />

rovinosa confusione fra gli interessi politici, economici e culturali che regnava<br />

nei paesi belligeranti.<br />

Soltanto la formazione per ciascuno <strong>di</strong> quei domini: il politico, I'economico, il<br />

culturale, <strong>di</strong> corpi ben costituiti, i quali agissero per avvicinare i popoli e non<br />

per separarli, permetterebbe <strong>di</strong> e<strong>vita</strong>re futuri conflitti mon<strong>di</strong>ali. I governi<br />

della Germania e dell'Austria avrebbero dovuto, egli suggeriva, in<strong>di</strong>care come<br />

loro scopo <strong>di</strong> pace una riforma da realizzare secondo un principio <strong>di</strong><br />

tripartizione dell'organismo sociale. I popoli dell'Europa Centrale, effettuando<br />

questa riforma, sarebbero stati giu<strong>di</strong>cati dal mondo in generale, nonostante lo<br />

scatenamento delle passioni, con maggiore comprensione. In Russia (dove<br />

all'epoca caotica seguita alla rivoluzione <strong>di</strong> marzo, si era infinitamente stanchi<br />

della guerra) una manifestazione pacifica del genere avrebbe potuto esercitare<br />

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3. Le con<strong>di</strong>zioni<br />

della Germania<br />

nel 1919<br />

4. «I punti<br />

essenziali della<br />

questione<br />

sociale»<br />

un influsso considerevole.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ebbe un drammatico colloquio con Richard von Kühlmann,<br />

<strong>di</strong>venuto nel 1917 Ministro degli Esteri in Germania. Tale colloquio ebbe per<br />

risultato che il Conte Arthur Polzer-Ho<strong>di</strong>tz, capogabinetto dell'lmperatore<br />

d'Austria, prendesse a stu<strong>di</strong>are con molta attenzione il memorandum in<br />

questione. Egli trovò (è scritto nelle sue memorie) che la proposta <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> «considerava pienamente le necessità pratiche dell'avvenire». Tuttavia<br />

i suoi suggermenti gli sembravano così rivoluzionari da non consentirgliene la<br />

<strong>di</strong>fesa prima che l'lmperatore Karl non lo chiamasse a u<strong>di</strong>enza. Purtroppo<br />

l'u<strong>di</strong>enza concessagli, nella quale egli <strong>di</strong>ede le sue <strong>di</strong>missioni, fu l'ultima. Così,<br />

quella volta, fallì I'idea della «tripartizione».<br />

Un secondo tentativo ebbe luogo nella primavera del 1919. Dopo la sua<br />

capitolazione, nel novembre 1918, la Germania visse per parecchi mesi sotto<br />

la minaccia <strong>di</strong> una terribile rivoluzione. <strong>La</strong> fame regnava. Le manifestazioni,<br />

le insurrezioni armate erano all'or<strong>di</strong>ne del giorno. Gli operai chiedevano salari<br />

piu alti, la riduzione delle ore <strong>di</strong> lavoro, la partecipazione alla <strong>di</strong>rezione delle<br />

<strong>di</strong>tte, ecc. Si riteneva rime<strong>di</strong>o universale la nazionalizzazione dei mezzi <strong>di</strong><br />

produzione.<br />

Fra l'altro, alcuni industriali pregarono allora <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong> apportare il suo<br />

contributo alle <strong>di</strong>scussioni, talvolta turbolente, sull'avvenire della Germania<br />

che si tenevano in tutto il paese. Egli <strong>di</strong>ede la sua risposta, nell'aprile, con una<br />

pubblicazione: «I punti essenziali della questione sociale». Inoltre, insieme ad<br />

alcuni suoi collaboratori, si pro<strong>di</strong>gò in una serie <strong>di</strong> conferenze (in <strong>di</strong>versi sale,<br />

birrerie, officine, davanti a industriali e operai svizzeri e tedeschi). In quelle<br />

conferenze <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> e i suoi collaboratori si sforzarono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />

come gran parte delI'agitazione rivoluzionaria fosse dovuta a ben altre cause,<br />

più profonde, che non fossero quelle generalmente supposte. Il «complesso <strong>di</strong><br />

inferiorita» degli operai proveniva dal sentimento che essi si sentivano<br />

frustrati, non tanto nel dominio politico ed economico, quanto in quello<br />

culturale. «Soltanto la partecipazione ad una libera <strong>vita</strong> spirituale, la quale<br />

miri ad impartire ad ogni citta<strong>di</strong>no la migliore educazione intellettuale e<br />

morale possibile, potrebbe sod<strong>di</strong>sfare le vere riven<strong>di</strong>cazioni sociali dei<br />

lavoratori.» Per quanto concerne la situazione materiale degli operai, <strong>Steiner</strong><br />

era formalmente d'avviso che la preponderanza così accentuata del fattore<br />

economico nel mondo attuale non può mai venir combattuta con mezzi politici.<br />

Una politica interamente affrancata da ogni influenza economica sarebbe la<br />

migliore protezione dei <strong>di</strong>ritti dei lavoratori. <strong>La</strong> politica dovrebbe avere<br />

unicamente la funzione <strong>di</strong> stabilire sulla base dell'eguaglianza le relazioni<br />

giuri<strong>di</strong>che fra i citta<strong>di</strong>ni e farle rispettare. <strong>La</strong> <strong>vita</strong> economica basata sulla<br />

collaborazione e l'associazione dei produttori e dei consumatori, risulterebbe<br />

allora compenetrata <strong>di</strong> sentimenti fraterni, e non sarebbe più una lotta per il<br />

profitto. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, grazie alla sua maniera cor<strong>di</strong>ale e <strong>di</strong>retta <strong>di</strong><br />

esprimersi, trovò consensi soprattutto nel personale delle fabbriche non<br />

organizzato in sindacati (personale che in quel tempo costituiva ancora, in<br />

Germania, una gran parte della classe operaia).<br />

Ma i <strong>di</strong>rigenti delle organizzazioni sindacali, fortemente legati a spirito <strong>di</strong><br />

partito, fiutarono un pericolo nelle idee che egli <strong>di</strong>ffondeva. A causa della loro<br />

opposizione il movimento per la tripartizione, nella sua forma originaria,<br />

dovette venire abbandonato.<br />

E così la speranza <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong>, quella <strong>di</strong> risvegliare un gran movimento<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

5. <strong>La</strong> pedagogia<br />

steineriana<br />

popolare, fallì.<br />

Da tutto questo poté sorgere un'altra «figlia» dell'antroposofia: la pedagogia<br />

steineriana, che ben presto si affermò in tutto il mondo.<br />

L'idea della tripartizione dell'organismo sociale aveva suscitato interesse a<br />

Stoccarda, soprattutto nella grande fabbrica <strong>di</strong> sigarette Waldorf-Astoria.<br />

Operai ed impiegati avevano accolto alcuni cenni che <strong>Steiner</strong> aveva fatto dei<br />

suoi principi pedagogici. Tutti desiderarono per i loro figli un nuovo metodo <strong>di</strong><br />

educazione. Il <strong>di</strong>rettore, Emil Molt, appagò quel desiderio: investì un capitale,<br />

fornì i locali adatti all'istituzione <strong>di</strong> una scuola e pregò <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong><br />

prepararne gli insegnanti.<br />

<strong>Steiner</strong> era stato come predestinato a quella mansione dalI'esperienza<br />

eccezionalmente ricca compiuta da giovane. Egli aveva già tentato,<br />

precedentemente, <strong>di</strong> svegliare uno speciale interesse per la pedagogia nel<br />

movimento antroposofico. Nel 1907, infatti, aveva trattato in una esposizione<br />

importantissima la «educazione del bambino dal punto <strong>di</strong> vista della scienza<br />

dello spirito», che venne poi pubblicata in opuscolo. Egli mostrò come una<br />

giusta comprensione delle leggi che governano il <strong>di</strong>venire del fanciullo e<br />

dell'adolescente dovesse per forza propria sfociare in una pedagogia<br />

completamente nuova.<br />

Un piccolo gruppo <strong>di</strong> persone, per la maggior parte giovani, abbandonarono le<br />

loro precedenti occupazioni per <strong>di</strong>ventare insegnanti della Scuola Waldorf.<br />

Ricevettero da <strong>Steiner</strong> stesso la preparazione in<strong>di</strong>spensabile. Furono tenute,<br />

per loro, due conferenze al giorno: una su «antropologia generale», I'altra su<br />

