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Catalogo Experimenta 06

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APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI<br />

116<br />

nuova tecnologia del futuro. E’ ovvio che per diventare buoni<br />

botanici biomimetici è necessario cancellare l’idea che esistano<br />

vegetali “inutili”, e che le parti utili dei vegetali siano solo<br />

quelle che contengono abbondanti scorte di cibo, legname<br />

pregiato, fibre tessili, fiori e foglie di valore ornamentale, sostanze<br />

medicinali. Le ricerche in corso si riferiscono a diverse<br />

tipologie di vegetali e a meccanismi vitali ancora in parte sconosciuti:<br />

diversi traguardi sono quasi raggiunti, mentre altri<br />

sono ancora molto lontani.<br />

Gli studi classici sulle piante sono legati alla fotosintesi<br />

clorofilliana, meccanismo che permette ai vegetali verdi di<br />

sfruttare per le loro necessità vitali l’energia solare. Il processo<br />

biochimico è oggi ben noto, e sono state messe a punto<br />

tecnologie che catturano i raggi solari trasformandoli in<br />

altre forme di energia, ma la compattezza, la leggerezza,<br />

l’economicità e l’efficienza delle foglie naturali non sono<br />

ancora state raggiunte.<br />

Le moderne ricerche hanno permesso la scoperta di numerose<br />

specie di piante che producono composti chimici insetticidi,<br />

fungicidi o battericidi. Le molecole che formano questi composti<br />

sono più selettive e, in molti casi, meno tossiche dei prodotti<br />

artificiali di sintesi. Inoltre, se correttamente utilizzate,<br />

non uccidono gli animali impollinatori. Riprodurre in laboratorio<br />

questi tipi di molecole e copiare meglio i sistemi naturali<br />

di difesa delle piante, permette di ridurre l’impatto negativo<br />

delle coltivazioni sull’ambiente.<br />

Il sistema di spostamento dei liquidi nelle piante vascolari<br />

deve ancora essere studiato molto più a fondo. I vegetali che<br />

hanno colonizzato la terraferma dall’era dei dinosauri sono le<br />

piante vascolari: radici, fusti e foglie sono collegati tra loro<br />

da un sistema di vasi conduttori che permettono lo spostamento<br />

dell’acqua e dei liquidi vitali. In queste piante, che non<br />

hanno un “cuore”, cioè una pompa pulsante, lo spostamento<br />

dei liquidi avviene grazie all’evaporazione dell’acqua e non<br />

consuma energia interna. Il flusso dei liquidi nei canali è re-<br />

golato dalle esigenze della pianta; i vasi conduttori sono ben<br />

protetti da emboli e blocchi di altro tipo. Che cosa cerca di<br />

ottenere da questo meccanismo uno scienziato moderno? Ad<br />

esempio un sistema sicuro e più economico per trasportare<br />

lungo grandi distanze alcuni liquidi, come l’acqua o il petrolio.<br />

Probabilmente, in futuro, le attuali tubature di grandi dimensioni<br />

saranno sostituite da una rete di fibre sottili ed elaborate<br />

come i canali conduttori degli alberi.<br />

La struttura interna dei fusti delle piante vascolari, se studiata<br />

più a fondo, offrirà inoltre diversi spunti per la realizzazione di<br />

nuovi sistemi di costruzione per l’edilizia e per le infrastrutture.<br />

Molti alberi, le palme e le grandi erbe come i bambù sono<br />

infatti ottimi esempi di resistenza ed economicità, e sono stati<br />

collaudati in centinaia di anni di evoluzione e di esposizione<br />

alle intemperie.<br />

Un altro filone di studi legati ai vegetali è relativo alla produzione<br />

e all’utilizzo della cellulosa, una sostanza che in<br />

molti impieghi si dimostra più resistente, durevole ed economica<br />

del cemento, dell’acciaio e dei materiali plastici. Uno<br />

studio più approfondito della disposizione e dell’ordine delle<br />

gemme e dei semi, come le strutture a spirale delle pigne e<br />

del girasole, porterà probabilmente al miglioramento dell’imballaggio<br />

delle merci, con risparmio significativo di spazio<br />

e di materie prime.<br />

Altri studi si riferiscono a particolari all’apparenza molto insignificanti.<br />

Alcuni ricercatori hanno studiato a fondo il meccanismo<br />

di apertura e di chiusura delle scaglie delle pigne, che si<br />

rigonfiano e si curvano verso l’esterno quando l’aria è umida, poi<br />

si curvano all’interno, proteggendo meglio il seme, quando l’aria<br />

diventa secca. Dopo aver analizzato il movimento delle scaglie<br />

della pigna, basato sulla stratificazione di materiali diversi, il<br />

gruppo di ricerca sta mettendo a punto dei tessuti in grado di<br />

liberare un eccesso di umidità, ad esempio sudore, grazie al sollevamento<br />

di piccolissimi lembi di stoffa. I possibili utilizzatori<br />

sono, prima di tutto, i produttori di abbigliamento sportivo.

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