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ENT ENT 521<br />
brta a aprdss. Innesto d’approssimazione.<br />
— a clini. Innesto a marza o a sòrcolo o a spacco o a fessolo<br />
o a zeppa o a bietta.<br />
— a gema o a eia. Innesto a occhi o a scado o scudetto. Impiastratone.<br />
— a i tuec o bussolot. Innesto a zuffolo o a cannello o ad anello<br />
o a boccinolo o a bucinello.<br />
■ Cotei da entè. Innestatojo. 1 coltello che si adopera per<br />
innestare.<br />
» Taj dl'enta a cuni. Spacco o fessolo. Il taglio che si fa<br />
nella pianta salvatica per gl’innesti a marza.<br />
• Taj an eros dTenta a èùi o a gema. Portello. Il taglio che<br />
si fa nella buceia salvatica per gl’innesti a occhio.<br />
Eatà. Innestato, annestato, incalmato, inser<strong>it</strong>o.<br />
— sul codogn. Innestato sul cotogno. Maniera d’innesto creduto<br />
dagli Agricolt. pii) profìcuo d’ogni altro; spandendosi<br />
d'ordinario le piante cosi innestate assai in frutti,<br />
e pochissimo in rami.<br />
— sul franch. Innestato su pianta della stessa specie, cioè<br />
persico su persico, ciliegio su ciliegio, e via dicendo.<br />
Eatador. Innestatore. Colui che innesta,<br />
biadar*. Innestamento, innestazione, innestatura, annesta-<br />
mento. Luogo dov’è innestata la pianta, ed altresi il<br />
sesto stesso ; ma più propr. l’atto dello innestare,<br />
l i tè. Innestare, annestare, nestare, insetare, inserire, incalmare.<br />
Incastrare od in altra maniera congiugnere un<br />
ramicello (marza) o buccia domestica in un ramo o tronco<br />
d’un’altra salvatica, onde alligni.<br />
— a èùi. Inocchiare, inoculare, ingemmare, impiastrare. In*<br />
nestare ad occhio.<br />
— Entrata. L ’atto di entrare sempl., e talora l’atto di entrare<br />
solennemente in un dato luogo.<br />
» — per Rend<strong>it</strong>a, redd<strong>it</strong>o, provento. P'c<strong>it</strong>a entrada. Eutra-<br />
tella, rend<strong>it</strong>uzza.<br />
» Entratura. Dicesi delle cerimonie che si fanno nel ricevere<br />
in monastero una donzella, che è per prendere l’ab<strong>it</strong>o<br />
di monaca.<br />
» — Si dice anche quella rata che si paga in alcun luogo,<br />
come arte, compagnia o simili, in entrando ad eserc<strong>it</strong>ar<br />
quell'arte o essere in tal compagnia.<br />
— die manie. Giro. Quel taglio in tondo, parte nelle buste,<br />
parte negli schienali, al quale è cuc<strong>it</strong>a la manica. Onde<br />
dicesi manica troppo larga o troppo stretta di giro.<br />
— e turila. Entrata e usc<strong>it</strong>a. Dicesi a quel libro do\e si scrivono<br />
le reod<strong>it</strong>e e le spese.<br />
» A l ’entrada. aw. All’entrata, nell’entrare, sull’ingresso ;<br />
e talvolta, nel principio.<br />
» Aveje Ventrada franca. Aver l’entrata sped<strong>it</strong>a, cioè aver<br />
la facil<strong>it</strong>à d’introdursi in un luogo.<br />
• Bona man £ entrada. La bene eDtrata. V. Paghe V entrada.<br />
» Bruta entrada. Entratacela. Cattivo o pessimo ingresso.<br />
• De Ventrada. Dare l’entrata, cioè concedere l’ingresso.<br />
» Dr<strong>it</strong> £ entrada. Dazio, gabella. Dir<strong>it</strong>to d’entrata che si<br />
paga per far entrare merci in una c<strong>it</strong>tà, in un regno.<br />
Gran Dijio h . Pikm.-Ita^. Voi.<br />
Entrada. Fe V entrada. Fare l’entrata. Entrare solennemente<br />