«metodo e pratica dell'insegnamento». Fu inoltre istituito un seminario per<br />

esercitazioni pratiche.<br />

<strong>La</strong> prima conferenza sull'antropologia generale comincia cosi: «Riusciremo nel<br />

nostro intento se lo considereremo non solo come riguardante l'intelletto e il<br />

sentimento ma anche come rivolto al conseguimento del più alto livello<br />

spirituale-morale».<br />

Questo fu il compito: aiutare l'entita animico-spirituale del bambino, venuta<br />

sulla terra dopo un'esistenza pre-terrena, a orientarsi nel mondo fisico e a<br />

fortificarsi per la <strong>vita</strong>.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> mostra come l'essere umano in <strong>di</strong>venire avanzi per un <strong>di</strong>fficile<br />

cammino le cui tappe faticose sono ben riconoscibili: esse corrispondono al<br />

successivo sorgere <strong>di</strong> necessità materiali e morali ben determinate. Il piano <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> e il metodo da adoperare nella futura scuola furono concepiti per<br />

corrispondere, per quanto possibile, a queste necessità.<br />

<strong>Steiner</strong> non <strong>di</strong>ede ai suoi u<strong>di</strong>tori un insieme <strong>di</strong> «ricette pedagogiche». Al<br />

contrario <strong>di</strong>mostrò loro come la pedagogia non debba mai essere applicata in<br />

maniera stereotipata, perché allora inari<strong>di</strong>sce e muore. L'educazione è una<br />

'Arte' nella quale l'educatore si deve addestrare. Quell'arte è da un lato<br />

rigidamente <strong>di</strong>sciplinata da una legge fissa, cioè dalla necessità <strong>di</strong> seguire con<br />

la massima avvedutezza lo sviluppo naturale ed autentico dell'alunno,<br />

dall'altro lascia all'educatore una piena libertà <strong>di</strong> iniziativa personale.<br />

<strong>Steiner</strong> offri una quantità incommensurabile <strong>di</strong> feconde in<strong>di</strong>cazioni. <strong>La</strong> sua<br />

pedagogia traccia soprattutto ad ogni educatore il cammino per una severa<br />

educazione <strong>di</strong> se stesso. A colui che segue tale via con perseveranza i fanciulli<br />

stessi insegnano a poco a poco come egli debba insegnare.<br />

Questa confortante idea entusiasmò i neo-educatori.<br />

6. «<strong>La</strong> scuola Il 17 settembre 1919 la Scuola Waldorf fu solennemente inaugurata.<br />

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Waldorf» Tutte le materie insegnate furono improntate all'arte. <strong>La</strong> pittura, il canto ecc.<br />

furono inseriti in ogni programma, specie nelle prime classi.<br />

Le nozioni comunicate non dovevano essere rivolte solo all'intelletto del<br />

fanciullo. Si doveva cercare sempre <strong>di</strong> farle agire in maniera veramente<br />

formatrice sul sentimento e sulla volontà, perché a scuola il bambino va «tutto<br />

intero» e non soltanto «con la testa».<br />

Tra gli allievi e i maestri si stabilì imme<strong>di</strong>atamente una relazione <strong>di</strong> assoluta<br />

franchezza e <strong>di</strong> cor<strong>di</strong>ale calore.<br />

I fanciulli si recavano volentieri a scuola e ben presto il reclutamento si estese<br />

all'intera città. Alla morte <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> la scuola contava già circa 900<br />

alunni. <strong>La</strong> maggior parte dei genitori era costituita da «non antroposofi»; la<br />

scuola Waldorf non aspirava affatto a <strong>di</strong>vulgare una particolare concezione del<br />

mondo e della <strong>vita</strong>. <strong>La</strong> sua reputazione aumentò anche all'estero. Professori <strong>di</strong><br />

altre scuole, del tutto ignari <strong>di</strong> antroposofia, cercarono <strong>di</strong> informarsi circa la<br />

pedgogia Waldorf.<br />

<strong>Steiner</strong> venne loro incontro con gioia, convinto che il metodo della sua<br />

pedagogia poteva rendere fecondo l'insegnamento in «qualsiasi» scuola.<br />

In Germania, Svizzera, Olanda, Inghilterra, <strong>Steiner</strong> tenne un'ampia serie <strong>di</strong><br />

conferenze pedagogiche basilari, in<strong>vita</strong>to da insegnanti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti istituzioni<br />

scolastiche. Ma, affinché fosse possibile un'attività pedagogica molto estesa,<br />

bisognava che ci fossero delle «scuole modello» in cui la nuova pedagogia<br />

venisse praticata da un corpo insegnanti composto <strong>di</strong> antroposofi. A tal fine<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> si de<strong>di</strong>cò in particolar modo a perfezionare la scuola <strong>di</strong><br />

Stoccarda.<br />

Da Dornach vi si recò costantemente per assistere alle riunioni dei professori.<br />

Sotto la sua <strong>di</strong>rezione quelle riunioni <strong>di</strong>vennero un «seminario pedagogico<br />

permanente» che lasciò un ricordo in<strong>di</strong>menticabile in coloro che vi<br />

parteciparono. Poiché <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> vi si manifestò, in tutta l'estensione del<br />

termine, «maestro dei maestri». Le sue visite nelle classi erano delle vere e<br />

proprie feste. Egli amava i fanciulli dal piu profondo del suo cuore e i fanciulli<br />

lo ricambiavano <strong>di</strong> pari affetto. Una volta <strong>di</strong>sse che pensava ogni sera a<br />

ciascuno degli allievi della Scuola Waldorf.<br />

Dopo la morte <strong>di</strong> <strong>Steiner</strong>, la pedagogia «Waldorf» <strong>di</strong>venne largamente nota. Il<br />

Terzo Reich ne or<strong>di</strong>nò la chiusura, ma dopo la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale un<br />

grande numero <strong>di</strong> nuove scuole Waldorf fu fondato in Germania e altrove.<br />

7.Ampliamento<br />

della me<strong>di</strong>cina<br />

secondo la<br />

scienza dello<br />

spirito<br />

Anche dei me<strong>di</strong>ci, oltre che degli insegnanti, scoprirono che gli insegnamenti<br />

<strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> erano in grado <strong>di</strong> arricchire notevolmente le loro conoscenze<br />

professionali.<br />

Già molto presto <strong>Steiner</strong> aveva rivolto la sua attenzione a questioni inerenti la<br />

me<strong>di</strong>cina.<br />

In un ciclo <strong>di</strong> conferenze sulla «fisiologia occulta» tenuto a Praga nel 1911,<br />

aveva <strong>di</strong>mostrato come la scienza dello spirito (antroposofia) possa aprire<br />

nuovi orizzonti su quanto concerne l'organismo umano.<br />

Ma le sue in<strong>di</strong>cazioni fruttificarono, conquistando un più vasto pubblico, solo<br />

dopo che egli ebbe trattato, in una conferenza tenuta a Basilea nel gennaio<br />

1920, dei problemi riguardanti la salute. Per iniziativa <strong>di</strong> uno dei suoi u<strong>di</strong>tori,<br />

il dottore in farmacia O. Schmiedel, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> tenne, in occasione della<br />

Pasqua del medesimo anno, il suo primo corso sulla me<strong>di</strong>cina, per me<strong>di</strong>ci,<br />

farmacisti e studenti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, che si erano riuniti nel Goetheanum. In<br />

quell'occasione donò una grande quantità <strong>di</strong> insegnamenti circa il modo <strong>di</strong><br />

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8. L'istituto<br />

Clinico<br />

Terapeutico<br />

9. Weleda<br />

10. «Elementi<br />

fondamentali<br />

per un<br />

ampliamento<br />

dell'arte me<strong>di</strong>ca»<br />

<strong>di</strong>agnosticare e curare le malattie più <strong>di</strong>verse.<br />

Con quel corso fu fondata la me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> orientamento antroposofico. Le con<br />

ferenze risvegliarono grande interesse, tanto che, a richiesta <strong>di</strong> parecchi<br />

me<strong>di</strong>ci, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> dovette far seguire altri corsi su quella medesima<br />

<strong>di</strong>sciplina (1921-1924) sia nel Goetheanum, sia all'estero (specie in Olanda e<br />

in Inghilterra).<br />

<strong>La</strong> caratteristica tutta particolare della me<strong>di</strong>cina ampliata<br />

antroposoficamente, tale quale <strong>Steiner</strong> la espone nelle sue conferenze, consiste<br />

specialmente nelI'includere, in base all'indagine soprasensibile, la natura<br />

psichica e spirituale del malato nello stu<strong>di</strong>o della sua malattia.<br />

Come <strong>di</strong>ce una frase essenziale tratta da una sua conferenza: «la malattia<br />

stessa ci svela l'anormalità &endash;con effetto <strong>di</strong> intensificazione o <strong>di</strong><br />

indebolimento&endash; <strong>di</strong> ciò che deve continuamente operare nell'essere<br />

umano affinché possa vivere in quanto essere spirituale.»<br />

<strong>Steiner</strong> illustrava dei casi patologici servendosi <strong>di</strong> moltissimi esempi e poté<br />

sviluppare, dalle sue conoscenze sull'azione reciproca che avviene fra<br />

l'organismo umano e i regni della natura, una terapia razionale.<br />

Già nel primo corso sulla me<strong>di</strong>cina <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva in<strong>di</strong>cato un grande<br />

numero <strong>di</strong> nuovi me<strong>di</strong>camenti; quelli, per esempio, che sono da applicare in<br />

caso <strong>di</strong> malattie tipiche quali l'arteriosclerosi, quelli che favoriscono il buon<br />

funzionamento del cuore, degli organi <strong>di</strong> circolazione, del fegato, ecc.<br />

