Catalogo Experimenta 06

23 giugno - 26 novembre - Parco Michelotti - C.so Casale, 13 - Torino 

INTORNO AL FUTURO 

VIAGGIO NELLE TECNOLOGIE INVISIBILI

23 giugno - 26 novembre - Parco Michelotti - C.so Casale, 13 - Torino 

INTORNO AL FUTURO 

VIAGGIO NELLE TECNOLOGIE INVISIBILI

© 2006 Regione Piemonte 

Direttore editoriale Time & Mind: Massimo Giordani 

Coordinamento editoriale: Paolo Del Prete, Andrea Vico 

Coordinamento della redazione: Michele Pognant Gros 

Progettazione, realizzazione e impaginazione: Time & Mind (Maurizio Ganili, Michele Pognant Gros) 

Traduzioni: Cynthia Palmer 

Fotografie: www.marcobeltramo.com 

I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, 

con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi 

Stampa: Ages Arti Grafiche 

Finito di stampare: agosto 2006

INDICE / INDEX 

Presentazione 6 

Presentation 7 

Introduzione a cura di Piero Bianucci 8 

Introduction edited by di Piero Bianucci 10 

Vent’anni di Experimenta a cura di Piero Bianucci 12 

Twenty years of Experimenta edited by di Piero Bianucci 13 

Intorno al futuro / Around the future 16 

Quadrisfera / Quadrisphere 22 

Cinema dinamico 3D / Dynamic 3D cinema 24 

Made in... Natura / Made in... Nature 26 

Il labirinto della ricerca / The labyrinth of research 30 

L’auto del futuro / The car of the future 34 

La casa tecnologica / The technological house 42 

H Generation 46 

Viaggio su Marte / Journey on Mars 50 

Rotor 54 

Hit Science 56 

L’immagine misteriosa / The mysterious image 60 

Planetario / Planetarium 66 

Boulder 68 

Bicicletta sul filo / Bicycle on a wire 70 

Saudade do carnaval 72 

Ragnatela tecnologica / Technological cobweb 76 

Il ponte tibetano sul Po / The Tibetan bridge on the Po 80 

Web Radio 82 

Omegabox 84 

Glocalmap 86 

Agorà Scienza 87 

Laboratori scolastici / Scholastic laboratories 88 

Visita virtuale / Virtual visit 90 

La comunicazione di Experimenta / Experimenta’s communication 92 

Approfondimenti scientifici 97 

Verso un pianeta a idrogeno? a cura di Piero Bianucci 99 

Le tecnologie nascoste nella natura a cura di Davide Vannoni 103 

Uno sguardo al futuro a cura di Roberto Saracco 107 

Il futuro delle nostre automobili a cura di Centro Ricerche Fiat 111 

Biomimetica a cura di Rosa Camoletto Pasin 115 

Tecnologie invisibili a cura di Massimo Umberto Giordani 119 

Perché idrogeno? a cura di HySyLab - Environment Park 123 

Index scientific studies 125 

Towards a planet of hydrogen? edited by di Piero Bianucci 127 

Technologies hidden by nature edited by Davide Vannoni 131 

A glance at the future edited by Roberto Saracco 135 

The future of our cars edited by Centro Ricerche Fiat 139 

Biomimetics edited by Rosa Camoletto Pasin 143 

Invisible technologies edited by Massimo Umberto Giordani 147 

Why hydrogen? edited by HySyLab - Environment Park 151 

Bibliografia / Bibliography 153 

Credits 154 

Organizzazione 158 

Organization 159 

Informazioni utili 160 

Useful information 161 

Ringraziamenti / Thanks 162 

Partner - Sponsor - Sponsor tecnici 163 

3 

EXPERIMENTA 06 - INTORNO AL FUTURO: VIAGGIO NELLE TECNOLOGIE INVISIBILI

EXPERIMENTA 06 - INTORNO AL FUTURO: VIAGGIO NELLE TECNOLOGIE INVISIBILI 

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PRESENTAZIONE 

Sono molte le ragioni per cui l’anno 2006 sarà ricordato, fra le altre ricorrenze, per i vent’anni 

di Experimenta. 

Nata a Villa Gualino, sulla collina torinese, quando pochi ancora conoscevano le mostre scientifiche 

interattive rivolte al grande pubblico, Experimenta è stata un’esperienza pilota ispirata ad una 

innovativa idea pedagogica dell’imparare facendo. 

Il successo ottenuto fin dall’inizio, grazie al diverso approccio alle tematiche scientifiche, si è 

andato consolidando e rafforzando nel tempo; molti ne hanno seguito l’esempio e ne riconoscono 

il valore come dimostrano la presenza di Experimenta al Festival della Scienza di Genova e a 

SconfinataMente di Roma. 

Protagonisti assoluti sono gli oltre centomila visitatori, (si possono incontrare indifferentemente 

bambini delle scuole materne e curiosi pensionati) che ogni anno si cimentano tra laboratori ed 

exhibit in una sfida divertente, che coinvolge il corpo e la mente. 

L’innovazione pedagogica e l’approccio verso temi scientifici - derivati spesso dalla quotidianità - 

si sono accompagnati a una lungimirante politica di gestione dell’avvenimento tesa a coinvolgere 

il mondo della formazione, della ricerca e del lavoro; con il tempo si è consolidata una rete di collaborazioni 

interne alla struttura regionale, ed esterne ad essa, propedeutiche alla realizzazione di 

un progetto di ampio respiro in campo scientifico, a testimonianza di un passato che ha visto illustri 

scienziati operare in Piemonte e di un presente non meno ricco di innovazione e di ricerca. 

Experimenta ha lasciato la casa natale di villa Gualino per trasferirsi lungo le rive del Po, nell’area 

dell’ex Giardino Zoologico, dove il percorso della mostra interattiva si snoda tra i padiglioni che 

un tempo ospitavano tigri ed ippopotami. 

Sarebbe stato bello arrivare a questo compleanno con il dono, atteso da anni, di una sede definitiva: 

non ci siamo riusciti, riaffermiamo però il nostro impegno in tal senso. 

Per il futuro vorremmo che Experimenta allargasse la sua attività anche in altre province con modalità 

e formule da concordare senza che si perda la capacità di imparare divertendosi, di arrivare 

a comprendere attraverso l’azione. 

La quotidianità ci pone sempre più frequentemente di fronte a scelte che non possono essere 

democraticamente esercitate senza una conoscenza scientifica; con questa consapevolezza la 

Regione intende investire nei prossimi anni risorse umane e finanziarie. 

L’Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili La Presidente della Regione Piemonte 

Gianni Oliva Mercedes Bresso

PRESENTATION 

There are many reasons why the year 2006 will be remembered, amongst these, twenty 

years of Experimenta. 

It came into being at Villa Gualino, on the Turin hill, when only a few people knew about interactive 

scientific exhibitions addressed to the public, Experimenta was a pilot experience inspired by 

an innovative pedagogical idea to learn through doing. 

The success obtained at the outset, thanks to a different approach to scientific themes, was 

consolidated and reinforced over time, many followed the example and acknowledged the value 

as the presence of Experimenta at the Science Festival of Genoa and the SconfinataMente of 

Rome demonstrate. 

Absolute protagonists are the more than one hundred thousand visitors, (without distinction one 

can meet children from kindergarten as well as curious pensioners) who each year venture between 

the laboratories and exhibits in an enjoyable challenge, which involves the body and the mind. 

The pedagogical innovation and approach to scientific themes - often derived from everyday life 

- are accompanied by a far-sighted policy of management of events aimed at involving the world 

of training, research and work; over time a network of internal collaboration within the regional 

structure, and external to this preparatory to the realisation of a wide range project in the scientific 

field, evidence of a past which has seen illustrious scientists work in Piedmont, of a present 

no less abundant in innovation and research. 

Experimenta has left its birth place in Villa Gualino to transfer to the banks of the River Po, in 

the area of the ex-zoo, where the route of the interactive exhibition winds between the pavilions 

which at one time housed tigers and hippos. 

It would have been nice to have reached this birthday with a present, awaited for years, of a definitive 

headquarters: we have not managed to do so; however, we re-affirm our commitment to this. 

In the future we would like to see that Experimenta enlarge its activity also in other provinces 

with methods and formulas to be agreed upon, without losing the capacity to learn through amusement, 

to understand through action. 

Everyday life poses ever more frequently faced with choices that cannot be democratically pursued 

without scientific knowledge; with this knowledge Regione Piemonte intends to invest human 

and financial resources over the next few years. 

The Councillor for Culture and Youth Policies he President of Regione Piemonte 

Gianni Oliva Mercedes Bresso 

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INTRODUZIONE a cura di Piero Bianucci 

Quante sono le macchine che rendono più comoda e piacevole la nostra 

vita? Dal telefonino all’automobile, dagli elettrodomestici al lettore di 

CD fino a Internet, la rete che, avvolgendo l’intero pianeta, è la più grande 

macchina mai costruita dall’uomo, la lista sarebbe lunghissima. 

Ma dentro queste macchine se ne nascondono altre, più misteriose 

perché invisibili. Il telefono cellulare contiene tre chip che sono in sostanza 

altrettanti computer concentrati in pezzetti di silicio più piccoli 

di una moneta. Ancora più invisibile, perché del tutto immateriale, è 

il software che fa funzionare quei tre microprocessori. L’automobile è 

una costellazione di dispositivi concepiti per garantire sicurezza e comodità 

di guida. Il lettore di CD può farci ascoltare la musica preferita 

perché un raggio laser esplora milioni di minuscole cavità che codificano 

dati digitali. Lo schermo dei vecchi televisori a tubo catodico è un 

acceleratore di elettroni, cioè di particelle subatomiche, simile a quelli 

usati dai fisici per indagare la struttura della materia. Nei televisori più 

recenti troviamo schermi a cristalli liquidi o al plasma, altre sofisticate 

tecnologie sviluppate dalla ricerca più avanzata. 

Anche i più banali elettrodomestici sono macchine che a loro volta 

racchiudono altre macchine, azionate dall’elettricità. Avere elettricità 

a disposizione ormai ci sembra un fatto scontato, pare impossibile che 

in un tempo neanche tanto lontano, un secolo fa, l’uomo vivesse senza 

avere a portata di mano questa energia. Nelle nostre case sono sparse 

decine di prese elettriche che ci offrono una potenza da 3 a 5 kilowatt a 

seconda del contratto stipulato con il fornitore. E’ difficile farsi un’idea 

di che cosa questo dato significa. Un modo per rendercene conto può 

essere questo: poiché un uomo giovane e robusto lavorando di braccia 

e di gambe può erogare la potenza di circa 200 Watt, le prese elettriche 

domestiche mettono a nostra disposizione l’equivalente del lavoro di 

una trentina di persone giovani e robuste. Per dare un’idea concreta: 

la produzione costante di 3-5 kilowatt con una dinamo richiederebbe 

venti campioni di ciclismo in grado di pedalare senza sosta 24 ore su 24. 

Questo dato ci fa capire quanto il costo dell’energia (benché a noi possa 

sembrare elevato quando arriva la bolletta) sia in realtà trascurabile 

rispetto alle prestazioni d’opera che questa energia ci consente. Non 

solo: mentre un buon atleta può erogare i suoi 200 Watt per qualche 

decina di minuti e poi deve necessariamente riposarsi e rifocillarsi, gli 

apparecchi domestici che alimentiamo a elettricità non conoscono né 

fatica né stanchezza. 

Macchine che trasformano in lavoro l’elettricità distribuita alle prese 

delle abitazioni sono i motori elettrici basati sul campo magnetico 

rotante ideato da Galileo Ferraris nel 1888. Quelli sparsi nelle nostre 

case sono decine: stanno nascosti nel frigorifero, nella lavatrice, nella 

lavastoviglie, nel frullatore, nell’asciugacapelli, nei lettori di CD e DVD, 

nel videoregistratore, nel rasoio elettrico, nell’aspirapolvere e così via. 

Altri “schiavi” che lavorano quotidianamente per noi sono le resistenze 

elettriche (per produrre calore) o vari tipi di apparecchi per illuminare 

(lampadine a filamento, tubi al neon, Led). 

Ma quanti di noi sono consapevoli di tutto ciò? 

“Experimenta 06”, intitolata “Intorno al Futuro. Viaggio nelle tecnologie 

invisibili”, si propone di far emergere le tecnologie sommerse nella 

nostra vita quotidiana, quelle “macchine”che ormai ci sono diventate 

così familiari da non essere neppure più percepite. Internet è il caso 

più clamoroso: tutti noi navighiamo tra i siti più vari, spediamo e-mail, 

chattiamo, ci raccontiamo nei blog, scarichiamo dalla Grande Rete musica, 

immagini e filmati. Eppure ignoriamo pressoché del tutto che cosa 

accade al di là della presa del cavetto telefonico.

Ma questo è solo il punto di partenza. In seconda battuta “Experimenta 

06” esplora alcune tecnologie che incontreremo nel prossimo futuro, 

specialmente nel campo delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità. 

E vedremo anche come tutte queste tecnologie formino una rete, 

un sistema. 

Il passaggio dall’analogico al digitale ha fatto sì che l’intera macchina 

delle telecomunicazioni mondiali potesse usare lo stesso semplice alfabeto 

fatto di due soli simboli, zero e uno, si tratti di parole, suoni o 

immagini. E la rete digitale ormai va dai satelliti ai cellulari, alle etichette 

intelligenti, alle reti locali Wi-Fi che collegano tra loro i computer 

senza la noia dei fili. Presto ogni oggetto esistente avrà un indirizzo, il 

frigorifero potrà comunicare con il pacchetto di burro e avvisarci che è 

ormai vicino alla data di scadenza, la lavatrice scegliere il programma di 

lavaggio assumendo informazioni da etichette intelligenti cucite sulla 

biancheria. La domotica ci aiuterà a controllare la nostra abitazione, a 

renderla più comoda, a risparmiare energia. 

Quanto alla mobilità, incomincia anch’essa a fare sistema non soltanto 

per ciò che riguarda le infrastrutture e i vari mezzi di trasporto, ma 

anche con i singoli utenti: il Telepass è la prima timida applicazione di 

questa tendenza. Il sistema trasporti, poi, dovrà sempre più tenere conto 

dell’ambiente: per questo motivo “Intorno al futuro”, oltre a far vedere 

come i mezzi di trasporto siano ormai concepiti in funzione del riciclaggio 

dei materiali, dedica un ampio spazio alla tecnologia dell’idrogeno, 

la più pulita che oggi sia possibile. Vedremo, anzi, come molte invenzioni 

siano “copiate” dalla natura. 

Un altro filone di “Intorno al futuro” è costituito dalla tecnologia al 

servizio della salute, e in particolare alle macchine diagnostiche che 

permettono di guardare sempre meglio e in modo non invasivo dentro il 

corpo umano. Una recente ricerca condotta tra 225 specialisti ha individuato 

le 10 innovazioni mediche più importanti degli ultimi 25 anni: 

tra queste spiccano la risonanza magnetica, la Tac, l’angioplastica con 

palloncino, la mammografia, il bypass coronario, la chirurgia dell’anca 

e del ginocchio. Non a caso il Nobel per la Medicina nel 2003 è stato 

assegnato a Paul Lauterbur e Peter Mansfield per i loro lavori che hanno 

permesso di raffinare in modo sorprendente la risonanza magnetica 

come strumento diagnostico. 

Con la ormai collaudata concezione ludica, sperimentale e immersiva, la 

mostra Experimenta 06 “Intorno al futuro” si propone obiettivi culturali 

insieme semplici e importanti. Il primo è quello di renderci consapevoli 

del funzionamento di apparecchi che per i più sono soltanto “scatole 

nere” dal contenuto misterioso. Per ottenere questo fine ogni volta che è 

stato possibile si è cercato di portare alla luce la scienza di base che sta 

all’origine delle tecnologie, facendo comprendere il valore fondamentale 

della conoscenza pura, indispensabile in sé, ma anche per giungere ad 

applicazioni pratiche utili e remunerative. Un altro obiettivo è quello 

di sviluppare un atteggiamento critico ed equilibrato verso le moderne 

tecnologie: senza esaltazioni eccessive ma anche senza pregiudizi 

e irrazionali demonizzazioni, ci renderemo conto di quanto le moderne 

tecnologie possano contribuire al miglioramento della qualità della vita. 

Nel seguire questo percorso, infine, il visitatore scoprirà l’importanza 

della cultura scientifica e la collegherà al tessuto di centri di ricerca e 

di aziende ad alta tecnologia del nostro territorio. Un tessuto al quale 

è affidato il rilancio economico, industriale e occupazionale di Torino e 

del Piemonte. 

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INTRODUCTION edited by Piero Bianucci 

How many machines are there that make life more comfortable and pleasant? 

From the mobile phone to the car, from household appliances to CD 

player to Internet. The network which, covering the entire planet, is the 

biggest machine ever built by man, the list would be extremely long. 

But inside the machines others are hidden, more mysterious because 

they are invisible. The mobile phone contains three chips which in substance 

are other computers concentrated in pieces of silicon smaller 

than a coin. Still more invisible, because completely immaterial, is the 

software which makes these three micro processors. The car is a collection 

of devices conceived to guarantee safety and driving comfort. 

The CD player can allow us to listen to favourite music because a laser 

ray explores millions of minuscule cavities that codify digital data. 

The screen of old televisions with cathode tubes is an accelerator of 

electrons, that is to say, sub-atomic particles, similar to those used by 

physicists to investigate the structure of material. In more recent televisions 

we find screens of liquid crystals or plasma, other sophisticated 

technologies developed by the most advanced research. 

Even the most banal household appliances are machines that in their 

turn contain other machines, operated by electricity. To have electricity 

at our disposal at this point seems to be a foregone fact, it seems 

impossible that in a time not even long ago, a century ago, man lived 

without having this energy to hand. In our houses there are lots of 

electric sockets that offer power of between 3 to 5 kilowatts according 

to the contract stipulated with the supplier. It is difficult to have an idea 

of what this signifies. A way of realising what it could be: since a young 

and robust man working with his arms and legs could supply power of 

about 200 Watts, the household appliances put at our disposal are the 

equivalent of about thirty young and robust people. To give a concrete 

idea: the constant production of between 3-5 kilowatts by a dynamo 

would call for twenty champion cyclists able to pedal without stopping 

24 hours through 24 hours. This fact makes us understand what the cost 

of energy is (although to us it could seem high when the bill arrives) 

whether in reality it is negligible in respect to the performance that 

this energy allows. Not only: while a good athlete can produce his 200 

Watts for about ten minutes and then necessarily must rest and refresh 

himself, the household appliances that we nourish with electricity do 

not know exertion or tiredness. 

Machines that transform in work the electricity distributed by the outlets 

of the homes are electric motors based on rotating magnetic fields 

conceived by Galileo Ferraris in 1888. Those spread around our houses 

are lots: they are hidden in the refrigerator, in the washing machine, in 

the dish washer, in the mixer, in the hair dryer, in the CD player and DVD, 

in the video player, in the electric razor, in the vacuum cleaner and so 

on. Other “slaves” which work daily for us are the electric resistances (to 

produce heat) or various types of apparatus to illuminates, (bulbs with 

filaments, neon tubes, Led). But how many us are aware of all this? 

“Experimenta 06”, entitled “Around the Future. Journey in the invisible 

technologies”, suggests making the submerged technologies emerge in 

our daily life, those “machines” which by now have become as familiar 

as to not even be perceptible. Internet is the most clamorous case: we 

all navigate between the most varied sites, we send e-mail, we chat, 

we talk of blogs, we download music, images and films from the Great 

Network. And yet we almost completely ignore what happens beyond 

the outlet of the telephone wire. 

But this is only the point of departure. Secondly “Experimenta 06” 

explores some technologies that we will soon meet in the near future,

especially in the field of telecommunications, transport, and health. And 

we will see how all these technologies form a network, a system. 

The passage from analogical to digital allowed the entire machine of the 

world telecommunications to use the same simple alphabet made up of 

only two symbols, zero and one, we refer to words, sounds and images. 

And the digital network by now goes from satellites to mobile phones, 

to intelligent labels; to local WiFi networks which connect computers 

together without the bother of wires. Soon every existing object will 

have an address; the refrigerator could communicate with a packet of 

butter and advise us that it is almost near the expiry date, the washing 

machine will choose the washing programme gathering information 

from the intelligent labels sewn on linens. Domotics will help us to control 

our houses, make them more comfortable, and save energy. 

As far as mobility is concerned even this starts to make a system not 

only for that which concerns the infrastructure and the various means 

of transport but also with the individual users: the Telepass is the first 

timid application of this tendency. The transport system, then, must 

always bear the environment in mind: for this reason “Around the future”, 

apart from showing how the means of transport are by now conceived 

in function of recycling materials, dedicates extensive space to the 

technology of hydrogen, the cleanest possible today. We will see as well, 

how many inventions are “copied” from nature. 

Another trend of “Around the future” is made up of the technology at 

the service of health, and in particular to the diagnostic machines which 

allow you to always look better in a non invasive manner inside the human 

body. A recent research conducted by 225 specialists has identified 

the 10 most important medical innovations of the last 25 years: among 

these is the magnetic resonance stands out, the CAT. Angioplasty with 

the small ball, mammography, the coronary by pass, the hip and knee 

surgery. It is not by chance that the Nobel for Medicine in 2003 was 

awarded to Paul Lauterbur and Peter Mansfield for their work which 

permitted refining magnetic resonance as a diagnostic instrument in 

an amazing manner. With the by now well tested game conception, 

experimental and immersed, the Esperimenta06 exhibition “Around the 

future” proposes both simple and important cultural objectives. The first 

is that of making us aware of the functioning of machines which mostly 

are only “black boxes” of mysterious contents. To obtain this each time 

it was possible it was tried to bring to light the basic science which is 

at the origin of the technologies, making the fundamental value of pure 

knowledge understood, indispensable in itself, but also to reach practical, 

useful and remunerative applications. Another objective is that of 

developing a critical and balanced attitude towards modern technology: 

without excessive exaltation but also without prejudice and irrational 

demon phobia, we realise how much the modern technologies can contribute 

to improving the quality of life. In following this path, finally, 

the visitor will discover the importance of scientific culture and connect 

it to the fabric of the centres of research and of the high technology 

companies of our territory. Fabric to which is entrusted the economic, 

industrial and occupational revival of Turin and Piedmont. 

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VENT’ANNI DI EXPERIMENTA 

a cura di Piero Bianucci 

Experimenta con questa edizione compie vent’anni. L’esordio fu a Villa 

Gualino, sulla collina torinese, il tema era “Fenomeni dal mondo della 

scienza e della tecnica”, l’iniziativa, allora come oggi, dell’Assessorato 

alla Cultura della Regione Piemonte (retto all’epoca da Giovanni Ferrero) 

in collaborazione con Radiostuff. Per il nostro Paese fu qualcosa di inedito. 

Un evento pilota. Nel 1985 l’Italia non conosceva ancora mostre 

scientifiche interattive rivolte al grande pubblico. Il concetto di “science 

center”, che poi avrebbe messo radici in Francia, Inghilterra, Spagna, 

Olanda e anche da noi, era quasi sconosciuto. C’era, remoto, il mito 

dell’Exploratorium di San Francisco, in California, fondato nel 1969 da 

Frank Oppenheimer. Ma pochi in Italia ne avevano una conoscenza diretta. 

Come l’Exploratorium, Experimenta si fondava sull’idea pedagogica 

che si impara meglio se ci si diverte e se si mettono le mani su oggetti 

concreti, facendo prima l’esperimento e poi il ragionamento che lo spiega. 

Oggi queste sono nozioni ovvie. Nel 1985 apparivano rivoluzionarie. 

La prima edizione di Experimenta (con Tullio Regge presidente del comitato 

scientifico e Pino Zappalà curatore) riproduceva alcuni classici 

exhibit di acustica, meccanica, ottica, elettromagnetismo. C’erano, 

per esempio, paraboloidi per concentrare a distanza la voce e mostrare 

la natura ondulatoria del suono, la bicicletta sul filo, esperimenti sulla 

conservazione della quantità di moto. Cioè exhibit nei quali la persona 

del visitatore diventa parte dell’esperimento. Il successo fu immediato 

e l’assessorato alla Cultura della Regione Piemonte dal 1985 in poi ha 

fatto della divulgazione scientifica tramite una didattica ludica e interattiva 

una costante della propria politica. Una scelta premiata dal 

successo: i visitatori sono stati in media più di centomila, le scuole hanno 

trovato in Experimenta l’occasione per una gita intelligente, si sono 

creati rapporti organici tra la mostra e le aziende a tecnologia avanzata 

sul territorio, con l’Università, il Politecnico, i centri di ricerca. 

In vent’anni non c’è tema scientifico che Experimenta non abbia toccato: 

biologia e biotecnologie, lo sport, il cervello, l’Intelligenza Artificiale, 

l’astronomia, l’esplorazione dello spazio, il cinema, l’energia, il mito del 

paranormale, le telecomunicazioni, l’informatica, la robotica, la lotta per 

la sopravvivenza, la montagna e la sfida olimpica. 

I temi hanno costeggiato gli sviluppi della ricerca, ma anche i problemi e 

le inquietudini che talvolta il progresso scientifico porta con sé. Evitando 

mitizzazioni trionfalistiche (che sarebbero, tra l’altro, antiscientifiche). 

Negli anni, gli exhibit sono divenuti tecnologicamente più sofisticati, è 

cambiata la sede, da Villa Gualino al Parco Michelotti, sono cambiati 

molti membri del comitato scientifico. Ma non è cambiato il principiobase: 

“fare e divertirsi per poi capire e imparare”.

TWENTY YEARS OF EXPERIMENTA 

edited by Piero Bianucci 

With this edition Experimenta is twenty years old. The first opening 

was at Villa Gualino, on the hill of Turin, the theme was “Phenomena 

of the world of Science and technology”, the initiative then, as today, 

was that of the Councillor of Culture of the Piedmont Region (at that 

time held by Giovanni Ferrero) in collaboration with Radiostuff. For our 

country it was something previously unheard of. A pilot event. ln 1985, 

Italy did not yet know about scientific interactive exhibits addressed to 

the wide public. The concept of a “science centre”, which then would 

have sprung roots in France, England, Spain, Holland and also here, was 

practically unknown. There was, remote, the myth of the Exploratorium 

of San Francisco, in California, founded in 1969 by Frank Oppenheimer. 

But few in Italy, had any direct knowledge of this. As the Exploratorium, 

Experimenta was based on a pedagogical idea which is learned better 

if it amuses oneself and if you place hands on real objects, first as an 

experiment, and then the explanation which explains. Today these are 

notions that are obvious. In 1985 they seemed revolutionary. 

The first edition of Experimenta (with Tullio Regge President of the 

Scientific Committee and Pino Zappalà Curator) reproduced some classic 

exhibits of acoustics, mechanics, optics, and electro-magnetism. There 

were, for example, paraboloids to concentrate voice at a distance and 

show the undulating nature of sound, the bicycle on a wire, experiments 

on the conservation of the quantity of movement. That is an exhibit where 

the person of the visitor becomes part of the experiment. The success was 

immediate and the Councillorship of the Regione Piemonte since 1985 

has divulged scientific knowledge through didactic and interactive games 

as a constant of its own policy. A choice awarded with success: the 

visitors on average were more than one hundred thousand, the schools 

found in Experimenta the occasion for an intelligent trip, organic relations 

between the exhibition and the advanced technology companies on the 

territory, with the University, the Polytechnic, the research centres. 

In twenty years there is no scientific theme that has not been touched 

upon: biology and bio-technology, sport, the brain, artificial intelligence, 

astronomy, exploration of space, cinema, energy, the myth of the paranormal, 

telecommunications, information technology, robotics, the fight 

to survive, the mountains, and the Olympic challenge. 

The themes have run along the developments in research, but also the problems 

and the anxiety that sometimes scientific progress brings. Avoiding 

triumphant mythìcization (which would, amongst other things, be antiscientific). 

Over the years, the exhibits have become technologically more 

sophisticated, and by changing the location, from Villa Gualino to Parco 

Michelotti, many members of the scientific committee have changed. But 

the basic principle “do and amuse to understand and learn”. 

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INTORNO AL 

FUTURO 

Tecnologie “invisibili” permettono a ognuno di noi di utilizzare quotidianamente 

tecnologie complesse: telefonini, computer, fotocamere 

digitali, modem, internet... 

Ma quanti ne conoscono i meccanismi di funzionamento? In questo primo 

padiglione potrete “abitare” Internet, la grande tecnologia invisibile; comprendere 

vantaggi e svantaggi del vivere nell’era “digitale”; conoscere e 

capire cos’è e a cosa serve una “interfaccia” che consente alla tecnologia 

visibile, e a noi, di comunicare con la tecnologia invisibile. Viaggerete in 

compagnia dei suoni invisibili, ma udibili, attraverso la storia delle telecomunicazioni, 

proverete un simul-acceleratore di elettroni e comprenderete 

le applicazioni future collegate a questa ricerca scientifica. 

AROUND THE FUTURE 

“Invisible” technologies allow each of us to use complex 

technologies on a daily basis: cellular telephones, 

digital cameras, digital modems, internet... 

But how many of us know how the mechanism functions? 

In this first pavilion you can “live” the Internet, 

the great invisible technology, understand the 

advantages and disadvantages of living in the “digital” 

era, to know and understand what it is and what 

an “interface” is used for, which allows the visible 

technology, and allows us to communicate with the 

invisible technology. You will travel in the company 

of invisible but audible sounds through the story 

of telecommunications, you will try a fake electron 

accelerator and understand the future applications 

connected to this scientific research. 

INTERNET - FOR A FISTFUL OF YOUR PIXELS 

Leave your “tracks on the net”, enter and become 

part of the blogs of Experimenta and you will be the 

owner of your own web page. In the inter-active digital 

position your identity, an invented name which 

will become your password to enter in to the blog 

even from your home. Choosing the colour and style 

of your web page you can identify a profile. Then, 

using the webcam leave us your “digital” print. These 

images and the choice made will bring your personal 

package to a specific area of the graphics of blog, 

and will be part of the general design. You will therefore 

always be an inhabitant of a “Fistful of Pixels” 

which will in the future bear witness to your presence 

in the great virtual web. 

INTERNET - PER UN PUGNO DI TUOI PIXEL Lasciate la vostra 

“traccia sulla rete”, entrate a far parte dei blog di experimenta e 

sarete proprietari di una vostra pagina web. Nelle postazioni interattive 

digitate la vostra identità, un nome di fantasia che diventerà 

la vostra password per entrare nel blog anche da casa. Scegliendo 

colore e stile della vostra pagina web potrete identificare un profilo. 

Poi utilizzando la webcam lasciate una impronta digitale. Questa 

immagine e le scelte operate condurranno il vostro pacchetto personale 

in una zona specifica della grafica del blog, e ne costituiranno 

parte del disegno generale. Sarete così per sempre abitanti 

di “Un pugno di Pixel” che testimonierà la vostra presenza nella 

grande ragnatela virtuale. 

DUELL - ANNA-LOGICA & D.G.TALE Sfida senza esclusione di colpi 

tecnologici. Seduti sulle gradinate assisterete alla sfida tra due tecnologie: 

analogica e digitale. In un filmato interattivo le Sorelle Suburbe 

(qui denominate ANNA-LOGICA & D.G.TALE) verbalmente, ma non solo, 

vi espongono le loro scelte in campo tecnologico: una compra entusiasticamente 

solo oggetti digitali mentre l’altra preferisce la qualità 

analogica. Al termine di ogni scena potrete esprimere con quale delle 

due siete più in sintonia: le vostre preferenze verranno registrate ed 

elaborate in un grafico che determinerà la vincitrice. 

DUELL - ANNA-LOGICA and D.G.TALE A no holds 

barred challenge. Sitting on the steps you will assist 

in the challenge of two technologies; analogical 

and digital. In an interactive film the Suburb Sisters 

(here called ANNA-LOGICA & D.G.TALE) verbally, but 

not only, will demonstrate their choice in the technological 

field: one of them enthusiastically buys 

only digital objects, while the other prefers analogical 

quality. At the end of each scene you can express 

with whom of the two you are more in harmony with: 

your preference will be registered and elaborated in a 

graphic which will determine the winner.

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ZEN-PONG - INTERFACCIA E SISTEMA La tecnologia visibile che 

ci permette di interagire con il sistema invisibile necessita di un’interfaccia, 

una sorta di cruscotto che contiene tutti i comandi a vostra 

disposizione. Dal telefono al telecomando, quotidianamente incontriamo 

interfacce di molti tipi. Alcune sono più versatili di altre, alcune 

ci permettono funzioni complesse, altre sono semplici. Quante volte ci 

siamo ritrovati a studiare l’utilizzo di un menù ma soprattutto a cercare 

di far funzionare attraverso display o pulsanti una tecnologia appena 

acquistata? Alle diverse postazioni potrete testare alcune interfacce 

che usate solitamente, per trovare quella più adatta allo ZEN-PONG, 

un video gioco interattivo da giocare in 8 mentre le palline si scontrano 

proiettate in un piccolo giardino zen. 

SUONI INVISIBILI E TELECOMUNICAZIONI Una installazione sonora 

vi guiderà in un viaggio alla scoperta di telegrafo, modem, fax... 

tutte le diverse tecnologie inventate dall’uomo per comunicare. Tutti 

oggetti che emettono un suono caratteristico... Scrivete dunque il vostro 

nome e lo ascolterete in linguaggio morse. Ascoltate come viene 

modulata l’informazione nelle varie connessioni di banda (modem, adsl, 

isdn...). Quindi provate a indovinare la tecnologia attraverso il “suo” suono 

e soprattutto ascoltate il rumore di una centralina telefonica mentre 

fate una telefonata completamente analogica, quella digitale la fate 

abitualmente dal vostro cellulare... 

ACCELERATORI: APPLICATEVI! Tutti noi a casa abbiamo un acceleratore 

di particelle, e precisamente di elettroni: il tubo catodico del 

televisore. Qui potrete provare un acceleratore di particelle e scoprire 

come lo usano i fisici: dallo studio della materia ad applicazioni in medicina 

e nella conservazione dei beni artistici. 

ZEN-PONG - INTERFACE AND SYSTEM The 

visible technology which will allow us to interact 

with the invisible system needs an interface, a sort 

of dashboard which contains all the commands at 

your disposal. From the telephone to the remote control 

daily we meet interfaces of many types. Some 

are more versatile than others, some allow complex 

functions, and others are simple. How many times 

have we found ourselves studying the usefulness of 

a menu but above all try, through a display or push 

button, to make a newly acquired technology work. 

At the different places you can test some of the interfaces 

that your normally use, to find that which 

is more suitable to ZEN-PONG, an interactive video 

game to play with eight persons while the balls hit 

each other projected in a small Zen garden. 

INVISIBLE SOUNDS AND TELECOMMUNICATIONS 

A sound installation which will guide you on a journey 

to discover the telegraph, the modem, the fax... 

all the different technologies invented by men to 

communicate. All objects which emit a characteristic 

sound. So, write your name and you will listen in 

Morse code or as in the connection of the magnetic 

strip type (Modem, ADSL, ISDN...). Then try to guess 

the technology through “its” sound and above all li- 

sten to the sound of a telephone exchange, make a 

completely analogical telephone call, the digital one 

you usually make through your cell phone. 

ACCELERATORS: APPLY YOURSELVES! 

Everyone has an accelerator of particles in the house, 

and precisely electrons: the cathode tube of the television. 

Here you can test an accelerator of particles 

and discover how the physicists use them: from the 

study of the subject to applications in medicine and 

for preserving artistic property.

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PER SAPERNE DI PIÙ 

Se il futuro è invisibile, se le tecnologie sono invisibili, 

non ci resta che entrare in un grande vuoto. 

Così progettiamo, Hairi Vogel e io, Giuseppe 

Zambon, uno spazio vuoto, comunque all’insegna 

dell’invisibilità. Chi entra nell’exhibit si 

sente a suo agio, niente di sovrastante, fino a 

quando non parte il filmato interattivo su analogico 

e digitale. 

Allora tutto si anima, si ingigantisce, la lotta 

fra AnnaLogica e D.G.Tale assume toni epici. 

Nel frattempo, dopo una settimana, 1500 siti 

nascono nel Blog Experimenta, constatiamo 

che chiunque è veramente felice di avere una 

pagina propria in rete, un Pugno di Suoi Pixel. 

Lo Zen Pong, magicamente diffonde suoni e 

palline. Il pubblico lo suona con volanti, pulsanti, 

maniglie... sembra tutto aereo, visibile 

e invisibile, artisticamente soddisfatti ringraziamo 

D.no e Silvia per tutto l’aiuto, la pazienza 

e la professionalità. Nelle due stanze 

adiacenti invece le nostre storie si incrociano 

con due persone innamorate ciascuna di un 

oggetto che curano e accudiscono come una 

piccola creatura. 

Giovanni Romanò, persona che con i telefoni 

ha un rapporto fisico ed emozionale, e ha 

un’altro modo di pensare alla comunicazione, 

un rispetto per l’analogico, le piccole saldature, 

i rumori che la macchina emette: la centralina 

telefonica 40/50. 

Silvano Gallian invece costruisce metodicamente 

il simul acceleratore dentro al 

Laboratorio di Fisica Nucleare di Torino, lo 

progetta con grande perizia e attenzione sia 

sul funzionamento che sull’estetica. Risultato: 

un mega flipper scientifico. 

Altri dati curiosi: gli oggetti dentro la teca dedicata 

all’integrazione sono infiniti e curiosi, uno 

su tutti il Calendario di Frate Indovino del ‘59. 

Il RadioTaxi nella stanza dei suoni invisibili è di 

Bangkok, la segreteria telefonica è di Parigi. Le 

lampacassacamera del Pugno di Pixel sono di 

Bruno Petronzi, per chi le volesse acquistare.

TO KNOW MORE 

If the future is invisible, if technology is invisible, 

we have no choice but to remain in a 

huge vacuum. 

So we create, Hairi Vogel and I, Giuseppe 

Zambon, an empty space, however dictated by 

invisibility. Those entering the exhibition are at 

ease, nothing impending, until the interactive 

Analogical and Digital film starts. 

Then everything is animated, gets larger, the 

fight between AnaLogica and D.G.Tale reaches 

epic tones. 

In the meantime, after a week, 1500 websites 

are born in the Experimenta Blog, and we note 

that everyone is really happy to have their own 

page on the net, a Fistful of Your Pixels. 

Lo Zen Pong, magically diffuses sounds and 

small balls. The public plays them with sockets, 

buttons, handles….everything in the air 

it seems, visible and invisible, artistically satisfied, 

we thank D.no and Silvia for all the help, 

patience and professionalism shown. In two 

adjacent rooms however our paths cross with 

two people each in love with an object which 

they care for and take care of, as if it was 

a small creature, Giovanni Romanò, someone 

who has a physical and emotional relationship 

with telephones, and has another way of 

thinking about communication, a respect for 

the analogical, small welds, the noise that the 

40/50 telephone exchange machine emits.. 

Silvano Gallian instead methodically builds 

the simulator-accelerator inside the Nuclear 

Physics Laboratory in Turin; he creates it with 

great skill and attention to its functioning as 

well as to the aesthetics. The result: a mega 

scientific pinball machine. 

Other curious data: the objects inside the show 

case are endless and curious, one above all; 

the calendar of Frate Indovino dated ‘59. The 

Radio Taxi in the room of the invisible sounds is 

from Bangkok, the answer phone is from Paris. 

The cash-lamp-camera of Pugno di Pixel is by 

Bruno Petronzi, whoever could be interested in 

buying it. 

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QUADRISFERA 

Nessuna tecnologia è più invisibile e nello stesso tempo dovunque come 

quella satellitare. 

Lassù, in orbita bassa o geostazionaria, centinaia di satelliti svolgono i 

compiti più vari: per telecomunicazione, telerilevamenti, tutela dell’ambiente, 

meteorologia, astronomia, geofisica e altre ricerche scientifiche. 

