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Luigi Secco - Dipartimento di Fisica e Astronomia

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GIORNATA DEDICATA A NICOLO’ DALLAPORTA<br />

Come gli altri che mi hanno preceduto, anch’io sono debitore, con<br />

tutta la mia Famiglia, <strong>di</strong> moltissimo al Prof.N.Dallaporta.<br />

Dovendo scegliere, accennero’ soltanto ad un dono che forse e’ il<br />

piu’ con<strong>di</strong>visibile con Voi in questo giorno a Lui de<strong>di</strong>cato:<br />

la scoperta del senso del lavoro <strong>di</strong> ricerca che, in anni<br />

<strong>di</strong>fficili della mia esistenza, affannosamente cercavo senza<br />

riuscire a trovare.<br />

Il fascino con cui Egli mi aveva catturato era quel Suo essere sui<br />

problemi della ricerca con uno sguardo altrove.<br />

Gia’ seguendo le Sue lezioni, da studente, avevo percepito<br />

come, al <strong>di</strong> la’ della complessa rete <strong>di</strong> formule che <strong>di</strong>ligentemente<br />

Egli era solito stendere sulla lavagna, che sembrava sempre troppo<br />

piccola, il Suo sguardo fosse piu’ lontano, quasi che quel<br />

fenomeno della natura che ci illustrava, lasciasse trapelare<br />

dall’interno del rigoroso costrutto formale, una superiore<br />

Bellezza che Lo avvinceva, e <strong>di</strong> cui, <strong>di</strong> fatto, ci parlava,<br />

rimirandola nel sottile gioco delle grandezze fisiche, nascosta<br />

nei simboli e nelle equazioni. Ogni lezione, mai incapsulata entro<br />

un freddo formalismo, possedeva i tratti <strong>di</strong><br />

una sorprendente avventura intellettuale che non poteva non<br />

affascinare.<br />

Questo preciso sentore <strong>di</strong> una Sua mira piu’ alta,<br />

al <strong>di</strong> la’ delle formule e dei calcoli- allora faticosissimi, con<br />

cui quoti<strong>di</strong>anamente si lottava- mira che, lo si intuiva, era al<br />

tempo stesso la fonte delle Sue piu’ profonde intuizioni, mi ha<br />

accompagnato sempre lungo i molti anni <strong>di</strong> ricerca fatta al Suo<br />

fianco.<br />

Non era un gioco la scienza che Lui faceva, ne’ un semplice<br />

<strong>di</strong>letto. Era come se quei brandelli su cui quoti<strong>di</strong>anamente si<br />

ragionava fossero stati, per Lui, dei tasselli appartenenti ad una<br />

struttura immensamente piu’ grande, a qualche cosa che<br />

assomigliava a quelle cattedrali che Lo incantavano, capaci <strong>di</strong><br />

dare allo spirito sia la pace ed il raccoglimento profondo del<br />

romanico che la verigine del gotico.<br />

Nel mio impaccio <strong>di</strong> allora con la ricerca scientifica capivo che<br />

sarebbe stato per me <strong>di</strong> importanza vitale comprendere il Suo<br />

sistema <strong>di</strong> riferimento entro cui acquistava un senso profondo il<br />

fare ricerca. Diversamente avrei abbandonato questo ambiente<br />

universitario che mi appariva cosi’ fittizio e cosi’ poco in grado<br />

<strong>di</strong> aiutarmi a dare risposte ai quoti<strong>di</strong>ani perche’ dell’esistenza.<br />

Di fatto, in cuor mio, a suo tempo, avevo già deciso in questo<br />

senso.<br />

Tante volte L’avevo sentito esporre nelle conferenze il quadro<br />

Metafisico che aveva dentro e a cui <strong>di</strong> continuo faceva<br />

riferimento. Ne rimanevo ogni volta incantato. C’era in esso un<br />

colpo d’ala che dava un senso <strong>di</strong> vertigine, anche se, <strong>di</strong> tutta<br />

quella architettura, confesso, capivo molto poco.<br />

1


Il quadro veniva esposto ogni volta a collocazione <strong>di</strong><br />

quell’aspetto specifico oggetto della conferenza. Era quello<br />

quin<strong>di</strong> il perno intorno a cui ruotavano i Suoi pensieri e da cui<br />

provenivano quelle ar<strong>di</strong>te intuizioni e quelle arcate poderose che<br />