In<strong>di</strong>cò pure un me<strong>di</strong>camento a base <strong>di</strong> vischio, specifico contro il cancro.<br />

Me<strong>di</strong>camento sperimentato ed elaborato attraverso ulteriori ricerche <strong>di</strong><br />

laboratorio.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni date da <strong>Steiner</strong> ebbero per conseguenza che, nel 1921, grazie<br />

all'iniziativa della dottoressa olandese Ita Wegman, fu fondato un «Istituto<br />

Clinico-Terapeutico», ad Arlesheim, non lontano dal Goetheanum.<br />

Per la fabbricazione dei nuovi me<strong>di</strong>camenti, furono installati laboratori ad<br />

Arlesheim e a Schwäbisch Gmünd, nei pressi <strong>di</strong> Stoccarda (la o<strong>di</strong>erna «Weleda<br />

AG»). Un gruppo sempre crescente <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci cominciò a riunirsi intorno a<br />

<strong>Steiner</strong>. Egli assisteva spesso alle loro consultazioni e dava dei consigli molto<br />

precisi che risultarono sempre <strong>di</strong> grande utilità. Il numero dei nuovi<br />

me<strong>di</strong>camenti <strong>di</strong>venne sempre maggiore.<br />

A questo punto e necessario precisare che in nessun occasione <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

agì <strong>di</strong>rettamente da me<strong>di</strong>co.<br />

Già al principio della sua atti<strong>vita</strong> in campo me<strong>di</strong>co, mentre stava<br />

concludendosi il suo primo corso per me<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong>chiarò nettamente: «Non<br />

interverrò mai in alcun modo in un trattamento qualsiasi; non l'ho mai fatto.<br />

Curare le malattie è compito <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci professionisti».<br />

Per essere un vero me<strong>di</strong>co nel senso antroposofico della parola bisogna,<br />

<strong>Steiner</strong> <strong>di</strong>ceva, esser prima <strong>di</strong> tutto me<strong>di</strong>co nel senso della me<strong>di</strong>cina ufficiale.<br />

Avrebbe trovato riprovevole ogni <strong>di</strong>lettantismo in tale campo.<br />

I suoi contributi, nell'ambito della me<strong>di</strong>cina, non avevano altro scopo se non<br />

quello <strong>di</strong> ampliare la me<strong>di</strong>cina generalmente praticata, non <strong>di</strong> sostituirla.<br />

Durante l'ultimo anno della sua <strong>vita</strong>, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> scrisse, in collaborazione<br />

con la dottoressa Wegman, un libro che può essere considerato come il<br />

coronamento <strong>di</strong> tutta la sua atti<strong>vita</strong> in campo me<strong>di</strong>co: «Elementi fondamentali<br />

per un ampliamento dell'arte me<strong>di</strong>ca secondo le conoscenze della Scienza dello<br />

Spirito».<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

11. L'euritmia<br />

curativa<br />

12. <strong>La</strong> pedagogia<br />

curativa<br />

13. '<strong>La</strong><br />

Comunità<br />

Cristiana'<br />

L'attività svolta da <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> nel campo della me<strong>di</strong>cina rese possibile il<br />

sorgere <strong>di</strong> attività professionali del tutto nuove: I'euritmia e la pedagogia<br />

curative.<br />

L'euritmia curativa come mezzo terapeutico fu proposta da <strong>Steiner</strong> stesso nel<br />

1921, durante un suo corso per me<strong>di</strong>ci.<br />

Questa terapia me<strong>di</strong>ante il movimento ha le stesse basi dell'euritmia artistica.<br />

<strong>La</strong> sua applicazione richiede la sorveglianza <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co e una speciale<br />

istruzione.<br />

L'euritmia curativa si basa sugli elementi del linguaggio: le vocali e le<br />

consonanti; si collega quin<strong>di</strong> con la fisiologia della parola ed investe l'essere<br />

umano intero, perché l'intero organismo partecipa alla pronuncia accentuata<br />

dei suoni del linguaggio che accompagna, per cosi <strong>di</strong>re, con la propria<br />

risonanza.<br />

Quando si ha un irregolare funzionamento o delle anomalie, I'euritmia<br />

curativa può agire sulle varie parti dell'organismo per mezzo dell'esecuzione<br />

euritmico terapeutica delle vocali e delle consonanti.<br />

Nel trattamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni derivanti dal metabolismo e nella correzione <strong>di</strong><br />

parecchi <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> posizione frequenti nei bambini, I'euritmia curativa si è<br />

mostrata, col volger del tempo, <strong>di</strong> particolare efficacia.<br />

I primi consigli concernenti una pedagogia curativa, secondo la scienza dello<br />

spirito, furono dati da <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> nella primavera del 1924, quando tre<br />

giovani studenti che avevano avuto a che fare con dei bambini anormali, si<br />

rivolsero a lui. Per suo consiglio, quei tre giovani fondarono allora l'lstituto <strong>di</strong><br />

Pedagogia Curativa <strong>di</strong> <strong>La</strong>uenstein presso Jena. Quasi nel medesimo tempo<br />

furono condotti alla dottoressa Wegman nella clinica <strong>di</strong> Arlesheim alcuni<br />

ragazzi «bisognosi» come <strong>di</strong>ceva <strong>Steiner</strong> «<strong>di</strong> cure animiche». Ben presto, nei<br />

pressi del Goetheanum, fu creato un istituto <strong>di</strong> pedagogia curativa: il<br />

«Sonnenhof».<br />

Nel giugno 1924 <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> tenne il suo «corso <strong>di</strong> pedagogia curativa» per<br />

coloro a cui questa nuova attività stava molto a cuore.<br />

L'idea fondamentale <strong>di</strong> questa pedagogia concepita da <strong>Steiner</strong> è che lo spirito<br />

dell'uomo non può essere soggetto a malattie, ma può essere impe<strong>di</strong>to nel suo<br />

sviluppo, durante la sua esistenza terrena, da un corpo fisico insufficiente.<br />

Tale insufficienza costituisce non un danno irreparabile per la <strong>vita</strong> del<br />

fanciullo, bensì uno stimolo ad un compito particolare assegnatogli dal<br />

destino: un compito che potrà essere svolto soltanto con l'amorevole aiuto <strong>di</strong><br />

coloro che lo circondano. L'idea <strong>di</strong> una <strong>vita</strong> mancata, <strong>di</strong> una <strong>vita</strong> senza valore,<br />

non viene concepita neanche lontanamente.<br />

Le cure segnalate da <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> per questi casi non escludono dei<br />

me<strong>di</strong>camenti, anzi li comportano, ma ciò che principalmente occorre è una<br />

assistenza speciale. Essa deve essere nel medesimo tempo artistica e religiosa,<br />

a base <strong>di</strong> musica, <strong>di</strong> pittura, <strong>di</strong> modellamento, <strong>di</strong> euritmia; soprattutto <strong>di</strong><br />

euritmia curativa. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ripete spesso che il più lieve miglioramento<br />

può avere gran<strong>di</strong>ssima importanza per lo sviluppo dell'in<strong>di</strong>vidualità <strong>di</strong> quei<br />

fanciulli. Da allora la pedagogia curativa ha trovato in parecchi paesi uomini<br />

e donne capaci che, in più <strong>di</strong> cento istituti e villaggi specializzati, danno a<br />

migliaia <strong>di</strong> fanciulli anormali nuove possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, col rispondere a domande <strong>di</strong> viva attualità che continuamente<br />

gli venivano rivolte, poté dare, negli anni del dopoguerra, importanti impulsi<br />

allo sviluppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse attività professionali.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

14. Il metodo<br />

bio-<strong>di</strong>namico<br />

dell'agricoltura<br />

Nel 1921, alcuni giovani teologi, insieme ad alcuni studenti che<br />

s'interessavano <strong>di</strong> questioni religiose e avevano conosciuto l'antroposofia,<br />

domandarono a <strong>Steiner</strong> se li potesse aiutare a rinnovare la <strong>vita</strong> devozionale e<br />

rituale del cristianesimo. Egli rispose loro affermativamente, ponendo però<br />

bene in rilievo che il suo compito non era quello <strong>di</strong> fondare una nuova<br />

religione, ma <strong>di</strong> sviluppare i meto<strong>di</strong> dell'indagine spirituale.<br />

Negli anni 1921 e 1922 tenne tre gran<strong>di</strong> cicli <strong>di</strong> conferenze su teologia teorica<br />

e pratica nei quali, secondo il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> esperti, <strong>di</strong>mostrò una competenza<br />

ad<strong>di</strong>rittura stupefacente.<br />

Più tar<strong>di</strong> fu in grado <strong>di</strong> dare il rituale dei nuovi sacramenti cristiani che<br />

permisero, nel 1922, I'instaurazione <strong>di</strong> un nuovo culto. Così, grazie<br />

all'appoggio e ai consigli <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, i futuri sacerdoti poterono fondare<br />

la «Comunita Cristiana». Il dott. Friedrich Rittelmeyer, conosciuto teologo<br />

evangelico, ne assunse la guida. <strong>La</strong> «Comunità Cristiana» si è sviluppata<br />

notevolmente nel corso degli anni, soprattutto in Germania. <strong>La</strong> sede centrale è<br />

a Stoccarda dove c'è anche il seminario. L'attività ed i compiti della Comunità<br />