La Quadrisfera, con il suo caleidoscopio di immagini, vi condurrà nello 

sguardo della terra dallo spazio e nelle applicazioni di questa tecnologia. 

QUADRISPHERE 

No technology is more invisible and at the same time 

anywhere as the satellites. 

Up there, hundreds artificial satellites work in the 

most different ways: for tele-communications and 

remote sensing, meteorological and astronomical, 

and other scientific researches. 

The quadrisphere, with its kaleidoscope of images. 

will bring you to glance at the ground of the space 

and the applications of this technology.


TO KNOW MORE 

Satelliti invisibili, satelliti d’emozione, l’accompagnamento 

non poteva essere che Satellite of 

Love di Lou Reed, pezzo musicale che fa parte 

della nostra storia, di quelli nati tra ‘50 e ‘60 

che pensavano allo spazio come una forma di 

poesia col cuore rivolto a Star Trek e convinti 

che presto saremmo tutti andati su Marte. 

Non è successo e oggi i satelliti sono tremendamente 

invadenti e pericolosi. Ma sulle note 

di Volare immaginiamo di essere lassù, nel blu 

dipinto di blu. 

Invisible satellites, satellites of emotion, the 

choice could be no other than the Satellite of 

Love by Lou Reed, a musical score which is part 

of our story, of those who were born between 

the 50s and 60s who thought of space as a sort 

of poetry with their hearts turned towards Star 

Trek and convinced that soon we will all be going 

to Mars. It did not happen and today satellites 

are tremendously invasive and dangerous. But 

on the notes of Volare we imagine that we are 

up there, in the blue, all painted in blue. 

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CINEMA 

DINAMICO 3D 

Accomodatevi sulle poltrone dinamiche e allacciatevi le cinture: con la 

tecnologia della realtà virtuale e del 3D proverete l’emozione di un viaggio 

all’interno di storie impossibili. Un tuffo emozionante, ma nessuna paura: 

è tutta illusione. Ecco i titoli delle storie che vivrete in prima persona: 

Alice nel paese delle Meraviglie 

Rapina in banca 

Autoscontro galattico 

Castello Incantato 

Montagne russe pazzesche 

Guerre galattiche 

Avventura nella preistoria 

DYNAMIC 

3D CINEMA 

Make yourself comfortable in the dynamic armchairs 

and attach the seat belts; with the technology of virtual 

reality and of 3D you will experience the emotion 

of a trip within impossible stories. An emotional plòunge, 

but don’t be afraid; it is all an illusion. Here are the 

titles of the stories you will live in first person: 

Alice in Wonderland 

Bank heist 

Galactic bumper cars 

Enchanted castle 

Coaster crazy 

Galaxy wars 

Prehistoria adventure

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MADE IN... 

NATURA 

Muoversi, cercare il cibo, proteggersi dal clima e dai pericoli... i vegetali 

e gli animali che popolano la Terra affrontano in mille modi 

diversi i problemi della vita quotidiana. E ciascun essere vivente, tramite 

un’evoluzione durata milioni di anni, ha escogitato il “suo” modo 

migliore per vivere bene, la “sua” soluzione per sfruttare al meglio le 

risorse a disposizione. La Natura è un immenso laboratorio, una fucina 

che sforna idee geniali senza sosta... Da sempre l’uomo osserva i vegetali 

e gli animali in cerca di buone idee da trasformare in strumenti 

utili ai suoi bisogni: volare, vedere nel buio, incollare senza colla, costruire 

con leggerezza, risparmiare energia... innumerevoli tecnologie 

che noi oggi conosciamo sono state ispirate proprio dall’osservazione 

della Natura. 

La scienza che si occupa della rielaborazione in chiave tecnologica dei 

MADE IN... NATURE 

Move around, find food, and protect oneself from 

the climate and from danger... the plants and animals 

that populate the Earth face daily problems in 

a thousand different ways. Each living thing through 

an evolution of a million years duration, has invented 

“its” best way to live well, “its” solution to take better 

advantage of the resources at its disposal. Nature 

is an immense laboratory, a breeding ground which 

churns out genial ideas without stopping... Since 

time began man has observed nature and the animals 

looking for good ideas to transform into useful 

instruments for his needs: to fly, see in the dark, to 

stick without glue, build lightly, save energy... numerous 

technologies which we know today, were inspired 

by observing Nature. 

The science which takes care of the technological 

re-elaboration of a natural mechanism is bionics, a 

discipline between engineering and biology, botany 

and architecture, chemistry and anatomy, zoology 

and mechanics. 

But an excessive specialisation of scientific research, 

a presumptuous faith in modern methods of com- 

meccanismi naturali, è la biomimetica (chiamata anche bionica), disciplina 

a cavallo tra ingegneria e biologia, botanica e architettura, chimica 

e anatomia, zoologia e meccanica. Una eccessiva specializzazione 

della ricerca scientifica, una presuntuosa fiducia nei moderni metodi di 

progettazione al computer, rischia di allontanare gli scienziati dal patrimonio 

di tecnologie nascoste in natura. Gli ingegneri devono imparare a 

dialogare sempre più con botanici e zoologi per trovare insieme ottime 

soluzioni a problemi vecchi e nuovi. 

LA NATURA RACCONTA Lungo il sentiero si raccontano i retroscena 

biomimetici di parecchi fra vegetali e animali. Ciascuno, svelandoci il 

proprio sistema o meccanismo di sopravvivenza, frutto dell’evoluzione 

e del perfetto adattamento all’habitat, ci insegna che molte soluzioni 

già esistono in Natura. Basta saperle osservare. Così ci si può muovere 

al buio orientandosi con gli ultrasuoni, riconoscere in oggetti di uso 

quotidiano quelli copiati dalla natura, come si può restare perfettamente 

ancorati a una parete a testa in giù sfruttando le capacità del geco, 

come liberarsi dagli insetti senza sterminarli con sostanze nocive anche 

per l’uomo, come produrre sapone naturale. Ma non tutto è ancora stato 

utilizzato. Tanti meccanismi naturali ancora sono alla ricerca di un problema... 

Magari proprio a te viene l’idea giusta. 

puter projects, risk barring scientists from the patrimony 

of natural hidden technology. The engineers 

must learn to communicate more with botanists and 

zoologists to together find the best solutions to old 

and new problems. 

NATURE TALKS Along the path they talk about 

the behind the scenes bionics of nature and animals. 

Each, revealing its own system or mechanism for 

survival, from evolution and the perfect adaptation 

of the habitat, which teach many solutions already

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NATURA HIGH TECH Abilità e percezione messe alla prova con una 

semplice provocazione: se studio la tela del ragno cosa potrò ottenere? 

È vero che gli alberi sono campioni di architettura? Come può un armadillo 

insegnarmi a viaggiare più sicuro in motocicletta? Cerca la pallina 

giusta e saprai la risposta. 

IN CACCIA (A ULTRASUONI) DELL’ANIMA GEMELLA Come fanno 

i pipistrelli a muoversi con l’aiuto degli ultrasuoni? I visitatori hanno 

un singolare obiettivo: indossando occhiali che impediscono la vista, 

muovendosi “al buio” e utilizzando il sonar per evitare collisioni con gli 

ostacoli predisposti, dovranno andare alla ricerca dell’anima gemella. 

SCOPERTE D’AUTORE Grandi scienziati del passato hanno dimenticato 

cosa hanno scoperto... vogliamo aiutarli? A ogni quesito che viene 

presentato sinteticamente, rispondete scegliendo fra alcuni tasselli (non 

sarà mica il caso di tornare a scuola?!). 

existing in Nature. It is sufficient to observe. Like that 

one can move in the dark, orienting oneself with ultrasounds, 

recognise in objects used daily those copied 

from nature, such as one can remain perfectly 

anchored to a wall upside down, copy the gecko, how 

to free oneself from insects without exterminating 

them with substances poisonous to man, how to produce 

natural soap. But not everything has yet been 

used. Many natural mechanisms are searching for a 

problem. Perhaps you are the one with the right idea. 

NATURE HIGH TECH Ability and perception put to 

the test with simple provocation: if you study a spider’s 

web what can you find? Is it true that trees are 

the champions of architecture? How can an armadil- 

lo teach me to travel more safely on a motorcycle? 

Find the right ball and you will know the answer. 

HUNTING (WITH ULTRASONICS) FOR A 

KINDRED SPIRIT How do bats move around with 

the help ultrasound? Visitors have a single objective: 

with glasses that prevent sight, moving “in the dark” 

and using sonar to avoid collisions with the placed 

obstacles, should go to search for a kindred spirit. 

DISCOVERIES Great scientists of the past have 

forgotten what they have discovered... shall we help 

them? To each question which is synthetically presented, 

reply choosing between some of the plugs. 

(should we go back to school by any chance?).


Intorno al futuro… partendo dalla natura? 

Meccanismi naturali fonte d’ispirazione per 

l’uomo? 

Ci confrontiamo con alcuni collaboratori e subito 

a qualcuno vengono in mente il radar e il 

sonar, dunque pipistrelli e delfini, ma nessuno 

di noi sospetta ancora l’esistenza di tante invenzioni 

che prendono spunto dal mondo della 

natura, nessuno immagina una tale quantità di 

ricerche ispirate dalla fisiologia e dalla morfologia 

di animali e vegetali. Poi, un po’ per volta, 

la “scoperta”: ancora una volta l’uomo si dimostra 

l’essere adattivo per eccellenza …e anche 

un po’ copione. 

L’uomo “copia” dalla natura, questa è la sostanza. 

Ma non tutti lo sanno. 

Perché non presentare allora dei quesiti scientifici 

a riguardo? Perché non proporre ai visitatori delle 

semplici domande che facciano ragionare intor- 

TO KNOW MORE 

Around the future... starting from nature? Are 

natural mechanisms the source of inspiration 

for man? 

We discuss with some collaborators and immediately 

someone comes up with the idea of 

radar and sonar, therefore bats and dolphins, 

but none of us yet suspect the existence of so 

many inventions that are inspired by the world 

of nature, no one even imagines such an 

amount of research inspired by physiology and 

morphology of animals and plants. Then little 

by little, the “discovery”: once again man demonstrates 

that he is an adaptable being par 

excellence ...and also a bit of a copycat. 

Man “copies” nature that is the essence. But 

not everyone knows it. 

Therefore why don’t we question scientists regarding 

this? Why don’t we propose simple questions 

to the visitors which make them reason 

no al tema e azzardare ipotesi come soluzione? 

Non sarà facile rispondere con dei frutti colorati 

da inserire in una gigantesca radice, ma i 

suggerimenti dello scienziato indirizzeranno 

anche i più sprovveduti. Magia della natura! 

Ma l’idea dei pipistrelli ci frulla ancora in testa; 

da lì siamo partiti e non vogliamo trascurare i 

piccoli amici volanti che hanno dato l’avvio al 

nostro percorso. 

Ecco allora farsi avanti l’idea di una storia, 

questioni di cuore (da lì sempre si parte), che 

racconta di un pipistrello innamorato alla ricerca 

della sua pipistrella. 

Il nostro obiettivo è però sempre innanzitutto 

“giocare” sull’interattività e dunque “far giocare” 

i nostri visitatori. Così è deciso: diventeranno tutti 

pipistrelli così proveranno direttamente l’ebbrezza 

di muoversi attraverso gli ostacoli senza la vista 

ma con il radar e scopriranno il ... senso giusto! 

around a subject and hazard a guess solution? 

It will not be easy to answer with coloured fruit 

to be inserted in a gigantic root, but the suggestions 

of the scientists direct even the most 

gullible. Nature’s magic! 

But the idea of bats goes around in our heads; 

we started from there and we do not want to 

miss our small flying friends who gave us the 

start of our journey. 

So a story comes to mind, questions of the 

heart (it always starts there), which talk about 

a male bat who was in love with research by 

his female bat. Our objective is above all to 

“play” with interactivity and therefore to make 

our visitors “play”. So it has been decided: they 

will all become bats so they will discover for 

themselves the excitement of moving amongst 

obstacles without sight, but with radar and we 

will discover the …real sense! 

Ma qual è il livello medio delle conoscenze 

scientifiche dei visitatori di Experimenta? 

Agorà Scienza dell’Università di Torino avrà la 

possibilità di verificare le competenze di migliaia 

di persone a cui si richiederà di rispondere ad 

alcuni quesiti attraverso un gioco interattivo. 

Le domande però possono essere noiose e poi, 

si sa, sanno sempre un po’ di scuola! 

E allora troviamo un modo per attivare i visitatori: 

useranno sì una lavagna ma non scriveranno 

col gesso! Si tratterà di una lavagna 

“tecnologica” dotata di lettore RFID su cui posizioneranno 

di volta in volta uno tra i tasselli a 

disposizione, quello che propone la risposta più 

corretta. Naturalmente anche i tasselli nascondono 

una tecnologia del futuro …un piccolo 

TAG che permetterà di verificare l’esattezza 

della risposta. 

But what is the average level of scientific 

knowledge of the visitors to Experimenta? 

Agorà Scienza of the Turin University will 

have the possibility of verifying the competence 

of thousands of people who will be requested 

to answer some questions through 

an interactive game. 

The questions can however be boring and then, 

understandably, remind one a bit of school! 

And so we find a way to set the visitors in motion: 

they will use blackboard but will not write 

with chalk! It is a “technological” blackboard 

equipped with a RFID scanner on which to gradually 

position one of the available elements, 

that which suggests the most correct reply. 

Naturally even the elements hide a future technology 

...a small TAG that allows verification 

of the correct response. 

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IL LABIRINTO 

DELLA RICERCA 

Sono molti gli “ingredienti” per diventare un buon ricercatore, più di 

quanti si possa pensare. Serve innanzitutto la voglia di cercare qualcosa 

di nuovo anche ponendosi obiettivi a prima vista impossibili; serve l’abilità 

nel cercare le risorse per lavorare e, ancora, la capacità di accettare 

che la ricerca possa concludersi in modo diverso dal previsto o avere 

applicazioni totalmente inaspettate. 

Nel labirinto viene rappresentata l’interazione tra i due elementi che 

“muovono” la ricerca scientifica: la forza delle idee e la coerenza delle 

azioni. Il ricercatore “naturalista” (ovvero lo scienziato che indaga la 

natura in tutti i suoi aspetti), attraverso la sua paziente osservazione, 

fornisce stimoli agli altri scienziati che, districandosi tre varie ipotesi, 

sperimentano e producono nuove tecnologie. Per raggiungere un risultato 

nel minor tempo possibile sarà necessaria da parte di tutti una 

buona dose di abilità e intuito. 

THE LABYRINTH OF RESEARCH 

Many “ingredients” are needed to become a good researcher, 

more than can be imagined. Above all the 

need to find something new, at first even by pondering 

seemingly impossible objectives, the ability to 

find the resources to work is needed, and again, the 

ability to accept the fact that research can end in a 

different way to what was originally foreseen or to 

have totally unexpected applications. 

In the labyrinth interaction between the two “moving” 

elements of scientific research is shown: strength 

of ideas and coherence of action. The “naturalist” 

researcher (the scientist who investigates nature in 

all its aspects), through patient observation, provides 

stimulus to other scientists who, disentangle various 

hypotheses, experiment and produce new technologies. 

It will be necessary for everyone to have a good 

dose of ability and intuition to reach a result in the 

shortest time possible.

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Come saranno le tecnologie future? Le invenzioni 

più brillanti sono nascoste nelle azioni quotidiane 

degli animali e dei vegetali che ci circondano. 

Anche di quelli più insignificanti. 

Quello che non è ancora stato inventato è già 

qui, nel mondo naturale, a portata di mano e di 

...cervello. Proviamo a immaginare quello che ci 

manca, sempre a caccia di nuove idee! 

Un percorso intricato. Ecco come procede la ricerca: 

osservazione, formazione di ipotesi, verifica 

per via sperimentale e poi? A volte sì, arriva 

la grande scoperta ma spesso tanto lavoro per… 

nulla? No, questo mai! Perché nessun risultato è 

“inutile”; nella ricerca scientifica qualsiasi conclusione 

porta ad un nuovo inizio ed il lavoro 

di uno scienziato, di un gruppo di scienziati, dà 

energia e stimoli a nuove ricerche. 

Ma come rappresentare tutto questo? 

Una metafora, ecco la soluzione! E allora due 

ricercatori lavorano in sinergia: una possente 

pedalata, a indicare la forza delle idee che “fa 

partire” la ricerca, e un gioco di abilità e coordinamento 

per simulare la sperimentazione. 

L’importante è saper interagire e comunicare al 

meglio le proprie competenze. 

Sono stati scelti due esempi che partono da 

organismi molto diversi tra loro per arrivare 

a scoprire che il “trucco” sono le rugosità 

microscopiche per entrambi: la rugosità della 

pelle di pescecane serve per far spostare più 

velocemente lo squalo nell’acqua, mentre la 

superficie rugosa della foglia di loto serve per 

“spostare più velocemente” ...la sporcizia (altrimenti: 

addio fotosintesi!). 

PELLE DI SQUALO E ...VELOCITA’ 

Gli squali sono pesci cartilaginei. La loro pelle è 

sottile, resistente e rugosa. È usata per rivestire 

tamburi e per levigare il legno. 

La superficie è rugosa perché ricoperta da 

dentelli triangolari sovrapposti. I dentelli fanno 

scorrere l’acqua in microscopici vortici e 

rendono il nuoto più veloce. Gli scienziati hanno 

riprodotto la struttura della pelle di squalo 

sugli scafi e sugli aerei, per ridurre l’attrito. Un 

tessuto artificiale con la stessa micro-struttura 

è stato sperimentato con successo nelle 

gare di nuoto. 

FOGLIE DI LOTO E ...PULIZIA 

Il loto è una pianta acquatica tropicale. Radici 

e semi sono ricchi di amido e usati come cibo. 

Le varie parti della pianta sono usate nella medicina 

popolare. È coltivata e diffusa in tutto il 

mondo anche per la sua bellezza. Le foglie sono 

ricoperte da uno strato rugoso di cera. La cera 

mantiene la foglia asciutta, e le rugosità non 

permettono allo sporco di aderire. 

Gli scienziati hanno riprodotto i caratteri della 

foglia di loto in vernici sintetiche idrorepellenti 

e rugose. Queste vernici proteggono 

dallo sporco, dalla corrosione, dalle muffe e 

dalle alghe le automobili, le tegole e le facciate 

degli edifici.

TO KNOW MORE 

How will the future technologies be? The most 

brilliant inventions are hidden in every day actions 

of animals and of plants that surround us. 

Even the most insignificant. 

Something that has not yet been invented is 

already here, in the world of nature, near at 

hand and ...the brain. Let’s try to imagine what 

is missing, always looking for new ideas! 

An intricate route. Here is how research proceeds: 

observation, formulating a hypothesis, 

experimentation and then? Sometimes it is 

true, one makes a great discovery but often it 

is a lot of work for... nothing? No, this never! 

Because no result is “useless” in scientific research, 

whatever the conclusion it brings about 

a new start and the work of one scientist, a 

group of scientists, gives energy and stimulates 

new research. 

But how to represent all this? 

A metaphor that is the solution! And then two 

researchers work in synergy: a powerful thrust, 

to indicate the strength of ideas that make the 

“start” of research; it is a game of ability and 

co-ordination to stimulate experimentation. 

It is important for them to be able to interact 

and to best communicate their competence. 

Two examples have been chosen which start 

from organisms which are very different from 

each other to arrive at discovering that the 

“trick” is the microscopic roughness of each: 

the roughness of a shark skin is useful to allow 

it to move more quickly in the water, while 

the surface roughness of lotus leaves is useful 

to “move dirt quicker” (otherwise: farewell to 

photosynthesis!). 

SHARK SKIN IS ...SPEED 

Sharks are cartilaginous fish Their skin is thin, 

resistant and rough. It is used to cover drums 

and to sand wood. 

The surface is rough because it is covered by 

superimposed triangular teeth. The superimposition 

makes the water run in microscopic 

vortexes and make swimming faster. Scientists 

have reproduced the structure of shark skin on 

boats and aircraft to reduce the friction. 

An artificial textile with the same micro-structure 

was experimented with success in swimming 

competitions. 

LOTUS LEAVES ...CLEANLINESS 

The lotus is a tropical aquatic plant. The roots 

and seeds are rich in starch and used as food. 

The various parts of the plant are used in popular 

medicine. It is cultivated and used world 

wide also for its beauty. The leaves are always 

covered by a rough layer of wax. The wax keeps 

the leaves dry, and the roughness keeps the 

dirt off. 

Scientists have reproduced the characteristics 

of the lotus leaf in synthetic, water resistant, 

rough varnish. These varnishes give protection 

from dirt, corrosion, mould and algae, on cars, 

tiles and façades of buildings. 

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34 

L’AUTO DEL 

FUTURO 

Croce e delizia del nostro viver quotidiano, l’automobile è un “oggetto” 

complesso e con enormi implicazioni nella nostra società. Il suo e nostro 

prossimo futuro derivano dalla ricerca, dalla tecnologia, dall’innovazione 

dove i gusti, le abitudini e le richieste del pubblico vanno a conciliarsi 

con le normative in tema di ambiente, sicurezza e risparmio energetico. 

Di fronte alla rapidità delle nuove tecnologie, il padiglione propone un 

racconto che spiega non solo ciò che vedremo tra pochi anni ma anche 

quanto oggi abbiamo sotto il naso: l’auto è la nostra compagna di vita 

quotidiana, l’auto che a volte è “l’altra casa” dove passiamo più tempo 

che nella nostra vera abitazione; ma la conosciamo davvero fino in 

fondo? Conoscere ma anche giocare, divertirsi con le informazioni e le 

THE CAR OF THE FUTURE 

A cross to bear and a delight of our everyday life, the 

car is a complex “object” with enormous implications 

in our society. Its future and our near future derives 

from research, technology, innovation where tastes, 

habits and the requests of the public should be reconciled 

with the law in terms of the environment, 

safety and energy saving. Faced with the rapidity of 

the new technologies, the pavilion provides an account 

which not only explains that which will be seen 

in a few years but also what we have today under our 

noses: the car is our companion in daily life, the car 

that sometimes is the “other house” where we spend 

more time than in our real house, but do we know it 

really well? To know but also to play, amusing oneself 

with the information and the interactive proposals 

of the pavilion assisted by a research Centre which 

proposes and builds what we expect tomorrow. 

1 - MOBILITY: THE CAR? NOT ONLY... How indispensable 

is the car to us? Is it possible to make more 

moderate use of it? At the entrance to the pavilion 

you can interact with a computer and discover what 

“type” you are: man/woman-car? man/woman-bus? 

or man/woman-bike? 

2 - THE CAR OF THE NEAR FUTURE A big tridimensional 

structure shows the outline of a car in 

which the components of the car of today are placed 

and the car of the near future. The result of a decennial 

of refined technology, an average car and compo- 

proposte di interattività del padiglione aiutati da un Centro di ricerca 

che propone e costruisce quanto ci aspetta domani. 

1 - LA MOBILITA’: AUTOMOBILE? NON SOLO... Quanto ci è indispensabile 

l’auto? E’ possibile farne un uso più moderato? All’ingresso 

del padiglione potrete interagire con un computer e scoprire che “tipo 

siete”: uomo/donna-auto?, uomo/donna-autobus? o uomo/donna-bici? 

2 - L’AUTO DEL FUTURO PROSSIMO Una grande struttura tridimensionale 

riprende la sagoma di un’automobile nella quale sono inserite 

componenti dell’auto del presente e del prossimo futuro. Frutto di 

decenni di raffinata evoluzione tecnologica, un’auto media è composta 

di circa 15.000 pezzi, è attraversata da circa 4,5 km di cavi; e costa in 

media 11 euro al chilo. Potrete “guidare” la vostra esplorazione scegliendo 

le immagini che scorrono su uno schermo e che il computer 

riconduce alle caratteristiche del vostro “tipo”. 

3 - LA SECONDA CASA Un’exhibit dedicato al sempre maggior 

“comfort” offerto dall’auto: per esempio il controllo della temperatura 

dell’abitacolo, la diffusione del suono, la comodità dei sedili... Toccate 

con mano le diverse risposte ai raggi solari dei materiali... con un approfondimento 

sulla temperatura e sulla percezione del calore. 

sed of about 15.000 parts, and with about 4.5 km of 

cables, and costs on average about 11 Euros per kilo. 

You can “guide” your exploration choosing images 

which appear on the screen and which the computer 

will bring to the characteristics of your “type”. 

3 - A SECOND HOUSE An exhibit always dedicated 

to more “comfort” offered by the car: in the 

driver and passenger compartment for example 

the temperature control, the sound diffusion, the 

comfort of the seats... Touch the different response 

to the solar rays of the materials with your hand... 

with a closer examination of temperature and the 

perception of heat.

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4 - LE SETTE VITE DELL’AUTO Per minimizzare l’impatto che un’auto 

avrà sull’ambiente quando terminerà la sua vita operativa, fin dalla 

progettazione si cerca di ridurre i materiali nonché di alleggerirli per 

ottenere un’auto che, alla “fine”, si può smontare e riciclare il più possibile. 

Entro pochi anni, seguendo le nuove normative, il 95% del peso 

di un’auto sarà recuperabile e l’85% completamente riciclabile. Con un 

nastro rotante e, dietro indicazioni del computer, potete giocare a separare 

e differenziare le parti di un’auto. 

5 - MATERIALI INTELLIGENTI Una sezione è dedicata ai materiali 

di nuova concezione usati domani nell’auto: leghe a memoria di forma, 

polimeri piezoelettrici, fluidi magneto-reologici... Sono materiali 

che “rispondono” ai requisiti che i guidatori richiedono all’auto rendendola 

più sicura e maneggevole: di alcuni potrete verificarne “dal 

vivo” le proprietà. 

6 - SOTTO IL COFANO... TANTO! Davanti a voi la plancia di 

un’auto dotata di ruote, sedili, cambio e volante, che potrete guidare 

virtualmente. I due visitatori seduti potranno colloquiare con il 

motore e ottenere risposte visibili anche con l’ausilio di una scultura 

grafica illuminata. Parallelamente vi saranno mostrate le attuali ricerche 

per migliorare le prestazioni del motore, ridurre consumi ed 

emissioni, vagliare le potenzialità di nuovi carburanti più rispettosi 

dell’ambiente. 

4 - THE SEVEN LIVES OF THE CAR To minimise 

the impact that a car will have on the environment when 

it finishes its operational life, at its design one tries to reduce 

the materials, and well as lighten them to obtain a 

car that, in the “end”, can be dismantled and recycled as 

much as possible. Within a few years, following the new 

law, 95% of the weight of a car will be retrievable and 

85% completely recyclable. With a rotating band and, 

with computer indications, you can play at separating 

and differentiating the parts of a car. 

5 - INTELLIGENT MATERIALS A section is dedicated 

to materials of new conception used today 

in the car: alloys of a form memory, piezoelectric 

polymers, magnetic fluids...Are materials that “respond” 

to the requirements that drivers want in a 

car making it more safe and easy to handle: you 

can verify “live” their characteristics of some. 

6 - UNDER THE BONNET... SO MUCH! Before 

you is the bridge of a car equipped with wheels, sea- 

ts, gears and driving wheel, which you can drive virtually. 

The two seated visitors can talk to the motor 

and obtain visible replies with the aid of an illuminated 

graphic sculpture. At the same time, you will 

be shown the actual research to improve the engine 

performance, reduce consumption and emissions, 

and weigh up the potential of new fuel which better 

respects the environment.

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38 

7 - NON FARE IL DUMMY! Noi siamo responsabili al 90% degli incidenti 

stradali: come aumentare la sicurezza di chi viaggia? Oggi nuove 

tecnologie aiutano il guidatore a controllare meglio la propria auto. 

Alcune simulazioni virtuali mostreranno la dinamica di diversi tipi di 

urto e gli effetti sul “dummy”, il manichino che simula il comportamento 

del corpo umano a bordo di un veicolo. Potrete poi prendere posto su 

un sedile dotato di volante e pedaliera e partecipare alla simulazione di 

una frenata, che verrà poi analizzata e confrontata con una frenata “assistita” 

dove un “radar” segnala alla centralina di controllo la presenza 

di un ostacolo. 

8 - LA LUCE AL LAVORO Quali sono le nuove tecnologie che permettono 

all’auto di essere costruita con nuovi e moderni criteri? Giocate 

con un vero robot a saldare un pezzo di carrozzeria. Lo comanderete voi 

e un punteggio indicherà la vostra capacità. Non dimenticate che buone 

saldature di alcune parti strutturali renderanno la vostra auto più sicura 

perché in grado di assorbire meglio gli urti! 

7 - DON’T BE A DUMMY! We are responsible for 

90% of road accidents: how do we increase the safety 

of those who travel? Today new technologies help the 

driver to better control his car. Some virtual simulations 

will show the dynamics of different types of 

crashes and the effects on the “dummy”, the manikin 

which simulates the behaviour of the human body in 

a vehicle. You can then take your place on a seat with 

a driving wheel and pedals and participate in the simulation 

of braking, which will then be analysed and 

compared with an “assisted” braking where the radar 

signals to a control unit the presence of an obstacle. 

8 - LIGHT AT WORK What are the new technologies 

which permit a car to be built with new and 

modern criteria? Play with a real robot and solder a 

piece of the bodywork. You will give it instructions 

and a points system will indicate your capabilities. 

Don’t forget that good soldering of some structural 

parts will make your car safer because it is better 

able to absorb shocks. 

9 - CARS TALK... WITH WHOM? The car of tomorrow 

will be constantly connected to the environment 

which surrounds it. Not only to help the driver 

(satellite navigation) or to improve the quality of time 

spent in a car (internet connections, digital radio transmissions). 

Above all for travel safety (weather alarms, 

accidents just occurred...) and to improve mobility 

(traffic jams, alternative routes...). Thanks to a palm 

computer and a network of sensors on the ground and 

walls, we will participate in a “role play” in which we 

will impersonate the role of “intelligent” cars, to understand 

how cars interact with the environment. 

10 - THE “NERVOUS” SYSTEM OF THE CAR 

The last section is dedicated to electronics, the real 

nervous system of the car. In a medium range car 

there are about 30 computer controls, reaching 90 

on more evolved cars, for a total of 400 components. 

All this for safety, to optimise environmental control. 

A real computer with wheels. On a backlit bench 

the role of the electronics aboard is described: joint 

cables/wiring (the nerves) and electronic controls 

(the brain). You can act on the cards on the bench to 

analyse the functions of the single components, their 

position on the car and see how they can be modified 

to increase the performance and reduce space.

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9 - LE AUTOMOBILI PARLANO... CON CHI? L’auto di domani sarà 

costantemente in connessione con l’ambiente che la circonda. Non solo 

per aiutare il guidatore (navigazione satellitare) o per migliorare la qualità 

del tempo trascorso in auto (collegamenti Internet, trasmissioni radio 

in digitale...). Soprattutto per la sicurezza del viaggio (allarmi meteo, 

incidenti appena accaduti...) e per il miglioramento della mobilità (traffico 

bloccato, percorsi alternativi...). Grazie a un palmare e a una rete di 

sensori su pavimento e pareti, parteciperemo a un “gioco di ruolo” nel 

quale impersoneremo il ruolo di automobili “intelligenti”, per comprendere 

come le auto interagiscono con l’ambiente. 

10 - IL “SISTEMA NERVOSO” DELL’AUTO L’ultima sezione è dedicata 

all’elettronica, il vero e proprio sistema nervoso dell’auto. In 

un’auto di media gamma sono circa 30 le centraline computerizzate di 

controllo, che arrivano anche a 90 sulle auto più evolute, per un totale 

di 400 componenti. Tutto ciò per la sicurezza, per ottimizzare consumi 

e rendimenti energetici, per il comfort di bordo, per la tutela dell’ambiente. 

Un vero computer con le ruote. Su un banco retroilluminato è 

descritto il ruolo dell’elettronica di bordo: l’insieme di cavi/cablaggi (i 

nervi) e centraline elettroniche (il cervello). Potrete agire sulle tessere 

del banco per analizzare le funzioni dei singoli componenti, le loro collocazioni 

sull’auto e vedere come possono essere modificate per aumentare 

prestazioni e ridurre spazi.


Lo staff del Museo A come Ambiente ha uno 

stile riconoscibile di allestimento: dentro a colori 

forti e una grafica semplice ma efficace al 

centro vi sono degli exhibit: macchine di ogni 

tipo che permettono al visitatore di giocare e di 

conoscere insieme. 

Questa è l’interattività! Il visitatore con una 

mano tocca materiali e con l’altra interroga 

e risponde al computer, digita su un piccolo 

monitor; poi deve colpire un oggetto dell’auto 

e di lì apre una cascata di frasi, informazioni, 

brevissimi spezzoni di film; deve selezionare 

con un sistema ad aria compressa i materiali 

di riclaggio delle auto; ma può anche provare a 

vedere come reagiscono nuovi materiali come 

TO KNOW MORE 

The staff of the Museo A come Ambiente has 

a recognised organisational style; inside in 

strong colours there is a simple but efficacious 

graphic, at the centre there are exhibits; machines 

of every type which allow the visitor to 

play and to understand as well. 

This is interactivity! The visitor can touch materials 

with one hand and with the other question 

and answer the computer, typing on a 

small monitor, then hitting an object of the car 

and from there opening a cascade of phrases, 

information, short film clips; you must select 

the recycled materials of the car with a compressed 

air system; but then you can also try to 

see how the new materials react, as if you were 

fosse in un laboratorio... alcuni esempi, tante 

strade una diversa dall’altra che utilizzano il 

linguaggio manipolazione, sensori, plc, computer… 

proprio in linea con il futuro. 

Questo è stato possibile grazie ad una forte 

sinergia con il Centro Ricerche Fiat (in questo 

caso capofila di altre strutture; Fiat Group, FTP, 

Comau, Istituto Superiore Boella e altri), con 

i tecnici che stanno progettando il nostro futuro, 

disponibili a divulgare l’innovazione e la 

sperimentazione. 

Con l’Istituto Boella si è messo a punto un 

sistema che permette ai visitatori di “viaggiare” 

nel padiglione con un palmare che simula 

un’auto intelligente che dialoga con l’esterno. 

in a laboratory… some examples, many roads 

each different from the other which use sensorial 

manipulation language of sensors, plc, and 

computers… exactly in line with the future. 

This has been possible thanks to strong synergy 

with the Research Centre of Fiat (in this 

case also the leader of other structures; Fiat 

Group, FTP, Comau, Istituto Superiore Boella 

and others), and with technicians who are designing 

our future, available to divulge innovation 

and experimentation. With the Istituto 

Boella a system has been created which allows 

visitors to “travel” in the pavilion with a palm 

held computer which simulates an intelligent 

car which talks to someone outside. The palm 

Il palmare è inserito dentro ad una ragnatela 

di segnali via etere esattamente come siamo e 

saremo sempre di più immersi domani. 

In molte situazioni il gioco mette il visitatore 

alla prova: può sempre trovare un livello maggiore 

di approfondimento: dal gioco alla conoscenza 

specifica. E’ lo stile proposto per alcuni 

punti come ad esempio il motore, le centraline 

informatiche, gli aspetti di comfort come la 

climatizzazione… E’ vero che a volte ci pare che 

la vita è tutta un quiz, ma in un paio di punti 

un questionario divertente: non è una gara ma 

è un aiuto a ragionare, per tutte le età, sulle 

scelte delle tecnologie e della scienza... 

computer is inside a cobweb of signals via ether 

as we are and we will be increasingly absorbed 

tomorrow. 

The game puts the visitor to the test in many 

situations: always finding a deeper level of 

learning: from the game to specific knowledge. 

This is the style suggested for some points such 

as, for example, the engine, the control unit, 

and the comfort aspects, such as air conditioning. 

It is true that sometimes it seems that life 

is all a quiz, but some parts of the questionnaire 

are amusing: it is not a competition but it is 

a help for all ages to think about the choice of 

technologies and science. 

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42 

LA CASA 

TECNOLOGICA 

Le tecnologie spesso nascoste, di cui non conosciamo bene il funzionamento, 

sono trasversali, passano dal settore aeronautico e spaziale 

all’auto, dall’automobile agli elettrodomestici o a qualche servizio 

aggiuntivo in casa e viceversa. Eppure stentiamo a riconoscere questi 

passaggi; a volte in casa siamo più diffidenti che altrove, meno disposti 

all’innovazione. 

IL FUTURO LO DECIDIAMO INSIEME A CHI LO INVENTA? Come 

sarà la casa di domani? Anzitutto il futuro è quello che noi stessi ci costruiamo 

e siamo disposti a cercare o a subire. Accomodatevi di fronte 

ai monitor e preparatevi a uno spettacolo interattivo: il risultato finale 

dipende anche dalle indicazioni e risposte che i visitatori forniscono a 

una consolle attrezzata. 

THE TECHNOLOGICAL HOUSE 

Often hidden technologies, about which we do not 

really know their functioning, are transversal, pass 

from the aviation and spatial sector to the automobile, 

from the automobile to household appliances 

or to some additional house service or vice versa. 

And yet we have difficulty in recognising these 

transfers, sometimes in the house we are more diffident 

than we are elsewhere, less disposed towards 

innovation. 

SHALL WE DECIDE THE FUTURE TOGETHER 

WITH WHO INVENTED IT? How will the “house 

of tomorrow” be? Above all the future is what we 

ourselves build and are willing to look for or submit 

to. Make yourself comfortable in front of the monitor 

and prepare yourself for an interactive show: 

the final result will also depend on the indications 

and replies that the visitors provide to a fully equipped 

console. 

AM I TECHNOLOGICAL OR NOT? How do I “live” 

my house? Do I think that I can contact the outside 

world, once the door is closed, or is it an occasion 

to leave everything outside? The technologies on 

hand and available financially are they really useful 

or are they only gadgets or prestige to boast about 

to guests? What do we really want to use because 

it is useful? 

SOMETHING NEW AND ALSO ECOLOGICAL IS 

“COST SAVING”? In the house, are innovative technologies 

which take care of safety, energy saving, 

and the environmental aspects those which we cannot 

do without even where we live? The energy soul 

SONO TECNOLOGICO O NO? Come “vivo” la mia casa? Penso di 

potermi mettere in contatto con il mondo, una volta chiusa la porta, 

oppure è l’occasione per lasciarlo tutto fuori? Le tecnologie a portata 

di mano e di portafoglio sono davvero utili oppure sono solo gadget o 

prestigio da vantare con gli ospiti? Che cosa vorremmo davvero perché 

ci è utile? 

IL NUOVO E’ ANCHE ECOLOGICO E “RISPARMIOSO”? Le tecnologie 

innovative si occupano in casa di sicurezza, risparmio energetico, 

ambiente: sono aspetti di cui non possiamo più fare a meno anche dove 

abitiamo? L’anima energetica della casa è ciò che ci rende “prigionieri” 

degli elettrodomestici, delle macchine casalinghe, oltre che spreconi? 

Senza l’elettricità in casa non apriremo neppure più la porta... 

CHI MI RACCONTA LE POSSIBILI TRASFORMAZIONI DELLA 

CASA? Tramite le informazioni che il pubblico riceve in modo anche 

inaspettato, “recitate” o semplificate da brevissime scene da film, da 

volti conosciuti, i visitatori possono valutare se il previsto e imminente 

colloquio diretto tra uomo e i servizi casalinghi, tra gli elettrodomestici 

tra di loro, i numerosi robot per nulla antropomorfi ospitati tra le mura 

domestiche, sono il futuro che ci attende o sono invenzioni fuori dalle 

nostre aspettative? 

of the house is that which makes us “prisoners” of 

household appliances, of household machines, in addition 

to wastefulness? In the house, without electricity 

we would not even open the door any more... 

