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Catalogo Experimenta 06

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APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI<br />

108<br />

ne ad altissima definizione con risoluzioni di svariati Mpixel:<br />

esistono già schermi a 6 Mpixel, pur se a prezzi proibitivi. I<br />

laboratori di ricerca di IBM hanno realizzato due schermi a<br />

9,2 Mpixel, una qualità equivalente all’incirca alla capacità di<br />

risoluzione del nostro occhio.<br />

Nel campo dei sensori per macchine fotografiche, siamo arrivati<br />

a 39 Mpixel. Il livello di definizione intorno ai 10-16<br />

Mpixel (quindi maggiore rispetto ai 6-8 Mpixel previsti due<br />

anni fa) potrebbe rappresentare un punto d’arrivo per il mercato,<br />

tuttavia il tipo di elaborazioni che sarà richiesto all’interno<br />

della macchina fotografica spingerà ulteriormente le<br />

capacità elaborative.<br />

TECNOLOGIE DI VISUALIZZAZIONE<br />

Dal punto di vista del mercato dei sistemi per la visualizzazione,<br />

in questi anni è cresciuto l’interesse verso gli schermi<br />

sottili e di maggiori dimensioni. Una vera svolta, che richiede<br />

un salto tecnologico, sarà quella di produrre schermi a risoluzione<br />

oltre i 6-8 Mpixel. Tecnologie tipo NED (Nano Emission<br />

Display) sono molto promettenti in questo senso con una potenziale<br />

densità di pixel di un ordine di grandezza maggiore di<br />

quella ottenibile con tecnologie LED e plasma.<br />

L’incremento di risoluzione rende questi schermi utilizzabili<br />

anche alle distanze ravvicinate, tipiche nelle nostre case.<br />

La distanza ravvicinata aumenta il campo di visione: quando<br />

questo supera i 128 gradi, il nostro cervello ha l’impressione<br />

di trovarsi nell’immagine. È la sensazione che proviamo<br />

quando si assiste ad una proiezione in un teatro IMAX, in<br />

cui l’immagine sembra avvolgerci. Inoltre, la presenza di uno<br />

schermo con definizione superiore alla capacità di risoluzione<br />

del nostro occhio (intorno agli 8 Mpixel), trasforma, percettivamente,<br />

quello schermo in una finestra che apre la visione<br />

su di un altro ambiente.<br />

Potremo allora andare a fare un safari in Africa e, al posto della<br />

cartolina ricordo, comprare l’accesso a un indirizzo Internet<br />

che, una volta a casa, si potrà associare a una certa finestra,<br />

aprendola su quella pozza d’acqua dove gli animali vanno ad<br />

abbeverarsi. Sarà come avere un posto in prima fila nella savana.<br />

Le applicazioni sono ovviamente molte, ma l’elemento più<br />

importante è l’emergere di una comunicazione always on.<br />

Questo, a livello audio, sta già capitando: Skype è una rivoluzione<br />

perché trasforma il modo di comunicare. Quando ci<br />

si collega a Skype vengono visualizzati i nomi di chi ha dato<br />

la disponibilità a essere visibile: quando sono collegato, vedo<br />

immediatamente persone, amici, colleghi, anch’essi in quel<br />

momento collegati. Sono persone a cui non avrei mai “telefonato”<br />

in quell’istante ma che, vedendo che sono presenti,<br />

attivano in me il desiderio di comunicare, anche solo per una<br />

breve battuta. Non usciamo di casa per andare da un amico,<br />

ma se lo incontriamo per strada è ovvio che ci fermiamo, con<br />

piacere, a fare quattro chiacchiere.<br />

C’è un altro aspetto, altrettanto importante, sottinteso dal<br />

“paradigma” Skype. Non solo a colpo d’occhio vedo chi è presente<br />

sulla “piazza”, ma riesco anche a capire se questa sua<br />

presenza si può tradurre in una disponibilità a comunicare: il<br />

simbolo associato all’icona della persona, mi informa se questa<br />

è impegnata in un’altra discussione così come, nella piazza<br />

reale, vedo due persone che stanno parlando tra di loro<br />

e quindi probabilmente non mi intrometto. Una persona può<br />

essere istantaneamente presente su centinaia di piazze virtuali<br />

portando con sé un numero enorme di domande e anche di<br />

opportunità di risposta che si tramutano in business. Questo<br />

è il mondo dell’always on, della rete che diventa veramente<br />

migliaia di piazze, il mondo dei singoli che fanno comunità.<br />

Nuove tecnologie allo stadio proto-prototipale, promettono<br />

di dipingere gli schermi sulle pareti. La parete diventerà simile<br />

a un gigantesco schermo di computer sul quale potremo spostare<br />

immagini da un punto all’altro. Più in piccolo, già oggi,<br />

alcuni alberghi statunitensi si sono attrezzati per consentire<br />

alla mamma in viaggio di affari di mangiare insieme a mari-

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