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27.05.2013 Views

CAPITOLO 20 Le donne sopra la neve. Penultimo giorno, al mattino la neve attorno a casa era quasi tutta sciolta, ormai la primavera prendeva il possesso legittimo, ma verso mezzogiorno incominciava nuovamente a nevicare. Affascinata guardavo i fiocchi candidi e morbidi che ricoprivano la terra,forse era l'ultima festa d'inverno così bellissima. Correvo al secondo piano della casa ricordandomi di una cosa... importantissima. Prendevo MATVEI e VINCENT tenendoli uno sul braccio destro e l'altro sul sinistro, sorpresi nel sonno si lamentavano un po' per la violenza, ma poi aprivano gli occhi e vedevano la neve che cadeva come un muro bianco danzante. Guardavamo tutti e tre dalla finestra, i bambini sorridevano e in casa faceva caldo. Mi sembrava di aver già visto questa scena, ma dove? e quando?! La mattina della partenza uscivamo fuori, tutto era coperto di neve e non si capiva dove era il laghetto, si marcava solo una costruzione strana e assurda, un ponticello. Andavamo via e dietro di noi rimanevano solo tantissime orme leggere sopra l'ultima neve, c'erano anche orme canine. GINEVRA doveva prendere il suo primo viaggio intercontinentale. All'aeroporto di Mosca Sceremetievo 2 suscitavamo tanto scalpore e curiosità. Io ero bellissima con il volto che divenuto più fine, spirituale e raffinato, un po' pallida portavo i due angeli con capelli ricci d'oro e con occhi blu, uguali fra loro. Le mie conquiste femminili. Dalla destra e dalla sinistra e dietro ero scortata da altri gemelli ANTAL, PASCAL, CARLOS e MARCOS, anche loro bellissimi e forse troppo famosi fra le donne. Le donne abbassavano gli occhi e sorridevano... lo sapevo "le care amiche", dove c'era questo gruppo c'era la festa! Qualcuna delle donne mi guardava con invidia poco nascosta, ma cosa potevo fare, non era colpa mia che avevo tutto quello che una femmina poteva desiderare. L'amore presente e l'amore che aveva dato dei frutti, bambini sani e bellica bellezza, e la gioventù, i maschi sempre attorno a me, perfino il cane allegro e sorridente... e poi partivamo tutti per Rio de Janeiro. Per tutto il viaggio che era molto lungo mi occupavo delle cose semplici e naturali, mangiavo e davo da mangiare,dormivo e osservavo gli altri che dormivano,niente di più. Ero un po' preoccupata per l'incontro con 94

MATVEI, GERALDINE e EDEL. Ero sempre la stessa per loro, e anche loro per me lo stessi dopo tutte le esperienze passate? Stavo tornando come avevo promesso, stavolta vincevo la mia sfida personale, tornando con la vittoria. Non era mia la colpa,se loro decidevano di aiutarmi? Entravo in battaglia da sola senza pensarci due volte, ero pronta a vincere in perfetta solitudine,una per una con l'universo. DIO aiuta gli audaci. E' proprio così! All'aeroporto di Rio de Janeiro aspettavano: GERALDIN, MATVEI e EDEL con LILITH. Proprio loro EDEL e LILITH mi facevano tremare l'anima e il corpo. Mi vergognavo dire che per tutto il tempo della mia permanenza in casa sul laghetto non pensavo a loro.. .Ma intanto anche lei otteneva la sua vittoria, non credevo che potevo esprimere i miei sentimenti davanti a tutti, piangevamo a dirotto una addosso a l’altra, intanto i parenti tenevano sulle braccia i nostri bambini, anche i passanti erano commossi. Si poteva capire che eravamo una compagnia con una storia personale complicata,ma sapevamo solo noi cosa ci costava questa bella avventura.. però noi due in compenso eravamo rinate. L'importante era che eravamo di nuovo insieme. Abbracciavo anche GERALDIN e MATVEI che tante volte sembravano i nostri genitori. MATVEI mi guardava con una luce negli occhi diversa. Lo so caro che fa' piacere a tutti fare il compagno dell'eroina. Poi guardavo LILITH era una creatura bellissima e strana.. con i capelli rossofuoco, ricci e troppo lunghi per una che appena nata, con gli occhi a mandorla verde smeraldo come l'acqua del mare, il suo sguardo era deciso e diretto che mi colpiva, il sorriso vagante, superiore sulle labbra come una che prendeva tutti in giro e sapeva tutto di tutti. Sentivo un brivido perchè non sembrava neanche un essere umano, ma una creatura estranea, venuta da lontano che non sapeva se rimanere qua o andarsene. ABBIONA la gabbiana, fidanzata di PIETRO tornava all'ora precisa per la cena, tre giorni prima del mio arrivo. PIETRO era felice ed apriva la sua coda magnifica a ventaglio con sorpresa di GINEVRA, la coda colorata aperta di un pavone era un segno d'attrazione per una femmina come GINEVRA. Io con EDEL vivevamo in una stanza perchè le nostre stanze private con pareti dipinte da EDEL le lasciavamo per un evento appropriato in caso di nostre nuove gravidanze. Poiché se uno è in stato di fioritura permanente e fissa, i frutti sono inevitabili poi con il gruppo "PER 95