erano i collegamenti fra temi apparentemente cosi’ lontani.<br />

Ho cominciato a stu<strong>di</strong>are sistematicamente questo quadro imbastendo<br />

poi un collage <strong>di</strong> Sue conferenze e scritti per farGliene dono, con<br />

il Prof.Costa, in occasione dei Suoi ottantanni.<br />

Il Prof.Calvani ricorda bene, immagino, la pittoresca<br />

presentazione fatta assieme.<br />

Cio’ che innanzitutto Egli metteva in rilievo era che questo<br />

quadro non era Suo ma universale.<br />

Egli, che inizialmente era stato in<strong>di</strong>fferente nei riguar<strong>di</strong> della<br />

Fede, aveva ricevuto, un giorno, in dono un libro <strong>di</strong> Rene’ Guenon,<br />

credo da Suo fratello, il Dr.Spiro 1 . Da questa lettura aveva<br />

scoperto il poderoso quadro metafisico delle gran<strong>di</strong> Religioni<br />

tra<strong>di</strong>zionali abramiche e non. Percepiva che questa Metafisica<br />

aveva fondamenta piu’ solide e piu’ ampie <strong>di</strong> qualunque pur alta e<br />

degna riflessione filosofica, perche’ fondata sui “Semi del<br />

Verbo” che la paternita’ <strong>di</strong> Dio aveva elargito a culture cosi’<br />

lontane e <strong>di</strong>verse, affinche’ tutte riflettessero, nella loro<br />

specificita’, quasi una sottolineatura, un attributo particolare<br />

del Suo infinito Amore.<br />

Veniva, in effetti, in<strong>di</strong>viduato il denominatore comune che<br />

sottende la metafisica <strong>di</strong> tutte le gran<strong>di</strong> religioni tra<strong>di</strong>zionali,<br />

Ebraismo,Islamismo,Induismo,Taoismo, Buddhismo, Cristianesimo,<br />

<strong>di</strong> cui si prende come prototipo l’Induismo. Al <strong>di</strong> la’ delle<br />

apparenti complicazioni ed alla ambivalenza che lo schema indu’<br />

puo’ comportare (Fig.1),la potente semplicita’ del quadro<br />

metafisico consiste nell’abbracciare tutti gli aspetti della<br />

Realta’, strutturata a vari livelli, badando soprattutto alle loro<br />

reciproche collocazioni, rispetto al punto centrale che e’ il<br />

Principio Supremo (Fig.2), a <strong>di</strong>fferenza invece del pensiero<br />

occidentale che e’ <strong>di</strong> solito piu’ preoccupato <strong>di</strong> incapsulare tali<br />

aspetti in definizioni troppo restrittive.<br />

La geometria che ne consegue fornisce, senza alcuna forzatura, una<br />

visione unitaria fra la Scienza e la Trascendenza, fra la<br />

quantita’e tutto cio’ che sta oltre (Fig.3).<br />

Il para<strong>di</strong>gma della complementarieta’ e della non-commutazione,per<br />

usare un termine quantistico, riducono il contrasto fra Scienza e<br />

Metafisica , che per secoli, dal caso Galileo in avanti, ha<br />

lacerato la nostra cultura occidentale,<br />

ad uno pseudo contrasto fra due domini complementari, come<br />

scrivera’ nel 1997. Si tratta dei due occhi quello della Scienza e<br />

1 Non parlo qui, anche se estremamente rilevante per l’inizio della Sua ricerca spirituale, dell’avvenimento a cui spesso<br />

il Professore faceva cenno, cioe’ il momento della morte della amatissima madre.<br />

2


quello della Trascendenza che solo insieme possono fornire “il<br />

massimo <strong>di</strong> conoscenza che viene dato alla nostra mente, onde<br />

orientarsi nell’infinito Mistero entro il quale l’Intelligenza<br />

<strong>di</strong>vina ha voluto costruire il mondo.”<br />

Non si puo’ <strong>di</strong>menticare il Suo impegno su questo fronte in<br />

particolare presso l’Accademia Pontificia delle Scienze e come,<br />

nel <strong>di</strong>scorso del Papa del 31/10/ 1992, quando e’ stato riesaminato<br />

il caso Galileo, risuonino, senza equivoci, alcuni tratti del Suo<br />

pensiero.<br />

La gioia <strong>di</strong> aver scoperto una visione metafisica unitaria, entro<br />

cui anche la Bellezza trovava la sua collocazione, e’ stata<br />

da Lui espressa in centinaia <strong>di</strong> conferenze, <strong>di</strong> articoli, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>battiti.<br />