Cristiana si sono sempre svolti separatamente da quelli della Società<br />

Antroposofica che non è un movimento religioso e non comporta alcun culto.<br />

Nel 1922, due giovani naturalisti si rivolsero a <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> per<br />

domandargli come certe in<strong>di</strong>cazioni che egli aveva loro fornite circa i processi<br />

e i ritmi della <strong>vita</strong> potessero venire utilmente applicate all'agricoltura.<br />

Per tutta risposta egli offrì loro una serie <strong>di</strong> insegnamenti pratici sulla<br />

composizione <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti vegetali, che, aggiunti ai concimi naturali, ne<br />

avrebbero aumentato l'efficacia. Nello stesso anno dette a un agricoltore<br />

qualche in<strong>di</strong>cazione complementare sulla maniera <strong>di</strong> coltivare i terreni<br />

escludendo l'uso <strong>di</strong> concimi chimici.<br />

Da tale germe è sorta quella che viene chiamata agricoltura biologico<strong>di</strong>namica.<br />

Nel 1924, <strong>Steiner</strong>, accogliendo la richiesta <strong>di</strong> agricoltori antroposofi,<br />

tenne a Koberwitz, presso Breslavia, in una proprieta appartenente al Conte<br />

C. Keyserlingk, una serie <strong>di</strong> otto conferenze che costituirono poi il suo «Corso<br />

<strong>di</strong> agricoltura». Con esso <strong>di</strong>mostrò come i risultati della ricerca spirituale<br />

possano condurre ad una concezione della natura completamente nuova. Nella<br />

cooperazione che ha luogo fra il suolo, I'acqua, I'irra<strong>di</strong>azione solare, la <strong>vita</strong><br />

animale e la crescita delle piante, sono da <strong>di</strong>stinguere due specie <strong>di</strong> forze<br />

formatrici: le terrestri e le cosmiche. Nel mondo vegetale, per esempio,<br />

I'azione delle forze terrestri è visibile nei fenomeni quali la crescita e la<br />

produzione delle sostanze; I'azione delle forze cosmiche nei fenomeni quali la<br />

maturazione e la fecondazione.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong>mostra inoltre, sino nei più minuti particolari, come in<br />

agricoltura si possano fino a un certo punto stimolare, o eventualmente<br />

frenare, quelle due azioni polarmente opposte. Questo può avvenire me<strong>di</strong>ante<br />

alcuni proce<strong>di</strong>menti naturali: il trattamento dell'humus con prodotti speciali,<br />

I'inserzione nel letame <strong>di</strong> alcuni ingre<strong>di</strong>enti vegetali fatti ingerire dal<br />

bestiame nella sua alimentazione, una ripartizione delle colture in conformità<br />

delle esigenze biologiche del terreno, ecc.<br />

L'ideale sarebbe <strong>di</strong> istituire degli organismi agricoli in cui la terra, le piante<br />

coltivate e gli animali vivessero in un equilibrio spontaneo e sano. Un gran<br />

numero <strong>di</strong> agricoltori e <strong>di</strong> orticultori lavorano oggi in molti paesi d'Europa e <strong>di</strong><br />

altri continenti seguendo tali principi.<br />

Trent'anni <strong>di</strong> esperienza, coronati da successo in tenute <strong>di</strong>rette secondo gli<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

15. Altre<br />

iniziative in<br />

campo scientifico<br />

insegnamenti del «Corso <strong>di</strong> agricoltura» confermano l'efficacia del metodo.<br />

Oggi una gran quantità <strong>di</strong> osservazioni compiute durante gli esperimenti <strong>di</strong><br />

molti anni costituisce un importante patrimonio <strong>di</strong> cognizioni a vantaggio <strong>di</strong><br />

agricoltori ed orticultori.<br />

In alcuni laboratori i prodotti ottenuti vengono stu<strong>di</strong>ati con nuovi meto<strong>di</strong><br />

(come, ad es. quello delle «cristallizzazioni»).<br />

Il lavoro effettuato nelle masserie e nei giar<strong>di</strong>ni col sistema bio-<strong>di</strong>namico ha<br />

favorito gli esperimenti sostenuti col proposito <strong>di</strong> ottenere piante e animali<br />

domestici più sani ed un miglioramento nella qualità dei prodotti. Questi sono<br />

ora a <strong>di</strong>sposizione dei consumatori dei <strong>di</strong>versi paesi sotto il nome <strong>di</strong> «prodotti<br />

Demeter»: denominazione protetta dalla legge.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> si rivelarono straor<strong>di</strong>nariamente feconde non<br />

soltanto nelle <strong>di</strong>verse attività professionali, ma anche in molti rami della<br />

ricerca scientifica.<br />

Per quanto concerne le scienze naturali siano menzionate in particolare le sue<br />

esposizioni sull'essenza delle «forze formative» completate sempre <strong>di</strong> nuovo<br />

dai più <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista.<br />

Come abbiamo detto prima, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> era arrivato già da studente alla<br />

convinzione che la maniera <strong>di</strong> osservazione della scienza naturale moderna<br />

altro non può afferrare, in fondo, che il lato morto della natura. Attraverso la<br />

propria osservazione egli vide che le forze, le quali stanno alla base dei<br />

fenomeni organici, provengono da regioni soprasensibili. <strong>Steiner</strong> chiamò<br />

spesso queste forze «forze formative eteriche» e mostrò come sia possibile, in<br />

una maniera simile a quella <strong>di</strong> Goethe, stu<strong>di</strong>are esattamente la loro attività in<br />

base a <strong>di</strong>versi fenomeni fisici. (Come ad es. osservando la forma e le<br />

metamorfosi <strong>di</strong> una pianta.)<br />

Alcuni scienziati decisero <strong>di</strong> effettuare un tentativo: quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />

sperimentalmente l'azione delle «forze eteriche». Furono costruiti alcuni<br />

laboratori, tra cui uno a Dornach sotto la <strong>di</strong>rezione del dott. G. Wachsmuth e<br />

del dott. E. Pfeiffer. Tramite alcune in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong>o <strong>Steiner</strong> furono elaborati<br />

due meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca: il metodo «capillare-<strong>di</strong>namico» da L. Kolisko, e il metodo<br />

delle «cristallizzazioni» da E. Pfeiffer.<br />

Attraverso questi due processi è possibile vedere che le formazioni risultanti<br />

da certe soluzioni <strong>di</strong> sali metallici subiscono delle trasformazioni importanti<br />

non appena vi si aggiungano sostanze organiche (p. es. Iatte vaccino, sangue<br />

umano, ecc.). Dopo esperimenti effettuati con la maggiore cura e attenzione si<br />

potè stabilire che non soltanto queste sostanze, ma che an che un gran<br />

numero <strong>di</strong> malattie creano la loro «immagine parlante»; inoltre fu possibile<br />

rilevare che i colori e le forme delle immagini <strong>di</strong>pendono dall'ora in cui è stato<br />

compiuto l'esperimento. Ci si trovò così <strong>di</strong> fronte ad una grande quantità <strong>di</strong><br />

fenomeni che non si potevano far risalire a processi chimici, ma permisero <strong>di</strong><br />

riconoscere l'azione <strong>di</strong> forze «non-chimiche»: <strong>di</strong> forze «soprasensibil».<br />

Già ai tempi <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> erano stati pubblicati i primi risultati <strong>di</strong> simili<br />

ricerche.<br />

Dopo la sua morte, specialmente dopo la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, il numero<br />

delle pubblicazioni aumentò considerevolmente. I due meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi si sono<br />

rivelati <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata utilità pratica: per esaminare la qualità <strong>di</strong> alimenti e<br />

per la <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse malattie, tra cui il cancro.<br />

In numerosi paesi esistono oggi dei laboratori dove si lavora secondo le<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

16. Riviste<br />

antroposofiche<br />

17. Corsi<br />

'universitari' <strong>di</strong><br />

antroposofia<br />

1920-22<br />

18. Il Congresso<br />

Occidente-<br />

Oriente<br />

Vienna, giugno<br />

1922<br />

I suoi impulsi non furono accolti soltanto da sperimentatori, ma soprattutto<br />

da numerosi autori <strong>di</strong> opere scientifiche. Non ci è possibile elencarne tutti i<br />

nomi, ma e giusto accennare almeno ad alcuni campi della ricerca scientifica<br />

in cui le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> si sono mostrate quanto mai feconde: la<br />

nuova immagine dell'universo e della terra per astronomi, meteorologi, fisici e<br />

botanici. Le «forze formative eteriche» per i biologi. Nuovi aspetti<br />

sull'apparizione e sulla evoluzione delle specie animali, per zoologi e<br />

antropologi.<br />

L'essere umano &endash;oggetto principale <strong>di</strong> tutte le ricerche&endash; in<br />

particolare per me<strong>di</strong>ci e pedagogisti. Le prospettive sull'evoluzione della<br />

coscienza per gli storici <strong>di</strong> ogni campo. Gli scritti filosofici per i teorici della<br />

conoscenza e gli psicologi; le idee della tripartizione sociale per sociologi,<br />

storici, economisti e giuristi. I molteplici impulsi artistici per filologi, artisti e<br />

scrittori.<br />

<strong>La</strong> letteratura esistente, che già aveva notevoli proporzioni quando <strong>Steiner</strong><br />

era ancora in <strong>vita</strong>, si è andata sempre più arricchendo con gli anni. Molti <strong>di</strong><br />

questi scrittori pubblicarono articoli in <strong>di</strong>verse riviste <strong>di</strong> orientamento<br />

antroposofico che furono fondate con l'appoggio e la collaborazione <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong>.<br />