WHO TELLS ME ABOUT THE POSSIBLE 

TRANSFORMATION OF THE HOUSE? Through 

public information received in an unexpected manner, 

“recited” or simplified in very short film scenes, 

by unknown faces, the visitor can evaluate whether 

the foreseen and imminent direct discussion 

between man and the household services, between 

the household appliances and between themselves, 

the numerous robots for nothing anthropomorphic 

guests within the domestic walls, are they the future 

which awaits us or are they inventions beyond 

our expectations?

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HO BISOGNO... LO DESIDERO... NON MI IMPORTA... Il riconoscimento 

delle impronte digitali, i vetri opachi che diventano trasparenti 

con l’elettricità, gli apparecchi che chiedono da soli l’intervento dell’assistenza, 

o scelgono i programmi tv in base alle nostre abitudini che 

hanno precedentemente analizzato, un grande schermo che ci mette 

in comunicazione con la persona di cui sentiamo la mancanza come 

se fosse in casa, i programmi televisivi interattivi e selezionati non più 

a flusso, le informazioni scelte secondo la nostra “griglia” di interessi, 

spazi che non vengono più disturbati da fonti di suono vicinissime... 

sono proprio i servizi che desideriamo? 

TECNOLOGIA FACILE DA USARE Il sogno di tutti: il nostro comando 

vocale sarà sufficiente a far funzionare qualsiasi “macchina” o centralina 

che abbiamo in casa, sfruttando finalmente le sue potenzialità? 

Sostituirà tutti i manuali di istruzione così difficili che fanno sì che utilizziamo 

in modo approfondito meno di un ventesimo delle tecnologie 

che ci circondano? 

...E FACILE DA CAPIRE? E nello stesso tempo il laser, le lampade 

fluorescenti, i led, gli schermi al plasma ultrapiatti, nuovi tessuti, strani 

materiali per la coibentazione,... come funzionano? L’approssimazione 

con cui il pubblico oggi conosce il funzionamento dei circuiti elettronici 

e della play station o del dvd fanno parlare di casa “nascosta” a gran 

parte di noi, più che di casa tecnologica. 

SIATE CURIOSI... E allora il pubblico chiede e risponde... proprio perché 

in casa nostra, in questa realtà in cui cerchiamo di stare comodi, ma 

anche tranquilli, isolati (ma anche in contatto con il mondo esterno), 

saremo soprattutto noi a decidere quali dispositivi si svilupperanno e 

quali no. Siate curiosi, alla fine dello “spettacolo” consultate la parte di 

spiegazione di alcune tecnologie in sviluppo in casa. 

I NEED... DESIRE... IT DOESN’T MATTER 

TO ME... Recognition of the digital print, opaque 

windows which become transparent with electricity, 

machines request intervention or assistance on their 

own, or choose the TV programmes on the basis of 

our habits which they have previously analysed, a 

large screen which puts us in communication with 

the person whose absence is felt as if they are in the 

house, the interactive television programmes are no 

longer chosen by flow, the information chosen according 

to our “grill” of interests, spaces which are no 

longer disturbed by sources of near sound... are they 

really the services we desire? 

EASY TO USE TECHNOLOGY Everyone’s dream: 

our vocal command will be sufficient to make any 

“machine” or control unit that we have in the house 

function, finally taking advantage of its potential? 

Will all the difficult instruction manuals they make 

that we use in-depth be substituted by less than a 

twentieth of the technologies that surround us? 

...IS IT EASY TO UNDERSTAND? And at the 

same time the laser, fluorescent lamps, the LED, the 

ultra thin plasma screens, new materials, strange 

materials for insulation,... how do they work? The approximation 

with which the public today knows how 

electronic circuits and play stations function, or of 

the DVD make us talk about the “hidden” house for a 

lot of us, more than a technological house. 

BE CURIOUS... So then the public questions and 

replies... because in our house, in this reality, in which 

we try to be comfortable, (but also quiet, isolated 

but also in contact with the outside world), it 

will above all be us who decides what device will be 

developed and which won’t. Be curious, at the end 

of the “show” consult the part of the explanation of 

some technologies developing in home.


Anche la “seduta” è strana, per poter viaggiare 

dentro alla propria casa che diventerà tecnologica. 

La coop RTP e il Museo A come Ambiente 

si sono misurati su un tema controverso per il 

pubblico: la diffidenza verso certe tecnologie, 

verso l’informatica in casa. Il mix sperimentale 

offerto è costituito da due grandi monitor dove 

si svolge lo spettacolo. Il percorso inizia con domande 

e risposte che propongono illustrazioni, 

brevi spiegazioni, spunti… Si cerca di stare con 

i piedi per terra: quale tecnologia è utilizzabile 

e praticabile oggi, quale è solo sperimentale e 

immaginata? Ma in mezzo ai testi, si inseriscono 

faccine allegre, preoccupate, allarmate,,, 

TO KNOW MORE 

Even the “seating” is strange, to be able to travel 

inside one’s own house which will become 

technological. The Co-op RTP and the Museum 

A Ambiente (in Italian meaning Environment 

in English) competed against each other on a 

controversial subject for the public: diffidence 

towards certain technologies, towards informatics 

at home. The experimental mix offered 

is made up of two large monitors where the 

show takes place. The path starts with questions 

and answers that propose illustrations, 

short explanations, ideas….One tries to stay 

with one’s feet on the ground: which technology 

is useable today, which is only experimental 

and imagined? But in the texts, happy, 

che commentano, parlano a modo loro, e tanti 

spezzoni di film che ci aiutano a distinguere 

fantascienza da realtà imminente. 

La tecnica utilizzata è in parte psicologica: i 

visitatori possono dire la loro, distinguere cose 

un po’ assurde da cose utili, la tecnologia progresso 

dalla tecnologia gadget. 

Gioco vado avanti e indietro e intanto mi informo, 

conosco: è un classico dell’impostazione 

didattica e ludica del Museo A come Ambiente. 

Un linguaggio simile, (ma più ironico e scanzonato) 

a quello del padiglione automobile. 

In entrambi il criterio che guida i progettisti è 

di parlare a più età, ai giovanissimi come agli 

preoccupied, alarmed faces are inserted….which 

comment, talk in their own way, and many 

film clips which help us to distinguish science 

fiction from imminent reality. 

The technique used is in part psychological: the 

visitors can give their opinions, distinguish the 

somewhat absurd things from the useful, progress 

technology from gadget technology. 

I play, go back and forth and at the same time 

inform myself, I know: it is a classic of the 

didactic and game plan of Museum A come 

Ambiente. A similar language (but more ironic 

and light hearted) than that of the automobile 

pavilion. 

In each, the criteria that guides the designers 

adulti, basta soffermarsi un po’ di più, schiacciare 

gli interrogativi degli approfondimenti e 

aprire altri orizzonti, qualche concetto in più. 

Il secondo criterio è di praticare la multimedialità, 

testi, foto, voci, commenti, suoni, video,… 

una full immersion con una grafica divertente 

e raffinati programmi di gestione dei computer, 

capaci anche di far diventare davanti al naso 

del pubblico, un vetro da opaco a trasparente; 

una palla rotonda di vetro buia come una insegna 

luminosa con scritte che si fermano nel 

vostro occhio grazie alla luminescenza e alla 

scoperta dei led. Ci accompagneranno nella 

casa di domani. 

is to speak to different ages, to the young the 

same as the adults, it is enough to pause a 

little more, push the in depth-questions and 

open other horizons, more of some concept. 

The second criteria is to be multi-medial, texts, 

photos, voices, comments, sounds, videos,…a 

full immersion with an amusing graphic and 

refined management programme for the computers, 

also capable of making in front of the 

noses of the public, an opaque glass into a 

transparent one; a round ball of dark glass into 

a luminous sign with writing which stops in 

front of your eyes thanks to luminescence, and 

the discovery of LED. These will accompany us 

in the house of tomorrow. 

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46 

H GENERATION 

Un protone e un solo elettrone che gli orbita attorno. È l’atomo di idrogeno. 

Il più piccolo e il più semplice elemento conosciuto. Legato all’ossigeno 

forma l’acqua, la molecola della vita. L’idrogeno costituisce 

il 55% della materia con cui è fatto il cosmo e il 77% con cui sono 

fatte le stelle, come il nostro Sole. Circa il 15% della Terra è fatto di 

idrogeno. L’idrogeno non è un combustibile è un vettore energetico, un 

portatore di energia. Con l’idrogeno e le energie rinnovabili (sole, vento, 

maree, acqua) noi potremo liberarci dalla servitù del petrolio e accumulare 

energia pronta all’uso. Perché l’idrogeno non è un combustibile ma 

un vettore energetico, un portatore di energia che ci permette di averla 

a disposizione quando ci serve, senza produrre inquinamento. Quando 

H GENERATION 

A proton is one electron which orbits around it. It is 

the atom of hydrogen. The smallest and the simplest 

element known. Connected to oxygen it forms water, 

the molecule of life. Hydrogen constitutes 55% of 

the material of which it is made, the cosmos is 77% 

of which stars are made, such as our Sun. About 15% 

of the Earth is made of hydrogen. Hydrogen is not 

combustible it is an energetic vector, which brings 

energy. With hydrogen and renewable energy (sun, 

wind, tides, water) we can free ourselves of the slavery 

of petrol and accumulate energy ready for use. 

Because hydrogen is not combustible but an energy 

vector, a carrier of energy, which allows us to have it 

at our disposal when it is needed, without producing 

pollution. When hydrogen burns it only produces 

energy, heat and steam. 

TO PRODUCE HYDROGEN The first part of the 

pavilion is dedicated to where hydrogen is found and 

how it is produced. Each lake or stream is a deposit of 

hydrogen, but to extract it needs a lot of energy. You 

can also obtain it from coal and methane gas... it costs 

less energy, but does it harm the environment? The solution 

to the problem is renewable sources. Sun, wind, 

and streams are ideal to accumulate hydrogen. At this 

point try to answer a test on hydrogen, electricity 

brucia l’idrogeno produce solo elettricità, calore e vapor acqueo. In questo 

exhibit entrerete nel futuro, nell’era dell’idrogeno. 

PRODURRE IDROGENO La prima parte del padiglione è dedicata a 

dove si trova l’idrogeno e a come lo si produce. Ogni lago o torrente è 

un giacimento di idrogeno, ma estrarlo costa tanta energia. Lo si ricava 

anche dal carbone o dal metano... costa meno energia, ma quanto conviene 

all’ambiente? La soluzione al problema sono le fonti rinnovabili: 

sole, vento, e torrenti sono l’ideale per accumulare idrogeno. A questo 

punto mettetevi alla prova: rispondete a un test su idrogeno, bisogni di 

elettricità, sfruttamento delle risorse. Potrete così quantificare la vostra 

“impronta ecologica” in fatto di consumi energetici. 

LABORATORIO HYSYONE Per farvi toccare con mano le potenzialità 

dell’idrogeno abbiamo costruito un vero e proprio impianto in miniatura. 

Un elettrolizzatore lavora in diretta e vedrete “dal vivo” come si scinde 

l’acqua. L’idrogeno appena prodotto tramite l’elettrolisi verrà subito 

usato per rifornire una cella a combustibile (fuel cell): questa consente 

di “estrarre” l’energia accumulata nell’idrogeno e trasformarla immediatamente 

in energia elettrica. La cella a combustibile è l’elemento 

tecnologico fondamentale per poter sfruttare l’energia immagazzinata 

nell’idrogeno e, per esempio, illuminare il locale in cui ora vi trovate. 

needs, exploiting resources. Like this you can quantify 

your “ecological print” on consuming energy. 

LABORATORY HYSYONE To allow you to touch 

the potential of hydrogen with your hand, we have 

built real miniature equipment. An electrolyser works 

live and you will see “live” how to separate water. The 

hydrogen produced through the electrolyser will be 

used immediately to provide a combustible cell (fuel 

cell): this will permit “extracting” electric energy. The 

fuel cell is the fundamental technological element to 

exploit and store hydrogen energy and, for example, 

illuminate the place where you find yourself now.

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GARA A GETTONE Volete confrontare resa, costo economico, costo 

ambientale tra vettori come l’idrogeno, o la batteria elettrica? Salite 

a bordo di tre pulmini e provate un viaggio in città. Ma prima dovrete 

spender bene i vostri gettoni. Chi andrà più lontano? 

H COME IDROGENO Una grande H custodisce i segreti dell’idrogeno. 

Solleva la cornetta, ascolta e osserva tutto ciò che si potrà fare con 

l’idrogeno. Guidare un motorino in città, distribuirlo con i robot, produrre 

energia elettrica con le celle a combustibile, immagazzinare energia 

da fornire a tutti, Paesi ricchi e Paesi poveri. Soprattutto capirete come 

l’idrogeno è una seria alternativa al greggio: niente petroliere e niente 

oleodotti lunghi migliaia di chilometri. Niente sfruttamento di risorse 

che appartengono a Paesi lontani e niente guerre per il controllo dei 

giacimenti. Inoltre l’idrogeno ha una resa maggiore rispetto agli altri 

combustibili: solo il 25-30% della benzina si trasforma in chilometri 

percorsi con la nostra auto, il resto viene disperso in calore e attriti vari. 

Invece la resa dell’idrogeno è superiore al 50%. E dal tubo di scappamento 

esce solo vapor acqueo... 

TOKEN COMPETITION Do you want to compare 

yield, economic cost, environmental cost between 

vectors such as hydrogen, compressed air, and an 

electric battery? Jump on board three mini buses 

and try a trip around the town. But before you must 

spend your tokens wisely. Who will go farthest? 

H AS HYDROGEN A big H holds the secret of hydro- 

gen. Pick up the receiver, listen and watch everything 

you can do with hydrogen. Drive a motorcycle in the 

city, distribute it with a robot, and produce electric 

energy with the fuel cell, store energy to provide everyone, 

rich countries and poor countries. Above all, 

you will understand how hydrogen is a serious alternative 

to crude oil: no tankers, no storage tanks for 

thousands of kilometres. No exploitation of resources 

which belong to countries far away and no wars to 

control the oilfields. In addition hydrogen yields more 

compared to other fuels: only 25-30% of petrol is 

transformed in kilometres driven in our car, the rest 

is dispersed in heat and various frictions. Instead the 

yield of hydrogen is more than 50%. And only watery 

steam emerges from the exhaust.

PER SAPERNE DI PIÙ TO KNOW MORE 

Produrre idrogeno tramite l’elettrolisi è fatico- Produce hydrogen through electrolysis is hard 

so perchè serve molta elettricità; una via più work because you need a lot of electricity, a 

immediata e meno onerosa è ricavare idrogeno quicker and less arduous way is to obtain 

dal metano o dal carbone; ma resta la dipen- hydrogen from methane gas or from coal, but 

denza dalle fonti fossili. Per questo la ricerca dependence on fossil sources remains. For this 

guarda al futuro: è possibile ricavare idrogeno reason research is looking to the future: it is 

dalle “biomasse”, il materiale organico delle possible to obtain hydrogen from “biomass”, 

piante. Immessi in appositi “digestori”, il le- the organic material of plants. Placed in apgno 

e la carta, gli escrementi animali, i resipropriate “digesters”, wood, and paper, animal 

dui agricoli e forestali o i rifiuti dell’industria excrement, agricultural and forest remains, or 

agroalimentare vengono lasciati fermentare in rubbish from the agricultural food industry are 

assenza di ossigeno. Un processo biochimico left to ferment in the absence of oxygen. A 

che si sostiene da se, senza bisogno di energia self-sustaining bio-chemical process, without 

esterna. Vi sono, inoltre, alcune alghe e batteri the need for outside energy. There are, also, 

capaci di produrre idrogeno durante la fotosin- other seaweeds and bacteria capable of produtesi. 

I pigmenti delle alghe assorbono l’energia cing hydrogen during photosynthesis. The pig- 

solare e gli enzimi della cellula agiscono da mentation of the seaweed absorbs solar energy 

catalizzatori per scindere l’acqua in idrogeno and the enzymes of the cells react as catalysers 

e ossigeno. Il metabolismo di questi vegetali to transform water into hydrogen and oxygen. 

può essere modificato geneticamente in modo The metabolism of these plants can be gene- 

che questi producano idrogeno ma non lo astically modified in such a way so that they 

sorbano, o lo assorbano solo in parte. Mentre produce hydrogen but do not absorb it, or they 

altri scienziati, studiando il sistema di fotolisi absorb only a part of it. While other scienti- 

dell’acqua praticato costantemente all’interno sts, studying the system of photolysis of water 

delle foglie, stanno pensando a sistemi foto- constantly used inside the leaves, are thinking 

chimici artificiali, non inquinanti, in grado di of an artificial photochemical system, which 

produrre idrogeno partendo dall’acqua e sfrut- does not pollute, is able to produce hydrogen 

tando una fonte di energia rinnovabile e ine- starting from water and exploiting a source of 

sauribile: il Sole. Come una mucca selezionata renewable and inexhaustible energy: the Sun. 

e allevata con cura riesce a darci tanto latte Like a cow, bred and raised with care which is 

ogni giorno, presto potremmo avere alcune able to give us a lot of milk every day, soon we 

piante selezionate per produrre in autonomia can have some plants selected to autonomou- 

e grazie unicamente all’energia solare tutto sly produce all the hydrogen that is required 

l’idrogeno che ci serve. 

and thanks alone to solar energy. 

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VIAGGIO 

SU MARTE 

Preparatevi a vivere l’esperienza degli astronauti a bordo di un modulo 

spaziale per un’affascinante esplorazione del pianeta Marte. 

Nel modulo “atterrato” a Experimenta si simula l’interno della Stazione 

Spaziale Internazionale da cui comincia il viaggio verso Marte. 

JOURNEY ON MARS 

Get ready to live the astronauts’ experience onboard 

a spaceship for a fascinating exploration of 

the planet Mars. 

The spacecraft “landed” at Experimenta simulates 

a pressurised module of the International Space 

Station from which our journey towards Mars starts. 

The International Space Station is the biggest space 

project ever developed where the astronauts conduct 

complex scientific and technological experiments in 

a microgravity environment. The Space Station orbits 

at about 400 km altitude and performs a complete 

orbit around the Earth every 90 minutes, at a ground 

speed of more than 27,000 km per hour. From the 

Space Station we start our journey to Mars, with a 

landing on the Red Planet, simulated inside a sphere, 

near the Bonneville Craters. Before reaching the selected 

landing site, we fly over the Martian surface. 

Important information about the Red Planet 

La Stazione Spaziale Internazionale è il più grande progetto spaziale 

oggi sviluppato in cui gli astronauti conducono complesse ricerche 

scientifiche e tecnologiche in un ambiente di microgravità. La Stazione 

Spaziale orbita a circa 400 km di altezza e compie un’orbita completa 

intorno alla Terra ogni 90 minuti circa, ad una velocità al suolo di oltre 

27.000 km orari. Lasciata la stazione spaziale si inizia il viaggio verso 

Marte, con atterraggio sul Pianeta Rosso, simulato all’interno di una 

sfera, in prossimità del Cratere Bonneville. Prima di raggiungere il luogo 

scelto per la discesa, si sorvola la superficie marziana. 

Importanti informazioni sul Pianeta Rosso sono state raccolte dalla sonda 

europea Mars Express, con a bordo sofisticata tecnologia italiana, e 

dai due rover americani Spirit e Opportunity. La gravità del Pianeta è 

circa un terzo di quella terrestre; la temperatura va dai - 125 ai + 25 

gradi centigradi; la pressione atmosferica è 1/100esimo di quella sul 

nostro pianeta. Su Marte un giorno dura 24 ore e 37 minuti, un anno 

687 giorni. 

have been collected by the European probe Mars 

Express, carrying sophisticated Italian technology 

on board, and by the two American rovers Spirit 

and Opportunity. The gravity of the planet is about 

one third the terrestrial one; the temperature range 

is between - 125 and + 25 degrees centigrade; the 

atmospheric pressure is 1/100th the pressure on our 

planet. A Martian day lasts 24 hours and 37 minutes; 

a Martian year lasts 687 days.

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Per la realizzazione del “Viaggio su Marte” è 

stata montata, nei pressi del Parco Giò, all’interno 

della Mostra di Experimenta, la riproduzione 

fedele della Casa dell’Uomo nello Spazio. 

Il viaggio inizia con l’ingresso all’interno di 

un modulo al vero della Stazione Spaziale 

Internazionale, costituito da pannelli in lamiera 

di alluminio verniciati a fuoco e sostenuti all’esterno 

da una struttura in legno ignifugato. 

Per rendere il tutto maggiormente verosimile 

lo spettatore sarà anche accompagnato nella 

visita, da effetti sonori che riproducono la fase 

del decollo della navicella. 

All’interno del modulo troviamo tutto quello 

che utilizzano gli astronauti durante la loro 

permanenza nello Spazio: la doccia, realizzata 

con anelli uniti da un telo in pvc che non permette 

all’acqua di bagnare all’esterno del locale; 

la zona di stoccaggio dei cibi, una tuta, le 

piante aromatiche, la zona relax e campioni di 

materiali e tecnologie usati per la costruzione 

dei moduli pressurizzati. 

Al termine del viaggio, il visitatore passa in un 

secondo ambiente, una grande sfera di 8 metri 

di diametro, realizzata con lastre di alluminio 

acidato, all’interno della quale vive l’esperienza 

di una passeggiata sul “Pianeta rosso” grazie 

anche all’aiuto della proiezione di un filmato 

su tre schermi accoppiati dal quale il visitatore 

sara’ messo a conoscenza delle principali caratteristiche 

del pianeta (clima, gravita’, periodi 

orbitali e di rotazione). 

Per rendere più suggestiva ed accattivante l’atmosfera, 

sul pavimento della sfera, si è stesa della 

terra rossa e si è appoggiato il modello di un 

piccolo rover denominato Walkie 6, utilizzato per 

prelievi e analisi di campioni del suolo di Marte. 

La costruzione di tutto il percorso ha impegnato 

una decina di persone per una durata di 

circa otto giorni. 

To create the “Journey on Mars” near Parco 

Giò, a faithful reproduction of the house of the 

Man in Space was built, inside the Experimenta 

Exhibition. 

The journey starts with the entrance inside a 

module of the real International Space Station, 

built with aluminium panels flame varnished 

and sustained from the outside by a wooden 

flameproof structure. 

To make everything more realistic the spectator 

will be accompanied throughout the visit, 

by sound effects that reproduce the take-off 

phase of the spaceship. 

Inside the module we find everything that the 

astronauts use during their stay in space: the 

shower, made with rings joined by a pvc curtain 

which prevents the water from wetting the outside; 

the area for storing food, a space suit, 

aromatic plants, the relax area and samples of 

materials and technologies used for building 

the pressurised modules. 

At the end of the journey, the visitor passes 

into a second room, a large sphere of 8 metres 

in diameter made with sheets of acidified 

aluminium, inside which you can taste the 

experience of a walk on “the red planet” also 

thanks to the help of the projection of a film 

on three combined screens with which the 

visitor will be informed of the principal characteristics 

of the placed (climate, orbital and 

rotation period). 

To make the atmosphere more suggestive 

and attractive, on the floor of the sphere, red 

earth has been spread and a model of the 

small rover called Walkie 6, used for sampling 

and the analysis of samples of the earth 

of Mars. 

The building of the whole pathway involved a 

dozen people for about eight days.

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ROTOR 

Entrerete in una centrifuga di 5 metri di diametro che, ruotando, crea 

una forza centrifuga paragonabile a una gravità artificiale diretta orizzontalmente. 

Raggiunta una velocità sufficiente, potrete staccare i piedi 

dal pavimento e rimarrete inchiodati alle pareti del rotor. Il nostro sistema 

dell’equilibrio e le strategie del movimento volontario si adattano 

alla forza di gravità, che è diretta verso il basso. Nel rotor, inoltre, i 

movimenti per raggiungere un oggetto sono alterati. 

Questa situazione assomiglia ad altre in cui la forza di gravità varia o è 

assente come nei voli spaziali. Le informazioni che provengono dai nostri 

recettori cambiano bruscamente, dobbiamo sapere superare la sensazione 

di disagio di una situazione inusuale per riprendere il controllo 

dei nostri movimenti. Ma il rotor è simile, anche se molto più grande, 

alle centrifughe usate in tutti i laboratori di biologia: apparecchi che 

sfruttano la forza centrifuga per separare il contenuto di una provetta; 

ma chi non ne ha uno in casa? La nostra lavatrice non è forse in grado 

di eliminare l’acqua di lavaggio dai nostri panni? Quando il programma 

arriva su “centrifuga”, il cestello diventa un piccolo rotor... 

ROTOR 

You will enter into a spinner of 5 metres in diameter 

which, rotating, creates a spinning strength 

comparable to artificial gravity directed horizontally. 

Having reached sufficient speed, you can take 

your feet off the floor and you will remain glued to 

the walls of the rotor. Our system of balance and 

the strategies of voluntary movement adapt themselves 

to the gravity strength, which is directed 

downwards. In the rotor, in addition, movements 

towards an object are changed. 

This situation is similar to others where the strength 

of gravity varies or is absent like in spatial flight. The 

information which come from our receivers change 

sharply, we must know how to overcome the sensation 

of discomfort of an unusual situation to take 

control of our movements. But the rotor is also si- 

milar, even if much bigger, than the spinner used in 

all the biology laboratories: equipment which takes 

advantage of the spinner to separate the contents 

of a test tube, but who does not have one in the 

house? Is our washing machine not able to eliminate 

the water which washed our clothes?. When 

the programme arrives at “spin” the drum becomes 

a small rotor.

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HIT SCIENCE 

Scoprire le leggi che regolano l’universo a tempo di rock. Realizzare un 

esperimento fatto in casa sui ritmi di un rap. Sperimentare i principi 

della scienza in un campo di calcio, in una piscina, in mongolfiera, eseguendoli 

“dal vivo” come le canzoni ad un concerto. “Hit Science” per 

vivere le emozioni della musica giocando con le scoperte della scienza. 

Se sei amante della scienza o (meglio!) se la scienza è per te un incomprensibile 

guazzabuglio, non perdere “Hit Science” una trasmissione di 

Daniela Attilini, Loredana Lipperini, Caterina Manganella. Hit come le 

classifiche più ascoltate del momento. Science come la scienza che diverte, 

a tempo di musica. Dove? Su Raitre. Ogni sabato mattina, da fine 

agosto a Natale. Ma soprattutto qui a Experimenta06, in uno spazio tutto 

giallo, tutto musica, tutto pensato per chi vede la scienza come un gioco. 

HIT SCIENCE 

Discover the laws that regulate the universe to rock 

rhythm. Make a home experiment to rap rhythm. 

Experiment the principles of science on a football pitch, 

a swimming pool, in an air balloon, making them 

“live” like songs at a concert. “Hit Science” to live 

the emotion of music playing with the discoveries 

of science. 

If you like science or (better) if science for you is an incomprehensible 

jumble, don’t miss “Hit Science” written 

by Daniela Attilini, Loredana Lipperini, Caterina 

Manganella. Hit as in the charts of the most listened 

to music of the moment. Science as science that amuses, 

to music. Where? Raitre. Every Saturday morning, 

from the end of August to Christmas. But above all 

here at Experimenta06, in a yellow space, all music, all 

conjured up for you who think of science as a game. 

What happens if you put together a Vee-Jay intent 

on experimenting science in everyday life, an Indian 

scientist who sings the laws of physics and proposes 

experiments of “Do it yourself Science”, four rowdy 

“Yellow” assistants and a cartoon baby who dreams 

of becoming a super hero? It’s not a riddle! It is the 

Cosa succede se metti insieme un Vee-Jay deciso a sperimentare la 

scienza nella vita quotidiana, una scienziata indiana che canta le leggi 

della fisica e propone esperimenti di “Scienza fai da te”, quattro scalmanati 

aiutanti “Gialli” e un bambino cartone animato che sogna di 

fare il supereroe? Non è un indovinello! È la trasmissione che scienziati, 

rockettari e bambini aspettavano da sempre. Un minestrone esplosivo! 

Entra nel padiglione di “Hit Science”: troverai tutte le puntate della 

prima serie e, da settembre, le anteprime della nuova serie. Troverai 

computer per navigare sul sito web (www.hitscience.rai.it), troverai le 

figurine dell’album di Vandana, ma soprattutto i suoi appassionanti 

“Scienza fai da te”. E potrai farli davvero, tu stesso, in un angolo laboratorio 

proprio come quello della tv. Per imparare giocando. 

transmission that scientists, rockers and children 

have waited for forever: An explosive minestrone. 

Enter in the “Hit Science” pavilion: you will find all 

the episodes of the first series and, from September, 

the previews of the new series. You will find computers 

to navigate on the web site (www.hitscience. 

rai.it), your will find the figurine of the album of 

Vandana, but above all his exciting “Do it yourself 

Science”. And you really can do it, yourself, in a corner 

laboratory like that of the television. To learn 

through playing.

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Perché una trasmissione televisiva partecipa 

con un proprio padiglione a Experimenta06? 

Per mettere in pratica i suoi contenuti! “Hit 

Science” nasce nel 2004, format tutto italiano 

creato da tre autrici Rai (Daniela Attilini, 

Caterina Manganella e Loredana Lipperini), sostenuto 

e prodotto per RaiTre da Mussi Bollini. 

È la prima trasmissione scientifica per ragazzi 

mai realizzata in Italia. Dopo le tre puntate pilota, 

nel 2005 si avvia la prima serie, 14 puntate 

che andranno in onda nell’autunno dello stesso 

anno, registrando ottimi risultati di ascolto. 

Mentre una seconda serie per altre 12 puntate 

sono in programmazione, il sabato mattina su 

RaiTre, per l’autunno 2006. Obiettivo primo di 

Hit Science è presentare la scienza ai ragazzi in 

modo accattivante e coinvolgente. Ma perché 

questo nome? “Hit”, come Hit Parade, perché 

utilizziamo la musica moderna per adeguare il 

TO KNOW MORE 

Why does a television transmission participate 

in Esperimenta06 with its own pavilion? To put 

into practice its contents! “Hit Science” was 

born in2004, in a format only Italian created 

by three Rai authors (Daniela Attilini, Caterina 

Manganella and Loredana Lipperini), sustained 

and produced for RaiTre by Mussi Bollini. It is 

the first scientific transmission for children ever 

undertaken in Italy. After the three pilot episodes, 

in 2005 the first series began, 14 episodes 

which would be broadcast in the autumn of the 

same year, obtaining excellent rating. While a 

second series for another 12 episodes are being 

programmed, on Saturday morning on RaiTre, 

for the autumn of 2006. The first objective of 

Hit Science is to present science to the children 

in a winning and intriguing manner. But why 

this name? “Hit”, as in the Hit Parade, because 

programma al ritmo e alla velocità a cui sono 

abituati i ragazzi. “Science” perché vogliamo far 

vedere loro come la scienza sia piena di misteri 

e aspetti affascinanti, ma anche indispensabile 

in tanti aspetti della loro vita quotidiana e dimostrare 

infine che fare lo scienziato può essere 

anche molto divertente. A Experimenta06, 

grazie all’aiuto di ottimi animatori, tutto ciò lo 

si può toccare con mano: “assaggiando” a scelta 

qualche spezzone di puntata, ma soprattutto 

venendo coinvolti in prima persona in uno dei 

tanti esperimenti, che vengono realizzati con 

materiali di uso quotidiano e si possono quindi 

riprodurre facilmente a casa. E chissà che, fra 

qualche anno, un giovane ricercatore confermerà 

che sono state proprio le puntate di Hit 

Science viste da ragazzino a instradarlo nella 

sua scelta professionale. 

we use modern music to adapt the programme 

to the rhythm and speed to which children are 

used. “Science” because we want to show them 

how science is full of mystery and fascinating, 

but also indispensable in so many ways to their 

everyday life and finally to show that what a 

scientist does can also be most amusing. At 

Experimenta06, thanks to excellent animators, 

everything which can be touched with the 

hand: “tasting” by choice some piece of episode, 

but above all becoming involved in the 

first person in one of the many experiments, 

that are made with materials in daily use and 

which can be easily reproduced at home. And 

who knows, in a few years, a young researcher 

will confirm that it was really the episodes of 

Hit Science seen when a child to lead to the 

choice of profession.

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L’IMMAGINE 

MISTERIOSA 

Prima di poter fare una diagnosi, spesso il medico deve indagare all’interno 

del paziente. La tecnologia consente di “guardare dentro” il 

corpo umano senza essere invasivi, grazie a tecniche come la TAC o la 

risonanza magnetica. In questo padiglione, il visitatore dovrà affrontare 

una piccola sfida: all’ingresso gli verrà fornita “un’immagine misteriosa”. 

THE MYSTERIOUS IMAGE 

Before being able to make a diagnosis, often a doctor 

must look inside the patient Technology permits 

“looking inside” the human body without being invasive, 

thanks to techniques such as TAC or magnetic 

resonance. In this pavilion, the visitor must face a 

small challenge: at the entrance he will be given a 

“mysterious image”. During the visit he will collect 

proof and clues to discover what part of the body 

the image refers to and, above all, what technique 

has been used. While collecting clues the visitor will 

make a journey through the history of these techniques 

and will verify whether the technology was able 

to increase our capacity of “sight” overcoming the 

natural limits of the eyes. 

You will enter into a fascinating journey in the human 

body. At the entrance you will receive a numbered 

card with a mysterious image. Step by step you will 

be asked a question: the correct reply will be the clue 

that will help you to discover the mysterious image. 

THE WHEEL OF HISTORY In this first room you 

will find three installations made up of a wheel with 

a series of images commented upon by audio and by 

a video interview. You will be told the main steps of 

Durante la visita raccoglierà prove e indizi per scoprire a quale parte 

del corpo l’immagine si riferisce e, soprattutto, quale tecnica è stata 

utilizzata. Mentre raccoglie gli indizi il visitatore farà un viaggio nella 

storia di queste tecniche e verificherà quanto la tecnologia è stata in 

grado di potenziare la nostra capacità di “vedere”, superando i naturali 

limiti dell’occhio. 

Entrate in un affascinante viaggio nel corpo umano. All’ingresso riceverete 

una cartolina numerata con l’immagine misteriosa. Passo dopo 

passo vi sarà posta una domanda: le risposte corrette saranno gli indizi 

che vi aiuteranno a scoprire l’immagine misteriosa. 

LA RUOTA DELLA STORIA In questa prima sala troverete tre installazioni 

composte da una ruota con una serie di immagini commentate 

da audio e una videointervista. Vi verranno raccontate le principali 

tappe di sviluppo delle singole tecniche e gli eventuali sviluppi futuri. 

I materiali audio-video delle ruote vi aiuteranno a raccogliere il primo 

indizio sull’immagine misteriosa. 

IL LIBRO DEI PRINCIPI Nella seconda sala, grazie a 3 postazioni a 

videolibro, conoscerete i principi fisici in base ai quali funzionano i singoli 

sistemi diagnostici. Rispondendo a poche semplici domande vi verrà 

fornito anche il secondo indizio sull’immagine misteriosa. 

development of each technique and the eventual future 

developments. The audio-visual material of the 

wheel will help you to collect the first clue about the 

mysterious image. 

THE BOOK OF PRINCIPLES In the second room, 

thanks to three emplacements of a video-book, you 

will learn physics principles on the basis of which 

the single diagnostic systems work. Answering a few 

simple questions you will also be given the second 

clue about the mysterious image.

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I MANICHINI Al centro di questa sala troverete tre manichini che rappresentano 

tre ideali suddivisioni del corpo umano: testa, busto e arti 

inferiori. Grazie ai manichini potrete cominciare a capire quale tecnica 

è stata usata per ottenere la vostra “immagine misteriosa” mentre brevi 

interviste filmate racconteranno le possibili conseguenze fisiche, ed 

economiche, dell’abuso delle tecniche diagnostiche. 

SALA 3D Qui capirete come, unendo la tecnologia diagnostica all’informatica, 

si possa ricostruire una immagine tridimensionale di un 

corpo. Voi stessi, grazie a un computer, a un telo sensorizzato e a un 

proiettore, costruirete una “foto” del vostro corpo. 

SALA GULLIVER Al centro dell’ultima sala una grossa statua, lunga 

circa 6 metri, di un uomo che dorme, rappresenta il nostro corpo. 

Attraverso alcuni fori, potrete guardare all’interno della statua 

per vedere e “sentire” un determinato organo rappresentato con una 

delle tecniche diagnostiche messe a confronto: raggi X, ecografia, 

risonanza magnetica. 

A questo punto sarete in grado di individuare l’immagine misteriosa e la 

tecnica utilizzata per ottenerla. Il viaggio nei segreti del corpo umano si conclude 

quindi con l’esplorazione virtuale in 3D di un orecchio e dell’aorta. 

THE DUMMIES In the middle of this room you will 

find three dummies which represent three ideal subdivisions 

of the human body: head, bust and lower 

limbs. Thanks to the dummies you can start to understand 

what technique was used to obtain your 

“mysterious image” while short filmed interviews will 

talk about the possible physical and economic consequences 

of the abuse of diagnostic techniques. 

3D ROOM Here you will understand how, by joining 

the diagnostic technology to information technology, 

you can rebuild a tri-dimensional image of a body. 

You can, thanks to a computer; a sheet with sensors 

and a projector build a “photo” of your body. 

GULLIVER ROOM In the middle of the last room a 

big statue, of about 6 metres in length of a man slee- 

ping represents our body. Through some holes, you can 

look inside the statue to see and “hear” a certain organ 

represented by a diagnostic technique in comparison: 

x rays, ultrasonography, and magnetic resonance. 

At this point you will be able to guess the mysterious 

image and the technique used to obtain it. The journey 

in the secrets of the human body ends therefore with 

the virtual exploration in 3D of an ear and the aorta.

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64 


Sapere come funzioniamo, come siamo fatti 

dentro è un desiderio che coinvolge un pò tutti. 

Marta e Giorgio Colangelo affrontano questo 

tema in modo assolutamente interattivo. 

Nel padiglione si gioca a scoprire cosa rappresenta: 

“L’immagine misteriosa”, l’obbiettivo è 

far avvicinare, attraverso un’esperienza ludica, 

il pubblico a temi complessi come la radiologia. 

L’argomento trattato è fortemente “scientifico” 

fatto di principi fisici di funzionamento, di tappe 

innovative, di conoscenze anatomiche, di capacità 

di osservazione per questo si è scelto di 

costruire un’occasione di “esperienza a strati “ 

capace di dare sia informazioni immediate, basta 

un giro nel padiglione per immergersi visivamente 

in risonanze magnetiche, raggi X, Tac, 

endoscopie, sia approfondimenti più complessi. 

La difficoltà nella progettazione di queste 

TO KNOW MORE To know how we function, how we are made inside 

is a desire which intrigues nearly everyone. 

Marta and Giorgio Colangelo tackle this theme 

in a totally interactive manner. 

In the pavilion one plays a game to discover 

what the “mysterious image” represents : the 

objective is to get the public close to complex 

themes such as radiology, through a game. 

The argument dealt with is strongly “scientific” 

based on physical functioning principles, of innovative 

stages, of anatomic knowledge, for the 

observational capacity of this it was decided to 

build an “experience of layers” capable of giving 

both immediate information, based on a tour 

of t he pavilion to immerse oneself visually in 

magnetic resonances, X rays, Tac, endoscopes, 

as well as more complex in-depth knowledge. 

The difficulty in designing these eight installa- 

otto installazioni è stata quella di affrontare 

un tema, che sicuramente ha delle forti implicazioni 

emozionali legate alla salute e alla 

malattia, in modo sereno. Cuore del padiglione 

è il Gulliver, una scultura in vetroresina di un 

uomo dormiente di sei metri da cui è possibile 

“spiare”, vedere e ascoltare attraverso piccoli 

fori quindici organi. 

Molte energie sono state dedicate alla raccolta 

delle immagini radiologiche e alla traduzione 

delle complesse informazioni scientifiche in testi 

adatti alla scrittura di cartoni animati. 

