Entr'acte - La Scala
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presenta<br />
Alfredo Casella: Pupazzetti<br />
Pierre Vellones: Un'avventura di Babar<br />
Carlo Boccadoro: I cavoli a merenda<br />
PUPAZZETTI di Alfredo Casella<br />
Ci sono autori della storia che si<br />
sono divertiti a scrivere musica per<br />
marionette. Uno di questi è il torinese<br />
Alfredo Casella (1883-1947), che nel<br />
1916 scrisse cinque pezzi facili<br />
per pianoforte a quattro mani,<br />
intitolandoli Pupazzetti.<br />
Qui però li ascolteremo nella<br />
trascrizione realizzata nel 1919<br />
per flauto, oboe, clarinetto, fagotto,<br />
quartetto d’archi e pianoforte.<br />
Casella era un pianista<br />
bravissimo e viaggiava tanto<br />
per tenere i suoi concerti. È<br />
stato anche in Russia dove ha<br />
conosciuto lo scrittore Leone<br />
Tolstoj. Visse diversi anni a<br />
Parigi, anche perché amava<br />
molto la cultura francese.<br />
Era amico di tanti musicisti<br />
e faceva conoscere in Italia le<br />
loro musiche migliori. Dopo<br />
anni all’estero, tornò in patria<br />
per insegnare pianoforte al<br />
Conservatorio di Santa Cecilia<br />
di Roma. Amava molto la musica<br />
italiana, e infatti nel 1939<br />
– a Siena - organizzò una<br />
settimana di concerti dedicati a<br />
Vivaldi, l’autore delle Quattro<br />
Stagioni, la cui musica, scritta<br />
oltre duecento anni prima,<br />
era stata completamente<br />
dimenticata.<br />
Compose anche un’opera basata<br />
su una fiaba italiana<br />
che s’ intitola <strong>La</strong> donna serpente<br />
(che però non eseguono<br />
quasi mai, perché, a dire il vero,<br />
è un po’ noiosa).<br />
Lui, alla musica cantata, preferiva la musica suonata con gli strumenti. Infatti<br />
i suoi divertenti Pupazzetti vennero ancora trascritti nel 1920 per piccola<br />
orchestra. Sono cinque quadretti incisivi, e a volte quasi umoristici, secondo<br />
l’esempio del grandissimo musicista russo Igor Stravinskij. Ma c’è anche un<br />
clima buffo, un po’ da circo equestre. Il primo pezzo è una Marcia, poi segue<br />
una malinconica Ninna-Nanna (Berceuse), una Serenata, un incantevole<br />
Notturnino e infine una Polka, da cui affiorano ritmi e melodie popolari.<br />
UN’AVVENTURA<br />
DI BABAR di Pierre Vellones<br />
Eccovi ora nel cuore della foresta. Magari ai tropici, anche se<br />
il sole sembra nascondersi lontano. Ci sono scimmie che<br />
passano da un ramo all’altro, uccelli variopinti che svolazzano<br />
tra gli alberi, fiori che sbocciano ovunque. Poi sull’amaca ecco<br />
un’elefantessa che culla affettuosamente il suo cucciolo. È<br />
Babar, il piccolo elefantino dalla lunga proboscide, che vive<br />
nella giungla. Ma l’avventura è appena cominciata. Un<br />
giorno Babar fugge terrorizzato dai cacciatori e arriva in<br />
una grande città, Parigi: un luogo sommerso dal traffico<br />
caotico, che però lo colpisce.