Nel 1921 esce a Stoccarda la rivista mensile «Die Drei» a Dornach appare<br />

(siamo ancora nel 1921) il settimanale «Das Goetheanum», organo della<br />

Società Antroposofica, sotto la redazione del poeta e drammaturgo svizzero<br />

Albert Steffen (1884-1963).<br />

Oggi esiste nel mondo una considerevole quantita <strong>di</strong> riviste<br />

antroposofiche.(ve<strong>di</strong>: riviste antroposofiche in Italia)<br />

Molti uomini <strong>di</strong> scienza che circondavano <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> coltivavano in sé il<br />

desiderio <strong>di</strong> far conoscere l'antroposofia nel mondo. Furono soprattutto certi<br />

stu<strong>di</strong>osi più giovani a pregarlo <strong>di</strong> tenere nel Goetheanum, e soprattutto nelle<br />

città universitarie <strong>di</strong> vari paesi, corsi e conferenze. In occasione <strong>di</strong> questi corsi<br />

universitari tenuti tra il 1920 e il 1922, poterono parlare anche molti<br />

rappresentanti dei movimenti affiliati.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> tenne molte conferenze <strong>di</strong>mostrando come la scienza dello<br />

spirito possa incrementare ogni conoscenza e rendere in generale più conscia<br />

ed efficiente la <strong>vita</strong> umana. Risultato <strong>di</strong> quei corsi fu che l'antroposofia si<br />

estese per raggiungere, nella prima metà del 1922, il massimo della<br />

<strong>di</strong>ffusione.<br />

I viaggi intrapresi a quell'epoca attraverso tutta la Germania furono per<br />

<strong>Steiner</strong> la prova del fuoco. Sale immense <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> città erano gremite <strong>di</strong><br />

ascoltatori nonostante i numerosi attacchi della stampa. Il 26 gennaio, quando<br />

<strong>Steiner</strong> parlò nella sala della Società Filarmonica a Berlino, la polizia fu<br />

costretta a regolare l'afflusso della folla. Una gran parte non poté entrare.<br />

Invece a Monaco e a Elberfeld &endash;sintomi inquietanti&endash; furono<br />

affissi manifesti politici contrari a <strong>Steiner</strong>, e agitatori causarono <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni.<br />

Alcuni minacciarono persino l'oratore.<br />

<strong>La</strong> più imponente manifestazione pubblica fu quella che si ebbe in occasione<br />

del Congresso Occidente-Oriente tenuto a Vienna nel giugno 1922. Specialisti<br />

<strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>scipline scientifiche, che appartenevano al movimento<br />

antroposofico, vi parteciparono con le loro conferenze e <strong>Steiner</strong> prese la parola<br />

per do<strong>di</strong>ci giorni consecutivi, davanti a duemila ascoltatori, <strong>di</strong>mostrando come<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

19. L'incen<strong>di</strong>o<br />

del primo<br />

Goetheanum<br />

l'antroposofia possa intervenire in tutti i campi. Il <strong>di</strong>scorso finale fu de<strong>di</strong>cato<br />

al pensiero ispiratore del Goetheanum.<br />

In quegli anni era d'uso che <strong>di</strong>battiti facessero seguito alle conferenze <strong>di</strong><br />

<strong>Steiner</strong>, specialmente durante i corsi universitari. Così sorsero delle animate<br />

<strong>di</strong>scussioni dove egli stesso venne fatto centro <strong>di</strong> accanimento polemico.<br />

<strong>Steiner</strong> dette sempre esempi sorprendenti delle sue profonde e<br />

particolareggiate conoscenze in ogni campo e della sua prontezza <strong>di</strong> spirito.<br />

Comunque, quel modo <strong>di</strong> affermare le proprie idee contro chi gli dava fervida e<br />

sensazionale battaglia, non era certo <strong>di</strong> suo gra<strong>di</strong>mento. Egli non voleva dare<br />

prova del proprio sapere o delle proprie capacita <strong>di</strong>alettiche, ma voleva fornire<br />

a coloro che gli esponevano i propri problemi <strong>vita</strong>li la buona occasione <strong>di</strong><br />

riflettere a mente posata e tranquilla.<br />

Questa occasione era possibile trovarla nel Goetheanum, con l'atmosfera <strong>di</strong><br />

quiete e <strong>di</strong> concentrazione che vi regnava. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> era felice quando gli<br />

stu<strong>di</strong>osi delle varie <strong>di</strong>scipline si riunivano a Dornach, dove le forme del<br />

Goetheanum e il lavoro che vi si svolgeva parlavano il suo medesimo<br />

linguaggio: un linguaggio armonioso che poteva venire accolto da tutto l'essere<br />

umano, e non soltanto compreso dall'intelletto.<br />

Durante la notte del 31 <strong>di</strong>cembre 1922, sul tar<strong>di</strong>, poco dopo che l'ultimo<br />

u<strong>di</strong>tore ebbe lasciato il Goetheanum, dove <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva tenuto una<br />

conferenza, il custode notturno notò del fumo nell'interno dell'e<strong>di</strong>ficio. Il<br />

Goetheanum era in preda alle fiamme.<br />

Furono compiuti tentativi <strong>di</strong>sperati per salvare l'e<strong>di</strong>ficio. Il fuoco si <strong>di</strong>ffuse con<br />

spaventosa rapi<strong>di</strong>tà. Prima che le due cupole crollassero, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

or<strong>di</strong>nò al gruppo dei volenterosi che si adoperavano per spegnere l'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

allontanarsi. Durante tutta la notte la sua preoccupazione principale fu che<br />

nessuno rimanesse ferito.<br />

Proprio mentre scoccava la mezzanotte le fiamme si sprigionarono attraverso<br />

la cupola grande e illuminarono il cielo. I vetri delle finestre <strong>di</strong>ventarono<br />

incandescenti ed esplosero in schegge. Infine, quando si abbatté la cupola<br />

ovest, si vide uscire dalle canne metalliche dell'organo un fascio <strong>di</strong> fiamme<br />

ver<strong>di</strong> e blu. Una folla innumerevolc era accorsa dai luoghi vicini ed anche da<br />

Basilea per assistere all'enorme rogo.<br />

Silenzioso, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> girava intorno all'e<strong>di</strong>ficio e seguiva attentamente la<br />

devastazione prodotta dal fuoco.<br />

Al mattino <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong>ede istruzioni per continuare il convegno nella<br />

falegnameria che miracolosamente era stata risparmiata dal tremendo<br />

incen<strong>di</strong>o. Il programma previsto fu pienamento svolto. <strong>La</strong> sera tenne per i<br />

visitatori venuti da parecchie parti della Svizzera e da altri paesi la<br />

conferenza che era stata già annunziata e che fece precedere da alcune parole<br />

sulla catastrofe della notte precedente.<br />

L'incen<strong>di</strong>o del Goetheanum segna il culmine dei violenti attacchi intesi già da<br />

anni a colpire <strong>Steiner</strong> e la sua opera: attacchi provenienti da gruppi<br />

eterogenei <strong>di</strong> critici e <strong>di</strong> avversari. Alcuni <strong>di</strong> essi adoperavano armi leali. Altri<br />

non rifuggivano dai mezzi più indegni per riuscire nei loro scopi. Quali fossero<br />

tali scopi si vide ancora più nettamente dopo l'incen<strong>di</strong>o: si levarono voci nella<br />

stampa in cui si vedeva la sod<strong>di</strong>sfazione prodotta dalla <strong>di</strong>struzione del<br />

Goetheanum. Ma <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, infaticabile, non interruppe la sua attività.<br />

Il fango che scagliarono contro <strong>di</strong> lui non riusci a colpirlo né toccò quanto era<br />

rimasto del Goetheanum: I'annerito basamento <strong>di</strong> cemento armato ricoperto<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

LA SOCIETA' ANTROPOSOFICA<br />

UNIVERSALE<br />

Lo sviluppo dell'<strong>Antroposofia</strong> -<br />

quarta fase 1923-1925 (anno della<br />

sua morte)<br />

<strong>di</strong> neve.<br />

L'incen<strong>di</strong>o del Goetheanum coincise con una grave crisi del movimento<br />

antroposofico.<br />

Insegnanti, teologi, me<strong>di</strong>ci, biologi, fisici, giuristi, economisti, storici, filologi:<br />

quanti avevano accolto l'antroposofia erano animati da zelo <strong>di</strong> pionieri.<br />