Nella progettazione museografica dello studio 

Wesen una parte importante la gioca l’ingegneria. 

In questo padiglione è da segnalare la sezione 

dedicata al 3D dove grazie ad una serie di 

sensori è possibile giocare a ricostruire la posizione 

dei propri organi e ottenerne una stampa. 

tions was that of facing a theme which without 

doubt has strong emotional implications related 

to both health and illness in a serene manner. 

The centre piece of the pavilion is the fibreglass 

Gulliver sculpture, of a sleeping man of six metres 

which it is possible to “spy” on, to see and 

listen to fifteen organs through small holes. 

A lot of energy was dedicated to collecting radiological 

film and the translation of complex 

scientific information texts adapted to writing 

animated cartoons. 

In the museum graphic creation of the Wesen 

Studio, an important part is played by engineering. 

A section dedicated to 3D should be 

noted in this pavilion where, thanks to a series 

of sensors it is possible to play, to reconstruct 

the position of one’s own organs and receive 

a print out.

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PLANETARIO 

Il planetario è uno strumento che permette di proiettare su di uno 

schermo a forma di cupola il cielo notturno visibile da qualsiasi località 

e in qualsiasi anno, giorno e ora. Lo spettacolo dura 5 minuti e illustra 

come, osservando le stelle, ci si possa orientare. Quando si spengono 

le luci, il planetario simula il crepuscolo e sulla volta che rappresenta i 

cieli compaiono le stelle, i pianeti e la Luna così come li vedremmo in 

un determinato luogo e giorno dell’anno. Accelerando il moto apparente 

della volta celeste, vedrete che nuove stelle sorgono a Est, mentre altre 

tramontano a Ovest. Alcune costellazioni, però, non tramontano mai, né 

nell’arco della notte, né nell’arco dell’anno: sono le costellazioni circumpolari, 

che descrivono un cerchio intorno al polo Nord celeste. Queste 

stelle ci indicano quindi la direzione Nord. 

Dietro lo spettacolo affascinante offerto da un osservatorio astronomico 

c’è l’abilità umana di potenziare il proprio occhio con i telescopi, 

apparecchi altamente tecnologici di lenti e specchi. Questi raccolgono 

la luce proveniente dai lontani oggetti celesti e la concentrano in un 

punto detto “fuoco”. Riproducono così un’immagine ingrandita di pianeti, 

satelliti... 

PLANETARIUM 

The planetarium is an instrument which allows 

projecting the night sky visible from any locality and 

in any year, day or time on a screen in the shape 

of a dome. The spectacle lasts five minutes and illustrates 

how, observing the stars one can be oriented. 

When the lights are switched off, the planetarium 

simulates dusk and on the face which represents the 

skies, stars, planets and the Moon they appear such 

as we would see them in a specific place and day 

of the year. Accelerating the speed apparent on the 

celestial face, you will see new stars emerging in the 

East, while at sundown others fade in the West. Some 

constellations, however, never fade, neither during 

the night, nor during the year: these are the circumpolar 

constellations, that describe a circle around the 

celestial North pole. Therefore, these stars indicate 

the direction of the North. 

Behind the fascinating spectacle offered by an ob- 

servatory of astronomy there is the human ability 

to strengthen one’s eyes with telescopes, highly technological 

equipment of lenses and mirrors. These 

collect the light coming from far away celestial 

objects and concentrate them on a point called 

“fire”. Thus reproducing an enlarged image of the 

planets, satellites...

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BOULDER 

Sullo sfondo delle Alpi piemontesi potrete testare in sicurezza le vostre 

capacità di scalatori su un boulder lungo 20 metri e alto 3 metri. 

Questo boulder vi permetterà di muovervi orizzontalmente con i piedi 

ad un’altezza da 0 a 1 metri da terra con due diversi livelli di difficoltà 

identificati ciascuno da un colore. 

BOULDER 

With a background of the Piedmont Alps, you can 

test safely your capability as a climber on a boulder 

20 metres long and 3 metres high. 

This boulder will allow you to move horizontally with 

your feet at a height of between 0 to 1 metres from 

the ground with two different levels of difficulty each 

identified by a colour.

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BICICLETTA 

SUL FILO 

Una bicicletta sospesa su un filo a 6 metri di altezza vi permette di pedalare 

per 25 metri in bilico su di un cavo d’acciaio. 

La stabilità della bicicletta è assicurata dal fatto che il centro di gravità 

si trova al di sotto del cavo. Per costruire una bicicletta sul filo che 

sia stabile, nulla è lasciato al caso: occorre infatti calcolare il punto 

geometrico in cui si può immaginare concentrata tutta la sua massa. 

Questo è il centro di gravità, o baricentro, e deve trovarsi al di sotto del 

BICYCLE ON A WIRE 

A bicycle suspended on a wire 6 metres high will allow 

you to pedal for 23 metres balanced on a steel rope. 

The stability of the bicycle is assured by the fact 

that the centre of gravity is to be found underneath 

the steel rope. To build a bicycle on a rope which is 

stable, nothing is left to chance: in fact, it is necessary 

to calculate the geometric point in which you 

can imagine the whole mass is concentrated. This 

is the centre of gravity, or barycentre, and it should 

be found underneath the steel rope. Every object of 

machine built by man, to be functional, has to have 

its own “equilibrium”. Think of a motor composed of 

different parts, some moving, that have to work together 

without getting in the way of each other... 

Even the machine-man has invented a functional 

technology for equilibrium, which depends in a relevant 

way on the vestibular component of our inner 

ear, where there are three semi circular channels - 

which give information on the position of the head 

in space - and the otology system, which gives information 

on gravity and on the linear acceleration of 

the body in the horizontal sense (ahead-behind, like 

cavo. Ogni oggetto o macchinario costruito dall’uomo, per essere funzionale, 

deve avere un suo “equilibrio”. Pensate a un motore composto 

da diverse parti, alcune in movimento, che devono funzionare insieme 

senza intralciarsi... 

Anche la macchina-uomo ha inventato una tecnologia funzionale all’equilibrio, 

che dipende in parte rilevante dalla componente vestibolare 

del nostro orecchio interno, dove agiscono i tre canali semicircolari - 

che danno informazioni sulla posizione della testa nello spazio - e il 

sistema otolitico, che dà informazioni sulla gravità e sull’accelerazione 

lineare del corpo in senso orizzontale (avanti-indietro, come nell’accelerazione 

in auto) e verticale (alto-basso, come in ascensore). Queste 

informazioni sono trasmesse al cervello e intervengono nei complessi 

meccanismi di esecuzione dei movimenti volontari. Andare in bicicletta 

senza perdere l’equilibrio è quindi un’azione complessa, che abbiamo 

dovuto apprendere integrando le informazioni sensoriali e le prestazioni 

motorie: un leggero spostamento del sistema bicicletta-ciclista a destra 

viene compensato con lo spostamento (automatico) del centro di gravità 

a sinistra. 

in the acceleration in a car) and vertical (high-low, 

like in a lift). This information is transmitted to the 

brain and intervenes in complex mechanisms when 

executing voluntary movements. 

Riding a bicycle without losing balance is therefore 

a complex action, which we had to learn integrating 

the sensorial and moving information: a slight 

movement of the bicycle-cyclist system to the right 

is compensated by the shift (automatic) to the left 

centre of gravity.

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SAUDADE 

DO CARNAVAL 

Nella Bahia la musica è tutto. Impossibile descrivere lo sfrenato carnevale 

bahiano, il più bello del Brasile, prediletto dagli stessi brasiliani 

perché il più coinvolgente, vivo, entusiasmante e partecipato. Simbolo 

del carnevale di Salvador de Bahia è il Trio Elétrico, un TIR attrezzato per 

diventare un palco su ruote e proporre uno spettacolo in movimento. Il 

rimorchio è interamente carico di un “muro” di altoparlanti alto oltre 

due metri, alla cui sommità viene costruito un palco dove musicisti, ballerini 

e cantanti propongono la musica, che viene diffusa tutto intorno 

affinché le 5-6 mila persone che si assiepano intorno al Trio possano 

ballare a tutto volume (180 mila watt di potenza erogata). 

SAUDADE DO CARNAVAL 

In Bahia music is everything. It is impossible to describe 

the unrestrained carnival of Bahia, the best in 

Brazil, the favourite of the same Brazilians because it 

is the most absorbing, lively, stirring and the most attended. 

The symbol of the Bahian carnival is the Trio 

Elétrico, an articulated lorry equipped to become a 

stage on wheels and offer a moving show. The trailer 

is completely loaded with a “wall” of loudspeakers of 

more than two metres in height, at the tip of which 

is a platform where musicians, dancers and singers 

propose the music, which is propagated all round so 

that the 5-6 thousand people thronging around the 

Trio can dance at full volume (180 thousand watts 

of power distributed). Inside the wall of boxes is 

the heart of the Trio, a technologically avant-garde 

production cabin where everything is controlled: microphones, 

scenery, music, lights... 

Entering in the “Saudade do Carnaval” you will take 

a jump into space and time, catapulted in the streets 

of Salvador Bahia during the days of the carnival and 

you will learn the story of Xanddy, the most popular 

Brazilian singer who grew up in the Oaf Organização 

All’interno del muro di casse sta il cuore del Trio, una cabina di regia 

tecnologicamente all’avanguardia dove si controlla tutto: microfoni, 

macchina scenica, musica, luci... 

Entrando in “Saudade do Carnaval” farete un salto nello spazio e nel 

tempo, sarete catapultati per le strade di Salvador Bahia durante i giorni 

del carnevale e conoscerete la storia di Xanddy, popolarissimo cantante 

brasiliano cresciuto proprio all’interno dell’Oaf Organização de Auxílio 

Fraterno, l’opera di padre Clodoveo Piazza s.j. Prima ascolterete uno 

dei suoi brani, poi sarete voi stessi a creare la musica del carnevale. 

Attraverso 4 postazioni mixer, 4 giocatori sceglieranno le tracce di musica 

(fiati, percussioni, canto, coro, chitarra...) che ritengono più adatte. 

Il tutto sarà miscelato e il pubblico giudicherà: sarà la tua la musica 

degna del vero carnevale di Bahia? 

de Auxílio Fraterno, the work of Father Clodoveo 

Piazza s.j. First you will hear one of his songs, and 

then you yourselves will create the music of the 

carnival. Through 4 mixer emplacements, 4 players 

will choose the trace of music (wind instruments, 

percussion, song, chorus, guitar...) which they think 

best. It will all be mixed together and the public will 

judge: will it be your music that is worthy of the real 

carnival of Bahia?

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Una classe allegra si inerpica fino all’ultimo 

piano di una palazzina bianca. Li accoglie una 

grande sala piena di attrezzi colorati e un animatore 

che li introdurrà nei segreti della scienza. 

Nel quartiere Lapinha, a Salvador de Bahia, 

in Brasile un missionario italiano (il gesuita 

padre Clodoveo Piazza) ha realizzato un’opera 

particolare e unica al mondo. Accanto a una 

casa famiglia per 100 bambini, una scuola di 

base, un centro di formazione professionale, 

corsi per adulti, officine produttive, e varie altre 

opere, nel 2000 ha costruito un piccolo science 

center: UNICA “Universidade da Criança e do 

Adolescente”. “Col passare degli anni mi sono 

reso conto”, spiega padre Piazza, “che dopo i 

bisogni fondamentali occorre puntare moltissimo 

sull’educazione di questi bambini. La 

TO KNOW MORE A happy class clambers up to the last floor 

of a white building. There are large rooms 

full of coloured equipment and an animator 

welcomes them and introduces them to the 

secrets of science. In the area of Lapinha, in 

Salvador de Bahia, in Brazil an Italian missionary 

(the Jesuit Father Clodoveo Piazza) has 

achieved a particularly unique undertaking. 

Besides a family house for 100 children, a basic 

school, a vocational training centre, productive 

workshops, courses for adults, and various 

other works, in the year 2000 he has built a 

small science centre: UNICA “Universidade da 

Criança e do Adolescente”. “With the passing of 

time, I have realised”, explains Father Piazza, 

“that after the fundamental needs, one should 

really aim for the education of these children, 

scuola brasiliana è carente per quanto riguarda 

l’insegnamento delle scienze, mentre è solo invogliandoli 

fin da piccoli ad appassionarsi alla 

fisica, alla biologia, alla chimica, alla matematica 

che un giorno forse potranno diventare dei 

tecnici e dei laureati. E così cambiare la vita 

propria e quella del proprio paese”. Questo il 

senso del gemellaggio tra Experimenta e UNICA: 

sostenere, grazie alla ventennale esperienza di 

divulgazione del sapere scientifico maturata a 

Torino, un ambizioso quanto concreto progetto 

a Salvador Bahia. Un sostegno a base di knowhow, 

ma anche economico: il 5% degli introiti 

ricavati dai biglietti ogni anno viene offerto a 

padre Piazza. Già 80 mila ragazzi bahiani hanno 

potuto visitare UNICA, che presto triplicherà 

la propria struttura. 

Brazilian schools are very much lacking in that 

which concerns the teaching of science, while 

it is only through involving the children when 

they are very small to love physics, biology, 

chemistry, mathematics that one day perhaps 

they can become technicians and earn a degree. 

And so change one’s own life and that of 

one’s country”. This is the sense of the twinning 

between Experimenta and UNICA to sustain, 

thanks to the twenty years of years of experience 

gained in Turin, an ambitious if not concrete 

project in Salvador Bahia. Support in basic, but 

also economic know-how: 5% of the income 

earned from the sale of tickets each year is offered 

to Father Piazza. Already 80,000 children 

of Bahia have been able to visit UNICA, which 

will soon triplicate its own structure.

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RAGNATELA 

TECNOLOGICA 

Goretex, Sympatex, Lycra, Polartech, Kevlar, fibre di carbonio e compositi 

d’ogni tipo. Da alcuni anni tutti gli sport stanno beneficiando dei 

nuovi ritrovati della scienza dei materiali, con indumenti, accessori e 

attrezzi high tech. Anche uno degli exhibit più apprezzati dai visitatori 

di Experimenta, come i Ponti Tibetani, si rinnova sfruttando le nuove 

tecnologie e mette alla prova la fiducia dei visitatori nei super-materiali, 

figli della ricerca più avanzata. Arrampicatevi a 8 metri d’altezza e 

andate a scoprire i loro segreti, materiali quasi invisibili, talmente esili 

e sottili da lasciare a bocca aperta per quanto peso possono reggere o 

quanta trazione contrastare. Proprio come riesce a stupirci il filo di una 

ragnatela. Come il.... (quale sarà l’ingrediente segreto, l’ultimo dei super 

materiali oggi a disposizione, utilizzato per reggere i ponti?). 

TECHNOLOGICAL 

COBWEB 

Gore-Tex, Sympatex, Lycra, Polartech, Kevlar, carbon 

fibres, and composites of every type. For a few years 

all sports have benefited from the new findings of 

the science of materials, with clothes, accessories 

and high tech equipment. Also, one of the most highly 

regarded exhibits of Experimenta, the Tibetan 

bridge, is renewed exploiting the new technologies 

and testing the confidence of the visitors in the super 

materials, the result of highly advanced research. 

Climb to 8 metres high and discover their secret, almost 

invisible materials, so flimsy and thin to leave 

one dumbfounded at how much weight it can hold 

or how much traction it can resist. Exactly like the 

thread of a cobweb. Like... (what is the secret ingredient, 

the latest super material today at our disposal, 

which is used to support the bridges?).

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I MATERIALI HIGH-TECH USATI PER I 

PONTI Negli ultimi decenni, la ricerca nella 

scienza dei materiali si è orientata verso la sintesi 

di nuove sostanze in grado di offrire prestazioni 

migliori rispetto ai materiali classici. 

Questi nuovi super-materiali sono più resistenti 

alla corrosione, alle alte temperature e all’usura; 

inoltre presentano una maggiore resistenza 

meccanica. Vere e proprie tecnologie nascoste! 

La maggior parte delle fibre “hi-tech” sono derivati 

del petrolio, quindi a base organica. Nel 

caso delle corde che costituiscono il ponte tibetano, 

per esempio, è fondamentale un’efficace 

resistenza allo “stiramento”. 

DYNEMA SK75: LA NUOVA FIBRA 

“SUPERSTATICA” Il polietilene è sconsigliabile 

per la costruzione di cavi, poiché si deforma 

facilmente. Tuttavia, un suo derivato, il 

Dynema, si è guadagnato l’appellativo di “fibra 

più resistente al mondo”. Il Dynema è molto tenace, 

ha un allungamento minimo e basso peso 

specifico. Inoltre non assorbe acqua e presenta 

capacità dinamiche eccellenti. Le migliori corde 

per la nautica sono oggi prodotte in Dynema 

e possono sostituire anche i vecchi, e pesanti, 

cavi d’acciaio. Gradualmente, il Dynema sta 

anche rimpiazzando il Kevlar, specie dove non 

sia richiesta la capacità di resistere al calore 

intenso e prolungato. 

HIGH TECH MATERIALS USED FOR THE 

BRIDGES In the last ten years, the scientific 

research for materials has been oriented towards 

the synthesis of new substances able to offer 

better performance in comparison to classic 

materials. These new super materials are more 

resistant to corrosion, to high temperatures and 

use; in addition they present better mechanical 

resistance. Real hidden technologies! 

Most high tech materials are derived from 

petrol, therefore have an organic base. In the 

case of the ropes which constitute the tibetan 

bridge for example, effective resistance is fundamental 

to the “stretching”. 

DYNEMA SK75: THE NEW 

“SUPERSTATIC” FABRIC Polyethylene is 

inadvisable for making ropes, because it deforms 

easily. In any case its derivative, Dynema; 

earned the name of “the most resistant fibre 

in the world” Dynema is very tough, it has a 

minimum elongation and low specific weight. 

In addition it does not absorb water and presents 

excellent dynamic capacity. The best ropes 

for boating are today produced in Dynema 

and can substitute also old, heavy steel cables. 

Gradually, Dynema is also replacing Kevlar 

where resistance capacity to intense and prolonged 

heat is not required.

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IL PONTE 

TIBETANO 

SUL PO 

Con l’edizione 2004 Experimenta è entrata nel Guinness dei Primati con 

il ponte tibetano più lungo del mondo: 374,12 metri. Le corde sono una 

delle prime invenzioni dell’uomo, antecedente anche alla ruota. Crearle 

e annodarle per costruirci un ponte, come da centinaia d’anni sanno 

fare i tibetani, è un esempio di “tecnologia nascosta” che risale a tempi 

antichi, ma ancora attuale. 

Il ponte tibetano è una struttura di origine etnica composta da tre funi 

collegate, considerata un attrezzo sportivo per testare abilità, destrezza 

e senso dell’equilibrio. Durante l’orario di apertura della Mostra, potrete 

assistere alla prova o prenotarvi per tentare il passaggio anche senza 

THE TIBETAN BRIDGE ON THE PO 

With the 2004 edition Experimenta, entered into the 

Guinness Book of Records with the longest Tibetan 

bridge in the world: 374.12 metres. Ropes are one of 

the first inventions of man, even before the wheel. To 

make these and knot them to build a bridge, as hundreds 

of years ago the Tibetans knew, is an example 

of “hidden technology” which goes back to ancient 

times, but still exists. 

The Tibetan bridge is a structure of ethnic ori- 

gins made of three connected ropes, considered a 

sporting equipment to test ability, dexterity and a 

sense of balance. During the opening hours of the 

Exhibition, you may watch the trials or book to attempt 

to cross the bridge even if you do not possess 

the sporting preparation and experience that in the 

past edition was obligatory. The challenge will take 

how much time? 

The F.I.S.S.S. (Federazione Italiana Survival Sportivo 

possedere la preparazione sportiva e l’esperienza che nella passata edizione 

erano d’obbligo. La sfida sarà: in quanto tempo? 

La F.I.S.S.S. (Federazione Italiana Survival Sportivo Sperimentale) che ha 

realizzato il ponte e farà assistenza a chi vorrà cimentarsi, stilerà una 

classifica dei migliori tempi che sarà consultabile sul sito ufficiale di 

Experimenta 

www.experimenta.to.it. Il record di attraversamento è stato di 15 minuti 

ma il passaggio più lungo si è protratto per quasi 2 ore. La sfida è ora 

aperta a tutti, grazie a una rete anticaduta che permetterà l’attraversamento 

ad un maggior numero di interessati, anche non esperti. 

Sperimentale) who made the bridge and will give assistance 

to those who wish to test themselves, will 

show the classification of the best times which may 

be consulted on the official web site of Experimenta 

www.experimenta.to.it. The crossing record was 15 

minutes but the longest crossing lasted early two 

hours. The challenge is now open to everyone, thanks 

to a protective net which will allow the passage of 

more interested persons, even if they are not experts.

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WEB RADIO 

Experimenta 2006 ha una sua radio: si ascolta ogni giorno all’interno 

degli spazi di Experimenta, durante il normale orario di apertura, e accompagna 

i visitatori, grazie alle voci e alla musica, attraverso tutte le 

attività e gli appuntamenti di ogni giornata. 

Ma la radio di Experimenta è anche l’occasione di incontrare tante persone 

esperte che vi aspettano ogni giorno per raccontarvi come si fa e 

come funziona la radio nel nuovo millennio. Non solo: personale esperto 

e qualificato vi aiuterà a provare l’avventura della diretta, ad affrontare 

il microfono e a lasciare il vostro messaggio agli altri visitatori. 

Attenzione: questo non è solo un gioco. WRAP, infatti è l’acronimo di Web 

Radio Atenei Piemonte, il progetto della Regione Piemonte che sta coinvolgendo 

Politecnico, Università di Torino con la collaborazione dell’Università del 

WEB RADIO 

Experimenta 2006 has its own radio: it can be heard 

every day inside Experimenta, during the normal 

opening hours and accompanies the visitors, thanks 

to avoices and music, during all the activities and 

appointments of each day. 

But the Experimenta radio is also an occasion to 

meet many experts waiting every day to tell you 

how to do it and how the radio works in the new 

millennium. In addiction expert and qualified personnel 

will help you in the adventure of live broa- 

dcasting, to face the microphone and to leave your 

message to other visitors. 

Caution: this is not only a game. WRAP is in fact an 

acronym of Web Radio Atenei Piemonte, a project of 

the Piedmont Region which involves the Polytechnic, 

University of Turin with the collaboration of the 

University of West Piedmont, the University of 

Gastronomic Science, Slow Food, Radio Flash, Party 

Groove and TOP-IX, aimed at the creation of a “super 

web radio” which gathers the best of the Piedmont 

Piemonte Orientale, dell’Università di Scienze Gastronomiche, Slow 

Food, Radio Flash, Party Groove e TOP-IX, volto alla creazione di una 

“super web radio” che raccolga il meglio della programmazione e produzione 

regionale piemontese. 

Nessun luogo meglio di Experimenta poteva essere la residenza ideale 

per accelerare questa sperimentazione. 

Chi ama la Radio non può perdere l’occasione di capirne i meccanismi 

tecnici; scoprirne tutti i segreti professionali; provare a farla in prima 

persona o più semplicemente ascoltarla all’indirizzo internet: http://wra. 

top-ix.org 

Allora, gli ingredienti sono tanti e siamo alla ricerca di quello decisivo 

per la ricetta perfetta: potresti essere Tu. 

regional programming and production. 

No better place than Experimenta could be the ideal 

host to accelerate this experiment. 

Lovers of Radio should not miss the opportunity to understand 

the technical mechanisms, discover professional 

secrets, to try doing so yourself or to simply listen to 

the Internet website: http://wra.top-ix.org 

So, there are many ingredients and we are in search of 

the conclusive one for a perfect recipe: it could be You.


Come si realizza una web radio? 

Prendete uno stand buio e vuoto, riempitelo 

con mixer, CDj, amplificatori, casse, microfoni, 

cuffie, un paio di PC per acquisire il flusso 

audio e inviarlo via Internet ai tanti, speriamo, 

cyber-ascoltatori: aggiungete la simpatia e la 

competenza di 4 tutor ed il GIOCO È FATTO. 

Il risultato è una situazione coinvolgente per 

tutti i visitatori che si trovano proiettati all’interno 

del mondo radiofonico come spettatori 

ma soprattutto come protagonisti in 

prima persona, Dj, speaker o tecnico di regia… 

il ruolo non conta, l’importante è “fare radio”, 

scratchare e lanciare con voce suadente il 

proprio pezzo preferito. 

La sfida dei nuovi media è quella di riproporre 

TO KNOW MORE How does one create a web radio? 

Take a dark and empty stand, fill it with a 

mixer, Compact Disk Jockey, amplifiers, boxes, 

microphones, headphones, a couple of computers 

to acquire audio flow and send through 

internet to a lot of people, hopefully, cyber-listeners: 

add charm and the competence of 4 

tutors and the GAME IS MADE. 

The result is an intriguing situation for all the 

visitors who are projected inside the radio world 

as spectators but above all as protagonists 

in the first person, Disk Jockey, speaker or technician…..the 

role is not important, what is 

important is to “make radio”, to scratch 

and to launch his own favourite piece in a persuasive 

voice. 

i canali tradizionali rivisitando il rapporto con 

il pubblico, questo è lo spirito con cui è nata 

la web radio di Experimenta. Il nostro stand è 

dunque il cuore pulsante che batte e spinge la 

musica attraverso quella grande arteria che è 

Internet, canale dalle potenzialità infinite a 

patto che la banda sia tanta. 

Cosa ci aspettiamo? Il nostro obiettivo è dimostrare 

che la radio, opportunamente rivitalizzata 

con l’utilizzo della tecnologia, ha ancora 

tanto da dire alle nuove come alle vecchie generazioni 

di ascoltatori. 

La radio di Experimenta è nata sul web… 

TECNOLOGIA INVISIBILE??? Sì, fatta eccezione 

per i visitatori di Experimenta. 

The challenge of the new media is that to revive 

the traditional channels reappraise the relationship 

with the public; this is the spirit in 

which the web radio of Experimenta was born. 

Our stand is therefore the throbbing heart which 

beats and pushes the music through that 

huge artery which is Internet, channel of infinite 

potential as long as the bandwidth is as 

large. 

What do we expect? Our objective is to demonstrate 

that radio, duly revitalised by the use of 

technology, still has a lot to say to the new as 

well as the old generation of listeners. 

The Experimenta radio was born on the web… 

INVISIBLE TECHNOLOGY??? Yes, with the 

exception of the visitors to Experimenta. 

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OMEGABOX 

Con un telecomando accedi alla televisione e a Internet. Crei la tua 

compilation di musica e video, vedi in tempo reale le previsioni del tempo, 

registri in digitale. 

Si chiama OmegaBox. Nasce nei Laboratori di ricerca del CSP, la struttura 

di innovazione della Pubblica Amministrazione piemontese. 

La convergenza digitale sta diventando una realtà. Il mondo della televisione 

e quello dei computer sono già oggi molto più vicini grazie al 

digitale. Ed è in questa visione di futuro che nasce a Torino un progetto 

di ricerca che rende concreta l’idea della convergenza. 

Segui OmegaBox e le sue community di sperimentazione su: 

Omegabox.csp.it . 

OMEGABOX 

With a remote control you can access the television 

and Internet. You can create your own music and video, 

you can watch in real time the weather forecast, 

make digital recordings. 

It is called OmegaBox. It is born in the research laboratories 

of CSP, the innovative structure of the 

Piedmont Public Administration. 

Digital convergence is becoming a reality. The television 

world and that of the computer are already 

today much closer thanks to digital. And it is this 

vision of the future that a research project born in 

Turin makes the idea of convergence real. 

Follow OmegaBox and the experimental community 

on Omegabox.csp.it .

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86 

GLOCALMAP 

Tra le nuove iniziative di Experimenta06 c’è “Glocalmap.to”, un geoblog 

che consente di inserire messaggi sulla mappa di Torino. I messaggi possono 

essere inviati via web e sms, associandoli a un indirizzo preciso della 

mappa, grazie a un motore di geo-coding che visualizza le fotografie aeree 

del territorio in corrispondenza di ogni numero civico, marcato via GPS. 

GLOCALMAP 

Amongst the new initiatives of Experimenta06 there 

is “Glocalmap.to”, a geo blog that permits placing 

messages on the map of Turin. Messages can be sent 

via the web and sms, associating with a precise address 

on the map, thanks to geo-coding engine which 

will visualise the aerial photographs of the territory 

corresponding to every street number, marked by 

GPS. The messages may contain from one to three 

tags: or rather the key word which identifies the 

main arguments of that which will be written on line. 

“Glocalmap.to” is a project of performing media which 

tends to interpret interactivity as a new form of 

social interaction, projecting the urban space in the 

telematic network, new public space to make one’s 

I messaggi potranno contenere da una a tre tag: ovvero le parole chiave 

che identificano gli argomenti principali di ciò che verrà scritto on 

line. “Glocalmap.to” è un progetto di performing media che tende a 

interpretare l’interattività come nuova forma d’interazione sociale, 

proiettando lo spazio urbano nelle reti telematiche, nuovo spazio pubblico 

da far proprio, da personalizzare, da arricchire con i contributi 

di tutti. “Glocalmap.to” è dunque una “performing map”, la mappa 

di una città tracciata dai percorsi dei suoi abitanti: dalle abitudini e 

dai nuovi comportamenti che vengono espressi quotidianamente e costantemente 

inventati da una geografia umana in costante evoluzione. 

own, to personalise, and to enrich with contributions 

from everyone. “Glocalmap.to” is therefore a “performing 

map”, the map of a city traced by the paths 

of its inhabitants: by the habits and new behaviour 

which are expressed daily and constantly invented by 

human geography in constant evolution.

AGORÀ 

SCIENZA 

UN PONTE FRA SCIENZA E SOCIETÀ 

Agorà Scienza è un nuovo Centro dell’Università di Torino per la diffusione 

e la comunicazione della cultura scientifica. Il Centro si propone 

di migliorare la relazione tra scienza e società coinvolgendo sempre più 

il pubblico nei dibattiti sulla ricerca scientifica. Gli scienziati hanno il 

dovere di comunicare meglio i risultati delle loro ricerche al pubblico, 

per questo Agorà Scienza organizzerà una formazione per sensibilizzare 

i futuri ricercatori alla responsabilità nei confronti dei cittadini. Nasce 

in quest’ottica la collaborazione fra Agorà Scienza ed Experimenta. Qui 

troverete materiale informativo multimediale e un’indagine sperimentale 

sulla percezione della scienza da parte dei visitatori di eventi scientifici. 

Un’agenda di questi eventi e maggiori informazioni sul Centro 

all’indirizzo www.agorascienza.unito.it, oppure contattando i numeri 

011-6705947, fax 011-6707895. 

AGORÀ SCIENZA 

A BRIDGE BETWEEN SCIENCE AND SOCIETY 

Agorà Scienza is a new Centre of the University of 

Turin for the dissemination and communication of 

scientific culture. The Centre proposes improving relations 

between science and society involving the public 

more in debates on scientific research. Scientists 

have the duty to better communicate the results of 

their research to the public, for this reason the Agorà 

Scienza Centre will organise a training programme 

to sensitize future researchers on their responsibility 

towards citizens. In this perspective of collaboration 

between Agorà Scienza and Experimenta. Here you 

will find informative multi-medial material and an 

experimental probe on the perception of science by 

visitors to scientific events. An agenda of these events 

and more information on the Centre can be found at 

the address www.agorascienza.unito.it, or by contacting 

these numbers 011-6705947, fax 011-6707895. 

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LABORATORI 

SCOLASTICI 

Se ascolto, dimentico. Se vedo, ricordo. Se faccio, capisco e imparo. Con 

questo stile pedagogico, tutti gli science center e i musei scientifici europei 

non si limitano a offrire alle scuole una “semplice” visita guidata. 

SCHOLASTIC LABORATORIES 

If I listen, I forget. If I see, I remember. If I do, I understand 

and learn. With this pedagogical style, all the 

science centres and European scientific museums do 

not limit themselves to offering only a “simple” guided 

visit. Ending the path which winds from pavilion 

to pavilion it is useful to briefly stop on some argument 

to study it in depth, to examine it thoroughly 

and to better fix it in the minds of school children. 

Through didactic laboratories that are inspired by 

numerous subjects dealt with in the exhibition. This 

is the novelty of Experimenta06, the offer to schools 

with a small price increase for each student (1,50 € 

to be added to the price of the ticket for schools) at 

the end of a normal visit the class may use, a labora- 

Terminato il percorso che si snoda di padiglione in padiglione è utile soffermarsi 

su qualche argomento per approfondirlo, sviscerarlo e fissarlo 

al meglio nella mente degli scolari. Mediante dei laboratori didattici che 

prendono spunto dai numerosi temi trattati nella mostra. Questa è la 

novità di Experimenta06 nell’offerta per le scuole: con un piccolo sovrapprezzo 

per ogni alunno (1,50 € da aggiungere al prezzo del biglietto 

per le scuole) la classe potrà usufruire, al termine della normale visita, 

di un laboratorio di approfondimento, scelto dall’insegnante in base a 

un ventaglio di una quindicina di proposte. 

Un’ora a-tu-per-tu con la fisica, la biologia, la botanica, l’elettronica, 

la medicina, l’astronomia, in spazi appositamente predisposti e con la 

guida di un explainer specializzato. Ogni insegnante riceverà quindi un 

kit didattico per il proprio aggiornamento professionale e per continuare 

l’approfondimento in classe. 

tory for in-depth analysis, chosen by the teacher from 

about 15 suggestions. One hour face to face with 

physics, biology, botany, medicine, astronomy in space 

especially arranged and with the guide of a specialised 

“explainer”. Each teacher will therefore receive a 

didactic kit for their own professional upgrading and 

to continue the in-depth analysis in class.

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VISITA 

VIRTUALE 

Tecnologie invisibili mescolano immagini, suoni e testi nel portale ufficiale 

di Experimenta06 www.experimenta.to.it, uno strumento con 

informazioni, aggiornamenti e novità sempre disponibile on-line, in 

grado di offrire una panoramica completa degli exhibit per conoscere e 

approfondire i vari temi trattati da Experimenta06 in modo interattivo e 

divertente, in diretta dal parco torinese sede della mostra. 

Fra i contenuti del portale: 

- la versione accessibile, cioè fruibile da persone ipovedenti o non vedenti 

dotate di screen reader; 

- la fotogallery interattiva; 

- le schede complete di tutti gli exhibit. 

VIRTUAL VISIT 

Invisible technologies mix images, sounds and texts 

on the official portal of Experimenta06 www.experimenta.to.it, 

an instrument with information, updates 

and novelties always on-line, able to offer a complete 

panorama of the exhibits, to know and to study in 

depth the various themes offered by Experimenta06 

in an interactive and amusing way, live from the 

Turin park seat of the exhibition. 

Among the contents: 

- the accessible version, that is to say usable by the 

partially sighted or blind people with screen readers; 

- the interactive photo gallery; 

- all the cards of all the exhibits. 

Therefore, the site offers, either to those who have 

visited the real exhibition, or to those who limit 

themselves to the virtual visit, a notable contribution 

in terms of knowledge of the themes, without ignoring 

the game aspects. 

It is important to point out that at this point the 

internet site has reached a reference and historical 

memory point for all the last editions of Experimenta. 

It is in fact on-line since 2001 and constitutes always 

accessible archives on themes which have characterised 

the different editions. 

With the 2006 edition, the Experimenta portal evolves 

and amplifies the means of enjoyment of the digital 

contents through the Experimenta Channel, a 

Il sito offre quindi, sia a chi ha visitato la mostra reale, sia a chi si limita 

alla visita virtuale, un notevole contributo in termini di conoscenza sul 

tema trattato, senza trascurare l’aspetto ludico. 

È importante sottolineare che il sito Internet ha ormai assunto un ruolo 

di punto di riferimento e di memoria storica per le ultime edizioni di 

Experimenta. È infatti on-line dal 2001 e costituisce un archivio sempre 

accessibile sui temi che hanno caratterizzato le diverse edizioni. 

Con l’edizione 2006, il portale Experimenta si evolve e amplia le modalità 

di fruizione dei contenuti digitali attraverso l’Experimenta Channel, uno 

spazio multimediale nel quale confluiscono diversi canali: Web Radio, 

Podcast, ExpTV con le interviste ai protagonisti della mostra, Blog e 

GlocalMap per lasciare le proprie “tracce in rete” e naturalmente la Visita 

Virtuale per “curiosare” all’interno degli exhibit con immagini a 360°. 

Experimenta Channel nasce per favorire la collaborazione e l’interattività 

con il pubblico, affinché la la divulgazione scientifica diventi multicanale 

e si apra a un nuovo rapporto con i visitatori che potranno 

essere protagonisti della grande trasformazione dal Web che “si sfoglia” 

al Web “che si fa”. 

multi medial space where different channels merge: 

Web Radio, Podcast, ExpTV with the interviews of the 

protagonists of the exhibition. Blog and GlocalMap 

for leaving their “traces on the network” and naturally 

the Virtual Visit to “browse” inside the exhibits 

with images at 360°. 

Experimenta Channel is born to favour collaboration 

and interactivity with the public, until the scientific 

disclosure becomes multi channel and opens a new 

relationship with the visitors who can be the protagonists 

of the big transformation of the Web which 

“turns the pages” of the Web “which does”.

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LA 

COMUNICAZIONE 

DI EXPERIMENTA 

a cura di Silvano Guidone 

La campagna di comunicazione Experimenta06 è proiettata nel futuro 

ed è tutta incentrata sul tema delle tecnolgie invisibili che riempiono i 

nostri gesti quotidiani. 

Futuro e tecnologia, dunque, due temi non così semplici da visualizzare. 

E’ stato quindi necessario focalizzare la ricerca creativa verso un 

abbinamento di immagini, che trasmettesse subito, in maniera chiara e 

diretta, il concetto portante della mostra. 

EXPERIMENTA’S COMMUNICATION edited by Silvano Guidone 

The Experimenta06 communication campaign is 

projected into the future and is completely concentrated 

on the theme of invisible technologies which 

are part of our daily movements. 

The future and technology, therefore, both not very 

simple themes to visualise. Therefore it was necessary 

to focalise the creative research towards a combination 

of images, which immediately transmit the main 

concept of the exhibition in a clear and direct manner. 

From the publicity point of view it was necessary to 

find a sign that can be immediately deciphered by 

everyone and which can possibly visually transmit 

the double concept of the future and of those te- 

chnological beliefs, that is to say, everything that 

happens in our usual relationship with the machines 

which we use. 

AROUND THE FUTURE seemed to us to be an intriguing 

concept precisely because all that orbits 

around our destiny is loaded with significance because 

it in itself is full of significance distinguished 

by a certain “mystery”, as often the technologies that 

we use are, and of which we ignore the real functioning 

and everything that “surrounds” them. 

The child is the future; the hand of the robot is the technology 

and the child in the palm of a metal hand and 

is the journey into the invisible technologies. The slush 

Dal punto di vista pubblicitario era necessario trovare un segno immediatamente 

decodificabile da tutti e che fosse in grado di trasmettere 

visivamente il doppio concetto del futuro e delle dietrologie tecnologiche, 

ossia tutto ciò che accade dietro ai nostri abituali rapporti con le 

macchine di cui ci serviamo. 

INTORNO AL FUTURO ci è sembrato un concetto incuriosente proprio 

perché tutto ciò che orbita attorno al nostro destino è di per sé carico di 

valenze contraddistinte da un certo “mistero”, così come sovente sono 

oscure le tecnologie che usiamo e di cui ignoriamo il reale funzionamento 

e tutto ciò che ci sta “intorno”. 

Il bambino è il futuro, la mano del robot è la tecnolgia e il bambino sul 

palmo della mano metallica è il viaggio nelle tecnologie invisibili. 

Il fondo nero, che domina cromaticamente la comunicazione consente 

all’immagine di emergere in modo marcato e il giallo dello slogan è di 

forte visibilità. 