Ho imparato cosi’ essere stata proprio la Bellezza<br />

la chiave <strong>di</strong> volta del Suo percorso interiore verso la Fede. Egli<br />

esigeva, infatti, un quadro onnicomprensivo degli aspetti della<br />

Realta’, che non poteva escludere il Bello, come piu’ tar<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ra’:”quale marchio <strong>di</strong> fabbrica dell’Artista”.<br />

Si chiedeva spesso che cosa si potesse <strong>di</strong>re <strong>di</strong> questa cifra<br />

indecifrabile che e’ la Bellezza.<br />

Prendendo le mosse dalla Rivelazione insita in tutte le gran<strong>di</strong><br />

religioni tra<strong>di</strong>zionali, affermava essere proprio la Bellezza che<br />

ci rivela l'intenzionalita' piu' nascosta <strong>di</strong> Dio, quella che<br />

potremmo cercare <strong>di</strong> esprimere con termini,<br />

sia pure sempre impropri, quale gratuita', dono, liberta'<br />

incon<strong>di</strong>zionata d'Amare..., senza cui<br />

l'Amore non e’tale.<br />

Dunque il <strong>di</strong>venire del cosmo e' un tuttuno con la sua Bellezza<br />

perche’ un tuttuno<br />

con la tensione <strong>di</strong> gratutita’ creativa che lo pervade.<br />

Il segreto profondo del Cosmo e’ dunque dentro la sua Bellezza;<br />

non e’ nemmeno nel fatto <strong>di</strong> essere stato fin da subito la culla<br />

della Vita ma la teofania della Bellezza e’ che la Vita, con<br />

l’universo che la contiene, e’ Dono.<br />

3


In questo quadro andavano poi inseriti i capitoli recenti della<br />

<strong>Fisica</strong> e della Cosmologia. Se dell’impianto metafisico<br />

tra<strong>di</strong>zionale era debitore della me<strong>di</strong>azione fatta da autori come<br />

Rene’Gue’non e FrithJof Schuon, questo e’ stato invece un<br />

possente sforzo tutto Suo, frutto delle Sue eccezionali capacita’<br />

intellettuali e della Sua preparazione <strong>di</strong> fisico ed astrofisico<br />

insieme.<br />

Accenno solo all’articolo: Le simmetrie quali metafisica del<br />

cosmo, ed ai piu’ recenti lavori sul Principio Antropico.<br />

Specialmente quest’ultimo, che riporta sulla scena cosmica l’Uomo,<br />

lo induceva a pensare che il “gap” esistente fra una teologia<br />

occidentale che poneva l’accento sul Dio personale (Brahma Saguna)<br />

e la Natura, che per forza <strong>di</strong> cose e’ collegabile alla<br />

manifestazione del Dio Impersonale (Brama Nirguna), fosse vicino a<br />

scomparire con finalmente la nascita <strong>di</strong> una mancante teologia<br />

della Natura.<br />

Tutto il quadro che Egli espone nel Suo piu’ recente: Sum ergo<br />

cogito, e’ cosi’ pervaso <strong>di</strong> un afflato che culmina in quella frase<br />

detta al telefono nei giorni drammatici della scomparsa <strong>di</strong><br />

Gianfranco: “Anche la ricerca e’ preghiera!”<br />

Cio’ che ne e’ seguito per me e’ secondario,<br />

ma non lo e’ invece la gratitu<strong>di</strong>ne alla Provvidenza per averLo<br />

incontrato senza alcun merito e a Lui<br />

se dall’alto delle Sue spalle ho potuto almeno scorgere cio’ che<br />

da solo non avrei mai potuto Sperare.<br />

Ma da questa scaturisce una doverosa consegna non soltanto a<br />

livello personale ma per tutto l’Ateneo: questa preziosissima<br />

ere<strong>di</strong>ta’ non deve andare perduta ma fatta circolare e<br />

specialmente trasmessa alle generazioni che verranno.<br />

Padova,21/10/04<br />

<strong>Luigi</strong> <strong>Secco</strong><br />

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