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EHI EÜI 539
d ì grassios. Occhi vaghi, belli, leggiadri, gentili, dolci, beni­ EOI. Aveje un Sui a la padela e un aotr a la gata. Aver un
g n i, soavi.
occhio alla padella e uno alla gatta ; che dicesi anche,
-¡ugnino». Occhi disievoli. A la goarda con dot 25i lussu­ avere o tener l’occhio al pennello o alla penna. Proverrio».
La mira coU'occhiettino della banda del cuore. biali^ stare vigilante, andar cauto e provveduto, guar­
-mes duert. Occhi a sportello. Dicesi scherzevolm. per ocdarsi.chi mezzo aperti.
» Aveje an gran colp d’èùi. Essere oculatissimo.
— mori. Occhi estinti ; e poet. occhi premuti da ferreo sonno. » Aveje un ira» dnans a j'èùi. Aver le traveggole. V. Aveje
— n i«. V. Eùi tbatù.
j'èùi fodrà d'pel d’salam.
— pions. Occhi imbambolati o lagninosi o pregni di la­ » Aveine fina dsor j ’è&i. Fastidiare checchessia. Essere rigrim
e.
stucco o stuccato o satollo di checchessia. Averne a
— porchin. Ne’ cavalli, gli occhi piccini e sporgenti alquanto nausea.
infuori.
f — Esser a gola in checchessia. Avere gran quantità, copia,
— poterlos. Occhi cisposi o caccolosi, od anche lippi, occhi abbondanza di alcuna cosa.
orlati di tonnina o di savore.
» Bassè j’èùi. Chinar gli occhi.
— ridetti. Occhi ridenti o sereni o allegri, o pieni di letizia. i Bel colp d’éùi. Un bel teatro, Un bell’insieme ; ed anche
— sbatù. Occhi pesti o sbattuti.
beH’aspetto, vista piacevole, delitiosa, bel colpo d'occhio.
— sgorbiò. V. Siti Aesvenà.
* Bianch d'I'èùi. Albugine, adnáta o agnata o congiuntiva.
— spaventò. Occhi tondi, occhi spaventatici.
La cornea dell'occhio che é nna delle Bue tuniche, cioè
— stori. Occhio od occhi biechi, travolti o torti, occhi fuor il bianco dell'occhio.
di sesto; il qual difetto dicesi strabismo.
» Bulè sol j ’èùi. Mettere innanzi agli occhi, cioè in vista,
— torbid. Occhi abbacinati. Occhi appannati, torbidi, ed an­ spiegare, rappresentate,
che tnrbidlcci, intorbidati.
j Caghè fina j ’SÌti o le btíek. Andare a bocca di barile.
— vivo Etti eh’a parla. Occhio vivace, brioso, acuto, per-* Avere una fortissima dissenteria o durare gran fatica
spinace, di fooco, occhio di ramarro.
nel mandar fuori gli escrementi.
> A btégna goardeise da j'èùi boss. Guardati da chi getta i » Cassia dl’eui. Occhiaja, cassa, incassatura, orbita, coppo.
guardi o gli sguardi sott’occhio.
Cavità che riceve dentro di sè il bulbo dell’occhio.
> A Sui, a èùt «arò, a «Si vedetti. V. nel Dizionario queste > Ch'a l'a mach un 25» (parlandosi di persona). Monocolo o
dizioni alla loro sede alfab.
unocnlo.
» Andè con j ’fiti torà. Andare a chiù s’occhi, cioè libera­ » Colp dati. Colpo d’occhio, occhiata, rivolta o batter
mente o senza pensiero d’intoppo o d’opposizione; fare d'occhio.
checchessia sent’altr* considerazione, e con fiducia. * Comenssè a forvi j'èùi. Aprire gli occhi. Cominciare a
* Angassin dl'éui. Canto 0 angolo lacrimatorio o caruncola servirsi dell’organo della vista.
lacrimale.