Tornato nella foresta, vi porta i<br />
segni positivi della civiltà, l’ordine<br />
e la pulizia. Sarà Celestopoli, il villaggio felice dove nasceranno altre<br />
storie piene di umorismo.<br />
Babar sarà poi incoronato re degli elefanti.<br />
L’idea di un elefante vestito di tutto punto – scarpe con le ghette,<br />
cravattino e gilé verde pisello - protagonista di una serie di racconti,<br />
venne negli anni Trenta del secolo scorso a una signora francese, Cécile<br />
de Brunhoff. In realtà fu lei ad inventare il personaggio, sviluppando alcune<br />
storie raccontate ai suoi due bambini, prima di metterli a dormire.<br />
Fu però il loro papà, Jean de Brunhoff, a scrivere le prime sei storie<br />
nel 1937. Poi l’incarico passò al figlio <strong>La</strong>urent, che aggiunse<br />
nuove avventure, provando ad illustrarle con un gusto molto<br />
acceso dei colori. Babar avrà così una moglie, Céleste,<br />
e quattro cuccioli (Flora, Pom, Alexandre e Isabelle).<br />
Ci saranno colazioni sull’erba, incontri con rinoceronti,<br />
ma anche sfilate di mammouth che cantano allegre canzoni.<br />
Molti di voi penseranno che il mondo sonoro di Babar è<br />
quello delle canzoni inventate per la tv. Ritornelli orecchiabili come Pata Pata ko<br />
ko ko, che qualche volta avrete ascoltato nei cartoons. Invece, almeno due compositori<br />
hanno musicato Babar. Il primo è Francis Poulenc, il quale scrisse nel 1940 una<br />
composizione per ragazzi intitolata Historie du Babar rimasta memorabile. Il pezzo era nato<br />
su suggerimento della nipotina di 4 anni. Ma una piccola gloria musicale spetta anche<br />
ad un altro compositore di Francia: Pierre Vellones, che musicò Un’avventura<br />
di Babar, 7 pezzi molto facili per pianoforte a quattro mani. Gli stessi che<br />
ascoltate oggi. Vellones era anche un medico. Nacque a Parigi<br />
nel 1889 e lì visse fino alla morte, nel 1939.<br />
I CAVOLI A MERENDA di Carlo Boccadoro<br />
È passato del tempo dal 1920, quando in Italia imperversavano<br />
le avventure di un amatissimo personaggio di fumetti, Il signor<br />
Bonaventura. Il tutto, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, si doveva<br />
alla fantasia irrefrenabile dello scrittore, attore e vignettista Sergio Tofano,<br />
soprannominato con lo pseudonimo di Sto. Oltre a Bonaventura, Sto fu<br />
anche l’ideatore di un'antologia di brevi racconti, intitolati I cavoli a merenda.<br />
Sono tante piccole scene di vita quotidiana, spesso esilaranti e giocose.<br />
C’è la vicenda di Checco, un bambino muto (ma che se avesse la parola,<br />
parlerebbe lingue diverse) in arrivo da Raferonzoli, il paese dove fu<br />
inventato l’attaccapanni; oppure quella delle principesse delle lenticchie,<br />
dell’invincibile guerriero Uguccion della Stagnola; e ancora,<br />
di un re che voleva le ciliege senza nocciolo o anche di un sultano,<br />
Mamaluch Pascià, che impone ai suoi sudditi di non dormire,<br />
dato che soffre di insonnia. Episodi pieni di ironia,<br />
come quelli rappresentati sulle piazze all’aperto<br />
dalle compagnie di burattini. Sono maschere<br />
della Commedia dell’Arte, che tutti<br />
dovrebbero conoscere.<br />
Carlo Boccadoro,<br />
l’autore delle musiche ispirate ai Cavoli<br />
a merenda per voce recitante e 5 strumenti,<br />
sembra anche lui uscito dalla fantasia di Sto. Nato<br />
a Macerata, ma divenuto Milanese, Boccadoro è un tipo<br />
corpulento, gioviale, che si diletta a fare tanti mestieri.<br />
Scrive musica (la <strong>Scala</strong> gli ha appena commissionato<br />
un’opera tutta nuova), dirige concerti, compila libri su jazz<br />
e musica americana, scrive volumi di cinema e conversa,<br />
anche in tv, con i grandi compositori della musica di oggi.<br />
Qui si è davvero scatenato, senza porre alcun limite alla<br />
fantasia. Ha utilizzato in partitura fischietti da arbitro<br />
di calcio, strumentini giocattolo, e più grossi<br />
strumenti a percussione. C’è anche un<br />
violino che suona musica rap.<br />
Lui questa partitura l’ha pubblicata nel 1993,<br />
quando non aveva nemmeno 30 anni. E infatti<br />
sembra avere ancor oggi la freschezza e la<br />
fragranza di una musica giovane.<br />
Testi di Luigi Di Fronzo<br />
<strong>La</strong><strong>Scala</strong>UNDER30 per<br />
<strong>La</strong><strong>Scala</strong>UNDER30 per