Questo è il percorso fondamentale che ha generato lo sviluppo creativo 

della campagna Experimenta06, una comunicazione impattante dove 

visual e slogan sono in equilibrio e si valorizzano reciprocamente, creando 

un effetto capace di attrarre e invitare il pubblico a trovare, come in 

tutte le precedenti edizioni, risposte scientifiche attraverso il gioco, a 

interrogativi stimolanti e divertenti. 

fund, which chromatically dominates communication, 

allows the image to emerge in a noticeable manner 

and the mystery of the slogan has strong visibility. 

This is the fundamental path that generated the creative 

development of the Experimenta06 campaign, 

an impacting communication where the visuals and 

slogans are balanced and reciprocally enhance each 

other, creating an effect capable of attracting and 

inviting the public to find scientific answers through 

games, to stimulating and amusing questions as in 

the preceding editions.

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96

APPROFONDIMENTI 

SCIENTIFICI

VERSO UN 

PIANETA A 

IDROGENO? 

a cura di Piero Bianucci 

Idrogeno, energia del futuro. Addio petrolio, arriva l’idrogeno. 

Idrogeno, energia pulita. Quante volte abbiamo letto sui 

giornali questi titoli? Così molti cittadini si sono convinti che 

l’idrogeno sia la bacchetta magica che risolverà il problema 

energetico. In fondo, unito all’ossigeno per formare acqua, 

non sgorga abbondante e a costo bassissimo dai rubinetti di 

casa? Già Jules Verne aveva fatto dire al Capitano Nemo che 

l’acqua sarebbe diventata il combustibile del futuro... 

Sgombriamo subito il campo dall’equivoco: l’idrogeno NON 

è una fonte di energia. Anzi, dato che non esiste allo stato 

libero in natura, per ottenere idrogeno si spende più energia 

di quanta poi se ne possa ricavare: strappare l’idrogeno alla 

molecola dell’acqua, a quella del metano o di altri idrocarburi 

ha un alto costo energetico. Come l’ha l’elettricità, che deve 

essere prodotta bruciando metano, olio combustibile, uranio 

o facendo precipitare acqua in condotte forzate. 

L’idrogeno è, invece, un vettore di energia. E, proprio come 

l’elettricità, una volta ottenuto pagando il giusto prezzo, diventa 

interessante. Combinandosi con l’ossigeno dell’aria restituisce 

in buona parte l’energia che avevamo speso per separarlo 

e il prodotto della reazione è acqua pura, quindi nessun 

inquinamento. In più, rispetto all’elettricità, ha il vantaggio 

di poter essere stoccato in grandi quantità e non soltanto in 

pesanti batterie. Si può pensare a un uso dell’idrogeno anche 

in grossi impianti, ma certo la prima applicazione che viene in 

mente è ai trasporti: alle auto e agli autobus che devono girare 

in città, dove l’inquinamento prodotto da benzina e gasolio 

si fa sentire di più. 

Regione Piemonte, Envi-Park e Centro Ricerche Fiat hanno 

colto l’occasione di “Experimenta 06/Intorno al futuro” per 

presentare lo stato dell’arte in tema di sfruttamento dell’idrogeno 

in generale e per i veicoli. 

Il percorso presentato a “Intorno al futuro” è completo. Si 

parte dall’identikit dell’idrogeno, il più leggero, abbondante 

antico elemento dell’universo, formatosi subito dopo il Big 

Bang, quando l’età del cosmo era appena di un minuto. Si fa 

poi vedere come l’idrogeno possa essere prodotto nel modo 

più ecologico tramite elettrolisi dell’acqua usando elettricità 

ottenuta dal Sole tramite pannelli fotovoltaici, centrali idroelettriche 

e mulini a vento. Il passo successivo illustra l’utilizzo 

dell’idrogeno nelle celle a combustibile, utilizzo che risolverebbe 

gran parte dei problemi di inquinamento delle nostre 

città e che attenuerebbe l’emissione di gas ad effetto serra. 

Poi vengono affrontati i problemi di immagazzinamento, di 

distribuzione e di costi: questioni in parte ancora da risolvere, 

sulle quali la ricerca lavora attivamente in tutto il mondo. 

Il Centro Ricerche Fiat ha già realizzato una Panda dalle prestazioni 

sorprendenti: potenza 60 kW, raggiunge i 140 all’ora 

e i 50 con partenza da fermo in 5 secondi, ha una autonomia 

di 220 chilometri, il serbatoio si rifornisce in meno di 5 minuti, 

supera pendenze del 23 per cento. Envi-Park ha realizzato 

una piccola flotta di motorini a idrogeno che fanno impazzire 

i ragazzini. Questa è solo la punta dell’iceberg. Sotto c’è il 

progetto Sistema Piemonte Idrogeno: la Regione a sua volta 

coordina Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Provincia di 

Trento, imprese, università e gruppi di studio. Dei 31 centri di 

eccellenza coinvolti nel progetto, 20 sono in Piemonte. 

APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI 

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100 

Quali sono le “tecnologie invisibili” di una Panda a idrogeno? 

Le celle a combustibile - che formano lo Stack, il cuore del 

sistema, dove idrogeno e ossigeno si uniscono per generare 

elettricità - sono sistemate sotto il pianale dell’auto: 360 celle 

in serie, ognuna delle quali dà una tensione di 1,2 Volt. Tra 

le ruote anteriori è collocato il motore elettrico asincrono: ha 

la forma di un cilindro e funziona a corrente alternata. Sotto 

il bagagliaio posteriore c’è il serbatoio, dove l’idrogeno è compresso 

a 350 atmosfere (contiene 68 litri di gas per un peso 

di 1,6 chilogrammi). Distribuiti intorno troviamo i numerosi 

sottosistemi: il separatore idrogeno/acqua, lo scambiatore, il 

motore di avviamento, filtri, flauto per l’iniezione, dispositivi 

di sicurezza e controllo. In tutto, circa 50 apparecchi ausiliari, 

un numero che dà l’idea della complessità dell’insieme. 

Il prezzo? Questo è uno dei punti più delicati. Seicentomila 

euro, metà per le celle a combustibile e metà per tutto il resto. 

Parliamo di un prototipo, quasi ogni pezzo è costruito apposta. 

Così un kW di potenza costa 5000 euro, già in piccola 

serie si scende a 3000, con una produzione di massa a 500. Il 

motore a benzina costa 50 euro a kW: l’idrogeno è ancora 10 

volte più caro. 

Gli spazi per migliorare però sono ampi. Oggi la tecnologia 

dell’idrogeno è al livello di un artigianato evoluto. Dobbiamo 

ragionare su tempi lunghi: nel 2010 circoleranno le prime 

flotte di vetture e autobus, nel 2015 vedremo uno sviluppo 

più ampio e incomincerà a diffondersi la rete di distribuzione 

dell’idrogeno, nel 2020 l’idrogeno acquisirà una parte rilevante 

nello scenario dei trasporti. 

Perché questo scenario si realizzi occorre però partire subito con 

investimenti e ricerca. L’Unione Europea ha pronto un programma 

settennale con finanziamento di 250 milioni di euro all’anno, 

ai quali se ne affiancherebbero altrettanti messi da privati. 

Sarebbe il minimo per competere con Usa (tre programmi di 

ricerca), Giappone, Francia e India (tuttora nei motori convenzionali 

si investe in ricerca una somma da 10 a 20 volte mag- 

giore). Ma per ora la Commissione ha bloccato tutto. L’Italia, 

poi, è ancora più in difficoltà perché finora (estate 2006) non 

ha né un piano energetico né un piano dei trasporti. 

Come funziona una fuel cell, cioè una cella a combustibile? 

Un po’ come in una pila di Volta, ci sono tante celle elementari 

collegate in serie. Ogni cella è composta da un piatto 

metallico, un elettrodo, una membrana catalizzatrice, un altro 

elettrodo e un altro piatto. Il tutto ha lo spessore di mezzo 

centimetro. Maggiore è la superficie della cella, più grande 

sarà la potenza. Il costo è alto soprattutto per via del catalizzatore, 

che è a base di platino, un metallo prezioso oggi così 

scarso che non sarebbe neppure possibile avviare una produzione 

industriale di fuel cell. 

COME FARE IL PIENO DI IDROGENO 

Il problema centrale è come procurarsi l’idrogeno. Si può ottenere 

dal metano con il processo chiamato reforming: ma così 

dipendiamo di nuovo da una fonte fossile non rinnovabile e la 

quantità di anidride carbonica che finisce nell’aria si dimezza 

soltanto rispetto alla semplice combustione. Si può pensare 

al trattamento di biocombustibili come etanolo e metanolo, 

ma per fare un litro di biocombustibile occorre una tonnellata 

di acqua per irrigare la coltivazione. Tra le biomasse fonte 

di idrogeno le alghe appaiono particolarmente interessanti. 

Si può ricavare l’idrogeno per elettrolisi dell’acqua separando 

nella sua molecola l’atomo di ossigeno dai due atomi di 

idrogeno, ma usando l’elettricità prodotta dalle attuali centrali 

avremmo uno spreco energetico intollerabile e non risolveremmo 

i problemi di inquinamento e di esaurimento delle 

risorse fossili. 

Rimangono due vie: fare l’elettrolisi dell’acqua con elettricità 

prodotta da pannelli fotovoltaici (come si è già accennato) 

oppure scindendone le molecole ad altissima temperatura 

(circa mille °C). La prima soluzione, senza dubbio la migliore 

in assoluto per l’ambiente, richiede un grande sviluppo delle

celle solari, che dovrebbero diventare molto più economiche 

e raggiungere con certezza una vita di almeno trent’anni. La 

seconda soluzione passa per centrali nucleari di nuovo tipo, 

con reattori autofertilizzanti raffreddati a sodio liquido. Il 

Giappone è oggi l’unico paese orientato in questa direzione. 

Insomma, tutte strade che portano all’idrogeno sono in salita. 

Ma dovremo affrontarle, se vogliamo arrivare alla discesa. 

IL PANORAMA ENERGETICO 

Per mettere nella giusta prospettiva il discorso sull’idrogeno 

è opportuno delineare il panorama mondiale delle risorse 

energetiche estraendo qualche cifra dal “Data Book 2006” 

dell’Unione Petrolifera. Il 37,6 per cento dell’energia che fa 

funzionare il mondo viene dal petrolio, il 23,5 dal gas naturale 

(metano), il 26,6 dal carbone. Complessivamente, l’88 per 

cento dell’energia deriva da fonti fossili, cioè limitate e quindi 

destinate a esaurirsi: stiamo bruciando petrolio, carbone e gas 

in un tempo un milione di volte più breve di quello che queste 

risorse hanno impiegato a formarsi nel corso delle ere geologiche. 

Il nucleare contribuisce con il 6 per cento, ma anche 

l’uranio è destinato a esaurirsi. Le fonti veramente rinnovabili 

– idroelettrica, geotermica, eolica e solare – per adesso sono 

marginali. Tutte insieme rappresentano soltanto il 6,2 per cento 

dell’energia divorata dall’astronave Terra. Nel 2005 i consumi 

hanno superato i 10,3 miliardi di tep (tonnellate di petrolio 

equivalente). Cioè, in media, più di una tonnellata e mezza 

all’anno per abitante: ma bisogna ricordare che un americano 

consuma energia come due europei, una decina di cinesi, 

una quindicina di indiani e un centinaio di etiopi. Sono dati 

che devono ricordarci che esiste - o dovrebbe esistere – anche 

un’etica dell’equa distribuzione delle risorse energetiche. 

Piero Bianucci (presidente Comitato Scientifico Experimenta): 

Scrittore e giornalista scientifico de “La Stampa” 


101

LE TECNOLOGIE 

NASCOSTE 

NELLA NATURA 

a cura di Davide Vannoni 

La definizione nella lingua italiana di tecnologia è “studio 

della tecnica e della sua applicazione”, mentre sotto la voce 

tecnica troviamo “modo di lavorare, produrre, realizzare qualcosa”. 

In termini più generali possiamo considerare la tecnica 

come un insieme di pratiche, di strumenti e di conoscenze 

che un individuo o un gruppo di individui mettono in atto per 

risolvere un problema. 

La definizione è ovviamente antropocentrica e sembra escludere 

tutto ciò che invece si contrappone come naturale e biologico; 

eppure in natura esistono leve, pompe, condizionatori, 

vernici, centrali elettriche e chimiche di cui prevalentemente 

trascuriamo il funzionamento in quanto li riteniamo parte di 

altri sistemi. 

Il cuore di una balena pompa centinaia di litri di sangue ogni 

minuto consumando un watt di corrente; i nidi delle termiti 

hanno una temperatura interna costante di 24 gradi; Peter 

e Rosmary Grant confermarono la teoria evoluzionistica 

di Darwin studiando i 13 tipi di becchi dei fringuelli delle 

Galapagos, tutti evolutisi da un unico replicatore e che espletavano 

funzioni differenti a seconda del tipo di semi di cui 

l’uccello si nutriva. 

Insomma la natura produce milioni di soluzioni “tecniche” in 

continua evoluzione in risposta a quanto l’ambiente richiede. 

Ogni specie ne ha sviluppate alcune e su quelle punta per la 

sopravvivenza dei singoli individui che la compongono e per 

la loro replicabilità. 

L’uomo a sua volta ha sviluppato delle soluzioni alla sopravvivenza, 

primo tra tutte il cervello. Questo strumento “tecnologico” 

ha un costo notevole nella dinamiche della specie; come 

evidenzia lo psicologo cognitivista Steven Pinkert, i problemi 

che crea sono diversi. Primo tra tutti è ingombrante: il bacino 

femminile è a malapena in grado di ospitare la testa del nascituro, 

tanto che la sua “progettazione” ha richiesto un differente 

bilanciamento dell’andatura rendendo le donne, a livello 

biomeccanico, peggiori camminatrici rispetto agli uomini; 

inoltre la posizione di una grossa testa sobbalzante sul collo 

espone gli esseri umani a maggiori rischi di ferite o di danneggiamenti 

ad esempio in seguito ad una caduta. In terzo luogo 

il cervello è energivoro: pur rappresentando il 2% del peso 

corporeo, ne consuma il 20% delle energie e delle sostanze 

nutritive. Inoltre il cervello richiede, per poter essere utilizzato, 

molto tempo, per cui spendiamo gran parte della nostra 

vita o da bambini o ad accudire bambini. Infine il cervello è 

limitato e lento, per reagire all’ambiente in compiti semplici 

richiede tempi molto più lunghi dovuti ai percorsi neuronali: 

alcuni insetti riescono a mordere in meno di un millisecondo. 

Tale fattore forse riesce a spiegare una domanda ironica posta 

dallo stesso Pinkert: se il quoziente intellettivo dell’uomo medio 

è di 107 e quello della trota è in media di 4 perché allora 

un uomo ha tante difficoltà a prendere una trota?. 

Insomma il cervello ha un costo, per poterlo sostenere la specie 

umana ha dovuto rinunciare a muscoli più grandi, ad ossa 

più spesse, a più uova… 

Comunque nulla in natura è prodotto con un rapporto costi/ 

benefici negativo e, a parte alcuni inconvenienti tra i quali il 

farci credere di essere il punto di arrivo di una catena evolutiva 

o, ancora peggio, una specie al di là dei meccanismi del- 


103


104 

l’evoluzione, il cervello si pone come un organo estremamente 

utile alla sopravvivenza. 

Infatti, è in grado di raccogliere, elaborare, trattenere ed utilizzare 

un bene importantissimo ed immateriale quale è l’informazione. 

Importantissimo in quanto le scelte fondate su 

informazioni corrette hanno maggiori probabilità di produrre 

risultati positivi per l’individuo e di contribuire, quindi, alla 

sua sopravvivenza; immateriale in quanto l’informazione può 

essere scambiata senza implicare una privazione da parte di 

chi la cede, fattore importantissimo e che la differenzia da 

ogni altro bene; se do un’informazione a qualcuno continuo a 

possederla anch’io mentre se cedo un qualunque altro oggetto 

questo non sarà più in mio possesso. 

Questo valore aggiunto del cervello è la ragione di molti comportamenti 

dell’uomo e delle nostre società, ma è anche e 

soprattutto la ragione per la quale manteniamo ed abbiamo 

subito la spinta evolutiva di un organo così costoso. 

Date queste premesse, entriamo nel vivo del concetto di tecnica 

e di tecnologia trattando due ulteriori problematiche: la 

prima è quella del futuro dell’evoluzione biologica, l’altra è il 

come dobbiamo considerare a fronte di tutto ciò l’evoluzione 

delle macchine. 

Il neuro biologo Micael Hofman ha ipotizzato che il cervello 

abbia raggiunto il suo limite evolutivo, infatti un aumento di 

neuroni o di dimensioni produrrebbe un eccessivo rallentamento 

dell’attività o un consumo energetico non più giustificabile 

non solo per l’aumento delle prestazioni, ma anche per 

la sopravvivenza stessa. 

Possiamo, quindi, a ragion veduta, ipotizzare che il futuro dell’uomo 

non sarà quello dei tipici omini piccoli e filiformi con 

grandi testoni e super-intelligenza che troviamo nella filmografia 

e nella letteratura di fantascienza e neppure quello di 

altre specie che evolvono l’intelligenza al posto nostro come 

nel famoso film “il pianeta delle scimmie”. Il problema diventa 

però spinoso: abbandonata l’intelligenza come forma di adat- 

tamento superiore, che cosa rimane?. Forse il nostro futuro 

sarà legato ad una riduzione dell’intelligenza in funzione dello 

sviluppo di altre qualità (fare più figli, correre più veloci o 

vedere al buio…), o potremmo persino pensare ad un radicale 

cambiamento della base biologica dell’evoluzione stessa. 

Queste sono solo ipotesi, ma se proviamo ad allargare la visione 

di questo sistema e la smettiamo di essere così squisitamente 

antropocentrici, potremmo forse individuare degli 

scenari più interessanti e affascinanti. 

In primo luogo, se consideriamo l’essere umano come soggetto 

a se stante, avulso dai meccanismi evolutivi, anche i prodotti 

tecnici e le tecnologie che utilizza risultano elementi artificiali 

alimentando quella distinzione, così diffusa nel nostro sistema 

di pensiero, tra naturale/artificiale, tra evoluzione/invenzione. 

Eppure l’equazione natura-uomo-tecniche potrebbe esistere 

anche senza l’elemento intermedio come è evidente nell’evoluzione 

delle specie e quindi la presenza dell’uomo e del filtro 

della mente potrebbe essere considerata come uno strumento 

evolutivo e non come il fine della stessa evoluzione. 

In questa ottica gli artefatti prodotti dall’uomo, l’uso e la produzione 

di energie, di macchinari, di strumenti e di informazioni 

potrebbero essere intesi come un linea stessa dell’evoluzione 

naturale. 

Il cervello diventa coerente con il sistema naturale, un mediatore 

che produce l’evoluzione di altri mediatori. 

Andando oltre potremmo trovarci di fronte ad un ulteriore 

dilemma e a scenari di differente portata: se la mente è un 

mediatore che agisce su una o più linee evolutive allora è 

legittimo che possa interagire con i diversi sistemi evolutivi, 

ad esempio con l’ingegneria genetica o con la produzione e 

l’evoluzione di altri sistemi di mediazione come i computer. 

Ciò che sembra inibirci in tutto questo è una forma di conservazionismo 

illogico, pretendiamo di mantenere tutto 

com’è, illudendoci che i sistemi siano stabili. Non esistono 

sistemi che sopravvivono nel tempo grazie alla loro invaria-

ilità; ogni sistema che sia o meno autopoietico sopravvive 

in quanto muta continuamente, trovando di istante in istante 

forme nuove di equilibrio. 

“La tecnologia non dovrebbe interferire con la natura” è una 

visione illogica e pre-scientifica nella quale non si vuole prendere 

neppure in considerazione che la tecnologia stessa può 

essere un prodotto della natura. 

La consolazione, ma anche la preoccupazione di tante persone 

è che tali modificazioni e lìnee evolutive siano imprescindibili: 

ciò è dettato dalla storia e da quanto abbiamo sotto gli 

occhi tutti i giorni. Le scoperte, le nuove tecnologie, le invenzioni 

e le “manipolazioni” della natura vanno avanti comunque, 

qualunque legge o inibizione morale ed etica ci poniamo. 

Possiamo rallentare l’applicazione di una forma di cura o una 

linea di ricerca in un paese, ma subito in altri se ne accelerano 

gli studi: l’evoluzione, intesa in questo senso allargato, non si 

può rallentare e forse il vero rischio per l’umanità sarebbe il 

cercare di fermarla, non l‘assecondarla, in quanto se si ferma 

l’evoluzione scompare la vita. 

Davide Vannoni (membro Comitato Scientifico Experimenta06): 

Docente di Psicologia Generale all’Università degli Studi di Udine 


105

UNO SGUARDO 

AL FUTURO 

a cura di Roberto Saracco 

La continua evoluzione delle tecnologie influisce anche sulle 

telecomunicazioni, settore nel quale si creano nuove possibilità 

e si modificano scenari già esistenti. 

TECNOLOGIE DI MEMORIZZAZIONE 

Uno dei settori in maggiore evoluzione è quello della memorizzazione. 

Le memorie flash, come le Compact Flash (CF) e le 

Secure Digital (SD), ormai diffusissime nelle macchine fotografiche 

digitali, dovrebbero arrivare intorno ai 30 GB per fine 

decennio e superare le centinaia di GB nel prossimo. Anche le 

memorie magnetiche (hard disk) continuano a progredire in 

modo significativo sebbene siano, su dimensioni contenute di 

capacità, meno competitive rispetto alle compact flash a causa 

dei costi dovuti alle testine di lettura. Sembra tuttavia che 

verso la fine di questo decennio si svilupperà il mercato dei 

dischi ibridi con supporto rotante magnetico e CF integrata. 

Un’altra area tecnologica di rilievo è quella delle memorie 

read only basate su tecnologie a bassissimo costo, ovvero le 

memorie ottiche e quelle a polimeri (anche se non si è ancora 

riusciti a risolvere il problema dell’interconnessione elettrica 

che le rende, al momento, inutilizzabili). Questo tipo di memorie 

potrebbe cambiare, per esempio, il sistema di distribuzione 

dei film annullando di fatto la distribuzione di questi 

contenuti via rete. 

TECNOLOGIE DI ELABORAZIONE 

Solo una piccola parte del mercato dei microprocessori è attribuibile 

ai PC: nel 2004 questa fetta rappresentava lo 0,2% 

del mercato complessivo mentre il 99,8% riguardava microprocessori 

utilizzati negli oggetti più disparati e a costi contenuti. 

L’attenzione dei produttori, Intel in testa, non è più rivolta 

solo all’incremento delle prestazioni elaborative, ma anche 

al miglioramento dei chip in termini di consumi di energia, 

durata delle batterie e maggiore flessibilità dei chip stessi. 

Importante per le telecomunicazioni sarà l’integrazione, sul 

singolo chip, di silicio e arseniuro di gallio. Il primo si presta a 

funzioni di elaborazione, il secondo a funzioni radio, trasmissione 

e ricezione. Mentre prima queste due funzioni dovevano 

essere realizzate tramite chip differenti, con i relativi costi, 

oggi diventa possibile fare tutto con un singolo chip, diminuendo 

i costi d’assemblaggio. Nei prossimi anni ogni chip, e 

ogni oggetto, potrà interagire via radio con l’ambiente, diventando, 

in sostanza, un terminale e un cliente per l’operatore 

di telecomunicazioni. 

L’incremento di capacità elaborativa proseguirà su due linee: 

le architetture multiprocessore ed il DSP (Digital Signal 

Processor). Le architetture multiprocessore, tipiche dei supercomputer, 

consentono l’aumento della capacità elaborativa 

tramite l’uso in parallelo di più chip (oggi siamo arrivati a usare 

oltre 130 mila microchip) e la realizzazione di appositi software 

per sfruttare appieno le potenzialità dei multiprocessori. 

Nei sistemi con massiccio parallelismo l’abbattimento dei costi 

viene ottenuto utilizzando come componenti base chip di 

tipo mass market. “The cell”, il microchip che sarà utilizzato 

dalla Playstation 3, è stato pensato proprio per operare come 

“cella” che può essere aggregata dando vita ad organismi via 

via più complessi. 

Nel campo dei DSP (Digital Signal Processor) l’evoluzione è 

orientata verso livelli di qualità crescenti nella rilevazione 

delle immagini; applicazioni ovvie sono quelle della televisio- 


107


108 

ne ad altissima definizione con risoluzioni di svariati Mpixel: 

esistono già schermi a 6 Mpixel, pur se a prezzi proibitivi. I 

laboratori di ricerca di IBM hanno realizzato due schermi a 

9,2 Mpixel, una qualità equivalente all’incirca alla capacità di 

risoluzione del nostro occhio. 

Nel campo dei sensori per macchine fotografiche, siamo arrivati 

a 39 Mpixel. Il livello di definizione intorno ai 10-16 

Mpixel (quindi maggiore rispetto ai 6-8 Mpixel previsti due 

anni fa) potrebbe rappresentare un punto d’arrivo per il mercato, 

tuttavia il tipo di elaborazioni che sarà richiesto all’interno 

della macchina fotografica spingerà ulteriormente le 

capacità elaborative. 

TECNOLOGIE DI VISUALIZZAZIONE 

Dal punto di vista del mercato dei sistemi per la visualizzazione, 

in questi anni è cresciuto l’interesse verso gli schermi 

sottili e di maggiori dimensioni. Una vera svolta, che richiede 

un salto tecnologico, sarà quella di produrre schermi a risoluzione 

oltre i 6-8 Mpixel. Tecnologie tipo NED (Nano Emission 

Display) sono molto promettenti in questo senso con una potenziale 

densità di pixel di un ordine di grandezza maggiore di 

quella ottenibile con tecnologie LED e plasma. 

L’incremento di risoluzione rende questi schermi utilizzabili 

anche alle distanze ravvicinate, tipiche nelle nostre case. 

La distanza ravvicinata aumenta il campo di visione: quando 

questo supera i 128 gradi, il nostro cervello ha l’impressione 

di trovarsi nell’immagine. È la sensazione che proviamo 

quando si assiste ad una proiezione in un teatro IMAX, in 

cui l’immagine sembra avvolgerci. Inoltre, la presenza di uno 

schermo con definizione superiore alla capacità di risoluzione 

del nostro occhio (intorno agli 8 Mpixel), trasforma, percettivamente, 

quello schermo in una finestra che apre la visione 

su di un altro ambiente. 

Potremo allora andare a fare un safari in Africa e, al posto della 

cartolina ricordo, comprare l’accesso a un indirizzo Internet 

che, una volta a casa, si potrà associare a una certa finestra, 

aprendola su quella pozza d’acqua dove gli animali vanno ad 

abbeverarsi. Sarà come avere un posto in prima fila nella savana. 

Le applicazioni sono ovviamente molte, ma l’elemento più 

importante è l’emergere di una comunicazione always on. 

Questo, a livello audio, sta già capitando: Skype è una rivoluzione 

perché trasforma il modo di comunicare. Quando ci 

si collega a Skype vengono visualizzati i nomi di chi ha dato 

la disponibilità a essere visibile: quando sono collegato, vedo 

immediatamente persone, amici, colleghi, anch’essi in quel 

momento collegati. Sono persone a cui non avrei mai “telefonato” 

in quell’istante ma che, vedendo che sono presenti, 

attivano in me il desiderio di comunicare, anche solo per una 

breve battuta. Non usciamo di casa per andare da un amico, 

ma se lo incontriamo per strada è ovvio che ci fermiamo, con 

piacere, a fare quattro chiacchiere. 

C’è un altro aspetto, altrettanto importante, sottinteso dal 

“paradigma” Skype. Non solo a colpo d’occhio vedo chi è presente 

sulla “piazza”, ma riesco anche a capire se questa sua 

presenza si può tradurre in una disponibilità a comunicare: il 

simbolo associato all’icona della persona, mi informa se questa 

è impegnata in un’altra discussione così come, nella piazza 

reale, vedo due persone che stanno parlando tra di loro 

e quindi probabilmente non mi intrometto. Una persona può 

essere istantaneamente presente su centinaia di piazze virtuali 

portando con sé un numero enorme di domande e anche di 

opportunità di risposta che si tramutano in business. Questo 

è il mondo dell’always on, della rete che diventa veramente 

migliaia di piazze, il mondo dei singoli che fanno comunità. 

Nuove tecnologie allo stadio proto-prototipale, promettono 

di dipingere gli schermi sulle pareti. La parete diventerà simile 

a un gigantesco schermo di computer sul quale potremo spostare 

immagini da un punto all’altro. Più in piccolo, già oggi, 

alcuni alberghi statunitensi si sono attrezzati per consentire 

alla mamma in viaggio di affari di mangiare insieme a mari-

to e figli a casa, realizzando la co-presenza tramite sistemi 

di videoconferenza su PC e con la possibilità di ordinare, via 

Internet, la stessa pizza nella stessa catena di pizzerie a domicilio. 

Gli ordini verranno poi smistati automaticamente in 

modo che le pizze vengano consegnate in modo sincrono e 

tutta la famiglia possa mangiare insieme. 

Interessanti sono anche le evoluzioni nei sistemi e tecnologie 

che consentono di fruire della visualizzazione on the move, 

dai migliori schermi per i telefonini ai sistemi di visualizzazione 

tramite occhiali o schermi basati su riflessione della luce. I 

sistemi di visualizzazione che sfruttano le lenti degli occhiali 

saranno interessanti, in quanto stimolano applicazioni di 

mixed reality, quelle cioè in cui alla visione del mondo reale 

si vengono a sovrapporre, quando serve, immagini artificiali 

(come già accade nell’addestramento dei piloti di aerei). 

Gli schermi basati sulla riflessione della luce, quali quelli che 

usano la tecnologia e-Ink, hanno le proprietà dei fogli di carta. 

Sfruttano, cioè, la luce presente nell’ambiente per rendere 

visibili le informazioni. Se proviamo a usare un computer portatile 

in spiaggia, scopriamo che lo schermo è praticamente 

illeggibile: la competizione con la luce del sole è troppo 

impari. Per contro, se prendiamo un taccuino e cerchiamo 

di leggerlo in una stanza buia non riusciamo: manca la luce 

sufficiente per “vedere”. 

Con e-Ink abbiamo su uno schermo le stesse caratteristiche di un 

foglio di carta, con in più il vantaggio di poter avere immagini in 

movimento. Questi nuovi “libri” aprono interessanti prospettive: 

pensiamo banalmente a un libro di testo per insegnare l’inglese. 

Dopo una pagina di grammatica diventerà naturale aprire una 

conversazione con un punto della Terra in cui si possa interagire 

con persone che parlano inglese, saltellando magari da New Delhi 

ad Adelaide per rendersi conto di come quel semplice “Hello” 

venga trasformato a seconda dei luoghi. Imparare diventa così 

un’avventura coinvolgente, perché significa mettersi alla prova 

con il mondo, e non solo con l’insegnante. 

TECNOLOGIE DI IDENTIFICAZIONE E LOCALIZZAZIONE 

Nel corso degli anni si sono adottate una varietà di tecnologie 

per consentire la localizzazione e l’identificazione di oggetti e 

persone, con motivazioni che vanno dall’aumento della efficienza 

alla sicurezza. La famiglia di tecnologie, che va sotto il 

nome di tag RFID (Radio Frequency Identification), dovrebbe 

spiazzare, sostituendoli, i codici a barre oggi utilizzati nella 

stragrande maggioranza dei casi. Non solo. Dovrebbe permettere 

l’applicazione anche ad altre categorie di oggetti, come, 

ad esempio, le informazioni. 

Esistono anche altre tecnologie applicabili in specifici segmenti, 

ad esempio l’etichettatura tramite puntini microscopici 

invisibili all’occhio o la geolocalizzazione satellitare per 

oggetti fissi: in futuro sarà difficile trovare un oggetto che 

non sia univocamente identificabile. 

Con la presenza di tag (etichette) in ogni oggetto e la parallela 

presenza di rilevatori di tag in una varietà di dispositivi, 

a partire dai telefonini, si apre un mercato estremamente interessante, 

a cui alcuni attribuiscono il nome di Information 

Wrapping (Incartato con le Informazioni). In pratica a ogni 

oggetto che ha una tag corrisponde un insieme di informazioni 

presenti in uno o più siti, gestite da uno o più enti, alle 

quali è possibile accedere a partire dall’oggetto stesso. 

In Giappone questa tecnologia è utilizzata per caricare i telefonini 

con soldi virtuali, appoggiandoli ai bancomat e poi 

utilizzare, sempre nello stesso modo, i soldi, appoggiando il 

telefonino alla cassa del supermercato. 

Un altro insieme di tecnologie, importante e molto vicino alla 

identificazione, è quello della localizzazione. Oggi disponiamo 

di sistemi di localizzazione satellitare GPS (Global Positioning 

System), tracciamento tramite boe elettroniche che intercettano 

appositi trasponder collegati ad un oggetto, localizzazione 

del telefonino in una certa cella con una discreta precisione, 

triangolazione di un dispositivo dotato di comunicazione 

WiFi con un’incertezza inferiore a qualche metro. 


109


110 

Nel prossimo futuro miglioreranno le capacità di localizzazione 

tramite sistemi satellitari (come Galileo) e la diffusione 

delle connessioni radio fornirà un ambiente in cui la localizzazione 

degli oggetti diventerà la norma. 

Roberto Saracco (membro Comitato Scientifico Experimenta06): 

Responsabile Trends & Scientific Communication di Telecom Italia

IL FUTURO 

DELLE NOSTRE 

AUTOMOBILI 

a cura di Centro Ricerche Fiat 

Gli sviluppi in atto e le nuove tendenze tecnologiche lasciano 

immaginare un futuro in cui l’ambiente e gli oggetti saranno 

dotati di un certo livello di “intelligenza”, cioè di capacità 

di interagire con l’uomo. Le modalità di questa interazione 

e i cambiamenti che determineranno nella vita sociale sono 

ancora un’incognita. Alcuni di essi potranno essere valutati 

solo attraverso l’esperienza diretta delle novità. Ma prima di 

arrivare a una realizzazione delle novità occorre progettarle e 

prima ancora occorre immaginarle, saperle “vedere” e applicarle 

al contesto del mercato del futuro. 

Gli scenari descritti nelle pagine successive vanno in questa 

direzione con la proposta di prodotti e servizi innovativi per 

l’individuo e per le aziende, per aumentare l’efficienza, agevolare 

la socialità, migliorare l’assistenza e valorizzare l’individualità, 

favorendo nel contempo la competitività nella sfida 

del mercato globale. Per molte delle soluzioni descritte la tecnologia 

è disponibile, tuttavia è necessario un impegno a livello 

di innovazione industriale oltre che a livello politico, per 

lo sviluppo, l’integrazione e la loro diffusione su larga scala. 

Altre soluzioni invece non hanno ancora un presupposto tecnologico, 

costituiscono piuttosto un esercizio di immaginazione 

con lo scopo di aiutare il lettore ad uscire dalle barriere del- 

la quotidianità e rappresentare una visione nuova del futuro. 

Tali scenari sono “immaginati” partendo dalle conoscenze del 

Centro Ricerche Fiat, dalle roadmap delle tecnologie ICT e dagli 

scenari socio-culturali ed economici del prossimo decennio. 

Il concetto di “presenza continua” della comunicazione e dell’informazione 

che, come un filo conduttore, attraversa ogni 

mezzo con caratteristiche diverse, (per aiutare il guidatore nella 

nebbia, per gestire la fidelizzazione del cliente o per raccogliere 

dati per migliorare la progettazione del prodotto) rappresenta 

una svolta importante che, al di là delle tecnologie disponibili, 

solo un cambiamento culturale potrà rendere attuale. 

I dispositivi che in futuro potremo anche “indossare” per 

fruire dei servizi, dovranno innanzitutto essere costruiti nel 

rispetto delle normative che garantiscono l’incolumità delle 

persone, così come i sistemi di sicurezza che ci assisteranno 

nella guida, dovranno essere immuni da disturbi e funzionare 

al meglio, in ogni contesto di traffico. 

Può risultare prematuro immaginare e progettare prodotti 

e servizi per il futuro quando in Italia sussistono ancora 

numerosi problemi attuali di basso profilo dal punto di 

vista tecnologico, come, ad esempio, l’ottimizzazione della 

distribuzione di energia elettrica. Ma lo sviluppo non si può 

arrestare e per rimanere al passo con i tempi e vincere le sfide 

della competizione, il sistema Italia deve essere in grado 

non solo di superare i problemi legati alle infrastrutture, ma 

anche di realizzare prodotti e servizi di successo, che migliorino 

la qualità della vita. 

ERGONOMIA: L’UTENTE AL CENTRO DEL PROGETTO 

Il successo del prodotto dipende sempre di più dalla sua capacità 

di garantire e comunicare qualità positive per l’utente 

come l’utilità, la piacevolezza e la facilità di impiego di nuove 

funzioni sempre più ricche e tecnologicamente avanzate. 

Basta pensare all’automobile: funzioni e livelli di comfort, 

fino a pochi anni fa prerogativa di vetture di alta classe, stan- 


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no diventando uno standard anche per quelle che una volta 

si chiamavano “utilitarie”. Non solo: gli utenti di veicoli industriali 

e di macchine agricole, ad esempio, richiedono sempre 

di più prestazioni analoghe, se non superiori, a quelle dell’auto 

che utilizzano quotidianamente. 

In questo contesto di mercato è fondamentale sia poter continuamente 

migliorare le funzioni già esistenti dei prodotti, 

sia avvicinare l’utente alle nuove tecnologie e ai nuovi servizi. 

Le aziende di successo in questo campo si distinguono per 

una cultura radicata e pervasiva di “centralità dell’utente nel 

progetto”, che si traduce nel saper fare prodotti capaci di rendersi 

subito familiari e graditi, fornendo nello stesso tempo 

funzioni sempre più ricche e articolate. 

L’ergonomia è la disciplina che aiuta a sviluppare e diffondere 

nel prodotto questa cultura. L’ergonomia ha quindi 

sviluppato conoscenze, metodi e strumenti che la hanno 

trasformata in una disciplina scientifica rigorosa capace di 

definire, misurare, sviluppare e comunicare le qualità d’uso 

fra il prodotto e l’utente. 

Questa evoluzione è stata guidata dai cambiamenti sociali e 

tecnologici che hanno fatto crescere la complessità dei prodotti 

e delle aspettative del mercato. I mezzi di trasporto e in 

particolare l’automobile sono un esempio: a metà del secolo 

scorso le aspettative e le risposte erano semplici ed erano 

governate direttamente dagli ingegneri; pensiamo a prodotti 

frutto del genio di progettisti eccellenti come la 500 di Dante 

Giacosa o la Vespa di Corradino D’Ascanio. 

Nei decenni successivi, in cui la piacevolezza emerge come 

motivo d’acquisto primario, l’ergonomia è delegata principalmente 

ai designer, nell’ambito di funzionalità ancora relativamente 

semplici. Oggi l’automobile adotta sempre più nuove 

tecnologie che dialogano in modo articolato con l’utente, per 

rispondere alle crescenti aspettative di qualità della mobilità 

e per garantire più sicurezza di guida. 

Il compito dell’ergonomia come disciplina a servizio del pro- 

getto è rispondere a queste esigenze con soluzioni sempre più 

coerenti con l’utente, con le sue capacità e le sue aspettative. 

Essa si è perciò specializzata in ergonomia fisica ed ergonomia 

cognitiva; inoltre, utilizza i nuovi sofisticati strumenti 

della realtà virtuale fino dalle fasi iniziali del processo di sviluppo 

di un prodotto. 

Il Centro Ricerche Fiat è impegnato a rafforzare e diffondere 

la cultura della progettazione centrata sull’utente, nei prodotti 

di oggi, nell’innovazione tecnologica e negli ambienti 

di lavoro. 