CAPITOLO 20<br />

Le donne sopra la neve. Penultimo giorno, al mattino la neve attorno<br />

a casa era quasi tutta sciolta, ormai la primavera prendeva il possesso<br />

legittimo, ma verso mezzogiorno incominciava nuovamente a<br />

nevicare. Affascinata guardavo i fiocchi candidi e morbidi che<br />

ricoprivano la terra,forse era l'ultima festa d'inverno così bellissima.<br />

Correvo al secondo piano della casa ricordandomi di una cosa...<br />

importantissima. Prendevo MATVEI e VINCENT tenendoli uno sul<br />

braccio destro e l'altro sul sinistro, sorpresi nel sonno si lamentavano<br />

un po' per la violenza, ma poi aprivano gli occhi e vedevano la neve<br />

che cadeva come un muro bianco danzante. Guardavamo tutti e tre<br />

dalla finestra, i bambini sorridevano e in casa faceva caldo. Mi<br />

sembrava di aver già visto questa scena, ma dove? e quando?! La<br />

mattina della partenza uscivamo fuori, tutto era coperto di neve e non<br />

si capiva dove era il laghetto, si marcava solo una costruzione strana e<br />

assurda, un ponticello. Andavamo via e dietro di noi rimanevano solo<br />

tantissime orme leggere sopra l'ultima neve, c'erano anche orme<br />

canine. GINEVRA doveva prendere il suo primo viaggio<br />

intercontinentale. All'aeroporto di Mosca Sceremetievo 2 suscitavamo<br />

tanto scalpore e curiosità. Io ero bellissima con il volto che divenuto<br />

più fine, spirituale e raffinato, un po' pallida portavo i due angeli con<br />

capelli ricci d'oro e con occhi blu, uguali fra loro. Le mie conquiste<br />

femminili. Dalla destra e dalla sinistra e dietro ero scortata da altri<br />

gemelli ANTAL, PASCAL, CARLOS e MARCOS, anche loro<br />

bellissimi e forse troppo famosi fra le donne. Le donne abbassavano<br />

gli occhi e sorridevano... lo sapevo "le care amiche", dove c'era questo<br />

gruppo c'era la festa! Qualcuna delle donne mi guardava con invidia<br />

poco nascosta, ma cosa potevo fare, non era colpa mia che avevo tutto<br />

quello che una femmina poteva desiderare. L'amore presente e l'amore<br />

che aveva dato dei frutti, bambini sani e bellica bellezza, e la<br />

gioventù, i maschi sempre attorno a me, perfino il cane allegro e<br />

sorridente... e poi partivamo tutti per Rio de Janeiro. Per tutto il<br />

viaggio che era molto lungo mi occupavo delle cose semplici e<br />

naturali, mangiavo e davo da mangiare,dormivo e osservavo gli altri<br />

che dormivano,niente di più. Ero un po' preoccupata per l'incontro con<br />

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