Nel caos del dopoguerra volevano porre le fondamenta <strong>di</strong> una nuova civiltà.<br />

Tutti quegli specialisti si concentravano troppo sulle proprie «specializzazioni»<br />

e perdevano <strong>di</strong> vista l'insieme.<br />

Quelli dotati <strong>di</strong> una più larga visione passavano da un «movimento affiliato»<br />

all'altro con l'idea <strong>di</strong> realizzarne il programma il più possibile: iniziavano un<br />

lavoro e presto lo abbandonavano per un altro. Anche i giovani facevano<br />

sentire la loro voce: molti, reduci dal fronte, entravano a far parte del<br />

movimento antroposofico ma <strong>di</strong>chiaravano, dopo aver visto come stavano le<br />

cose, che potevano intendersi con <strong>Steiner</strong> ma non con gli altri. Si ebbe una<br />

<strong>di</strong>spersione. Chi voleva una cosa, chi l'altra. Più <strong>di</strong> una buona volontà corse il<br />

rischio <strong>di</strong> arrendersi, <strong>di</strong> non approdare a nulla. Alla maggioranza sfuggiva il<br />

fatto che l'unica vera necessità era quella <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re l'antroposofia; e non<br />

quella <strong>di</strong> abbandonarsi ad attività esteriori, che già erano molte. Nel gennaio<br />

e nel febbraio del 1923 <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> dovette energicamente ricordare a<br />

coloro che lavoravano nelle varie «figlie», che quelle istituzioni, se erano nate e<br />

si erano a poco a poco sviluppate, ciò era dovuto all'antroposofia.<br />

E così nacque il motto: «...che le figlie non <strong>di</strong>mentichino la madre». Il compito<br />

<strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> nel 1923 fu quello <strong>di</strong> preparare un rinnovamento della<br />

società antroposofica.<br />

LA SOCIETA' ANTROPOSOFICA UNIVERSALE<br />

Lo sviluppo dell'antroposofia - quarta fase dal 1923 fino alla morte <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> (marzo<br />

1925)<br />

1. Il Convegno <strong>di</strong><br />

Natale 1923<br />

Quando il movimento antroposofico minacciò <strong>di</strong> perdersi in tanti gruppi<br />

separati poiché il contenuto centrale dell'antroposofia non veniva abbastanza<br />

approfon<strong>di</strong>to, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> in<strong>di</strong>viduò una sola via <strong>di</strong> uscita: la «madre»,<br />

I'antroposofia, doveva <strong>di</strong>ventare un'organizzazione sul piano fisico, per far<br />

fluire i suoi impulsi nei movimenti affiliati e per rivelarsi nella sua realtà<br />

spirituale, cioè come fonte ispiratrice <strong>di</strong> tutte quelle attività esteriori. Così,<br />

per poter essere all'altezza dei compiti futuri fu necessario fondare <strong>di</strong> nuovo la<br />

Società Antroposofica.<br />

A Natale del 1923, ottocento membri venuti da ogni paese si riunirono a<br />

Dornach nell'angusto locale della falegnameria. Essi costituirono, con la loro<br />

presenza, il nucleo della «Società Antroposofica Universale», la cui «prima<br />

pietra» fu posta da <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> il mattino stesso <strong>di</strong> Natale. Con quell'atto<br />

penetrò nei cuori dei presenti un contenuto spirituale che, nella maniera più<br />

libera, li avrebbe uniti per sempre.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

2. 'Posa della<br />

prima pietra'<br />

della Società<br />

Antroposofica<br />

Universale<br />

3. <strong>La</strong> Libera<br />

Università <strong>di</strong><br />

Scienza dello<br />

Spirito<br />

4. Le Sezioni<br />

della Università<br />

5. <strong>La</strong> presidenza<br />

Ciò che essi sperimentarono fu espresso dal poeta svizzero Albert Steffen con<br />

le seguenti parole: «Quanti vi hanno partecipato sono profondamente certi che<br />

la morte non può impe<strong>di</strong>re la realizzazione <strong>di</strong> questa mèta, ma che essa<br />

continua al <strong>di</strong> là della <strong>vita</strong> e della morte».<br />

Considerata come fenomeno sociale, questa nuova comunità ha qualcosa del<br />

tutto particolare nella sua impostazione. Da essa deve essere escluso ogni<br />

elemento burocratico o esageratamente amministrativo. Conformemente al<br />

contenuto spirituale che si è riversato in essa, la Società Antroposofica<br />

Universale deve essere un'istituzione in cui domini l'elemento umano puro,<br />

dove l'«importante» è il rapporto tra uomo e uomo. Perciò essa non può avere<br />

statuti con programmi, o obblighi restrittivi. I suoi principi devono essere,<br />

secondo l'espressione <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> stesso, una «descrizione <strong>di</strong> fatti reali,<br />

che si evolvono come un essere vivente». <strong>La</strong> Società Antroposofica Universale<br />

è una istituzione che apre le proprie porte a tutti, «senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong><br />

nazionalità, <strong>di</strong> ceto, <strong>di</strong> religione, <strong>di</strong> concezione artistica o scientifica». È<br />

sufficiente «considerare giustificata l'esistenza <strong>di</strong> una istituzione come il<br />

Goetheanum <strong>di</strong> Dornach quale Libera Università <strong>di</strong> Scienza dello Spirito»<br />

(par. 4 dei principi). <strong>La</strong> qualità <strong>di</strong> membro non comporta altri obblighi <strong>di</strong><br />

quelli che si assumono con se stessi.<br />

<strong>La</strong> Società Antroposofica Universale, nonostante il suo carattere aperto, è una<br />

comunità dove ciascuno può cercare ciò che gli sta maggiormente a cuore.<br />

Nell'incontro con chi ha le medesime aspirazioni si può vedere l'antroposofia<br />

non solo come un «insegnamento» ma come <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> la descrisse una<br />

volta: un essere vivente che batte alla porta <strong>di</strong> ogni cuore umano e <strong>di</strong>ce:<br />

«fammi entrare perché io sono te; perché io sono quanto <strong>di</strong> veramente umano è<br />

in te». Il lavoro antroposofico, in seno alla Società, deve far trovare a ciascuno<br />

l'antroposofia negli altri e in se stesso.<br />

Un elemento fondamentale della Società Antroposofica Universale è quello<br />

che risulta dal paragrafo 5 dei principi: «<strong>La</strong> Società Antroposofica riconosce<br />

come centro della sua attività la Libera Università <strong>di</strong> Scienza dello Spirito in<br />

Dornach. Essa consterà <strong>di</strong> tre classi a cui potranno, a richiesta, essere<br />

ammessi i membri della Societa dopo un periodo che verrà stabilito dalla<br />

<strong>di</strong>rezione del Goetheanum». Il paragrafo 9 esprime il rapporto tra la Società e<br />

la Libera Università: «Scopo della Società Antroposofica sarà il favorire<br />

l'indagine spirituale; scopo della Libera Università sarà l'indagine stessa».<br />

Colui che entra nella Libera Università prende su <strong>di</strong> sé la responsabilità «<strong>di</strong><br />

essere un vero rappresentante dell'antroposofia <strong>di</strong> fronte al mondo». Le<br />

<strong>di</strong>verse attività scientifiche e artistiche della Libera Università furono<br />

or<strong>di</strong>nate in Sezioni. Dal carattere <strong>di</strong> questa nuova comunità risultò chiaro che<br />

la sua presidenza non poteva essere il solito consiglio <strong>di</strong> amministrazione. Ciò<br />

che <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> desiderava era «una presidenza capace <strong>di</strong> iniziative, intesa<br />

a dare impulsi e consigli e a porre il massimo valore sull'elemento personale<br />

umano fino nei minimi dettagli». A questo fine ne assunse lui stesso la<br />

presidenza e la <strong>di</strong>rezione della Sezione <strong>di</strong> <strong>Antroposofia</strong> Generale. (Nella<br />

società fondata nel 1913 egli non fu nemmeno &endash;per essere<br />

esatti&endash; socio della stessa. <strong>Steiner</strong> vi era consigliere e maestro<br />

spirituale.)<br />

Al suo fianco, cinque spiccate personalità costituirono il corpo della<br />

presidenza: il poeta svizzero Albert Steffen, che assunse la <strong>di</strong>rezione della<br />

Sezione per le «Belle Scienze» (Schöne Wissenschaften); la signora Marie<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

6. L'opera <strong>di</strong><br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

nel 1924<br />

7. Culmine delle<br />

sue attività<br />

Settembre 1924<br />

<strong>Steiner</strong>, <strong>di</strong>rettrice della Sezione per le Arti della Parola e della Musica; la<br />

dottoressa olandese Ita Wegman, per la Sezione Me<strong>di</strong>ca; la dottoressa<br />

Elisabeth Vreede, pure olandese, <strong>di</strong>rettrice della Sezione Matematico-<br />