IMPATTO SUL SETTORE AUTO DELLA DIRETTIVA 

COMUNITARIA SUL FINE VITA DEGLI AUTOVEICOLI 

La riduzione dell’impatto sull’ambiente delle attività dell’uomo 

è diventato uno degli obiettivi primari della nostra società. 

Questo obiettivo si deve perseguire non solo attraverso la 

riduzione delle emissioni e dei rifiuti, ma anche e soprattutto 

attraverso una gestione più oculata ed efficiente delle risorse. 

L’auto ed i veicoli in generale, sono una delle cause, anche 

se non l’unica, di inquinamento e sfruttamento delle risorse. 

L’industria veicolistica ha già fatto molto e molto si è proposta 

di fare: negli ultimi venti anni le emissioni sono state 

ridotte di più di dieci volte e si arriverà ad emissioni vicine 

allo zero nei prossimi anni grazie alla diffusione di veicoli a 

metano e allo sviluppo delle nuove motorizzazioni. Purtroppo 

dovremo attendere di più per le vetture ad idrogeno. 

Ora, però, si profila un nuovo grande obiettivo: il trattamento 

dei veicoli a fine vita (i cosiddetti End of Life Vehicles, ELV) 

con stringenti limiti di riciclo, riuso e recupero energetico non 

solo per i veicoli del futuro, ma anche per quelli già circolanti. 

È quanto prescrive la direttiva 2000/53/CE, emanata dall’Unione 

Europea il 18 Settembre del 2000. Si regolamenta, 

così, la terza fase del ciclo di prodotto: il fine vita, ma con la 

necessità di intervenire anche sulle parti più a monte, cioè 

progettazione e produzione. Una sfida importante, da giocare

a tutto campo, considerando aspetti relativi ai nuovi materiali, 

alle tecnologie di fabbricazione ed a quelle di smontaggio, 

ai sistemi di trattamento dei residui ecc..., ma soprattutto da 

giocare in tempi brevi, dato che le scadenze previste sono 

dietro l’angolo. 

Ce la faremo? Sì, sicuramente, ma a condizione che si parta 

subito e senza incertezze. E per il futuro? È possibile prevedere 

che nel prossimo futuro si arriverà a regolamentare, in 

modo ancora più stringente, anche l’impatto ambientale della 

prima fase del ciclo di vita del veicolo, cioè la produzione. 

La vera domanda, però, è se dovremo aspettare una normativa 

che ci forzi in questa direzione o se qualcuno partirà prima, 

magari cercando di trasformare in un vantaggio competitivo 

un vincolo ambientale. 

Vedremo. Intanto CRF si sta muovendo rapidamente anche in 

questa direzione per “giocare” d’anticipo. 


113

BIOMIMETICA 

COPIARE LE TECNOLOGIE NASCOSTE 

NEGLI ESSERI VIVENTI 

a cura di Rosa Camoletto Pasin 

L’obiettivo: poter compiere attività che gli esseri umani non 

possono eseguire con il proprio organismo, come volare nel 

cielo o vedere nel buio, oppure disporre di strumenti che facilitano 

la vita quotidiana e migliorano il nostro benessere. Il 

mezzo: ideare, progettare, realizzare e diffondere strumenti e 

procedimenti che siano migliori di quelli inventati e realizzati 

nel passato. Il trucco: studiare nei minimi dettagli il funzionamento 

della Natura, capire i segreti delle migliaia di forme 

viventi che popolano la Terra e, come noi, lottano ogni giorno 

per vivere nel miglior modo possibile. 

In genere gli animali e i vegetali, compresi quelli scoperti con 

l’esplorazione di nuovi territori, sono stati studiati alla ricerca 

di pregi e di caratteristiche da sfruttare con la caccia, la 

raccolta, l’allevamento e l’agricoltura. La biomimetica invece 

è una scienza che studia a fondo le forme di vita solo per 

carpirne i segreti e per offrire alla società nuove soluzioni che 

non danneggiano le specie esaminate. 

Ogni organismo che vive oggi su questo pianeta è una “macchina” 

molto efficiente, selezionata nel corso di tre miliardi di 

anni di evoluzione e di cambiamenti ambientali, specializzata 

a sopravvivere e riprodursi almeno in una delle migliaia di 

nicchie ambientali disponibili. Che cosa fa quindi lo scienziato 

specializzato in biomimetica? Osserva gli esseri viventi, 

anche quelli all’apparenza “inutili”, analizza i loro meccanismi 

vitali e offre all’industria la possibilità di copiare i sistemi più 

efficaci per inventare strumenti più utili ed efficienti, cioè in 

equilibrio tra forma e funzione, liberi dallo spreco energetico 

che caratterizza oggi la maggior parte delle attività della società 

dei consumi. 

Quando pensiamo ai brevetti copiati dalla Natura, in genere 

ricordiamo la tecnologia che riproduce alcune caratteristiche 

degli animali, in particolare quelle che a noi mancano, come 

le ali degli uccelli e il sistema per la visione notturna dei pipistrelli. 

E’ per questo che la biomimetica, nota anche come 

“bionica”, è entrata oggi nell’immaginario collettivo come 

scienza in grado di sostituire organi danneggiati e di dotare 

l’essere umano delle più strane capacità animali. 

In effetti anche il Velcro, uno dei più famosi esempi di “brevetti 

rubati alla natura”, è in qualche modo legato agli animali, 

in particolare alla pelliccia di un cane, anche se proviene dal 

mondo vegetale. Questo prodotto è stato inventato dopo che 

l’ingegnere svizzero George de Mestral nel 1948 ebbe osservato 

con particolare interesse i frutticini secchi che si erano aggrappati 

al pelo del suo cane in una passeggiata in campagna. 

La pelliccia del cane e le appendici uncinate di quei piccoli 

frutti furono riprodotte con sottili filamenti sintetici e da allora 

sono commercializzati come ottimo sostituto di gancetti 

e bottoni a pressione per unire temporaneamente materiali 

che in seguito devono essere separati senza danni. Alle piante 

come la bardana (Arctium lappa) gli uncini flessibili servono 

per allontanare senza spreco di energie i frutti maturi, che 

possono attaccarsi a un animale di passaggio e poi staccarsi 

senza danno lontani dalla pianta madre, quando l’animale si 

scuote. Agli esseri umani il velcro serve proprio per la facilità 

di utilizzo e perché non danneggia i componenti che vengono 

a contatto, come farebbero una colla o un chiodo. 

Nel mondo vegetale sono presenti moltissimi altri meccanismi 

e trucchi di sopravvivenza che attraggono l’interesse dei 

moderni ricercatori e che daranno origine a buona parte della 


115


116 

nuova tecnologia del futuro. E’ ovvio che per diventare buoni 

botanici biomimetici è necessario cancellare l’idea che esistano 

vegetali “inutili”, e che le parti utili dei vegetali siano solo 

quelle che contengono abbondanti scorte di cibo, legname 

pregiato, fibre tessili, fiori e foglie di valore ornamentale, sostanze 

medicinali. Le ricerche in corso si riferiscono a diverse 

tipologie di vegetali e a meccanismi vitali ancora in parte sconosciuti: 

diversi traguardi sono quasi raggiunti, mentre altri 

sono ancora molto lontani. 

Gli studi classici sulle piante sono legati alla fotosintesi 

clorofilliana, meccanismo che permette ai vegetali verdi di 

sfruttare per le loro necessità vitali l’energia solare. Il processo 

biochimico è oggi ben noto, e sono state messe a punto 

tecnologie che catturano i raggi solari trasformandoli in 

altre forme di energia, ma la compattezza, la leggerezza, 

l’economicità e l’efficienza delle foglie naturali non sono 

ancora state raggiunte. 

Le moderne ricerche hanno permesso la scoperta di numerose 

specie di piante che producono composti chimici insetticidi, 

fungicidi o battericidi. Le molecole che formano questi composti 

sono più selettive e, in molti casi, meno tossiche dei prodotti 

artificiali di sintesi. Inoltre, se correttamente utilizzate, 

non uccidono gli animali impollinatori. Riprodurre in laboratorio 

questi tipi di molecole e copiare meglio i sistemi naturali 

di difesa delle piante, permette di ridurre l’impatto negativo 

delle coltivazioni sull’ambiente. 

Il sistema di spostamento dei liquidi nelle piante vascolari 

deve ancora essere studiato molto più a fondo. I vegetali che 

hanno colonizzato la terraferma dall’era dei dinosauri sono le 

piante vascolari: radici, fusti e foglie sono collegati tra loro 

da un sistema di vasi conduttori che permettono lo spostamento 

dell’acqua e dei liquidi vitali. In queste piante, che non 

hanno un “cuore”, cioè una pompa pulsante, lo spostamento 

dei liquidi avviene grazie all’evaporazione dell’acqua e non 

consuma energia interna. Il flusso dei liquidi nei canali è re- 

golato dalle esigenze della pianta; i vasi conduttori sono ben 

protetti da emboli e blocchi di altro tipo. Che cosa cerca di 

ottenere da questo meccanismo uno scienziato moderno? Ad 

esempio un sistema sicuro e più economico per trasportare 

lungo grandi distanze alcuni liquidi, come l’acqua o il petrolio. 

Probabilmente, in futuro, le attuali tubature di grandi dimensioni 

saranno sostituite da una rete di fibre sottili ed elaborate 

come i canali conduttori degli alberi. 

La struttura interna dei fusti delle piante vascolari, se studiata 

più a fondo, offrirà inoltre diversi spunti per la realizzazione di 

nuovi sistemi di costruzione per l’edilizia e per le infrastrutture. 

Molti alberi, le palme e le grandi erbe come i bambù sono 

infatti ottimi esempi di resistenza ed economicità, e sono stati 

collaudati in centinaia di anni di evoluzione e di esposizione 

alle intemperie. 

Un altro filone di studi legati ai vegetali è relativo alla produzione 

e all’utilizzo della cellulosa, una sostanza che in 

molti impieghi si dimostra più resistente, durevole ed economica 

del cemento, dell’acciaio e dei materiali plastici. Uno 

studio più approfondito della disposizione e dell’ordine delle 

gemme e dei semi, come le strutture a spirale delle pigne e 

del girasole, porterà probabilmente al miglioramento dell’imballaggio 

delle merci, con risparmio significativo di spazio 

e di materie prime. 

Altri studi si riferiscono a particolari all’apparenza molto insignificanti. 

Alcuni ricercatori hanno studiato a fondo il meccanismo 

di apertura e di chiusura delle scaglie delle pigne, che si 

rigonfiano e si curvano verso l’esterno quando l’aria è umida, poi 

si curvano all’interno, proteggendo meglio il seme, quando l’aria 

diventa secca. Dopo aver analizzato il movimento delle scaglie 

della pigna, basato sulla stratificazione di materiali diversi, il 

gruppo di ricerca sta mettendo a punto dei tessuti in grado di 

liberare un eccesso di umidità, ad esempio sudore, grazie al sollevamento 

di piccolissimi lembi di stoffa. I possibili utilizzatori 

sono, prima di tutto, i produttori di abbigliamento sportivo.

Un altro segreto da indagare più a fondo e poi da utilizzare 

potrebbe essere quello della fabbricazione di fibre di vetro 

direttamente dall’acqua del mare. Questo processo riesce 

molto bene alle diatomee, microscopiche alghe planctoniche 

che usano la silice disciolta in acqua per costruire il proprio 

fragilissimo guscio. 

Studi di questo tipo, che a volte sembrano soltanto passatempi 

di un bambino curioso, contribuiranno sempre più a 

cambiare in modo significativo il nostro futuro, perché rappresentano 

la strada che gli scienziati devono percorrere per 

lo sviluppo di una società più attenta ai consumi e all’inquinamento. 

Invece di sfruttare e stravolgere la Natura, l’uomo 

moderno cercherà infatti sempre più di “mimetizzarsi” in essa, 

simulando nelle sue varie attività le più efficienti soluzioni 

scoperte negli animali e nei vegetali. Ed è anche per questo 

che oggi la protezione di tutte le forme di vita e dei loro habitat 

è così importante, così come è importante tornare al più 

presto ad addestrare i giovani alle care, vecchie, “osservazioni 

naturalistiche”. 

Rosa Camoletto Pasin: Responsabile della Sezione Botanica 

e del Giardino Botanico Rea del Museo Regionale di Scienze 

Naturali di Torino 


117

TECNOLOGIE 

INVISIBILI 

VERSO LA CONVERGENZA DIGITALE 

a cura di Massimo Umberto Giordani 

L’ACCESSO ALL’INFORMAZIONE DIGITALE 

La digitalizzazione dei flussi informativi è certamente individuabile 

come uno dei fattori cardine dell’evoluzione degli 

ultimi anni (Negroponte, 1995). Buona parte delle comunicazioni 

avviene ormai in forma digitale; sia che si tratti di conversazioni 

telefoniche, sia che si tratti di e-mail, in entrambi i 

casi le informazioni si presentano in forma di bit. 

Ed è proprio nell’ambito della comunicazione che è possibile 

osservare grandi trasformazioni. La rete Internet, divenuta 

veicolo primario e capillare per la diffusione e per lo scambio 

di dati, è ormai una vera e propria estensione delle nostre 

capacità di gestire informazioni. 

La pervasività della rete Internet sta progressivamente aumentando 

via via che si diffondono nuovi standard di connessione 

senza fili. GSM 1 , GPRS 2 , UMTS 3 , Wi-Fi 4 sono solo alcune delle 

tecnologie che, con potenzialità crescenti, stanno rendendo 

sempre più mobile l’accesso al Web 5 . Ciò offre concretamente 

la possibilità di sfruttare le informazioni on-line come parte 

di una memoria esterna alla quale accedere ogniqualvolta se 

ne presenti la necessità. 

Le implicazioni di questo scenario sono complesse e hanno aperto 

un dibattito che, accanto alle grandi potenzialità positive, evidenzia 

i rischi di ciò che è stato definito digital divide 6 (Rifkin, 2000). 

INTERNET COME ESTENSIONE DELLE CAPACITÀ DI 

GESTIONE DELL’INFORMAZIONE 

Quante volte accade di trovarsi in un contesto dove la carenza 

di informazioni costringe a rimandare l’esame di una proposta, 

la stesura di un rapporto o, semplicemente, la prenotazione 

di un biglietto aereo per un viaggio? Avere accesso alle 

informazioni corrette nel momento giusto significa aumentare 

le probabilità di successo, soprattutto in una società dove 

il tempo è un fattore determinante, 

Internet ha assunto un ruolo insostituibile nella vita di moltissime 

persone che hanno integrato l’accesso alle informazioni 

on-line nelle loro abitudini e, a un livello maggiore di 

profondità, nei loro processi cognitivi. 

Non si fa, qui, riferimento alla tribù cyberpunk 7 di cui i media, 

sovente, hanno dato visioni distorte. Ci si riferisce, invece, a 

normali professionisti, imprenditori, docenti e cultori del settore 

in genere che, da semplici utenti delle tecnologie infotelematiche, 

hanno imparato a trarre da esse il massimo delle 

potenzialità per le attività quotidiane. 

La comunicazione mediata dal computer (CMC) non è più 

riservata a pochi eletti ma si pone come elemento cardine 

della vita sociale in tutti i suoi aspetti, entrandovi con 

nuove modalità espressive e forme di comunicazione persuasiva 

(Vannoni, 2001). 

E’ dalla fine della seconda guerra mondiale che scienziati di 

numerose discipline diverse hanno affrontato lo studio dei 

processi cognitivi utilizzando il computer (ed il software che 

lo governa) sia come strumento di elaborazione, sia come 

modello di funzionamento della mente (Johnson-Laird, 1988). 

La Rete amplia questo approccio portandolo alle estreme 

conseguenze. L’interazione uomo-macchina avviene ormai 

sincronicamente su scala planetaria con milioni di cervellicomputer 

costantemente connessi. Ogni utente agisce nello 

spazio virtuale attraverso il suo personal computer e viene 

identificato con esso in un’unica entità, generando un mondo 


119


120 

parallelo, intangibile ma realmente vivibile, anche se l’interfaccia 

con esso non ha ancora caratteristiche di tipo immersivo 

8 (Giordani, 1995). 

In questo territorio digitale, grazie all’estensione delle capacità 

di gestione delle informazioni dei netizen 9 , stanno avvenendo 

trasformazioni culturali, sociali, economiche non immediatamente 

percepibili dall’esterno ma capaci di cambiare il mondo. 

VELOCE, PIÙ VELOCE, ISTANTANEO 

Lo stimolo forse più potente all’utilizzo intensivo della tecnologia, 

in tutti i suoi aspetti, viene dal desiderio di essere 

più veloci (Gleick, 1999). Così come i mezzi di trasporto, dalla 

carrozza all’aeroplano, sono nati con lo scopo di abbreviare i 

tempi di spostamento delle persone e delle cose, gli strumenti 

informatici sono stati sviluppati per limitare al massimo il 

tempo di reperimento ed elaborazione dei dati. 

Basta percorrere le corsie di un supermercato per rendersi 

conto di quale sia il desiderio di velocità che pervade la 

nostra società: caffè istantaneo, minestre pronte, porzioni di 

cibo cotte in 60 secondi mettendole direttamente nel forno 

a microonde (confezione inclusa), snack sostitutivi del pasto, 

cibi autorefrigeranti e autoriscaldanti… ma tutto ciò non basta: 

bisogna essere multitasking 10 . 

La capacità di svolgere simultaneamente più operazioni non è 

una novità dei nostri tempi. Tutti noi siamo in grado di sostenere 

una conversazione guidando l’automobile o di scrivere 

una lettera ascoltando musica, ma si tratta di attività che 

coinvolgono processi di natura diversa. Ben pochi sono capaci 

di seguire fili logici realmente paralleli. E’ con l’uso del computer 

che si sono raggiunti livelli di velocità e di parallelismo 

dei processi senza precedenti, alla portata di (quasi) tutti. 

L’accelerazione dei singoli processi non è più sufficiente, occorre 

renderli paralleli e un computer connesso alla Rete è il 

modo migliore per sfruttare la nostra naturale propensione 

al multitasking. 

ALWAYS CONNECTED 

Il boom della telefonia cellulare, tecnologia introdotta in Italia 

nel 1990 e ormai capillarmente diffusa in tutte le fasce sociali, 

dimostra che il desiderio di comunicare, sempre e ovunque, 

è fortissimo. Esistono telefoni cellulari da usare sotto la 

doccia, in automobile, in moto, in cantiere, in sala operatoria; 

modelli che suonano, che lampeggiano, che vibrano… e che si 

collegano a Internet. 

Il passaggio dalla telefonia analogica a quella digitale ha 

aperto le porte alla trasformazione del telefono da semplice 

veicolo delle comunicazioni vocali a grimaldello tecnologico, 

capace di aprire le porte della trasmissione dati e, quindi, di 

suoni, immagini, testi, oggetti interattivi e tutto ciò che può 

essere convertito in forma di bit. 

In pratica, ciò significa che l’accesso alla rete Internet diventa 

mobile consentendo agli utenti di essere sempre on-line 

e favorendo quindi un processo di progressiva integrazione 

dell’uso della Rete nelle attività quotidiane. 

Il principale limite attuale, la scarsa ampiezza di banda nelle 

comunicazioni cellulari, ha indotto la diffusione di connessioni 

Wi-Fi funzionanti in aree circoscritte, come locali pubblici, 

alberghi, stazioni e aeroporti, ma ad alta velocità, consentendo 

di sfruttare i tempi di permanenza in questi luoghi connettendosi 

a Internet come se ci si trovasse nel proprio ufficio. 

MEMORIA INDIVIDUALE E MEMORIA COLLETTIVA 

Ciò che la nostra società è, ciò che è capace di esprimere, nel 

bene e nel male, è frutto dell’elaborazione di ciò che è stato, 

della sua memoria. Ogni individuo, senza memoria, diventa 

un essere senza possibilità di vita sociale, come dimostrano le 

terribili malattie che comportano danni a questa funzionalità 

del cervello. 

Fin dall’infanzia si è abituati a generare informazioni, 

disegnare, scrivere, collezionare, archiviare, tutti noi abbiamo 

la nostra banca dati personale, piccola o grande

che sia. Le biblioteche raccolgono le opere che sono degne 

di essere messe a disposizione di tutti e tramandate 

ai posteri. Questo sistema ha funzionato più o meno bene 

sino a oggi e da sempre ha rappresentato la principale 

via per trasmettere il sapere. L’invenzione della stampa a 

caratteri mobili è stata certamente un mezzo formidabile 

per la diffusione della cultura e per consentire l’archiviazione 

a basso costo di numerose copie di ogni volume, 

non ha però mutato il metodo con cui le informazioni 

sono state tramandate. 

La memoria collettiva è stata affidata per millenni alla trascrizione, 

solo dal XIX secolo si è iniziato a far uso di strumenti 

diversi. La fotografia e poi il cinema, la radio e la televisione, 

hanno aperto nuove strade alla trasmissione di forme 

non testuali di informazioni ma i supporti per l’archiviazione 

di quanto prodotto si sono rivelati delicati e deperibili. Gli 

stessi libri, stampati nell’ultimo secolo su tipi di carta e con 

inchiostri inadatti a durare nel tempo, sono divenuti inaffidabili 

nell’archiviazione del sapere. 

La crescente mole di dati prodotti dalla civiltà moderna ha 

trovato nel processo di digitalizzazione e nella diffusione online 

due elementi di incredibile potenza per creare una memoria 

collettiva perennemente accessibile. Un sistema capace 

di inglobare al suo interno anche le memorie individuali, grazie 

all’abbassamento della soglia tecnologica ed economica 

per la diffusione delle informazioni. 

Si tratta della concretizzazione delle utopistiche idee di 

Vannevar Bush che, nel 1945, scriveva: - Consider a future device 

for individual use, which is a sort of mechanized private 

file and library. It needs a name, and, to coin one at random, 

“memex” will do. A memex is a device in which an individual 

stores all his books, records, and communications, and which 

is mechanized so that it may be consulted with exceeding 

speed and flexibility. It is an enlarged intimate supplement 

to his memory 11 .-. 

In questa visione di Bush mancava ancora il concetto di rete 

ma, sulla scia dei primi sviluppi degli elaboratori dell’epoca, 

risultava già evidente la possibilità di incrementare, in futuro, 

le capacità di gestione dei dati dei singoli individui. 

CONVERGENZA DIGITALE E INTEGRAZIONE DEI MEDIA 

Il successo delle tecnologie dell’informazione e della 

comunicazione ha spinto lo sviluppo dei media verso 

un’integrazione che, oggi, è evidente a tutti. Il portale di 

Experimenta06 ne è testimonianza diretta in quanto offre 

ai navigatori la possibilità di utilizzare media innovativi 

come: web-radio, web-tv, Podcast, blog, Glocalmap 

(www.experimenta.to.it). 

La convergenza digitale e l’integrazione dei media sono ancora 

in una fase di forte evoluzione. Uno scenario ipotizzabile 

per le tecnologie infotelematiche dei prossimi anni è 

caratterizzato da una maggior trasparenza della tecnologia 

stessa. La miglior interfaccia possibile è, senza dubbio, quella 

di cui non si avverte la presenza. Tanto più l’uso di un’apparecchiatura 

qualsiasi è immediato e non richiede uno studio 

preliminare, quanto più la stessa può essere considerata 

user friendly. 

Purtroppo, i sistemi hardware e software attuali sono ben lontani 

da tale risultato e l’utente si trova spesso in condizioni che 

richiedono competenze specialistiche per essere affrontate. 

La crescente pervasività dei sistemi infotelematici ed il loro 

utilizzo alla stregua di vere e proprie protesi cognitive non 

potrà che favorire lo sviluppo di nuove forme di interfaccia, 

sempre più adatte ad essere utilizzate da persone poco preparate 

dal punto di vista informatico. 

Il cervello umano saprà integrare sempre di più nei suoi processi 

le informazioni digitali provenienti da fonti diverse ma 

sarà con la condivisione delle risorse di calcolo che avverrà 

un nuovo salto di qualità: dalla CMC all’EMC (Elaborazione 

Mediata dal Computer). 


121


122 

L’accesso alla Rete non significherà più solamente l’immediata 

disponibilità di informazioni di ogni genere ma, soprattutto, 

l’accesso a risorse di elaborazione condivise; invisibili ma 

onnipresenti e pienamente integrate nella vita quotidiana. 

1 Global System for Mobile Communication, è la seconda generazione 

della telefonia cellulare. La prima era stata di tipo analogico. La trasmissione 

dati è possibile alla velocità di 9,6-14,4 Kbit/sec. 

2 General Packet Radio Service, è la tecnologia di transizione fra GSM e 

UMTS. E’ caratterizzata da un costante collegamento in rete, in pratica, 

l’utente può telefonare e navigare contemporaneamente ad una velocità 

che può arrivare a un massimo di 140,8 Kbit/sec. 

3 Universal Mobile Telecommunications System, rappresenta la terza generazione 

della telefonia cellulare. Consente una velocità operativa che, 

teoricamente, può arrivare a 1920 Kbit/sec. 

4 Wireless Fidelity, è il nome commerciale delle reti locali senza fili 

(WLAN) basate sulle specifiche IEEE 802.11. La velocità di trasmissione 

dello standard IEEE 802.11 nella versione “b” arriva a 11 Mbit/sec mentre 

nella versione “g” può raggiungere i 54 Mbit/sec. 

5 Termine familiare per indicare la rete Internet, usato da Tim Berners- 

Lee, il ricercatore che, nel 1990, presso il CERN (www.cern.ch), inventò 

il World Wide Web nella forma oggi utilizzata. 

6 Il termine indica le disuguaglianze nelle possibilità di accesso e di utilizzo 

delle tecnologie della cosiddetta società dell’informazione. 

7 Il termine cyberpunk nasce dall’omonima corrente letteraria che ha in 

William Gibson, autore di Neuromancer (Gibson 1984), uno dei maggiori 

esponenti. Molti gruppi dell’Internet underground hanno in questa letteratura 

il loro riferimento principale e ne hanno preso in prestito neologismi 

e modi di dire fino a creare una vera e propria comunità virtuale. 

8 Le modalità di interazione uomo-macchina possono raggiungere livelli 

di simulazione del mondo reale estremamente verosimili ma solo con 

particolari configurazioni hardware e software. Il termine realtà virtuale 

immersiva indica l’utilizzo di attrezzature che isolano il soggetto dal 

mondo reale immergendolo in quello virtuale tramite l’impiego di visori 

stereoscopici, guanti o intere tute dotate di sensori atti a rilevare la 

posione ed il movimento di chi li indossa. 

9 Net citizen, gli abitanti della Rete. 

10 Letteralmente: esecuzione di compiti multipli. 

11 - Si consideri un dispositivo futuribile per un utilizzo individuale che sia 

una sorta di archivio privato. Esso ha bisogno di un nome e, coniandone 

uno a caso, “memex” andrà bene. Un memex è un dispositivo nel quale 

archiviare tutti i libri, dischi e comunicazioni, meccanizzato in modo 

da poter essere consultato con grandissima velocità e flessibilità. Esso è 

un’intima estensione della memoria individuale.-. 

Massimo Umberto Giordani: Docente di “Integrazione dei 

Media” presso il Politecnico di Torino

PERCHÉ 

IDROGENO? 

a cura di HySyLab - Environment Park 

L’ utilizzo delle risorse del pianeta, a cominciare dalle fonti 

energetiche, in modo tale da soddisfare le necessità dello sviluppo 

ma senza saccheggiarne le risorse a disposizione delle 

future generazioni è un nostro preciso dovere ed è un criterio 

che dovrebbe essere universalmente assunto come asse centrale 

di ogni politica per lo sviluppo sostenibile. 

Oggi la principale fonte energetica è rappresentata dai combustibili 

fossili (petrolio, carbone, metano); tutte fonti esauribili, 

localizzate solo in alcune aree geografiche e soprattutto fonti 

tali da produrre, quando impiegate, danni ambientali rilevanti. 

Queste fonti energetiche sono definite anche come “non rinnovabili” 

in quanto si sono formate nel corso di milioni di 

anni e la loro disponibilità è limitata, esse costituiscono un 

“magazzino energetico” in via di esaurimento. 

Questi combustibili fossili hanno un forte impatto sull’ambiente, 

infatti, bruciando, liberano nell’atmosfera polveri e 

gas inquinanti; tra questi gas, l’anidride carbonica, produce la 

crescita del cosiddetto “effetto serra” che innalza la temperatura 

del pianeta. 

Per contrastare questi fenomeni che producono gravi danni 

alla salute dell’uomo ed all’ambiente è indispensabile ricorrere 

ad un uso sempre più efficiente e diffuso delle fonti 

energetiche rinnovabili ed a ridurre gli sprechi energetici che 

hanno contraddistinto il nostro recente passato. 

L’energia è il motore della crescita economica, ed è la chiave 

per arrivare ad un sistema di sviluppo che possa dirsi sostenibile. 

E’ infatti dalla produzione di energia attraverso la combustione 

(che ha luogo nelle caldaie e nei motori) che derivano 

le maggiori emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera. 

Il consumo energetico a livello mondiale tende a crescere, 

nonostante il progresso tecnologico e l’efficienza degli impianti, 

in quanto la diffusione dell’industrializzazione ed il 

miglioramento della qualità della vita nei paesi in via di sviluppo 

conducono inevitabilmente ad un aumento della domanda 

energetica. 

Attualmente, come si è detto, la produzione di energia è basata 

essenzialmente sull’utilizzo di combustibili fossili, ma il 

progressivo esaurimento dei giacimenti di più facile accesso 

e l’incremento della domanda energetica comporteranno un 

incremento dei costi ed un aumento dell’impatto ambientale, 

con ulteriori emissioni di inquinanti e di gas clima alteranti, 

ed ulteriori grandi squilibri sociali. 

L’alternativa a tutto questo è il risparmio energetico e l’utilizzo 

delle fonti rinnovabili, alcune già mature industrialmente, 

quali l’idroelettrico, altre, come il solare termico, il fotovoltaico 

e l‘eolico, che presentano una bassa densità energetica, 

una intermittenza produttiva ed un costo ancora elevato. 

L’impiego del vettore idrogeno quale fonte energetica può essere 

un’ulteriore opportunità. 

A livello mondiale emerge la necessità di un sistema che soddisfi 

le esigenze della popolazione in tutti i settori, assicurando 

competitività economica e riducendo al minimo i possibili 

effetti negativi. 

Notevole è l’incertezza sulle conseguenze sociali, economiche, 

sull’ambiente e sulla salute pubblica del riscaldamento 

globale, degli inquinamenti e della fine delle riserve di petrolio. 

Il fatto che tali effetti possano essere potenzialmente 

devastanti ed irreversibili, ci impone di intervenire prima di 

dover intraprendere improbabili azioni di rimedio. 


123


124 

Occorre mirare ad un futuro di energia sostenibile basato sull’utilizzo 

complementare di elettricità ed idrogeno prodotto 

da risorse rinnovabili preferibilmente prive di carbonio. 

L’idrogeno è certamente destinato a svolgere un ruolo nel futuro 

del nostro sistema energetico, ma sui suoi vantaggi e sulla 

sua natura non sono ancora abbastanza diffuse le conoscenze: 

da qui la necessità di fornire alcune informazioni di base. 

Gli utilizzi innovativi dell’idrogeno in campo energetico seppure 

non abbiano ancora raggiunto una sufficiente maturità 

tecnologica per le applicazioni su larga scala, si presentano 

come una soluzione estremamente promettente per contribuire 

a ridurre l’impatto ambientale sui processi energetici. 

Questo soprattutto perché il suo utilizzo non produce emissioni 

inquinanti ed è particolarmente valido per interventi da 

realizzare nelle aree più critiche dal punto di vista dell’inquinamento 

atmosferico. 

In tempi più lunghi, l’idrogeno come vettore energetico (possibilmente 

prodotto con fonti rinnovabili) potrebbe dare risposte 

efficaci ad alcuni elementi critici del nostro sistema energetico, 

che è caratterizzato da scarsità di risorse locali, offrendo 

nuove soluzioni distribuite per la produzione ed il trasporto. 

La Regione Piemonte crede nella possibilità di trasformare un 

passato ricco di esperienze produttive in un futuro improntato 

all’innovazione ed alla crescita nel rispetto dei valori ambientali. 

Innovazione e ricerca sono le parole d’ordine obbligate per 

coloro che pensano ad un futuro che sappia impostare uno 

sviluppo ed una qualità della vita in un rapporto con l’ambiente 

meno conflittuale. 

L’eccellenza piemontese è il frutto di una sinergia tra le sue 

istituzioni universitarie, i suoi centri di ricerca, il territorio con 

le sue attività ed i suoi cittadini; questa eccellenza deve continuare 

a svilupparsi ammodernandosi, in quanto solo in un 

nuovo e rinnovato rapporto con il territorio possono essere 

trovate le risorse per continuare a crescere. 

Ed è a partire da queste risorse che si può costruire uno svi- 

luppo che sappia coniugare tecnologia e sostenibilità per 

mantenere all’avanguardia un’area forte d’Europa nella globalizzazione 

che sta ridisegnando le gerarchie delle sviluppo. 

Il Sistema Piemonte Idrogeno (SPH2) è uno strumento creato 

in quest’ottica per dare slancio e coerenza alla forte presenza 

industriale del territorio piemontese. 

Per realizzare tale sistema che si prefigge quale obiettivo lo 

sviluppo sostenibile, non dobbiamo nasconderci le difficoltà 

dovute alla grande complessità della materia, alla necessità 

di produrre ed adottare nuove tecnologie, alla multidisciplinarietà 

dei problemi. 

Serviranno perciò strategie di lungo respiro, indirizzi chiari 

e condivisi, partnership ampie e motivate, personale di alta 

professionalità e cospicue risorse finanziarie. 

Anche se i concorrenti saranno agguerriti, la sfida è affascinante, 

dovranno essere scoperti e realizzati nuovi materiali e 

nuove macchine, si dovranno ripensare i consumi e gli strumenti 

della vita quotidiana, offrire di più e meglio a tutti.

INDEX SCIENTIFIC 

STUDIES

TOWARDS 

A PLANET 

OF HYDROGEN? 

edited bt Piero Bianucci 

Hydrogen, the energy of the future. Goodbye petrol, hydrogen 

is arriving. Hydrogen, clean energy. How many times have we 

read these news headlines in the in the newspapers? So many 

citizens are convinced that hydrogen is the magic wand that 

will resolve the energy problem. After all, joined with oxygen 

to form water, doesn’t it flow abundantly and at very low cost 

from the taps in the house? Already Jules Verne made Captain 

Nemo say that water would become the fuel of the future… 

Let’s immediately clear the field from the misunderstanding: 

hydrogen is NOT a source of energy. On the contrary, as it 

does not exist in nature, to obtain hydrogen one spends more 

energy than one can obtain: to get hydrogen from the molecule 

of water and that of methane or of other hydro carbons 

has a high energetic cost. As one has electricity, which must 

be produced by burning methane, combustible oil, uranium or 

making water fall in forced ducts. 

Hydrogen is, instead a vector of energy. It is just like electricity, 

but once obtained paying the right price, it becomes interesting. 

Combining it with oxygen from the air it gives back a 

good part of the energy that we have spent to separate it and 

the product of the reaction is pure water, therefore no pollution. 

In addition in respect to electricity, it has the advanta- 

ge of being stocked in large quantities and not only in heavy 

batteries. One could think of a use of hydrogen even in large 

plants. But certainly the first application which comes to mind 

is transportation: cars and buses which circulate in the city, 

where pollution produced by petrol and diesel is increasing. 

The Regione Piemonte, Envi-Park and Fiat Research Centre 

have taken the opportunity of “Experimenta 06/Around the 

future” to present the state of the art on the theme of taking 

advantage of hydrogen in general and for vehicles. 

The path presented at “Around the future” is complete. It 

starts with the identikit of hydrogen, the lightest, abundant 

antique element of the universe, formed immediately after 

the Big Bang, when the age of the cosmos was just a minute. 

It then shows how hydrogen can be produced in the most 

ecological way through electrolysis of water using electricity 

obtained from the sun through photovoltaic panels, hydroelectric 

power plans and windmills. The next stage illustrates 

the use of hydrogen in the combustible cells, the use which 

would resolve a large part of the problems of pollution of 

our cities which would lessen the emissions of gases of the 

greenhouse effect. Then the problems of storage are faced, of 

distribution and of costs, on which research is working actively 

throughout the world. 

The Fiat Research Centre has already built a Panda with a 

surprising performance: power 60Kw, reaches 140 kilometres 

per hour and 50 starting from halt in 5 seconds, it has 

autonomy of 220 kilometres, the tank is filled in less than 

5 minutes, it overcomes slopes of 23 percent. Envi-Park has 

built a small fleet of small hydrogen motors that are driving 

kids crazy. This is only the point of the iceberg. There is the 

project Piedmont System Hydrogen: the Region in its turn coordinates 

Lombardy, Lombardy, Friuli Venezia Giulia and the 

Province of Trento, companies, universities and study groups. 

Of the 31 centres of excellence involved, 20 are in Piedmont. 

What are the “invisible technologies” of a Hydrogen Panda? 

INDEX SCIENTIFIC STUDIES 

127


128 

The combustible cells - that form the Stack, the heart of the 

system, where hydrogen and oxygen are joined to generate 

electricity – are placed under the loading platform of the 

car: 360 cells in series, each of which gives a tension of 1.2 

Volts. Between the front wheels an electric induction motor: 

it has the shape of a cylinder functions with alternating current. 

Under the boot behind there is a storage tank, where 

the hydrogen is compressed at 350 atmospheres (contains 68 

litres of gas for a weight of 1.6 kilos). Distributed around we 

find numerous sub-systems: the separator hydrogen/water, the 

exchanger, the starter motor, filters, the injection flute, devices 

for safety sand control. In all about 50 auxiliary instruments, a 

number which gives the idea of the complexity of it all. 

The price? This is one of the most delicate points. Six hundred 

thousand Euros, half for the combustible cells and half for 

all the rest. We are speaking about a prototype; nearly every 

piece has been specially built. So, a Kilowatt of power costs 

5,000 Euros, already in small series it decreases to 3,000, with 

mass production to 500. A petrol engine costs 50 Euros per 

Kilowatt: hydrogen is already 10 times more expensive. 

The spaces to improve however are wide. Today hydrogen technology 

is at the level of an advanced artisan. We must think 

about a lot of time: in 2010 the first fleet of cars and buses, in 

2015 we will see a widespread development and will start to 

spread the network of distribution of hydrogen, in 2020 hydrogen 

in acquire a relevant part in the scenario of transportation. 

In order to implement this scenario it is necessary to start 

immediately with investments and research. The European 

Union has a seven year programme ready with financing of 

250 million Euros per year, to which should be added the 

same amount from the private sector. This would be the minimum 

to compete with the USA (three research programmes) 

Japan, France and India (till now in conventional motors one 

invests in research a sum 10 to 20 times more). But for now 

the Commission has blocked everything. Italy, then, is in still 

more difficulty because until now (summer 2006) it does not 

have an energy plan nor a transportation plan. 

How does a fuel cell function, that is to say a combustible 

cell? A little bit like a Volta battery, there are a lot of elementary 

cells connected in series. Each cell is composed of 

a metal plate, an electrode, a catalyser membrane, another 

electrode and another plate. This all has a thickness of half 

a centimetre. Greater is the surface of the cell, more is the 

power. The cost is high, above all because of the catalysers, 

which are of a platinum base, a precious metal today so scarce 

that it would not even be possible to start an industrial 

production of fuel cells. 