in nna c<strong>it</strong>tà o simile.<br />
» Paghe Ventrada. Dare la bene entrata o pagare l’entratura.<br />
Dicesi la mancia che si paga nell’entrare in alcuna<br />
compagnia o sìmile.<br />
» Proibì Fentrada. Tener l’entrata. Vietar l’ingresso.<br />
Intrant. Entrante, insinuante. Agg di persona che con maniera<br />
e con galanterìa s’introduce agevolmente appresso<br />
chicchessia. Talvolta vale curioso, indiscreto.<br />
Entratura. Entratura. Facoltà propr. di poter entrare in qualche<br />
luogo, acceso cioè ad<strong>it</strong>o o facoltà di entrarvi. Vedi<br />
Entrada.<br />
» Aveje entratura con cheicadun. Aver entratura con chicchessia,<br />
cioè averne conoscenza od amicizia.<br />
» Fe entratura. Fare entratura. Farsi conoscere.<br />
Ed tré. Entrare. Andare o penetrar dentro : contr. di uscire.<br />
— an bai. Entrare o mettersi in danza o in ballo, fig. Dicesi<br />
quando uno si r<strong>it</strong>rova o comincia a entrare in qualche<br />
maneggio, negozio o impresa.<br />
— an paróle. Entrare in parole. Mettersi a discorrere, principiar<br />
a parlare.<br />
— an possess. Entrare in tenuta o in possessione, cioè in<br />
possesso. Prendere possesso.<br />
— an sacri». Entrare in sacris. Prendere il primo degli ordini<br />
maggiori.<br />
— an sacristia. Entrare in sagrestia : fig. vale mettersi a<br />
ragionare di cose sacre, fuor di tempo, e con poca riverenza.<br />
— an »ospet. Entrare nel pensatojo, in pensiero. Entrare in<br />
sospetto, cominciare a sospettare.<br />
— ani chiel istess. Entrare in sé. Tornare al senno.<br />
— ani cote £religion fora propos<strong>it</strong>. V. sopra Entrè an sacristia.<br />
— ant d’aotr o Canile descors. Entrare in altro. Mutar ragionamento.<br />
Entroma ant d'aotr o Canbioma descors. Entriamo<br />
in altro, mutiamo ragionamento.<br />
— ant el sublime. Entrare in visibilio, cioè entrare in cose<br />
che non si veggono e non si comprendono.<br />
— ant j ’afè d’j ’aotri. Entrare ne’ fatti altrui. Mettersi a parlare<br />
od impacciarsi negli affari d’alcuno.<br />
— ant ii difet d'j’aotri. Entrare ne’criminali. Ragionare di<br />
qnalcbe fallo altrui, toccare un punto pericoloso.<br />
— ant rimaginari. V. sopra Entrè ant el sublime.<br />
— ant l’infin<strong>it</strong>. Entrare nell’un vie uno. Detto prov. e vale,<br />
fare un discorso lunghissimo o da non uscirne mai.<br />
— a pari. Entrare a parte, partecipare.<br />
— stgurtà. Entrare mallevadore o per sicurtà. Promettere<br />
per altrui, far mallevadorìa per esso.<br />
— trop anans. Entrare troppo innanzi. Avanzar troppo il discorso.<br />
Talora vale innoltrarsi dove non tocca, voler<br />
saper troppo.<br />
» A j'entra com Pilat ant el sussipiat. Esserci come il finocchio<br />
nella salsiccia; avervene tanta parte quanta ha<br />
san Marcellino in paradiso. Non avere alcun che di comune<br />
insieme, non avervi la menoma relazione, entrarvi<br />
per nulla.<br />
» A Ventre, avv. All’entrare, in sull’entrare, all’entrata.<br />
V. A Ventraia.<br />
* A m'entra propi nen. Questa non m’entra, non mi cape,<br />
non la gabello.<br />
■ Comj’enterlo chiel? Che c’entra egli? Che v’ha egli a<br />
fare ? Qual parte v’ha egli? Come c’entra egli con questo?<br />
# Entreje com Pilat ant el sussipiat. V. sopra A j entra<br />
com Pilat, ecc.<br />
1. * 66<br />
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