Astronomica; il dott. Guenther Wachsmuth, tedesco, per la Sezione <strong>di</strong> Scienze<br />

Naturali.<br />

Con la chiusura del Convegno <strong>di</strong> Natale, I'opera terrena <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

raggiunse, nell'anno 1924, una straor<strong>di</strong>naria culminazione. In quell'anno egli<br />

continuò tutte le sue precedenti attività. Il numero delle manifestazioni<br />

aumentò ancora; anche per i movimenti affiliati. <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> tenne corsi <strong>di</strong><br />

agricoltura, <strong>di</strong> pedagogia curativa, corsi speciali per me<strong>di</strong>ci, maestri,<br />

euritmisti, attori e sacerdoti della Comunità Cristiana. Così, nel mezzo <strong>di</strong> una<br />

continua, intensa attività, aveva cominciato a realizzare quanto si era<br />

proposto con il Convegno <strong>di</strong> Natale.<br />

Come egli aveva promesso, la sua azione come presidente mostrò sempre<br />

l'elemento umano imme<strong>di</strong>ato; anche nei minimi dettagli, come, per fare un<br />

esempio concreto, quando <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> firmò personalmente le migliaia <strong>di</strong><br />

tessere <strong>di</strong> socio che furono rilasciate dopo il Convegno <strong>di</strong> Natale.<br />

Le sue attività <strong>di</strong> conferenziere ricevettero una nuova forza; imponenti,<br />

inaspettate conoscenze vennero sempre più alla luce. Una spiritualità<br />

trasfigurata si manifestava attraverso il suo essere.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> racconta che allora poté esprimere cose <strong>di</strong> cui non avrebbe<br />

potuto parlare prima. Egli parlò ancora più concretamente sulle ripetute vite<br />

terrene dell'uomo. Nelle «Conferenze sul Karma» il suo sguardo si posò sulle<br />

più segrete forze evolutive della storia: mostrò come le successive incarnazioni<br />

<strong>di</strong> alcune importanti personalità storiche, abbiano notevolmente influenzato<br />

la storia o come esse siano state in rapporto con l'evoluzione del I'umanità.<br />

Inoltre cominciò a tenere, per i soci della prima classe, un insegnamento che<br />

aveva per scopo una più profonda <strong>di</strong>sciplina interiore. Fu così che<br />

l'insegnamento superiore ricevette il carattere che ha mantenuto fino ad oggi.<br />

Il silenzioso consolidarsi della <strong>vita</strong> antroposofica si svolse tra movimentati<br />

avvenimenti esteriori ed interiori.<br />

Nel 1924 <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> creò il bozzetto per il secondo Goetheanum e dovette<br />

sostenere una energica lotta per avere dalle autorità locali il permesso <strong>di</strong><br />

costruire.<br />

Intraprese anche lunghi viaggi all'estero tra cui uno in Inghilterra. Ovunque<br />

egli arrivasse trovava ad attenderlo comitati <strong>di</strong> ricevimento, reporters,<br />

comitive, sedute e incontri con personalità <strong>di</strong> primo piano; naturalmente<br />

anche attacchi da una parte della stampa. Tutto questo tumulto lo<br />

preoccupava ben poco, tutt'al più lo stancava. Ma non si lamentò mai, poiché<br />

aveva accettato tutte le conseguenze che avrebbero potuto derivare dai suoi<br />

viaggi.<br />

Nel settembre 1924 la sua atti<strong>vita</strong> raggiunse il culmine.<br />

Tornato a Dornach, giorno per giorno vi tenne serie <strong>di</strong> conferenze: un corso per<br />

teologi (I'Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni), un altro per sacerdoti e me<strong>di</strong>ci (la me<strong>di</strong>cina<br />

pastorale), un terzo per attori (I'arte della parola e l'arte drammatica).<br />

Due volte alla settimana parlava agli operai e agli artigiani che lavoravano<br />

per il Goetheanum. Per i soci teneva ogni sera nuove «conferenze sul Karma».<br />

Sembrava che la necessità <strong>di</strong> donare ancora e sempre <strong>di</strong> più, si fosse talmente<br />

accresciuta da fargli varcare i limiti concessi alla resistenza fisica <strong>di</strong> un uomo.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

8. Sguardo<br />

d'insieme<br />

9. <strong>La</strong> malattia<br />

10. «<strong>La</strong> mia <strong>vita</strong>»<br />

«Massime»<br />

Gettiamo ora un'occhiata su quello che fu il suo lavoro durante l'ultima parte<br />

della sua <strong>vita</strong>. Nel corso degli anni lo <strong>Steiner</strong> si era sottoposto ad uno sforzo<br />

sempre più grave. Ogni nuovo movimento affiliato gli portava sempre più<br />

responsabilità e un maggior lavoro. Sembra che per lunghi perio<strong>di</strong> non abbia<br />

dormito che per qualche momento; non risparmiava la sua salute quando ciò<br />

si rendeva necessario.<br />

Durante i vent'anni in cui esercitò la sua attività <strong>di</strong> conferenziere, non<br />

<strong>di</strong>s<strong>di</strong>sse mai una sola conferenza. Un giorno salì sul po<strong>di</strong>o affetto da pleurite.<br />

In parte, è possibile contare la sua opera: una ventina <strong>di</strong> libri scritti dall'inizio<br />

del secolo, più un grande numero <strong>di</strong> scritti e articoli.<br />

Le conferenze e i <strong>di</strong>scorsi ammontano a circa 6.000. Le riunioni cui dovette<br />

presiedere sono innumerevoli.<br />

Oltre a questi lavori abituali, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> ne sostenne un altro <strong>di</strong> cui è<br />

impossibile stabilire la misura: le conversazioni private. Si andava a visitarlo<br />

in ogni circostanza e ad ogni ora, e non solamente <strong>di</strong> giorno.<br />

Terminato il compito quoti<strong>di</strong>ano, finita la conferenza serale, quando egli si<br />

accingeva al lavoro notturno, lo si attendeva ancora all'uscita per interrogarlo<br />

su problemi suscitati dalla sua conferenza. Nel 1922, per l'intera durata del<br />

Congresso <strong>di</strong> Vienna, si faceva la coda, giorno e notte, dalla hall dell'albergo<br />

dove abitava sino ai corridoi con la speranza <strong>di</strong> essere ricevuti. Si trattasse <strong>di</strong><br />

una questione importante o <strong>di</strong> una cosa meramente personale (spesso anche<br />

meschina) quanti veramente desideravano avvicinarlo riuscirono ad avere un<br />

colloquio e ad avere suoi consigli. Non mancavano gli in<strong>di</strong>screti che rubavano<br />

il tempo che a loro piaceva. Se si trattava <strong>di</strong> cose serie, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> si<br />

pro<strong>di</strong>gava interamente nella conversazione: ascoltava attentamente e si<br />

immedesimava nell'interlocutore; si può veramente <strong>di</strong>re che prendesse su <strong>di</strong><br />

sé il destino della persona che gli stava davanti. Questo risultava chiaramente<br />

dalle sue risposte che mostravano quanto profondamente egli fosse penetrato<br />

col suo sguardo nell'intimo dell'altra personalità. Dovette così portare in sé,<br />

non soltanto cose piacevoli, ma anche pesanti sofferenze e angosciosi<br />

problemi. A ciò si aggiungevano gli attacchi incessanti che gli provenivano da<br />

avversari noti e nascosti.<br />

Tutto questo lo rese malato.<br />

Ai primi del 1924 soffriva già <strong>di</strong> una grave malattia che, tra le altre<br />

conseguenze, affievolì le sue funzioni <strong>di</strong> assimilazione. Il male si aggravò<br />

rapidamente.<br />

Proprio nel settembre, quando il suo insegnamento raggiunse il più alto<br />

livello, la gente accorse ancora in maggior numero per chiedere il suo aiuto.<br />

Durante le tre settimane in cui tenne in me<strong>di</strong>a quattro conferenze al giorno, il<br />

portiere (come Marie <strong>Steiner</strong> racconterà) contò 400 visite private.<br />

Fu <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> stesso a <strong>di</strong>re che le sue energie potevano far fronte ai<br />

compiti che egli si era proposto, ma non a quanto gli veniva richiesto da altri,<br />

cioè i colloqui privati. Questi, più che altro, contribuirono a minargli la salute.<br />

Il 28 settembre tenne la sua ultima conferenza. Dopo, non poté più lasciare il<br />

letto. Tutte le testimonianze sono concor<strong>di</strong> nell'affermare che <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>,<br />

durante questa lotta sostenuta per anni contro la spossatezza che minacciava<br />

<strong>di</strong> sopraffarlo, mantenne sempre, sino nelle minime circostanze, un equilibrio<br />

completo e un signorile senso dell'umorismo. Il periodo <strong>di</strong> questa ultima<br />

malattia non lo trascorse in Dornach nella casa dove abitava, ma nel suo<br />

modesto stu<strong>di</strong>o, accanto al Goetheanum.<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