HOW TO FILL UP WITH HYDROGEN 

The main problem is how to procure hydrogen. Hydrogen can 

be obtained from methane with a process called reforming: 

but like this we again depend on a non renewable fossil source 

and the quantity of carbon dioxide that ends in the air 

is only half the in comparison with simple combustion. One 

could think of a treatment of bio combustibles such as ethanol 

and methanol, but to make a litre of bio combustibles you 

need a ton of water to irrigate the cultivation. Among the 

biomass sources of hydrogen seaweed appears to be particularly 

interesting. One can obtain hydrogen for electrolysis 

from water separating in its molecule the atom of oxygen 

from two atoms of hydrogen, but using electricity produced 

by the present power stations we will have an intolerable waste 

of energy and will not resolve the problems of pollution 

and exhaustion of the fossil resources. 

There remain two ways: make electrolysis out of water with 

electricity produced by solar panels (as we have mentioned) or 

otherwise splitting the molecules at a very high temperature 

(around a thousand C°). The first solution without doubt is absolutely 

the best for the environment, it requires a large development 

of solar cells, which should become much more econo-

mical and reach with certainty at least thirty years of life. The 

second solution passes through nuclear power stations of the 

new type, with self fertilising reactors cooled by liquid sodium. 

Japan is today the only country oriented in this direction. 

In conclusion, all the roads that take us to hydrogen are uphill. 

But we must face them, if we want to reach downhill. 

THE ENERGY PANORAMA 

To out the discussion on hydrogen in the right perspective, 

it is opportune to outline the world panorama of the energy 

resources extracting some figures from the “Data Book 2006” 

of the Petroleum Union. 37.6 per cent of energy which makes 

the world function comes from petroleum, 23.5 from natural 

gas (methane), and 26.6 from coal. Altogether, 88 per cent 

of energy is derived from fossil sources, that is to say limited 

and therefore destined to become exhausted: we are burning 

petroleum, coal and gas at a rate of one million times 

more briefly that these resources took to form themselves in 

the geologic eras. Nuclear contributes with 6 per cent, but 

also uranium is destined to become exhausted. The really renewable 

sources – hydroelectricity, geothermal, wind energy 

and solar – for now are marginal. Altogether they represent 

only 6.2 per cent of energy devoured by the spaceship Terra. 

In 2005 consumption was more than 10.3 billion tep (tons 

of equivalent petroleum). That is to say, on average, more 

than a ton and a half per year per inhabitant: but it must 

be remembered that an American consumes the energy of 

two Europeans, ten Chinese, fifteen Indians, and a hundred 

Ethiopians. This is data that we should remember that exists 

- or should exist – even an ethic of equal distribution of the 

energy resources. 

Piero Bianucci (president Experimenta’s Scientific Committee): 

Writer and scientific journalist of “La Stampa” 


129

TECHNOLOGIES 

HIDDEN 

BY NATURE 

edited by Davide Vannoni 

In Italian the definition of technology is “the study of the technique 

and its application”, while under the name technique 

we find “way of working, producing, creating something”. In 

more general terms, we can consider collection of practises, 

instruments and knowledge that an individual or a group of 

individuals put together to resolve a problem. 

The definition is obviously anthropocentric and seems to instead 

exclude all that is opposed as natural and biological, 

and yet in nature there exist levers, pumps, conditioners, varnish, 

electric and chemical power stations of which we mostly 

ignore the function inasmuch as we consider them part of 

other systems. 

The heart of a whale pumps hundreds of litres of blood every 

minute consuming a Watt of electricity, the nests of termites 

have a constant internal temperature of 24 degrees, 

Peter and Rosemary Grant confirm the evolutionary theory of 

Darwin studying the 13 types of beaks of the chaffinches of 

the Galapagos, all evolutes from a single replication and which 

perform different functions according to the type of seed 

from which the bird is nourished. 

In conclusion, nature produces millions of “technical” solutions 

in continuous evolution in response to what the envi- 

ronment wants. Each species has developed some and depends 

on those for survival of the single individual of which it is 

composed and for their replication. 

Man in his turn has developed solutions of survival, first of 

all the brain, this “technological” instrument has a notable 

in the dynamics of the species, as the cognitive psychologist 

Steven Pinkert points out, and the problems it creates are different. 

First of all it is cumbersome: the female pelvis is scarcely 

able to host the head of an unborn child, in so much as 

its “creation” called for a different balancing of gait, making 

women, at the bio-mechanical level the worst walkers compared 

to men, in addition the position of a large head joggling 

on the neck exposes human beings to major risks of injury 

or damage, for example, following a fall. Thirdly the brain is 

energy consuming, despite representing 2% of body weight, 

it consumes 20% of the energy and nutritive substances. In 

addition the brain requires being able to be used, a lot of time, 

for this we spend the major part of our life or as children, or 

to look after children. Finally the brain is limited and slow, to 

react to the environment in simple tasks requires much longer 

time due to the neuronal paths: some insects are able to bite 

in less than a millisecond. Such factors perhaps are able to 

explain an ironic question asked by the same Pinkert: if the 

intellectual quotients of the average man is of 107 and that of 

an average trout is 4, then why does man have such difficulty 

in catching a trout? 

In a nutshell the brain has a cost, to be able to sustain the 

human species it has had to renounce larger muscles, thicker 

bones, more egg... 

However nothing in nature is produced with a negative cost/ 

benefit relationship and, apart from some inconvenience 

amongst which is to make us yield, to be at the arrival point 

of an evolutive chain or, still worse, a type beyond the mechanisms 

of evolution, the brain is placed as an extremely useful 

organ for survival. 


131


132 

In fact, it is able to collect, elaborate, hold and use something 

which is both extremely important and immaterial, information. 

Very important inasmuch as the choices based on correct 

information have the greater probability to produce positive 

results for the individual and to contribute, therefore, to his 

survival; immaterial in as much as the information can be 

exchanged without implicating a hardship on the part of who 

yields, a most important factor and which differentiates it 

from any other commodity, if I give information to someone 

I will continue to possess it myself while if I give whatever 

other object it will no longer be in my possession. 

This added value of the brain is the reason for much behaviour 

of man and our society, but it is also and above all the reason 

for which we keep ourselves and we immediately have the 

evolutive push in such an expensive organ. 

Given these pre-requisites, we will enter into the concept of 

techniques and of technology dealing with two further problems, 

the first is that of the future of biological evolution, 

the other is how, in view of all this, we should consider the 

evolution of machines. 

The neuro-biologist Micael Hofman conjectured that the brain 

has reached its evolutionary limits, in fact an increase of neurons 

or of dimensions would produce an excessive slow down 

of activity or an energy consumption no longer justifiable not 

only for increase in performance, but for survival itself. 

We can, therefore, after due consideration, assume that the 

future of man will not be that of typical small and filiform 

men with large heads and super intelligent that we find in 

films and science fiction literature and not even that of other 

species that evolve intelligence instead of ours as in the famous 

film “The planet of the Apes”. The problem becomes 

however more prickly, abandoning intelligence as a form of 

superior adaptability, what remains? Perhaps our future will 

be tied to a reduction of intelligence in function of the development 

of other qualities (to have children, run faster or see 

in the dark…), or we could even think of a radical change of 

the biological base of evolution itself. 

These are only hypotheses, but if we try to widen our vision of 

this system and stop being exquisitely anthropocentric, we could 

perhaps find the most interesting and fascinating scenario. 

In the first place, if we consider the human being as a subject 

it itself, detached from evolutionary mechanisms, even 

the technical products and technologies we use are artificial 

elements nourishing that widespread distinction so diffused 

in our system of thought between natural/artificial, between 

evolution/invention. And yet the equation nature-man-technique 

could exist even without the intermediate element as 

is evident in the evolution of the species and therefore the 

presence of man and of the filter of the brain could be considered 

as an evolutionary instrument and not as the end of 

the same evolution. 

In this perspective the artefacts produced by man, the use 

and production of energy, of machines, of instruments and 

of information could be understood as the same line of the 

natural evolution. 

The brain becomes, in this viewpoint, coherent with the natural 

system, a mediator which produces the evolution of 

other mediators. 

Going beyond this we could find ourselves faced with a further 

dilemma and scenes of a different character: if the mind 

is a mediator which acts on one or more evolutionary lines it 

is therefore legitimate that it could interact with the different 

evolution systems, for example with genetic engineering or 

with the production and evolution of other systems of mediation 

like computers. 

What seems to inhibit us in all this deceiving ourselves that 

the systems are stable. There are no systems that survive over 

time thanks to their invariability, every system is or not self 

poietic to survive inasmuch as it continually transforms, finds 

from time to time new forms of balance.

“Technology should not interfere with nature” is an illogical 

and pre-scientific vision which we do not wish even to take 

into consideration that the technology itself could be a product 

of nature. 

The consolation, but also the pre-occupation of many people, 

that such modifications and evolutive lines are inescapable: 

that is dictated by history and by what we have before our 

eyes every day. The discoveries, the new technologies, the inventions, 

and the “manipulations” of nature go ahead in any 

case, whatever the laws or moral inhibitions and ethics we 

put in place. We can slow down the application of a form of 

cure or a line of research in a country, but immediately studies 

are accelerated in others: the evolution, understood widened 

in this sense, cannot be slowed and perhaps the real risk for 

humanity is to try to stop it, not comply with it, inasmuch as 

if we stop evolution, we stop life. 

Davide Vannoni (member Experimenta06’s Scientific Committee ): 

Professor of General Psychology University of Studies in Udine 


133

A GLANCE 

AT THE FUTURE 

edited by Roberto Saracco 

The continuous evolution of technologies also influences the 

telecommunications, sector in which new possibilities are 

created and already existing scenarios are modified. 

STORAGE TECHNOLOGIES 

One of the sectors in major evolution is that of storage. The 

flash storage, like the Compact Flash (CF) and the Secure 

Digital (SD), at this point very widespread in digital cameras, 

should arrive at around the 30 GBs at the end of the decade 

and exceed hundreds of GB in the next decade. Even magnetic 

memories (hard disk) continue to progress in a significant way 

even if they are, with reduced capacity, less competitive in 

respect to the compact flash because of the costs of the read 

head. However, it seems that towards the end of this decade 

the market of hybrid disks with rotating magnetic support 

and Compact Flash integrated will be developed. 

Another technological area of importance is that of the read 

only memory based on very low cost technologies, or the optic 

memories and those of polymers (even if it has not been 

possible yet to resolve the problems of electric inter-connection 

which makes them, at the moment, unusable). This type 

of memory could change, for example, the system of distributing 

film, automatically cancelling the distribution of these 

by network. 

PROCESSING TECHNOLOGIES 

Only a small part of the market of micro-processors is attributable 

to PCs: in 2004 this slice represented 0.2% of the 

whole market while 99.8% concerned the micro processors 

used in the most disparate objects and at moderate costs. The 

attention of the producers, Intel in the lead, is no only longer 

turned towards the increase in computing performance, but 

also to the improvement of chips in terms of energy consumption., 

duration of the batteries and major flexibility of 

the chips themselves.. 

Important for telecommunications will be the integration, 

on a single chip, of silicon and gallium arsenide. The first is 

to make processing function, the second the radio function, 

transmission and reception. While before these two functions 

had to be undertaken by different chips, with relative costs, 

today it is possible to do everything with a single chip, diminishing 

the costs of assembly. In the next few years each chip, 

and each object, can interact by radio with the environment, 

becoming, in substance, a terminal and a client for the operator 

of telecommunications. 

The increase in processing capacity will continue on two lines: 

the multi processor architecture and the DSP (Digital 

Signal Processor). The multi processor architecture, typical of 

super computers, allows the increase of computing capacity 

through the parallel use of more chips (today we have arrived 

at using more than 130 thousand micro chips) and the realisation 

of suitable software to fully profit from the potential 

of the multi processors. 

In systems with massive parallelism, the drop in costs is 

obtained utilising base chips as components of the mass 

market type. . “The cell”, the microchip which will be used in 

the Play station 3, was thought up precisely to operate as a 

“cell” which can be aggregated giving life to gradually more 

complex organisms. 

In the field of (Digital Signal Processor) the evolution is orien- 


135


136 

ted towards levels of increasing quality in the detection of 

images, obvious applications are those of the very high definition 

television with resolution of different Mpixels: there 

already exist screens of 6 Mpixels, even if the prices are 

prohibitive. The research laboratories of IBM have created 

two screens of 9.2 Mpixels, a quality equivalent to approximately 

the capacity of resolution of our eye. 

In the field of sensors for cameras, we have reached 39 

Mpixels. The level of definition around 10-16 Mpixels (therefore 

larger in respect to the 6-8 Mpixels foreseen two years 

ago) could represent an arrival point for the market, nevertheless 

the type of processing that will be called for inside the 

camera will again push the elaborative capacity. 

VISUALISATION TECHNOLOGIES 

From point of view of the market of systems for the visualisation, 

in these years interest in those thin screens of larger 

dimensions has increased. A real about turn, which requires 

a technological jump, it will be that of producing screens of 

resolutions of more than the 6-8 Mpixels. Technologies of the 

NED type (Nano Emission Display) are very promising in this 

sense with the potential density of pixels of the order of a 

larger size than that obtainable with the LED technologies 

and plasma. 

The increase in the resolution makes these screens utilisable 

also at close distance, typical of our houses. The nearer distance 

increases the field of vision: when this exceeds 128 

degrees, our brain has the impression of finding itself in the 

image. It is the sensation that we have when we assist in the 

projection in an IMAX theatre, in which the image seems to 

wrap around us. In addition, the presence of a screen with definitions 

above the capacity of resolution of our eye (around 8 

Mpixels), perceptively transforms, that screen into a window 

which opens the vision on another environment. 

We can then go on a safari in Africa and, instead of the post 

card memory, buy the access to an Internet address which, 

once at home, we can associate it with a certain window, opening 

it on that pool of water where the animals go to drink. 

It will be like having a seat in the first row of the savannah. 

The applications are obviously a lot, but the most important 

element to emerge is an always-on communication. 

This, at the audio level, is already happening: Skype is a revolution 

because it transforms the way of communicating. 

When one is connected to Skype the names of those who 

have given accessibility to be visible are visualised: when they 

are connected I immediately see persons, friends, colleagues, 

even they in that moment are connected. They are persons to 

whom I would never have “telephoned” in that instant but 

who seeing that they are present, activate in me a desire to 

communicate, even for a brief moment. We do not go out of 

the house to go to a friend, but if we meet him on the road it 

is obvious that we stop, with pleasure, to have a chat. 

There is another aspect, as important, implied by the “paradigm” 

Skye. Not only by a quick glance do I see who is present 

on the “square”, but I manage also to understand that this 

presence could translate into a willingness to communicate: 

the symbol associated with the icon of the person, I inform 

myself whether the person is involved in another conversation 

such as, in the real square, I can see two people who are 

talking to each other and therefore probably I will not interrupt. 

A person can be instantaneously present on hundreds of 

virtual squares bringing with them an enormous number of 

questions and also of an opportunity to reply that are converted 

into business. This is the world of the always-on, of the 

network which really becomes thousands of squares, a world 

of singles that make up a community. 

New technologies of the proto-prototypal, promise to paint 

the screens on the walls. The wall will become similar to 

a giant computer screen on which we can move the images 

from one point to another. Smaller, already today, some

American hotels are equipped to allow a mother on a business 

trip to eat together with the husband and children at the 

house, making the co-presence through systems of video conferencing 

on a computer and with the possibility of ordering, 

through Internet, the same pizza in the same chain of home 

delivered pizzas. The orders will be sorted automatically in 

such as way that the pizzas are delivered in a synchronous 

manner and the whole family can eat together. 

Also interesting are the evolutions of the systems and technologies 

that allow one to enjoy visualisation on the move, 

from the best screens for the mobile phones to the systems 

of visualisation through glasses or screens based on reflections 

of light. The systems of visualisation that use the lenses 

of glasses are interesting, as they stimulate applications of 

mixed reality, that is to say those in which the vision of the 

real world is superimposed, when needed, artificial images (as 

already happens in training pilots of planes). 

Screens based on the reflection of light, such as those that 

use e-Ink technology, have the characteristics of sheets of 

paper. That is to say, they take advantage of the light present 

in the environment to make information visible. If we 

try to use a portable computer on the beach, we will discover 

that the screen is practically illegible: the competition 

with sun light is too uneven. On the other hand, if we take 

a notebook and try to read it in a dark room: there is not 

sufficient light “to see”. 

With e-Ink we have on the screen the same characteristics as 

a sheet of paper, with an additional advantage of having images 

in movement. These new “books” open interesting prospectives: 

we obviously think of a text book to teach English. 

After a page of grammar it becomes natural to open up a 

conversation with a point of the earth in which one can interact 

with those who speak English, jumping perhaps from 

New Delhi to Adelaide to realise how that simple “Hello” is 

transformed according to the place. To learn is transformed 

according to the places. To learn therefore becomes an involving 

adventure, because it signifies testing ourselves with the 

world, and not only with a teacher. 

IDENTIFICATION AND LOCALISATION TECHNOLOGIES 

Over the years a variety of technologies have been adopted 

to allow the localisation and identification of objects and 

persons, with motivations which go from the increase of 

efficiency to safety. The technology family, which goes under 

the name of RFID tag (Radio Frequency Identification), 

should crowd out, substituting them, the bar codes used in 

the majority of cases. Not only. It should also permit the application 

to other categories of objects, such as, for example, 

information. 

There also exist other technologies applicable in specific segments, 

for example, the labelling for fixed objects: in future 

it will be difficult to find an object that is not unequivocally 

identifiable. 

With the presence of a tag (label) in every object and the 

parallel presence of detectors of tags in a variety of devices, 

starting with mobile phones, an extremely interesting market 

is opened up, to which some attribute the name of Information 

Wrapping (Wrapped up with Information). In practice to each 

object that has a tag there corresponds an amount of information 

present on one or more sites, management by one 

or more organisations, which it is possible to access starting 

with the object itself. 

In Japan this technology is used to charge telephones with 

virtual money, leaning it upon an ATM machine and then 

using it, always in the same way, money, leaning the telephone 

on the cash machine at the desk of a supermarket. 

Another lot of technologies, important and very near that of 

identification, are that of localisation. Today we have systems 

of satellite localisation GPS (Global Positioning System), tracing 

through electronic boe that intercept special transpon- 


137


138 

ders connected to an object, localisation of mobile phones in 

a certain cell with moderate precision, triangularisaton of a 

device equipped with WiFi communication with the uncertainty 

inferior to some metres. 

In the near future we will improve the capacity for localisation 

through satellite systems (like Galileo) and the spreading 

of radio connections will provide san environment in which 

the localisation of objects becomes the norm. 

Roberto Saracco (member Experimenta06’s Scientific Committee): 

Responsible Trends & Scientific Communication of Telecom Italia

THE FUTURE 

OF OUR CARS 

edited by Centro Ricerche Fiat 

The developments underway and the new technological tendencies 

allow us to imagine a future in which the environment 

and objects will be endowed with a certain level of 

“intelligence”, that is to say the capacity to integrate with 

man. The means of this interaction are still unknown. Some of 

them can be evaluated only by direct experience. But before 

reaching an accomplishment of the novelty it is necessary to 

design it and before that still to imagine it, to know how to 

“see” it and apply it to the context of the future market. 

The scenes described on the following pages go in this direction 

with a proposal of innovative products and services 

for the individual and for companies, to increase efficiency, 

facilitate sociability, improve assistance and to enhance individuality, 

meanwhile favouring the competitiveness in the 

challenge of the global market. For many of the solutions described 

the technology is available, however a commitment 

at the level of industrial innovation as well as the political 

level is necessary for the development, integration and their 

distribution on a wide scale. 

Instead, other solutions do not yet have a technological precondition, 

rather they constitute an exercise in imagination 

with the aim of helping the reader to get out of the every day 

obstacle and to represent a new vision of the future scenery 

wings are “imagined” starting with the knowledge of the Fiat 

Research Centre, from the roadmap of the information and 

computer technologies and the socio-cultural and economic 

scenery of the next decade. The concept of the “continued 

presence” of communication and information which, like an 

underlying theme, through each with different characteristics, 

(to help the driver in fog, to manage the customer loyalty 

of the client or to collect data to improve the product design) 

represents an important shift which, apart from the technologies 

available, only a cultural change can make relevant 

The devices which in future we will be able to “wear” to benefit 

from services, must above all be built in respect of the law 

which guarantees the safety of persons, like safety systems 

which assist the driver, should be immune from disturbance 

and function at their best, in any traffic context.. 

It could be premature to imagine and design products and 

services for the future when in Italy there still exist numerous 

problems of a low profile from the technological point 

of view, like, for example, the optimisation of the distribution 

of electric energy. But the development cannot be halted 

and to remain abreast of the times and win the challenge 

of competition, the Italian system should be able not only 

to overcome the problems related to infrastructure, but also 

to create successful products and services, that improve the 

quality of life. 

ERGONOMICS: THE USER AT THE CENTRE OF THE 

PROJECT 

The success of the product increasingly depends on its capacity 

to guarantee and to communicate positive quality to the 

user such as usefulness, pleasantness, the ease of use and of 

increasingly more valuable and technologically advanced new 

functions. It is enough to think of the car: functions and level 

of comfort, until a few years ago the prerogative of upper 

class cars, are becoming a standard even for those that at one 

time were called “economy”. Not only: the users of industrial 


139


140 

and agricultural vehicles, for example, request an increasingly 

similar performance, if not superior, to that of the car that 

they use each day. . 

In this market context it is fundamental to either continue 

to improve the already existing functions of products, or to 

bring the user closer to the new technologies and new services. 

The companies of success in this field are distinguished 

by a rooted and pervasive culture “of the user at the centre of 

the project”, which is translated into knowing how to produce 

projects capable of making themselves immediately familiar 

and pleasurable, at the same time providing always more valuable 

and articulated functions.. 

Ergonomics is the discipline which helps to develop and promote 

this culture in the product. The success of the product 

always increasingly depends on its capacity to guarantee and 

communicate positive quality to the user such as usefulness, 

pleasure, the facility of use and of new more valuable and 

technologically advanced functions. Ergonomics has therefore 

developed knowledge, methods, and instruments that has 

transformed into a rigorous scientific discipline capable of 

defining, measuring, developing and communicating quality 

of use between the product and the user. 

This evolution was guided by the social and technological 

changes that have made the complexity of products and the 

expectations of the market grow. The means of transport and 

in particular the car are an example: half way through the 

last century the expectations and the replies were simple and 

were governed directly by the engineers; we think of products 

the fruit of the genius of excellent designers like the 500 of 

Dante Giacosa or the Vespa of Corradino D’Ascanio. 

In the following decade, in which pleasure emerged as the 

primary reason for buying, ergonomics is delegated mainly 

to designers, in the field of functionality still relatively simple. 

Today the car adopts ever more new technologies which 

dialogue in an articulate manner with the user, to respond to 

the growing expectations of the quality of mobility and to 

guarantee more safety in driving. 

The task of ergonomics as a discipline at the service of the 

project with its capacity and expectations, is to respond to 

the needs with always more coherent solutions for the user. 

It is therefore specialised in physical and cognitive ergonomics; 

in addition, utilises new sophisticated instruments 

of virtual reality until the initial phase of the development 

process of a product. 

The Fiat Research Centre is committed to reinforce and spread 

the culture of the design centred on the user, in the products of 

today, in technological innovation and the work environment. 

IMPACT ON THE AUTO SECTOR BY THE COMMUNITY 

DIRECTIVE ON THE END OF THE LIFE OF CARS 

The reduction of the impact on the environment of the activities 

of man has become one of the primary objectives of 

our society. This objective must be pursued not only through 

the reduction of emissions and rubbish, but also and above 

all through a more prudent and efficient management of 

the resources. 

The car and vehicles in general, are one of the causes, even if 

not the only one, of pollution and exploitation of resources. 

The vehicle industry has already done a lot and is proposing to 

do a lot: in the last twenty years emissions have been reduced 

more than ten times and will arrive at emissions near zero in 

the next years thanks to the diffusion of methane vehicles 

and the development of new motors. Unfortunately we will 

have to wait longer for hydrogen vehicles. 

Now, however, there is a big new objective: dealing with vehicles 

at the end of their life (the so-called End of Life Vehicles, 

ELV) with forcible limits for recycling, re-use and energy recovery, 

not only for the vehicles of the future, but also for those 

already in circulation. This is what the directive 2000/53/CE 

issued by the European Union on 18th September 2000. Like

this, the third phase of the cycle of a product is regulated: the 

end of life, but with the necessity to intervene on the parts 

at source, that is the design and production. An important 

challenge, a wide range play, considering the aspects relating 

to new materials, production technologies and those of 

dismantling, the system of treatment of the remaining materials, 

etc., but above all to do in a short time, given that the 

expiries are foreseen just around the corner. 

Will we make it? Yes, surely, but on condition that we start 

immediately and without hesitation. And for the future? Is it 

possible to foresee that in the near future we will arrive at 

controlling, still more stringently, even the impact on the environment 

of the first phase of the cycle of life of the vehicle, 

that is to say the production. 

The real question, however, is whether we should wait for 

regulations that force us in that direction or someone will 

start earlier, perhaps seeking to transform an environmental 

restriction into a competitive advantage.. 

We will see. In any case the Fiat Research Centre is also rapidly 

moving in this direction to “play” in advance. 


141

BIOMIMETICS 

COPY HIDDEN TECHNOLOGIES 

IN LIVING BEINGS 

edited by Rosa Camoletto Pasin 

The objective: to be able to undertake activities that human 

beings cannot undertake with their own organisms, such as 

flying in the air or seeing in the dark, or even having instruments 

that facilitate everyday life and improve our well being. 

The means: think of, design, create and diffuse instruments 

and procedures that are better than those already invented 

and made in the past. The trick: study in minimum detail nature’s 

functions, understand the secrets of the thousands of 

living forms that populate the earth like us, and fight every 

day to live in the best way possible. 

In general, animals and plants, including those discovered 

during the exploration of new territories, have been studied 

to seek the strengths and the characteristics to exploit with 

hunting, harvesting, breeding and agriculture. Biomimetics 

instead is a science which thoroughly studies the forms of 

life only to understand the secrets and to offer society new 

solutions which do not damage the species studied. 

Every organism which lives today on this planet is a very efficient 

“machine”, chosen during the course of three billion 

years of evolution and environmental changes, specialised to 

survive and reproduce themselves in one of the thousand of 

environmental niches available.. What, therefore, does the 

specialised scientist do in biomimetics? Observes living creatures, 

even those that are apparently “useless”, analyses their 

vital mechanisms and offers industry the possibility to copy the 

most efficacious systems to invent more useful and efficient 

instruments, that is to say the in- balance between form and 

function, free from energetic waste which today characterises 

the major part of the activities of consumer society. 

When we think of the patents copied from Nature, generally 

we remember the technologies that reproduce some characteristics 

of animals, in particular those which we lack, such 

as the wings of birds and the night sight system of bats. It is 

for this that biomimetics, also known as “bionics”, has today 

entered into the collective imagination as a science able to 

substitute damaged organs and to give human being strange 

animal capabilities. 

In effect even Velcro, one of the most famous examples of 

“patents stolen from nature” is in some way related to animals, 

in particular to the fur of a dog, even if it comes from the 

plant world. This product was invented after a Swiss Engineer 

George de Mestral in 1948 had observed with particular interest 

the dried small fruits which were clinging to the fur of his 

dog during a walk in the country. The fur of the dog and the 

hooked appendages of those tiny fruit were reproduced with 

thin synthetic filaments and since then are commercialised 

as an excellent substitute for hooks and pressure buttons to 

temporarily unite materials that afterwards can be separated 

without damage. In plants such as the burdock (Arctium 

lappa) the flexible hooks are useful to keep away without 

wasting energy mature fruits that can attach themselves to 

a passing animal and then detach themselves without damage 

when the animal shakes itself, far away from the mother 

plant. Velcro is useful for human beings because of the ease 

of use and because it does not damage the components that 

come into contact with it, like glue or a nail would do. 

In the plant world there are also very many other mechanisms 

and tricks for survival that attract the interest of modern researchers 

and which give birth to a good part of the modern 


143


144 

technology of the future.. It is obvious that to become good 

bionic botanists it is necessary to erase the idea that there 

are “useless” plants, and that the useful part of plants are 

only those which contain abundant supplies of good, valuable 

wood, textile fibres, flowers and leaves with an ornamental 

value, medicinal substances. Research underway refers to 

different types of plants and vital mechanisms still partially 

unknown: different targets have almost been reached, while 

others are still very far away. 

Classic studies of plants are linked to chlorophyll photosynthesis, 

mechanism which allows green plants to exploit solar 

energy for their vital necessity. The biochemical process 

is today well known, and technologies are about to capture 

the suns rays transforming them into other energy, but the 

compactness, lightness, cheapness and efficiency of natural 

leaves have not yet been reached. 

Modern research has allowed the discovery of numerous species 

of plants which produce chemical insecticide, fungicide 

or bactericide compounds. The molecules that form these 

compounds are more selective and, in many cases, less toxic 

than artificial products of synthesis. In addition, if correctly 

used, they do not kill the pollinating animals. Reproducing 

this type of molecules in the laboratory and better copying 

the natural defence systems of plants allows reducing the negative 

impact of cultivations on the environment. 

The system of the movement of liquids in vascular plants must 

still be studied more in depth. The plants which have colonised 

the mainland from the era of dinosaurs are vascular plants: 

roots, trunks and leaves are connected between themselves 

by a system of conductor vessels which allow the movement 

of water and vital liquids. In these plants, which do not have 

a “heart”, that is a pulsating pump; the movement of liquids 

comes about thanks to the evaporation of the water, and does 

not consume internal energy. The flux of liquids in the canals 

is regulated by the needs of the plant: the conductor ves- 

sel is well protected from embolism and blockage of another 

type. What does a modern scientist seek to obtain from this 

mechanism? For example, a safe and more economic system 

to transport some liquids over long distances, such as water 

or petrol. Probably, in the future, the actual pipes of large 

dimensions will be substituted by a network of thin fibres and 

elaborated like the conductor canal of trees. 

The internal structures of trunks of vascular plants, if studied 

in depth, will also offer different clues for creating new 

systems of construction for building and for infrastructure. 

Many tress, palm trees and big grasses such as bamboo are in 

fact excellent examples of resistance and economy, and were 

tested over hundreds of years of evolution and exposure to 

severe weather conditions. 

Another line of study related to plants is that relative to the 

production and use of cellulose, a substance of many uses it 

has been proven more resistant, longer lasting and more economic 

than cement, steel and plastic material. An in-depth 

study of the disposition and order of the buds and seeds, such 

as the spiral structure of the cones and sunflowers, will probably 

bring about an improvement in packaging merchandise, 

with a significant saving in space and raw materials. 

Other studies refer to particulars apparently very insignificant. 

Some researchers have studied in depth the mechanism 

of opening and closing the flakes of cones, which inflate and 

arch towards the outside when the air is humid, then arch 

towards the inside, better protecting the seeds, when the 

air becomes dry. After having analysed the movement of the 

flakes, based on the stratification of different materials, the 

research group is defining textiles able to liberate an excess 

of humidity, for example sweat, thanks to raising tiny shreds 

of material. The possible users are, above all, the producers of 

sports clothes 

Another secret to investigate further and then to use could 

be that of making fibreglass directly from sea water. This pro-

cess succeeds very well with diatoms, microscopic plank tonic 

seaweed which use silica dissolved in water to build its extremely 

fragile shell. 

Studies of this type, which sometimes seem to be only the 

pastime of a curious child, always contribute to changing our 

future in a significant way, because they represent the road 

that the scientists must follow for the development of a society 

more conscious of consumption and pollution. Instead 

of exploiting and upsetting Nature, modern man will in fact 

seek more to “camouflage” himself in it, simulating in various 

activities the most efficient solution discovered in animals 

and plants. And it is also for this that today the protection 

of all forms of life and their habitat is so important, as it is 

important to return as soon as possible to train young people 

in the dear, old “observation of nature”. 

Rosa Camoletto Pasin: Responsible for the Botanical Section 

and the Rea Botanical Garden of the Regional Natural Science 

Museum of Turin 


145

INVISIBLE 

TECHNOLOGIES 

VERSO LA CONVERGENZA DIGITALE 

edited by Massimo Umberto Giordani 

ACCESS TO DIGITAL INFORMATION 

Digitalisation of information streams is certainly identifiable 

as one of the cardinal factors of evolution of the last few 

years (Negroponte, 1995). A good deal of communication at 

this point takes place in digital form; whether it is telephone 

conversations, whether it is e-mail, in both cases the information 

takes place in the form of bits. 

And it is in the field of communications that it is possible 

to observe big transformation. The Internet Web, which has 

become the primary and capillary vehicle for the spread and 

exchange of data, is at this point a real extension of our capability 

of managing information. 

The pervasiveness of the Internet Web is progressively increasing 

as new standards of connection without wires are 

diffused. GSM 1 , GPRS 2 , UMTS 3 , Wi-Fi 4 are only some of the technologies 

which, with increasing potential, are making every 

more mobile the access to the Web 5 . This concretely offers the 

possibility to exploit on-line information as part of an external 

memory to access any time that the necessity arises. 

The implications of this scenario are complex and have opened 

a debate which, besides the great positive potential, 

makes the risks of that which has been defined as the digital 

divide 6 evident (Rifkin, 2000). 

INTERNET AS AN EXTENSION OF THE CAPABILITY 

OF MANAGING INFORMATION 

How many times does it happen to find oneself in a context 

where the lack of information forces you to postpone the examination 

of a proposal, the writing of a report or, simply booking 

an airline ticket for a trip? To have access to correct information 

at the right time signifies increasing the possibility 

of success, above all in a society where time is the essence. 

Internet has assumed an irreplaceable role in the life of many 

people who have integrated access to on-line information as 

a habit and, at a higher level, in their cognitive processes. 

Here we are not making a reference to the cyberpunk tribe 7 of 

whom the media, often, have shown a distorted vision. It refers, 

instead, to normal professionals, entrepreneurs, teachers 

and students of the sector in general who, from simple users 

of computer information technology, have learned to derive 

the maximum from the potential of the daily activities. 

Communication mediated from the computer (CMC) is no longer 

the reserve of a select few but is a cardinal element in the 

social life in all its aspects, entering with new expressive means 

and persuasive forms of communication (Vannoni, 2001). 

And since the end of the Second World War scientists of numerous 

different disciplines face the study of cognitive processes 

using the computer (and the software which governs 

it) both as an instrument for elaboration, as well as a model of 

the functioning of the mind (Johnson-Laird, 1988). The Web 

amplifies this approach bringing it to extreme consequences. 

The inter-action man-machine arrives at this point synchronically 

on a planetary scale with millions of brain-computers 

constantly connected. Each of these acts in virtual space 

through its personal computer and is identified with this as 

a unique entity, generating a parallel world, intangible but 

really liveable, even if interface with this does not yet have 

characteristics of the immersive 8 type (Giordani, 1995). 

In this digital territory, thanks to the extension of the 


147


148 

management of information of the netizens 9 , there is a 

cultural, social, economic transformation not immediately 

perceivable from the outside but capable of changing 

the world. 

FAST, FASTER, INSTANTANEOUS 

Perhaps the strongest stimulus for intensive use of technology 

in all its aspects comes from the desire to be the fastest 

(Gleick, 1999). Like the means of transport, from the carriage 

to the airplane, they are born to shorten the time of movement 

of persons and things, information instruments were 

developed to limit to the maximum the time needed to find 

and elaborate data. 

It is enough to walk down the aisle of a supermarket to realise 

the desire for speed which permeates our society: instant coffee, 

ready-made soups, portions of cooked food in 60 seconds 

putting it directly in the micro wave oven (packaging included), 

substitute snacks, auto-refrigerating and auto-heating 

food... but this is not enough: you must be multi-tasking 10 . 

The capability of simultaneously carrying out more operations 

is not a novelty of our times. We are all able to sustain a conversation 

while driving a car or writing a letter while listening 

to music, but these are activities which involved processes 

of a different nature. Very few are capable of following logical 

thoughts that are really parallel. It is with the use of the 

computer that speed and parallel levels of processes without 

precedent have been reached, available to (nearly) everyone. 

The acceleration of the single processes is no longer sufficient, 

it is required to make them parallel and a computer 

connected to Web is the best way of taking advantage of our 

natural inclination to multi-tasking. 

ALWAYS CONNECTED 

The boom of cellular telephones, technology introduced into 

Italy in 1990 and by now widely diffused in all social classes, 

shows that the desire to communicate, always and wherever, 

is very strong. Cellular phones exist to use under the shower, 

in the car, on a motor cycle, on a building site, in the operating 

theatre; models that ring, flash lights, vibrate... and connect 

to Internet. 

The passage from analogical to digital telephones has opened 

to the door to the transformation of the telephone as a simple 

vehicle for vocal communication to a technological picklock, 

capable of opening doors of data transmission and, therefore, 

sounds, images, texts, interactive objects and all that can be 

converted into bit form. 

In practice, this signifies that the access to the Web has become 

mobile allowing users to be always on-line and therefore 

favouring a process of progressive integration of the use of 

the Web in daily activities. 

The present main limitation, is that the lack of bandwidth 

in cellular communications, has brought about the spread 

of the Wi-Fi connection working in restricted areas, such as 

public buildings, hotels, stations and airports, but at high 

speed, allowing to take advantage of the amount of time 

spent in this place connecting to Internet as if one was in 

one’s own office. 

INDIVIDUAL AND COLLECTIVE MEMORY 

What our society is, that which it is capable of expressing, for 

better or for worse, is the fruit of the elaboration of what was, 

of its memory. Every individual, without memory becomes a 

being without the possibility of a social life, as the terrible 

illnesses which damage this functioning of the brain. 

Since childhood one is used to generate information, draw, 

write, file, we all have our personal data bank, whether small 

or big. The libraries collect works that are worthy to be placed 

at the disposal of everything and handed down to posterity. 

This system has worked more or less well until now and since 

always has represented the principal way to transmit “know-

ledge”. The invention of printing with mobile characters was 

certainly an extraordinary means for spreading culture and 

to allow low cost filing of numerous copies of each volume, 

but it has not mutated the method by which information has 

been handed down. 

The collective memory has been entrusted for thousands of 

years to transcription, only in the XIX century was the use of 

different instruments started. Photographs and then the cinema, 

the radio, and the television, opened new roads for the 

transmission of non text forms of information but the support 

for the filing of what is produced have remained delicate 

and perishable. The same books, printed in the last century on 

types of paper and ink to last over time, have become unreliable 

for the filing knowledge 

The increasing volume of data produced in the modern civilisation 

has found in the process of digitalisation and the 

spread on-line two elements of incredible power to create a 

collective memory perennially accessible. A system capable of 

incorporating within individual memory also, thanks to the 

lowering of the technological and economic threshold for the 

spread of the information. 

It is the realisation of the visionary ideas of Vannevar 

Bush who, in 1945, wrote: - Consider a future device for 

individual use, which is a sort of mechanized private file 

and library. It needs a name, and, to coin one at random, 

“memex” will do. A memex is a device in which an individual 

stores all his books, records, and communications, 

and which is mechanized so that it may be consulted with 

exceeding speed and flexibility. It is an enlarged intimate 

supplement to his memory.-. 

In this vision of Bush there still lacked the concept of Web 

but, on the trail of the first developments of the elaborations 

of that time, it already seemed evident the possibility of 

increasing the capacity of management of individual single 

data in the future. 

DIGITAL CONVERGENCE AND INTEGRATION OF THE 

MEDIA 

The success of the information and communication technologies 

has pushed the development of the media towards 

an integration which, today, is evident to all. The portal 

of Experimenta06 is direct evidence of this inasmuch as it 

offers to navigators the possibility of using innovative media 

such as: web-radio, web-tv, Podcast, blog, Glocalmap 

(www.experimenta.to.it). 

The digital convergence and the integration of the media are 

still in a phase of strong growth. A conjecturable scenario 

for information computer technologies in the coming years 

is characterised by a greater transparency of the technology 

itself. The best interface possible is, without doubt, that whose 

presence is not felt. The more immediate the use of any 

equipment whatsoever and does not need a preliminary study, 

inasmuch as the same can be considered user friendly. 