* Comensteje a luA j ’èùi. Luccicare. Cominciare a far gli
» Ani un bat d'éii. aw. V. questa locue. alla sua sede aliab. occhi luccicanti ; cioè quando per tenerezza o altro sono
» A quatr èiìi. avv. Come sopra.
quasi sul punto di lagrimare.
» Arvirèj’éii. Stralunare gli occhi.
» Costé un éùi o l’età d'tin bèù. Costare un occhio, costare
» A sto mond a bsogna sari un ètti per durtì l'astr. Modo il cuore, valer un occhio d’uomo. Esser carissimo.
prov. Chi vuol de' servizj, bisogna fame.
» D’cativ iùi. avv. A mal occhio.
» A veje ancora j ’étii bagni o esse a pena sorti dant la grèùja. k De ani l'èùi o ani j'èùi. Dar nell’occhio o negli occhi. Pre­
Non aver rasciutli gli occhi. Proverbialm. essere aneor sentarsi alla vista.
giovane, non aver cognizione intera, un giudizio per­ » —- Dare nell'occhio o negli occhi. Offendere In vista,
fetto.
k — Dare nell’occhio o negli occhi. Tirare a sè,. allettare la
» A veje d’afè fin dsor tèùi. Affogar nelle faccende.
vista, colpire, for impressione.
» Aveje j ’èùi an aria. Avere gli occhi ai nagoli. Noi! badare. » De d’èùi. Dar occhio o l’occhio. Volgere lo sguardo,
» Aveje j'in i «uicol* (indurmi. Avere gli occhi tra’ peli. Non guardare.
veder bene. Dicesi anche di chi essendo svegliato di poco » — Dar d'occhio. Accennare coll’occhio.
è ancóra sonnacchioso.
» — Dar d’occhio. Affissare, rimirare, parlando d’amoreg­
» Aveje j ’èùi an prbcesno». V. sotto quest’ultima parola. giare. Volgerlo cautamente, con destrezza e prestezza.
* Aveje l'èiii dare dia schina. Aver gli occhi di dietro, non Talvolta guardare con desiderio e con compiacenza.
vedere: fig. non aver buona Cognizione,
» Desse dii di ani j ’èùi. V. in Di o Dii.
k Aveje j'èùi dnans e dori. Aver gli occhi nella collottola. k D’tnalèùi. V. Malmi.
Essere accortissimo.
k Dop ch’i porto j'èùi. avv. Dalla mia nascita, dacché son
» Aveje j ’èUi fodrà d’pel d’salam. Aver le traveggole, aver nato.
gii occhi lippi, aver mangiato cicerchia. Pigliare una cosa » Drissè j'èùi. Rizzar gli occhi. Levarli, alzarli verso al­
per un’altra in vedendo.
cuno.
* Aveje PEtit adats « un. Aver l’occhio addosso ad alcuno. k Dttrvì fèùi a uft. Aprir gli occhi ad alcuno, fig. Dira-
Stare attento a ciò che uno faccia.
gnarlo, disnebbiarlo, stenebrarlo, illuminarlo. Farlo rav­
» Aveje l’it i a na cara. Aver l’occhio a checchessia, applivedere, aprirgli l'intelletto o renderlo accorto,
carvi» con attenzione, badarvi bene.
k Entè a cui. V. in Enti.
> Aveje senpre dnans a j ’èùi. Star fitto (checchessia) negli * Esse l’èùi tTun o Esse l'èùi drit d'un. Essere l’occhio
occhi ad uno.
d'alcüno o esser l’occhio dritto o destro d’alcuno o essere
» Aveje m bei taj ifZEi. Avere gli occhi grandi e bislun­ il fico dell’orto. Essergli in gran favore o essergli favoghetti
; ciò che i Francesi dicono Avoir les yeux bien ritissimo.
fen4w.
k Esse tul èùi. Aver gli occhi d’Argo. Star cauto, oculato,
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