11. <strong>La</strong> morte <strong>di</strong><br />

<strong>Rudolf</strong> steiner<br />

12. I cicli <strong>di</strong><br />

conferenze<br />

Non potendo più agire con la parola, continuò la sua opera con la penna. <strong>La</strong><br />

sua corrispondenza raggiunse notevoli proporzioni; inoltre leggeva molti libri<br />

e ne scriveva lui stesso. Una gran parte della sua autobiografia («<strong>La</strong> mia<br />

<strong>vita</strong>») e la sua ultima esposizione antroposofica («Massime»), che<br />

rappresentano opere fondamentali, furono scritte in quel periodo. «<strong>La</strong> mia<br />

<strong>vita</strong>» ci fa conoscere non soltanto la <strong>vita</strong> dell'autore, bensì quella <strong>di</strong> tutta<br />

un'epoca; I'altra ci schiude vaste prospettive sulla conoscenza antroposofica<br />

dell'uomo e del cosmo.<br />

Mentre le forze <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>di</strong>minuivano inesorabilmente, accanto a lui<br />

si potevano u<strong>di</strong>re i rumori dei martelli e delle macchine che provenivano dal<br />

cantiere. <strong>La</strong> costruzione del secondo Goetheanum era già iniziata.<br />

Ai pie<strong>di</strong> della statua del Cristo che egli stesso aveva scolpito, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

spirò il 30 marzo 1925.<br />

Possiamo <strong>di</strong>re senza esagerazione che l'opera da lui lasciata, sia nel genere<br />

che nella quantità, non ha uguali nella storia dell'occidente. Al momento della<br />

sua morte, due elementi essenziali della sua opera, che solo piu tar<strong>di</strong><br />

dovevano rivelarsi in tutta la loro ricchezza, erano ancora poco conosciuti: i<br />

suoi cicli <strong>di</strong> conferenze e il bozzetto del secondo Goetheanum.<br />

Ne parleremo ora brevemente.<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> voleva, fin da principio, che le sue conferenze venissero<br />

ascoltate, non lette. Ogni conferenza si <strong>di</strong>rigeva a un determinato pubblico<br />

fornito <strong>di</strong> un particolare grado <strong>di</strong> conoscenza: era tenuta in circostanze<br />

precise, in un determinato luogo.<br />

Non era raro il caso che <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> si <strong>di</strong>rigesse particolarmente ad uno o<br />

due ascoltatori, <strong>di</strong> cui voleva particolarmente considerare i problemi o il<br />

destino. Da tutto questo <strong>di</strong>pendevano in massima parte la tematica, lo stile, il<br />

tono delle sue conferenze.<br />

Tuttavia, i soci che non avevano potuto u<strong>di</strong>re le sue conferenze avevano il vivo<br />

desiderio <strong>di</strong> conoscerne il contenuto. Perciò cominciarono a circolare appunti.<br />

Si scoprì che essi contenevano non <strong>di</strong> rado gravi errori: allora si ricorse alla<br />

stenografia. I testi furono stampati con la riserva: «solo per i soci».<br />

<strong>Steiner</strong> non aveva tempo <strong>di</strong> rivederli prima della stampa, meno ancora per<br />

riempirne le lacune. Dopo la prima guerra mon<strong>di</strong>ale, quando il pubblico<br />

cominciò ad interessarsi sempre piu dell'antroposofia, capitò spesso che copie<br />

delle conferenze riservate ai membri fossero lette da persone che non<br />

appartenevano alla Società. Questo causò spesso equivoci e polemiche<br />

pubbliche.<br />

Conforme al nuovo carattere della Società Antroposofica Universale, <strong>Rudolf</strong><br />

<strong>Steiner</strong> si risolse ad un passo ar<strong>di</strong>to ma necessario: autorizzò la stampa dei<br />

cicli <strong>di</strong> conferenze sino allora tenute, prendendo una sola misura per<br />

proteggere i testi contro qualsiasi giu<strong>di</strong>zio erroneo. Stabilì che ogni esemplare<br />

fosse munito della seguente nota: «Manoscritto stampato per i membri della<br />

Libera Università <strong>di</strong> Scienza dello Spirito (Goetheanum). Nessuno può<br />

esprimere un giu<strong>di</strong>zio competente su questa opera se non avrà acquisito una<br />

preliminare conoscenza degli insegnamenti impartiti in questa Università, sia<br />

<strong>di</strong>rettamente, sia in maniera da essa approvata. Gli autori non intendono<br />

accettare alcuna <strong>di</strong>scussione sui giu<strong>di</strong>zi che potrebbero venire emessi<br />

sull'opera stessa».<br />

L'intenzione <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> fu che da allora tutta la sua opera venisse e<strong>di</strong>ta<br />

tramite la Casa E<strong>di</strong>trice Filosofico-antroposofica che, nel 1924, fu annessa alla<br />

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13/05/2011 - 15.55 <strong>La</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> <strong>Teosofia</strong> <strong>Antroposofia</strong><br />

13. Il secondo<br />

Goetheanum<br />

14. A<br />

continuazione<br />

dell'opera <strong>di</strong><br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong><br />

Clau<strong>di</strong>o<br />

Società.<br />

In occasione del Convegno <strong>di</strong> Natale 1923, <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> fu in grado <strong>di</strong><br />

compiere un altro passo. Per la prima volta i soci appresero dei particolari<br />

sull'idea del secondo Goetheanum.<br />

Questo nuovo e<strong>di</strong>ficio doveva essere come un ricordo del primo Goetheanum;<br />

però, visto l'ampliamento del lavoro antroposofico, doveva anche avere<br />

maggiori <strong>di</strong>mensioni. <strong>La</strong> forma doveva corrispondere al materiale impiegato: il<br />

cemento armato.<br />

Dopo un anno, il modello delle forme esterne era pronto. Un grande gesto<br />

accompagna l'e<strong>di</strong>ficio da est verso ovest, con forme prima raccolte, che sempre<br />

più si articolano in un ricco linguaggio <strong>di</strong> superfici concave e convesse.<br />

<strong>La</strong> malattia gli rese impossibile curarne i dettagli, ma dal suo letto poté dare<br />

consigli e in<strong>di</strong>cazioni agli architetti.<br />

L'e<strong>di</strong>ficio era stato iniziato nella primavera del 1925. Al momento della morte<br />

<strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> c'erano soltanto le fondamenta. Presto si levarono le<br />

intelaiature per le complicate forme <strong>di</strong> cemento. Nel 1928, dopo quattro anni<br />

<strong>di</strong> lavoro, la costruzione era così avanzata che poté già essere in gran parte<br />

utilizzata. Negli anni che seguirono, il lavoro fu continuato.<br />

Il lettore che ha seguito quanto è stato esposto finora potrà domandarsi: dove<br />

sono oggi i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>, e che cosa fanno?<br />

Sia nell'ambito della Società Antroposofica Universale che per il pubblico il<br />

Goetheanum è considerato tuttora il centro del lavoro antroposofico come<br />

<strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> aveva desiderato.<br />

Ogni anno il Goetheanum è mèta <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> persone che vengono per<br />

partecipare a manifestazioni artistiche e scientifiche, per approfittare delle<br />

possibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o offerte dalle <strong>di</strong>verse sezioni dell'Universita, oppure solo<br />

per visitare l'e<strong>di</strong>ficio.<br />

In Germania, dopo la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, il lavoro antroposofico è<br />

rifiorito velocemente; un'attività particolarmente intensa si svolge a<br />

Stoccarda, dove molti movimenti affiliati hanno costruito le loro se<strong>di</strong> e hanno<br />

e<strong>di</strong>ficato una «Casa <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong>» come centro <strong>di</strong> cultura.<br />

Importanti centri <strong>di</strong> attività antroposofica si trovano in altre nazioni europee<br />

e negli Stati Uniti d'America. Nella maggior parte delle nazioni civili, dove un<br />

lavoro antroposofico pubblico è reso possibile, esistono «Società <strong>di</strong> paese»<br />

affiliate alla Società Antroposofica Universale.<br />

È possibile trovare <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> <strong>Rudolf</strong> <strong>Steiner</strong> in quasi tutto il mondo.<br />

Sia che essi stu<strong>di</strong>no, pensino, indaghino oppure me<strong>di</strong>tino, sia che pratichino<br />

l'arte della parola, I'arte drammatica o l'euritmia; siano essi poeti, musicisti,<br />

compositori, pittori, intagliatori, scultori o architetti; siano essi attivi in<br />

campo pedagogico, me<strong>di</strong>co, sperimentale, oppure siano essi agricoltori: tutti<br />

sono uniti da una profonda riconoscenza verso il loro maestro. Poiché è stato<br />

lui a preparare instancabilmente quella via, lunga e <strong>di</strong>fficile, che dalla sfera<br />

limitata della coscienza comune porta oltre, nelle alte regioni della conoscenza<br />

spirituale. Con i fatti ha mostrato che in quelle regioni risiedono, per chi le<br />

raggiunge, inesauribili fonti creative. Nel costante, giornaliero sforzo per<br />

raggiungere questa mèta, i continuatori della sua opera hanno scoperto il vero<br />

senso della <strong>vita</strong>.<br />

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