Unfortunately, the present hardware and software systems 

are very far from such a result, and the user often finds himself 

in conditions which require specialised competence to 

face them. 

The growing pervasiveness of the information computer systems 

and their use at this rate of real and proper cognitive 

prosthesis could not but favour the development of new forms 

of interface, always more adapted to be used by persons little 

prepared from the information technology point of view. 

The human brain will always know how to integrate even 

more the digital information coming from different sources 

in its processes but it will be the sharing of the resources for 

calculating where the new improvement will take place: from 

CMC to EMC (Immediate Elaboration by the Computer) The 

access to the Web does not signify any longer only the immediate 

availability of information of all types but, above all, the 

access to resources of shared elaboration; invisible but always 

present and fully integrated into daily life. 


149


150 

1 Global System for Mobile Communication, it is the second generation 

of cellular phones. The first was of the analogical type. Data transmission 

is possible at a speed of 9.6-14.4 Kbit/sec. 

2 General Packet Radio Service, it is the transition technology between 

GSM and UMTS. Is characterised by a constant connection in the Web, 

in practice the user may telephone and navigate at the same time at a 

speed which can reach a maximum of 140.8 Kbit/sec. 

3 Universal Mobile Telecommunications System represents the third generation 

of cellular phones. Allows an operational speed which, theoretically, 

can reach 1920 Kbit/sec. 

4 Wireless Fidelity is the commercial name of the local Webs without 

wires (WLAN) based on specific IEEE 802.11. Transmission speed of the 

standard IEEE 802.11 in version “b” reaches 11 Mbit/sec while the version 

“g” can reach 54 Mbit/sec. 

5 Familiar term to indicate the Internet Web, used by Tim Berners-Lee, 

the researcher who, in 1990, at CERN (www.cern.ch), invented the World 

Wide Web in the form used today. 

6 The term indicates the inequality in the possibility of access and use of 

the technologies of the so-called information society. 

7 The term cyberpunk is born from the current literary homonymy that 

has in William Gibson, author of Neuromancer (Gibson 1984), one of 

the major exponent. Many groups of the Internet underground have 

in this literature their principal reference and they have borrowed the 

neologism and manner of expression to create their real own virtual 

community. 

8 The means of interaction man-machine can reach levels of simulation 

in the real world that are extremely credible but only with particular 

hardware and software configuration. The term virtual immersionable 

reality indicates the use of equipment which isolates the subject from 

the real world immersing them in the virtual through the use of stereoscope 

visors, gloves or whole jumpsuits with sensors in order to reveal 

the position and movement of those who wear it. 

9 Net citizen, the inhabitants of the Web. 

10 Literally: execution of multiple tasks. 

Massimo Umberto Giordani: Professor of “Integration of 

Media” at the Politecnico of Turin

WHY 

HYDROGEN? 

edited by HySyLab - Environment Park 

Starting with the sources of energy, the use of the resources 

of the planet in such a way as to satisfy development necessities 

but without raping the resources available to future 

generations is our precise duty, and is a criterion that should 

be universally assumed as the central axis of any sustainable 

development policy. 

Today the main source of energy is represented by fossil fuels 

(petrol, coal, gas); all exhaustible sources, only found in certain 

geographic areas and which above all are sources that 

when used produce notable environmental damage. 

These sources of energy are also defined as “non renewable” as 

they are formed over millions of years and their availability is 

limited, they constitute a “warehouse of energy” in depletion. 

These fossil fuels have a strong impact on the environment, 

in fact when burning, they liberate dust and gas pollutants 

into the atmosphere, and amongst these gases, carbon dioxide, 

which produces the increase of the so-called “greenhouse 

effect” which raises the temperature of the planet. 

To contrast these phenomena which cause serious damage 

to the health of man and the environment it is indispensable 

to resort to an increasingly more efficient and wide use of 

renewable energy sources and reduce the energy waste which 

has marked our recent past. 

Energy is the engine of economic growth, and is the key to 

reach a development system which can be called sustainable. 

In fact it is from the production of energy through combustion 

(which takes place in furnaces and in engines) that the most 

emissions of pollutant substances in the atmosphere occur. 

The energy consumption at world level tends to grow, despite 

technological progress and the efficiency of the systems, inasmuch 

as the spread of industrialisation and the improvement 

in the quality of life in developing countries inevitably brings 

about an increase in energy demand. 

Now, as has been said, the production of energy is essentially 

based on the use of combustible fossils, but the slow 

depletion of the more easily accessed deposits and the increase 

in demand brings about an increase in costs and an 

increase in the environmental impact, with ulterior emissions 

of pollutants and of climate changing gas,, and other 

big social imbalances. 

The alternative to all this is saving and the use of renewable 

sources of energy, some already industrially mature, such 

as hydroelectric; others such as solar heat, photovoltaic and 

wind energy, which have a low energetic density, intermittent 

production and a still high cost. 

The use of a hydrogen vector as a source of energy could be a 

further opportunity. 

At the world level there is the necessity for a system which 

satisfies the needs of the population in all the sectors, 

assuring competitiveness and reducing the possible negative 

effects to the minimum. 

Significant is the uncertainty of the social, economic, environmental 

and public health consequences of global warming, of 

pollutants and the end of the oil reserves. The fact that such 

effects can be potentially devastating and irreversible requires 

us to intervene before being obliged to take improbable 

remedial action. 

It is necessary to aim at a future of sustainable energy based 

on the complementary use of electricity and hydrogen produ- 


151


152 

ced by renewable sources, preferably without carbon. 

Hydrogen is certainly destined to play a role in the future of 

our energy system, but the knowledge about its advantages 

and nature has not yet been made sufficiently known, from 

here the necessity of providing some basic information. . 

The innovative use of hydrogen in the energy field even if 

we have not yet reached sufficient technological maturity for 

widespread applications, is presented as an extremely promising 

solution to contribute to reducing the environmental 

impact on energy processes. 

Above all this is because its use does not produce pollutant 

emissions and is particularly valid for interventions to be undertaken 

in the most critical areas of atmospheric pollutants. 

Over a longer period, hydrogen as an energy vector (possibly 

produced from renewable sources) could give efficient answers 

to some critical elements of our energy system characterised 

by the scarcity of local resources, offering new solutions 

for production and transport. 

The Piedmont Region believes in the possibility to transform 

a past rich in productive experience into a future marked by 

innovation and growth in respect of environmental values. 

Innovation and research are obligatory key words for those who 

think of a future which knows how to plan development and a 

quality of life in relation to a less conflicting environment. 

Piedmont excellence is the fruit of a synergy between university 

institutions, their research centres, the territory with its 

activities and its citizens; this excellence should continue to 

develop modernising itself, inasmuch as only with a new and 

renewed relationship with the territory can the resources be 

found to continue growth. 

And it is starting with these resources that one can build a 

development which knows how to conjugate technology and 

sustainability to maintain Europe as the strong forefront in globalisation 

which is re-designing the hierarchy of development. 

The Piedmont Hydrogen System (SPH2) is an instrument crea- 

ted in this perspective to give impetus and coherence to the 

strong industrial presence in Piedmont territory. 

To create such a system which establishes sustainable development 

as an objective, we must not hide the difficulties 

due to the great complexity of the subject, to the necessity 

to produce and adopt new technologies, to the multi-disciplinary 

character of the problems. 

Therefore wide ranging strategies, clear and shared addresses, 

wide motivated partnerships, highly professional personnel 

and substantial financial resources are needed. Even if competitors 

are seasoned, the challenge is fascinating, new materials 

discovered and new machines must be made, consumption 

and the instruments of daily life must be re-thought, to 

offer more and better to everyone.

BIBLIOGRAFIA / BIBLIOGRRAPHY 

Bar-Cohen Y., Biomimetics: Biologically Inspired Technologies, CRC Press, 2005 

Bush Vannevar, As We May Think, in «The Atlantic Monthly», July, 1945, Volume 176, n° 1, pp. 101-108 

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Giordani Massimo, La virtualità come simulazione della realtà, in Luigi Bistagnino, Massimo Giordani (a cura di), Percorsi tra reale e virtuale, CELID, 

Torino, 1995, pp. 105-113 

Gleick James, Faster: the acceleration of just about everything, Pantheon Books, New York, 1999, trad. it. Sempre più veloce, Rizzoli, Milano, 2000 

Johnson-Laird Philip N., The Computer and the Mind. An Introduction to Cognitive Science, William Collins Sons & Co., London, 1988, trad. it. La 

mente e il computer. Introduzione alla scienza cognitiva, Il Mulino, Bologna, 1990 

Negroponte Nicholas, Being digital, Knopf, New York, 1995, trad. it. Essere digitali, Sperling & Kupfer, Milano, 1995 

Rifkin Jeremy, The age of access: the new culture of hypercapitalism, where all of life is a paid-for experience, J.P. Tarcher/Putnam, New York, 2000, 

trad. it. L’era dell’accesso. La rivoluzione della new economy, Mondadori, Milano, 2000 

Spears Russell, Lea Martin, Panacea or Panopticon? The hidden-power in Computer-Mediated Communication, in «Communication Research», 21, 

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pp. 339-371 

Vannoni Davide, Manuale di psicologia della comunicazione persuasiva, UTET, Torino, 2001. 


153


154 

CREDITS 

INTORNO AL FUTURO / AROUND THE FUTURE 

Ideazione e progettazione / Concept and project: 

Giuseppe Zambon e Hairi Vogel 

Consulenza scientifica / Scientific consultant: 

Michela Billotti, Giovanni Romanò, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare 

Scenografie / Scenery: Silvia Camisassa, Bruno Petronzi 

Tecnico installatore / Technical installation: D.NO 

Realizzazione / Realization: PGLtd - Aldebaran 

Produzione / Production: Mas Juvarra 

In collaborazione con / In collaboration with: 

Seniores Telecom Alatel, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare 

QUADRISFERA / QUADRISPHERE 

Ideazione / Concept: Paco Lanciano 

Ideazione contenuti multimediali / Concept multimedia content: 

Giuseppe Zambon, Hairi Vogel 

Produzione e realizzazione / Production and realization: PGLtd, Aldebaran 

CINEMA DINAMICO 3D / DYNAMIC 3D CINEMA 

Supervisione software / Software supervision: 

Videosoft S.r.l. - Pinerolo (TO) 

Sistema pneumatico / Pneumatic system: 

Perseghin, OMEC Costruzioni meccaniche - Settimo T.se (TO) 

MADE IN… NATURA / MADE IN… NATURE 

Ideazione e progetto creativo / Concept and creative project: 

Nino Lepore, Andrea Vico 

Consulenza scientifica / Scientific consultant: Rosa Camoletto Pasin 

Testi / Texts: Rosa Camoletto Pasin, Andrea Vico, Moreno Strazza, 

Irmachiara Malaroda 

Scenografia / Scenery: Magma Progetti, Hic ad Hoc 

Assistente scenografo / Scenery assistant: Giuseppe Faragasso 

Grafica / Graphics: Adriana Balbo, Valeria Palumbo 

Elettronica / Electronics: Gianni Nazzaro 

Illuminazione / Illumination: Armando Rossi 

Software: Giovanni Vercellotti, Walter Procopio, Gianni Forlastro 

Tecnologia / Technology: 

Matec (marking of industrial), Luigi Alliana, Proxel 

Voce / Voice: Davide Capostagno, Barbara Cinquatti 

Studio di registrazione / Recording studio: Route1 


Museo Regionale di Scienze Naturali 

IL LABIRINTO DELLA RICERCA / THE LABYRINTH OF RESEARCH 

Ideazione e progetto creativo / Concept and creative project: 

Nino Lepore, Rosa Camoletto Pasin 

Consulenza scientifica / Scientific consultant: Rosa Camoletto Pasin 

Testi / Texts: Rosa Camoletto Pasin, Andrea Vico, Irmachiara Malaroda 

Meccanica / Mechanics: Riccardo Ranotti (All Tek) 

Scenografia / Scenery: Hic ad Hoc 

Assistente scenografo / Scenery assistant: Giuseppe Faragasso 

Grafica / Graphics: Adriana Balbo 

Software: Giovanni Vercellotti, Walter Procopio, Gianni Forlastro 

Elettronica / Electronics: Gianni Nazzaro 

Suoni e musiche / Sounds and music: Cristian Jayme 

Illuminazione / Illumination: Armando Rossi 



L’AUTO DEL FUTURO / THE CAR OF THE FUTURE 

Consulenza scientifica, ideazione e progettazione / Scientific consultant, 

concept and project: 

Hanno collaborato / Collaboration: 

Per / for CRF e / and Fiat Group: 

Paola Carrea, Edoardo Rabino, Dario Scapaticci (supervisione generale / 

general supervision) 

Ezio Lendaro (comunicazione / communication) 

Stefano Alacqua, Alessandro Zanella (“Materiali Intelligenti” / “Intelligent 

Materials”) 

Claudia Berruti (FIAT AUTO), Francesco Bonino, Diego Marzorati, 

Rosanna Serra (FIAT AUTO) (“Le sette vite dell’auto” / “The seven lives 

of the car”) 

Emanuele Lugarà, Carloandrea Malvicino (L’ambiente in Auto / The ambient 

in the car) 

Sergio Paolasini, Marco Pidria (“Sotto il cofano... tanto!” / “Under the 

bonnet… so much!”)

Riccardo Guidetti, Domenico Idone, Vincenzo Murdocco, Roberto 

Puppini, Paolo Smeriglio (“Non fare il Dummy!” / “Don’t be a dummy!”) 

Manuel Lai, Piergiorgio Romanin (“La luce al lavoro” / “Light at work”) 

Maurizio Maglietta, Silvia Zangherati (“Le automobili parlano... con 

chi?” / “Cars talk… with whom?”) 

Francesco Lilli, Walter Savio (“Il sistema nervoso dell’auto” / “The nervous 

system of the car) 

per / for FIAT POWERTRAIN TECHNOLOGIES: 

Francesco Cavallino, Paolo Mairone (“Sotto il cofano, ...tanto” / “Under 

the bonnet… so much!”)) 

per / for COMAU Robotics (“La Luce al lavoro” / “Light at work”): 

Rino Rocchelli (direzione / direction); Gianpaolo Santin (direzione commerciale 

/ commercial direction); Elena Meinardi (marketing); Vincenzo 

Porpora (sales manager); 

Enrico Mauletti (engineering); Luca Lachello (engineering) 

Application Partner: Euroservice srl 

I tecnici dell’Istituto Mario Boella (palmare) / The technicians of Istituto 

Mario Boella (palm) 

Ideazione, progettazione, coordinamento exhibit e scenografie / 

Concept, project, coordination exhibits and scenery: 

staff Museo A come Ambiente, Carlo Degiacomi, Manuele Degiacomi, 

Irene Zorio 

Testi, grafica / Texts and graphics: 

staff Museo A come Ambiente, Tecnici CRF 

Video e fotografie / Videos and photos: 

archivio CRF, Fiat, archivio Comau 

Programmazione PLC / PLC programming: Giuseppe Moreo 

Software di comunicazione / Software of communication: 

Alessio Levratto 

Eseguibili Macromedia Flash / Macromedia Flash executables: 

Andrea Piacenza 

Consulenze meccaniche / Mechanical consultant: Sergio Monticone 

Soluzioni programmazione / Programming solutions: 

Francesco De Lorenzi 

Grafica / Graphics: Luca Fiore 

Montaggi video / Video editing: Enrico Venditti 

Immagini fotografiche / Photographic images: 

Uliano Lucas, Luigi Bertello 

Carpenteria / Carpentry: Angelo Pescarolo 

Falegnameria / Carpenter: Silvano Bruno 

Capo elettricista / Chief electrician: Daniele Maggi 

Lavori in metacrilato / Meth-acrylate works: 

Luciano Fugolo, Luigi Malandrino 

Per il Museo A come Ambiente / For the Museo A come Ambiente: 

Tatiana Marangon, Laura Marino, Dreslei Guerra 

LA CASA TECNOLOGICA / THE TECHNOLOGICAL HOUSE 

Ideazione, progettazione, coordinamento exhibit e scenografie / 

Concept, project, coordination exhibits and scenery: 

coop. RTP, Manuele Degiacomi, Maria Rosa Gilliavod, Irene Zorio 

Testi, grafica / Texts and graphics: 

staff Museo A come Ambiente, Carlo Degiacomi 

Immagini fotografiche / Photographic images: 

Uliano Lucas, Luigi Bertello 

Programmazione PLC / PLC programming: Giuseppe Moreo 

Soluzioni programmazione / Programming solutions: 

Francesco De Lorenzi 

Software di comunicazione / Software of communication: 

Alessio Levratto 

Eseguibili Macromedia Flash / Macromedia Flash executables: 

Andrea Piacenza 

Grafica / Graphics: Luca Fiore 

Montaggi video / Video editing: Enrico Venditti 

Carpenteria / Carpentry: Angelo Pescarolo 

Falegnameria / Carpenter: Silvano Bruno 

Capo elettricista / Chief electrician: Daniele Maggi 

Per la coop. RTP / For the coop. RTP: Maurizio Ponzetta 

H GENERATION 

Ideazione / Concept: Wesen srl (Marta Colangelo, Giorgio Colangelo, 

Stefano Galfré), Andrea Vico 

Progettazione / Project: Wesen srl (Marta Colangelo, Giorgio Colangelo, 

Stefano Galfré) 


Angelo Benedetti, Environment Park , Andrea Vico 

Fotografie / Photos: Centro di Eccellenza per lo Sviluppo delle Tecnologie 

dell’Idrogeno (CESTI), Raniero Dalla Peruta 

Scenografie / Scenery: Maurizio Zecchin, Elena Imberti 

Software: Videosoft 


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Realizzazione / Realization: Wesen srl, Archicode 

Coordinamento / Coordination: Wesen srl 

Grafica / Graphics: Elena Imberti, Valentina Santhià 

Illustrazioni / Illumination: Alessandro Ciccarelli 

Filmati / Videos: KinoetiKa, RAI (Explora, Hit Science), FIAT POWERTRAIN 

TECHNOLOGIES, Italgas, Environment Park, Muvita - Agenzia Provinciale 

per l’ambiente, l’energia e l’innovazione (Ge) 

Testi / Texts: Monica Marniga, Sapio, Andrea Vico 

Voce / Voice: Ivo De Palma 

Partners tecnici / Technical partners: Environment Park, Sapio, Pianeta 

VIAGGIO SU MARTE / JOURNEY ON MARS 

Ideazione e realizzazione / Concept and realization: 

Alcatel Alenia Space 

Direzione Ufficio comunicazione Alcatel Alenia Space / Direction 

Communication Office Alcatel Alenia Space 

Allestimento copertura / Cover preparation: Al.Fiere s.n.c. 

Allestimento struttura / Structure preparation: Eurofiere 

Allestimento tecnologico / Technological preparation: Acuson 

Collaborazione artistica / Artistic collaboration: German Impache 

Fotografie / Photos: Alcatel Alenia Space 

ROTOR 

Progettazione / Project: Arch. Mauro Capraro, Ing. Ezio Masante 

Realizzazione / Realization: C:A:S: di S.Albano Stura 

HIT SCIENCE 


Cristina Cuzzupoli, Andrea Vico, Maurizio Zecchin 

Consulenza scientifica / Scientific consultant: Andrea Vico 

Scenografie / Scenery: Maurizio Zecchin 

Realizzazione / Realization: CENTRO DI PRODUZIONE RAI DI TORINO 

Coordinamento / Coordination: Cristina Cuzzupoli 

Filmati / Videos: CENTRO RICERCHE E INNOVAZIONE TECNOLOGICA 

Testi / Texts: HIT SCIENCE - un programma di / a program by Daniela 

Attilini, Loredana Lipperini, Caterina Manganella 

Sito Web / Web site: www.hitscience.rai.it, www.rai.it 

L’IMMAGINE MISTERIOSA / THE MYSTERIOUS IMAGE 

Ideazione / Concept: Wesen srl (Giorgio Colangelo, Marta Colangelo, 

Stefano Galfrè) 

Progettazione / Project: Wesen srl (Giorgio Colangelo, Marta Colangelo, 

Stefano Galfrè) 


Direttore Sanitario Ospedale Molinette - Dott. Ottavio Davini 

Istituto di Radiologia dell’Università - Ospedale Molinette Prof. Giovanni 

Gandini, Dott.ssa Francesca Caraffo, Dott. Andrea Ferraris, 

Dott. Giuseppe Isolato, Dott.ssa Maria Cristina Martina 

S.C. Radiodiagnostica 1 - Ospedale Molinette - Dott. Roberto De Lucchi, 

Dott.ssa Elsa Juliani, Dott. Fabio Francone 

Dott. Giorgio Agati (radiologo) 

IRCC Candiolo Dott. Daniele Regge, Dott. Massimo Petracchini 

ISI foundation Dott. Alberto Bert 

Fisica Sanitaria ASO Ordine Mauriziano di Torino e IRCC Candiolo Dott. 

Michele Stasi 

Immagini / Images: Istituto di Radiologia dell’Università - Ospedale 

Molinette, S.C. Radiodiagnostica 1 - Ospedale Molinette, IRCC Candiolo 

Scenografie / Scenery: Maurizio Zecchin, Elena Imberti 

Software: Videosoft 

Realizzazione / Realization: Wesen srl, Archicode 

Coordinamento / Coordination: Wesen srl 

Grafica / Graphics: Elena Imberti, Valentina Santhià 

Illustrazioni / Illustrations: Federico Roggero 

Animazione multimediali / Multimedia animation: Studioand 

Filmati / Videos: KinoetiKa 

Testi / Texts: Dott. Giorgio Agati, Dott. Alberto Bert, Dott. Giuseppe 

Isolato, Dott.ssa Maria Cristina Martina, Wesen srl 

Voce / Voice: Ivo De Palma 

Attore / Actor: Angelo Di Vito 

PLANETARIO / PLANETARIUM 

Coordinamento / Coordination: 

Walter Ferreri (Osservatorio Astronomico di Torino) 

Realizzazione / Realization: Gambato s.a.s. 

BOULDER 

Ideazione e progettazione / Concept and project: Sport Studio 

Coordinamento / Coordination: Sport Studio 

Grafica / Graphics: Sport Studio 

Fotografie / Photos: A. Gogna copyright Priuli & Verlucca 

Realizzazione / Realization: Sport Studio 

Testi / Texts: Sport Studio

BICICLETTA SUL FILO / BICYCLE ON A WIRE 

Progettazione / Project: Ing. Giuliano Fussotto 

Realizzazione / Realization: Eventi di Tasco – Torino 

SAUDADE DO CARNAVAL 

Ideazione / Concept: Moreno Strazza, Andrea Vico 

Progettazione / Project: Magma Progetti 


Maria Teresa Gallo, Maurizio Irrera (Oaf Italia) 

Realizzazione / Realization: 

IM.FORM, Hairy H. Vogel, Giuseppe Zambon 

Musiche / Music: Xanddy, Carlos Lincon (Sunshine) 

Foto Art Buyer: Celia Pereira dos Santos, Wallace Nogueira 

Grafica / Graphics: Marco Beltramo 

Filmati / Videos: Emanuele Rebuffini, Vittorio Billera, Marco Beltramo, 

LaMargherita 

Testi / Texts: Moreno Strazza 

Coordinamento / Coordination: Andrea Vico 

RAGNATELA TECNOLOGICA / TECHNOLOGICAL COBWEB 


I.S.A. (International Survival Association), F.I.S.S.S. (Federazione Italiana 

Survival Sportivo e Sperimentale) 

Strutture metalliche / Metallic structures: Europonteggi 

Progettazione tecnica / Technical project: Arch. Luigi Brandajs 

Carpenteria e ottimizzazione / Carpentry and optimization: Old Turin 

IL PONTE TIBETANO SUL PO / THE TIBETAN BRIDGE ON THE PO 


I.S.A. (International Survival Association), Adventure Academy 

Realizzazione / Realization: 

F.I.S.S.S. (Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale) 

Progettazione tecnica / Technical project: 

Arch. Luigi Brandajs, Ing. Giuseppe Donna, Ing. Giuliano Fussotto 

WEB RADIO 


TOP-IX e Radio Flash 97.6 

OMEGABOX 

A cura di / Edited by: CSP Innovazione nelle ICT 

GLOCALMAP 

Ideazione e realizzazione / Concept and realization: 

Maurizio Cilli, Carlo Infante, linkomm 

AGORÀ SCIENZA 

Realizzazione / Realization: Agorà Scienza 

LABORATORI SCOLASTICI / SCHOLASTIC LABORATORIES 

Ideazione / Concept: Andrea Vico 

Progettazione e realizzazione / Project and realization: 

Alberto Gaudio, Monica Marniga, Moreno Strazza, Andrea Vico 


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ORGANIZZAZIONE 

Experimenta è promossa e organizzata dalla Regione Piemonte 

Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili 

Assessore: Gianni Oliva 

Direzione Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo 

Direttore: Rita Marchiori 

Ufficio Experimenta 

Coordinamento e organizzazione: Paolo Del Prete, Maura Verna 

Segreteria organizzativa: Teresa Comito, Angela Padalino 

Comitato Scientifico Experimenta 2006 

Piero Bianucci (presidente) 

Scrittore e giornalista scientifico de “La Stampa” 

Davide Vannoni 

Docente di Psicologia Generale all’Università degli Studi di Udine 

Silvano Guidone 

Titolare della Guidone & Ass.ti S.r.l. 

Roberto Saracco 

Responsabile Trends & Scientific Communication di Telecom Italia 

Michele Patrissi 

Direttore COREP Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente 

Giancarlo Michellone 

Presidente Centro Ricerche Fiat 

Nevio Di Giusto 

Amministratore Delegato e Direttore Generale Centro Ricerche Fiat 

In collaborazione con: 

Assessorato all’Università, ricerca, politiche per l’innovazione e l’internazionalizzazione 

Assessore: Andrea Bairati 

Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità 

Assessore: Mario Valpreda 

e con: 

Gabinetto della Presidenza della Giunta Regionale 

Direttore: Roberto Moisio 


Direttore Vicario: Ermanno De Biaggi 

Direzione Comunicazione Istituzionale della Giunta Regionale 

Direttore: Roberto Moisio 

Direzione Patrimonio e Tecnico 

Direttore: Maria Grazia Ferreri 

Direzione Programmazione Sanitaria 

Direttore: Vittorio Demicheli 

Direzione Organizzazione, Pianificazione, Sviluppo e Gestione delle 

Risorse Umane 

Direttore: Sergio Crescimanno 

Direzione Economia Montana e Foreste 

Direttore: Nino Berger 

Gestione mostra 

R.T.I. 

Poliedra Progetti Integrati S.p.A. 

Bell Production S.p.A. 

Ufficio stampa mostra 

Piemonte Comunicazione s.a.s. 

Via Avogadro, 22 - Torino 

Tel. 011 535570 

Fax 011 5176515 

fabrizio.salvio@piemontecomunicazione.it 

Coordinamento e Direzione lavori: Studio Dedalo - Architettura e Immagine 

Allestimenti: IM.FORM 

Collaborazione creativa e grafica: Silvano Guidone & Associati 

Progetto e realizzazione grafica: Time & Mind 

Stampa comunicazione interna: Vanguard 

Fornitura materiali audiovisivi e tecnologici: Acuson 

Fornitura e assistenza materiali informatici: CSI Piemonte 

Impianti elettrici: CSI - Centro Studio Impianti 

Traduzione testi in inglese: Cynthia Palmer (Catmint Cottage)

ORGANIZATION 

Experimenta is promoted and organised by the Regione Piemonte 

Councillor for Culture and Youth Policies 

Councillor: Gianni Oliva 

Management of Cultural Activity Promotion, Education and Art 

Director: Rita Marchiori 

Experimenta Office 

Coordination and Organisation: Paolo Del Prete, Maura Verna 

Organising secretary: Teresa Comito, Angela Padalino 

Experimenta 2006 Scientific Committee 

Piero Bianucci (President) 

Writer and scientific journalist of “La Stampa” 

Davide Vannoni 

Teacher of General Psychology University of Studies in Udine 

Silvano Guidone 

Owner of Guidone & Ass.ti S.r.l. 

Roberto Saracco 

Responsible Trends & Scientific Communication of Telecom Italia 

Michele Patrissi 

Director COREP Consortium for Research and Permanent Education 

Giancarlo Michellone 

President, Research Centre Fiat 

Nevio Di Giusto 

Chief Executive Officer and Director General, Research Centre Fiat 

In collaboration with: 

Councillor of University, research, innovation policies and internationalisation 

Councillor: Andrea Bairati 

Councillor of Tutelage of Safety and Public Health 

Councillor: Mario Valpreda 

and with: 

Cabinet of the President of the Regional Council 

Director: Roberto Moisio 

Regional Museum of Natural Science 

Director Vicario: Ermanno De Biaggi 

Management of Institutional Communications of the Regional Council 

Director: Roberto Moisio 

Management of Property and Technical Office 

Director: Maria Grazia Ferreri 

Management of Health Care Programming 

Director: Vittorio Demicheli 

Management of Organisation, Planning, Development and Human 

Resource Management 

Director: Sergio Crescimanno 

Management of Mountains and Forests Economy 

Director: Nino Berger 

Exhibition management 

R.T.I. 

Poliedra Progetti Integrati S.p.A. 

Bell Production S.p.A. 

Exhibition press office 

Piemonte Comunicazione s.a.s. 

Via Avogadro, 22 - Torino 

Tel. 011 535570 

Fax 011 5176515 

fabrizio.salvio@piemontecomunicazione.it 

Coordination and Work management: Studio Dedalo - Architettura e Immagine 

Preparations: IM.FORM 

Creative and graphic collaboration: Silvano Guidone & Associati 

Project and graphic realisation: Time & Mind 

Printing internal communications: Vanguard 

Supplier of audiovisual and tecnological material: Acuson 

Supply and assistance information system materials: CSI Piemonte 

Electrical systems: CSI - Centro Studio Impianti 

Translation English texts: Cynthia Palmer (Catmint Cottage) 


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INFORMAZIONI UTILI 

Experimenta è aperta dal 23 giugno al 26 novembre 2006, 

nel Parco Michelotti, Corso Casale, 13 - Torino 

ORARI 

Dal 23 giugno al 24 settembre 

Dal martedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 24 

Sabato dalle ore 15 alle ore 24 

Domenica e festivi dalle ore 10 alle ore 22 

Dal 26 settembre al 5 novembre 

Dal martedì al sabato dalle ore 15 alle ore 20 

Domenica e festivi dalle ore 10 alle ore 20 

Dal 7 al 26 novembre 

Aperto solo il sabato dalle ore 15 alle ore 20 

e la domenica dalle ore 10 alle ore 20 

Lunedì chiuso per il pubblico ordinario 

Per consentire una corretta visita della mostra sono necessarie circa due 

ore. La biglietteria chiude un’ora e trenta minuti prima della chiusura 

della mostra. 

VISITE SCOLASTICHE 

Solo su prenotazione dal 11 settembre al 25 novembre 2006, dal Lunedì 

al Sabato dalle ore 9 alle 13. 

Per ogni gruppo di 15/20 allievi dovrà essere presente un insegnante o 

un accompagnatore. 

Il costo del biglietto è di € 3,50 per ciascuno studente, gratuito per 

insegnanti ed accompagnatori. 

GRUPPI ORGANIZZATI 

Per gruppi organizzati di 10/15 persone, solo su prenotazione, è previsto 

il biglietto ridotto di € 4,50 per tutto il periodo di apertura della 

mostra. 

PREZZO BIGLIETTI 

Interi: € 7,00 

Ridotti (6/12 anni): € 4,50 

Ridotti (scuole): € 3,50 

INGRESSO GRATUITO 

Fino a 6 anni - ultra 65enni 

Pass 15 

Carta Musei 

CRAL Regione Piemonte 

Soggetti in carico ai Servizi Sociali 

CONVENZIONI 

Categorie esposte alla biglietteria e sul sito Internet 

DIVIETO D’ACCESSO AGLI ANIMALI 

LINEE URBANE 

3 - 30 - 61 - 66 - 75 

PARCHEGGIO 

Piazza Vittorio Veneto 

INFORMAZIONI 

Segreteria Gestione Mostra 

Tel. 011 8198252 - 011 8132428 

Fax 011 8132429 

SITO INTERNET 

www.experimenta.to.it 

PRENOTAZIONI GRUPPI E SCUOLE 

Tel. 011 3473774 int. 243 

Tel. 011 8132428 

Fax 011 3473777 

experimenta@poliedra.it 


(alla sezione Gruppi e Scuole) 

NUMERO VERDE 

800 333444

USEFUL INFORMATION 

Experimenta is open from 23rd June to 26th November, 

in the Parco Michelotti, Corso Casale, 13 - Torino 

HOURS 

From 23rd June to 24th September 

From Tuesdays to Fridays from 16.00 hours to 24.00 hours 

Saturdays from 15.00 hours to 24.00 hours 

Sundays and Holydays from 10.00 hours to 22.00 hours 

From 26th September to 5th November 

From Tuesdays to Saturdays from 15.00 hours to 20.00 hours 

Sundays and Holydays from 10.00 hours to 20.00 hours 

From 7th to 26th November 

Open only Saturdays from 15.00 hours to 20.00 hours 

and Sundays from 10.00 hours to 20.00 hours 

Mondays closed for ordinary public 

To allow a correct visit to the exhibition two hours should be allowed. 

The ticket office closes one hour and thirty minutes before the closing 

of the exhibition. 

SCHOOL VISIT 

Only by reservations from 11th September to 25th November 2006, from 

Mondays to Saturdays from 9.00 to 13.00. 

For every group of between 15/20 students there should be a teacher or 

someone to accompany the group. 

The cost of the ticket is € 3,50 for each student, free for the teacher or 

person accompanying the group. 

ORGANIZED GROUPS 

For organized groups of between 10/15 persons, only upon reservation, 

a reduced ticket of € 4,50 is available for the whole period of the exhibition. 

TICKET PRICES 

Full: € 7,00 

Reduced (6/12 years): € 4,50 

Reduced (schools): € 3,50 

FREE ENTRANCE 

Up to 6 years - over 65 years 

Pass 15 

Carta Musei 

CRAL Regione Piemonte 

Subjects who are under the responsability of the Social Service 

CONVENTIONS 

Categories are shown at the ticket office and on the Internet site 

ANIMALS ARE NOT PERMITTED 

URBAN BUS LINE 

3 - 30 - 61 - 66 - 75 

PARKING 

Piazza Vittorio Veneto 

INFORMATION 

Mangement of the Exhibition Secretariat 

Tel. 011 8198252 - 011 8132428 

Fax 011 8132429 

INTERNET SITE 


RESERVATIONS GROUPS AND SCHOOL 

Tel. 011 3473774 int. 243 

Tel. 011 8132428 

Fax 011 3473777 

experimenta@poliedra.it 


(at the section Groups and Schools) 

FREE PHONE 

800 333444 

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RINGRAZIAMENTI / THANKS 

Donatella Actis, Giorgio Agati, Al.Fiere s.n.c., Stefano Alacqua, Nadia Albarani, Luigi Alliana, Daniela Attilini, Adriana Balbo, Anna Maria Bassani, 

Marco Beltramo, Angelo Benedetti, Claudia Berruti, Alberto Bert, Luigi Bertello, Vittorio Billera, Michela Billotti, Enrico Bogetto, Mussi Bollini, 

Francesco Bonino, Gian Domenico Boscolo, Gabriele Bovo, Bruno Luigi Brandajs, Silvano Bruno, Silvia Camisassa, Rosa Camoletto Pasin, Maria 

Costanza Candi, Mauro Capraro, Gian Paolo Caprettini, Francesca Caraffo, Paola Carrea, Andrea Casalegno, Vittoria Castagneto, Alessandro Ciccarelli, 

Barbara Cinquatti, Marta Colangelo, Giorgio Colangelo, Cristina Cuzzupoli, D.NO, Raniero Dalla Peruta, Ottavio Davini, Francesco De Lorenzi, Roberto 

De Lucchi, Ivo De Palma, Manuele Degiacomi, Carlo Degiacomi, Angelo Di Vito, Sergio Duretti, Eurofiere, Giuseppe Faragasso, Elio Federici, Andrea 

Ferraris, Walter Ferreri, Luca Fiore, Gianni Forlastro, Lorenzo Fragola, Fabio Francone, Nicola Franzese, Claudio Fruttero, Luciano Fugolo, Giuliano 

Fussotto, Fabrizio Gagliardone, Stefano Galfré, Barbara Gallavotti, Maria Teresa Gallo, Gambato, Giovanni Gandini, Maurizio Ganili, Giorgio Garelli, 

Fabrizio Gargarone, Maria Piera Genta, Roberto Giachino, Maria Rosa Gilliavod, Massimo Giordani, Armando Giorgi, Marco Grimaldi, Dreslei Guerra, 

Ada Guglielmino, Riccardo Guidetti, Tommaso Guiot, Domenico Idone, Elena Imberti, German Impache, Carlo Infante, Maurizio Irrera, Giuseppe 

Isolato, Luisella Italia, Cristian Jayme, Elsa Juliani, Luca Lachello, Manuel Lai, Paco Lanciano, Ezio Lendaro, Nino Lepore, Alessio Levratto, Franco 

Licini, Francesco Lilli, Loredana Lipperini, Uliano Lucas, Emanuele Lugara, Carlo Magaddino, Daniele Maggi, Angelo Maggiora, Luigi Malandrino, 

Irmachiara Malaroda, Carloandrea Malvicino, Caterina Manganella, Enzo Maolucci, Tatiana Marangon, Tamara Marietta (Magma Progetti), 

Laura Marino, Monica Marniga, Maria Cristina Martina, Diego Marzorati, Ezio Masante, Enrico Mauletti, Elena Meinardi, Maurizio Miglietta, 

Sergio Monticone, Giuseppe Moreo, Vincenzo Murdocco, Angelo Nastasi, Gianni Nazzaro, Wallece Nogueira, Valeria Palumbo, Sergio Paolasini, 

Chiara Pasqualini, Pietro Perseghin, Angelo Pescarolo, Massimo Petracchini, Bruno Petronzi, Andrea Piacenza, Marco Pidria, Annamaria Poggi, 

Michele Pognant Gros, Maurizio Ponzetta, Vincenzo Porpora, Chiara Prina, Walter Procopio, Roberto Puppini, Edoardo Rabino, Christian Racca, 

Riccardo Ranotti, Nello Rassu, Emanuele Rebuffini, Daniele Regge, Rino Rocchelli, Federico Roggero, Piergiorgio Romanin, Giovanni Romanò, 

Armando Rossi, Alfredo Rotella, Guido Ruffa, Valentina Santhià, Gianpaolo Santin, Ezio Sarà, Walter Savio, Lita Savoia, Dario Scapaticci, Sergio 

Schiavi, Sebach, Luigi Serra, Rosanna Serra, Francesca Sette, Maria Rosa Sirna, Paolo Smeriglio, Angelo Soria, Sport Studio, Michele Stasi, Moreno 

Strazza, Italo Tarascone, Primo Tasco, Christian Tasco, Upat, Enrico Venditti, Massimo Venegoni, Silvia Maria Venutti, Giovanni Vercellotti, Andrea 

Vico, Hairi H. Vogel, Xanddy, Massimo Zaglio, Giuseppe Zambon, Alessandro Zanella, Silvia Zangherati, Pino Zappalà, Maurizio Zecchin, Saverio 

Zichella, Irene Zorio

PARTNER 

SPONSOR 

SISTEMI INTEGRATI DI VIDEOCOMUNICAZIONE 

www.acuson.it 

SPONSOR TECNICI 

Agorà Scienza 

Università degli Studi di Torino 

SRL 

Hic ad Hoc 


163

ISBN 88-901128-7-5 

Edizione fuori commercio 

Copia omaggio

Catalogo Experimenta 06

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